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Autore: lawlietismine    12/02/2018    3 recensioni
{ Sterek }
Il risveglio di Stiles è sempre un processo estremamente lungo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi purtroppo non mi appartengono 
e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

NON È UN'ESERCITAZIONE! RIPETO, NON È UN'ESERCITAZIONE!
Okay, inizio il mio sclero dando per scontato di conoscervi/di essere riconosciuta da qualcuno/di avere lettori. Perché sì. Lo so che sbaglio ma shh, facciamo finta di niente.

Me qualche giorno fa: wow, non scrivo una sterek da tipo settembre... Questa cosa un po' mi sconvolge.
Also me: *va a controllare e si accorge che in effetti è da settembre, sì, ma del 2016* 

Non potete capire quanto sia scioccata. Il tempo vola, damn. E io ho smesso di leggere e scrivere roba su questi due, quando in realtà credevo che non sarebbe mai successo. 
Qualcuno si ricorda di me? La pazza sclerata che sfornava fanfiction sterek ogni secondo come se fossero biscotti? No? Beh, me l'aspettavo, rip. 
Comunque, quando mi sono accorta del tempo effettivamente trascorso, mi è presa una nostalgia assurda e ora sto praticamente leggendo solo sterek. E, dopo due mesi di completo vuoto nella scrittura, finalmente ho combinato qualcosa. Non mi sarei mai aspettata di riuscire a scrivere così presto, né tanto meno su questi due! But here I am e spero che, per quanto breve, insensata e banale, vi piaccia! Ho messo questo titolo perché “vita quotidiana di questi due scemi follemente innamorati” mi sembrava troppo meh. E poi avrei voluto unirla alla serie di Untitled sterek che ho pubblicato, ma ho deciso di no perché 1) sono passati quasi due anni pls e 2) lo vedo come un nuovo inizio. Scusate i discorsi lunghi, ma sono le 3 di notte e non capisco più nulla.
Ripeto, spero che vi piaccia! Lasciatemi un piccolo commento, se vi va^^ alla prossima,  

Lawlietismine 


Per il post originale della fanart basta cliccare sull'immagine!
 

Home! Sweet home!




 

Il risveglio di Stiles è sempre un processo estremamente lungo.

Il suo corpo inizia a riconnettersi alla realtà ancor prima che lo faccia la sua mente: si rigira fra le coperte, si muove, mugugna inconsciamente versi sconnessi e incomprensibili. Di solito, però, quando succede è racchiuso in una presa ferrea, sovrumana e per quanto finga di volersene districare, in realtà fa di tutto per crogiolarcisi, facendosi più vicino a quella pura fonte di calore che è il corpo solitamente premuto contro il suo.

Lo stringe a sua volta fra le braccia, ci posa le labbra o ci appoggia la guancia, ci si nasconde contro come a farsi più piccolo: solo a quel punto inizia a svegliarsi davvero, abbandonando completamente il mondo dei sogni per riprendere conoscenza.

 

Stamani però, purtroppo per lui, si rende malamente conto che a quanto pare non si tratta di uno di quei giorni: il posto accanto al suo è vuoto, ormai freddo. Non c'è alcun corpo nudo a scaldarlo, nessuna mano a sfiorargli il fianco e nessun buongiorno sussurrato al suo orecchio ad attenderlo, nessun piacevole bacio.

Il suo primo pensiero è che, beh, Derek non c'è. Ed è palese.

Il secondo invece –e potrebbe forse sembrare un po' superficiale a occhi estranei alla sua usuale routine– è che, dannazione, la sua erezione mattutina non troverà alcun conforto immediato stamani, vista l'assenza di chi di solito se ne occupa (sempre ricambiato, ovviamente!).

 

Stiles scende le scale a chiocciola almeno dieci minuti dopo, ancora assonnato, e raggiunge come ormai d'abitudine Derek in cucina, seguendo e beandosi della scia di profumo di caffè appena fatto che riempie l'intero loft. Si gratta distrattamente la pancia con una mano, mentre l'altra la passa fra i capelli già in totale disordine, e sbadiglia in modo più rumoroso del dovuto: è il suo modo per annunciare la sua presenza –e il suo disappunto nell'essersi risvegliato da solo– all'Alpha e attirare la sua attenzione, nonostante sappiano benissimo entrambi che non ce ne sia alcun bisogno, perché ne è già consapevole.

