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Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo;da quando mi sono accorto che il tuo corpo acerbo di bambina si stava trasformando in quello flessuoso di una donna.
Mi stavo rendendo conto di cosa comportasse la mia condizione di specter e di giudice degli inferi: Mi stavo innamorando di te, la sacerdotessa degli signore degli inferi, ma capivo che non mi sarebbe mai stato concesso di essere il tuo uomo. 
Tu crescevi e diventavi sempre più bella: Ricordo che quando eri bambina piangevi correvi da me quando c’era il temporale, 
Ora invece entri in una stanza e tutti notavano la fierezza del tuo sguardo, il tuo portamento fiero e la delicatezza dei tuoi lineamenti, ed io non potevo far altro che assistere a tutto quello senza poter dire nulla.
Avrei voluto dire loro di non permettersi di guardarti, che non erano certo degni di starti accanto.
Ed io lo sono, forse?
No, credo di no… Per quanto io ti ami, per quanto ti desideri, l’amore non fa parte del regno degli inferi e lo devo tenere nascosto, ma in fin dei conti l'amore di un giudice infernale per la sua sacerdotessa non ha alcun valore.
Quanto sto bevendo...Questo whiskey mi sta facendo ubriacare prima del solito.
Dovrei esserne contento:Sono qui apposta, per bere fino a stordirmi, fino a crollare per terra stordito fino a dimenticare che io, stasera, non sono con te.
Chissà chi è l'uomo che ti prenderà la mano e ti farà ballare.
Infatti sono qui a bere da solo e a rodermi dalla gelosia,
Spero che nessuno osi sfiorarti e che ignori ogni richiesta, ma tanto io soffrirò lo stesso.
Questa sera quando ti ho visto scendere le scale con il tuo bellissimo abito sono rimasto immobile, ma eri bellissima.
-Valentine! Portami un’altra bottiglia!
Bevo, bevo ancora, per cercare di dimenticare...
Valentine si avvicina e mi dice che questo è l’ultimo bicchiere.
Non sopporto che mi guardi così: gli faccio pena.
Sarà colpa dell’alcool, ma mi sembra che anche gli altri specter, provano pena per me.
Mi reggo in piedi a fatica e stento a mettere un piede davanti all’altro.
Urto una sedia e cado a terra e lentamente, mi rimetto in piedi e mi appoggio a Valentine che era giunto a soccorrermi.
Dopo ore rimetto piede al castello degli Heinstein, la sbronza ha lasciato posto ad un mal di testa lancinante che mi trapassa da parte a parte, ma non voglio andare a dormire perché so che non riuscirei. 
Mi metto seduto nella sala dove lei di solito suona l'arpa e rimango solo ad aspettare fino a quando noto una figura di nero vestita percorre l’ingresso, velocemente.
Me la trovo davanti.
Ha il volto inondato di lacrime, mi guarda per un attimo, in silenzio, poi corre via.
Non le vado dietro so com'è fatta non mi direbbe nulla e torno nella sala ad osservare l'arpa.
Poco dopo barcollando mi dirigo verso la sua camera. Dalla porta non filtra luce e non sento rumori, non la sentivo piangere e forse si era addormentata.
-Buona notte mia sacerdotessa-


Note Autrice: Questa storia è nata al telefono per colpa di una mia amica innamorata di Rhadamanthys.