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Autore: Alyssa Reed    11/02/2018    0 recensioni
"Non era mai stato mio, non da quando i miei demoni mi inseguivano e l’inferno mi aveva trovata. A qualcuno piace chiamarla depressione, ma per me era un incubo dal quale non mi risvegliavo."
Lei pensa di non meritare amore e di non riuscire a legarsi a nessuno. Lui crede che con il suo affetto riuscirà a guarire tutte le sue ferite. Cosa succede se due ragazzi con il cuore spezzato decidono di rincorrersi?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Non ero sicura. Bè, io non ero mai sicura di niente, ma quella volta non sapevo se avevo fatto la scelta giusta o no, sapevo solo che era arrivato il momento. Sapevo che era giunta l’ora di lasciarlo andare. Non potevo più tenerlo in quella specie di limbo. Non era mai stato mio, non da quando i miei demoni mi inseguivano e l’inferno mi aveva trovata. A qualcuno piace chiamarla depressione, ma per me era un incubo dal quale non mi risvegliavo. Mi portò via molte delle persone che amavo e che amo.
Mentre ero in quello stato di quasi trans, quando credi che tutto stia andando a rotoli e ti rifugi nel tuo corpo, ma sai allo stesso tempo che anche il tuo corpo ti sta dicendo che non ce la fa più, sapevo in quei momenti che avrei sempre voluto lui al mio fianco, perché lui era la parte mancante della mia anima, la stessa che mi aveva abbandonato molto tempo prima quando avevo perduto mia madre.
A quei tempi ero danneggiata, rotta, piena di illusioni che erano state infrante all’improvviso, senza avere il tempo di rendermi conto di cosa mi stesse realmente succedendo.
Poi mi tornò in mente il giorno in cui conobbi lui.
Riuscì a rimettere insieme ciò che rimaneva di me, avevo trovato la mia anima gemella, l’amore della mia vita, l’altra mia metà. Mi resi conto che da quell’incontro sarebbe potuto nascere qualcosa di bello, qualcosa di puro, ma allo stesso tempo ero terrorizzata di portare giù con me anche lui, nel mio baratro di oscurità e solitudine. Non volevo rovinarlo, non volevo rovinare l’unica cosa bella che mi era capitata.
Ricordo che all’inizio lo respinsi; lui mi diceva che voleva stare con me, voleva che la nostra storia cominciasse nel migliore dei modi. Ma io ero troppo testarda per capire che quello era il mio momento, il nostro momento, ma come solito mio non lo colsi subito. Nonostante questo lui rimaneva sempre al mio fianco, dicendo che mi avrebbe aspettato, aspettato finché io non fossi sicura che stavo perdendo una delle cose più belle che possono capitare a una persona: l’amore. Stavo perdendo il mio treno, la mia unica occasione di redenzione.
Sento spesso le persone parlare di destino, ma io non ci ho mai creduto. Il destino è per coloro che non hanno la forza di far capitare le cose nella loro vita, ma aspettano invece che si creino da sole le situazioni. Ho sempre creduto che le occasioni bisogna crearsele nella vita, altrimenti rimarremmo tutti con il rimorso di non aver fatto abbastanza. Nulla ci viene regalato. Poi però capii. Capii che forse si potevano unire le due cose. Forse era stato il destino a farci incontrare, ma dovevo continuare io a tenermi stretta l’unica occasione concessami.
Ricordo che quella notte appena me ne resi conto corsi da lui. Gli volevo dire che anche io volevo stare con lui, lo amavo e non potevo lasciarlo andare.
Ma la vita non ti aspetta. La vita va avanti, anche senza di te.
  
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