Derek, ancora totalmente e magnificamente svestito per la gioia di Stiles, si prende il suo tempo prima di voltarsi verso di lui. Finisce di versare il caffè nelle due tazze, ci mette un po' di zucchero e poi, prendendole entrambe in mano, finalmente si rivolge all'altro, pronto per una colazione insieme.

E la sua reazione è precisamente quella che Stiles voleva scaturire, perché quando Derek lo vede, ancora fermo a distanza con lo sguardo ambrato lucido per la sonnolenza fisso su di lui, cattura repentino la sua figura già coperta da maglietta e pantaloni palesemente indesiderati, quando in realtà si aspettava di trovarlo senza. Lo squadra dalla testa ai piedi con un sopracciglio inarcato e poi gli rivolge un'espressione visibilmente crucciata. È un silenzioso e implicito cosa ci fai già vestito, che porta Stiles a dedicargli il ghigno più malizioso e felino del suo repertorio.

“Che c'è, sourwolf? Non ne hai abbastanza dopo stanotte?” Chiede con una goccia di sarcasmo che non passa affatto inosservata, mentre gli si avvicina con passo lento e calcolato, e sanno entrambi che è un tacito è quello che ho dedotto dalla tua assenza nel letto al mio risveglio.

Quando gli si ferma davanti, adesso solo una mera distanza a dividerli, poggia le mani sul suo petto nudo con falsa innocenza, fissa lo sguardo teatralmente docile nel suo e inclina in modo lieve la testa di lato come per osservarlo meglio, esponendo leggermente la gola in un gesto arrendevole che parrebbe involontario ma che invece è perfettamente calcolato. Gli occhi smeraldini di Derek guizzano infatti all'istante su un punto particolare alla base del suo collo, brillando per un impercettibile secondo di un colore scarlatto, ammaliato, prima di tornare a specchiarsi nei suoi.

E quando le mani di Stiles si muovono sul suo petto scoperto in una carezza lasciva e dalle sue labbra piene e schiuse esce un suono fin troppo simile a delle fusa soddisfatte, come fosse pieno d'aspettativa, il lupo in Derek freme e ringhia, possessivo e già eccitato.

Allora è solo un attimo, prima che le tazze di caffè bollente vengano abbandonate da una parte e Stiles si senta tirar su a sedere sul bancone in marmo come fosse una piuma leggera. Derek gli stringe forte i fianchi fra le mani, immergendole sotto la maglietta per avere un contatto diretto, e in un istante ha le labbra sulla sua gola, che morde e bacia con irruenta dedizione come se non lo facesse da troppo tempo: Stiles ride divertito e la risata vibra dove l'altro sta depositando, o meglio, ravvivando il suo marchio.

Il lieve strato di barba sfrega la pelle sensibile, i denti la stuzzicano fino a farla arrossire. Derek, nascosto nell'incavo del suo collo, inspira profondamente senza alcuna remora e Stiles è conscio del fatto che ormai il proprio odore, quello che l'altro sta agognando, sia indissolubilmente mischiato al suo, che siano una cosa sola.

E non soltanto per il sesso della sera precedente o per la nottata trascorsa l'uno abbracciato all'altro: non è una cosa che si dissolverà presto, né tanto meno facilmente.

È una consapevolezza che lo fa fremere. Che fa fremere entrambi.

E Stiles geme, mentre con impazienza spinge verso di sé l'uomo fra le sue gambe. Mentre con una mano sulla guancia ispida lo costringe ad abbandonare la propria gola e incontrarlo a metà strada per congiungere finalmente le loro labbra in un bacio bisognoso –in un sincero buongiorno– e con l'altra riscopre il suo corpo nudo come se ogni volta fosse la prima. Le spalle larghe a cui si sorregge sempre nel pieno del piacere e che così spesso sono segnate dai suoi graffi, destinati a svanire. I fianchi forti che in un ritmo lento, sensuale, inconsapevole ma naturale, si spingono contro di lui, creando una frizione che fa mancare a entrambi il fiato.

Gli indumenti vengono sfilati, il caffè dimenticato, gli impegni rimandati.

Ci sono solo loro, corpi uniti e respiri affannati. E in quella che ormai è diventata la loro vita, la loro routine, la loro storia, basta solo uno sguardo condiviso mentre all'unisono raggiungono il culmine, per sentire di essere davvero a casa.

  
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