Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Giuls17_    13/02/2018    0 recensioni
[Storia ispirata alla settimana stagione del Trono di Spade, contiene Spoiler per chi non ha ancora visto la serie: c'è sempre qualcosa che vorremo vedere e che in realtà non accade, qualche scena che desideriamo o qualche parola che se detta ci riempirebbe il cuore di gioia, questa ff parte prorpio da questo.]
2:ma gli occhi di Jon Snow riuscivano ad arrivare al suo cuore e a trascinarla in luoghi che non conosceva...là dove il suo cuore di drago giaceva.
3: Li ho persi.
Li ho persi entrambi.
‹Se il Drago deve avere Tre teste ed io sono sola, Jon, allora vuol dire che un altro dei miei figli dovrà morire?-
5:-Tu mi appartieni Jon Snow.-
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daenerys Targaryen, Drogon, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The emptiness of fear
 
Il vento sferzava i suoi capelli, nonostante li avesse stretti in una treccia, molti erano riusciti a sfuggire e le graffiano il viso, come se fossero mani, piene di dolore e di rabbia, chiuse un attiamo gli occhi ma la sensazione non cambiò, quando li riaprì il cielo era ancora lì dove lo aveva lasciato e Drogon era sotto di lei.
Volava rapido, ed in silenzio, le ali sferzavano l’aria e il terreno mutava veloce ai suoi piedi, come se stessero correndo.
Dany si sistemò meglio sulla sella che Jon aveva fatto realizzare per lei e un sorriso a quel ricordo le spuntò, nonostante la tristezza che le accerchiava il cuore; si era sposata semplicemente la sera prima e già aveva lasciato suo marito per andare a combattere una guerra in cui sarebbe stata sola.
Strinse le mani nella pelle del suo drago e cercò un contatto con la realtà, se aveva fatto bene i calcoli li avrebbe trovati nella strada per il ritorno, diretti ad Approdo del Re, ed era certa di non sbagliarsi, Daario era stato altrettanto certo quando aveva dato le coordinate esatte di dove Euron li avrebbe trovati.
 
-Vuoi partire da sola? Bene, parti ma indossi un’armatura e ti porti dietro una spada.-
-Non so usarla una spada Jon, non credo che ne avrei il tempo. Io cavalco un drago che sputa fuoco, non combatto da terra.-
-Basta usare la parte appuntita ed il gioco è fatto.-
 
-Possiamo farcela Drogon, dobbiamo farcela.- sussurrò tra se e se ma quella parole non le furono per niente d’aiuto, ciò che invece riuscì a darle un poco di sollievo fu il ricordo delle ultime ore che aveva trascorso a Grande Inverno, con suo marito, con Jon.
 
~
 
Jon allontanò le sue labbra dal suo collo e la guardò negli occhi, Daenerys non riuscì a reprimere le mille emozioni che stava provando in quel momento, quindi decise di lasciarsi consumare, magari lentamente, ma decise di viverle tutte, di godersi quel momento poiché poteva anche essere l’ultimo che il destino le aveva concesso.
 
Non ho futuro.
 
Allungò una mano e la fece passare lungo i suoi capelli, amava quei riccioli, neri come la notte, amava il ragazzo che gli stava di fronte e si stupì di come riuscissero ad essere felici nonostante la guerra imminente, nonostante la morte aleggiasse intorno a loro.
Jon le tolse il mantello e la fece girare così da poterle togliere il vestito, quando sentì le sue mani lungo la schiena, sulla pelle nuda, un brivido le attraversò la spina dorsale, un brivido uguale a molti altri che aveva provato con lui eppure quella volta era diverso, quella volta era sua moglie, e non la sua amante.
Percepì le sue mani lungo la schiena, muoversi lentamente per levarle il vestito, Dany si morse leggermente il labbro per non rendere il gioco troppo facile, così represse un gemito in attesa che anche lui fosse davanti a lei, quando la fece girare era nuda e nonostante tutto non perse quel sorrisetto che le era spuntato da quando avevano lasciato il Parco degli Dei.
-Sa cosa ho intenzione di fare, vero?- le chiese, passando una mano lungo la pancia per farla risalire fino al seno, lo toccò con avidità e non riuscì a reprime come prima il gemito di piacere.
-Credo che tu lo sappia.-
Jon le si avvicinò ancora di più e la baciò in bocca, Daenerys sorrise contro le sue labbra e gli tolse il mantello, la sua pelle sfiorò il tessuto dei suoi abiti e quella sensazione non gli piacque, così lentamente fece uscire il farsetto dai pantaloni per poi sfilarglielo, e fece la stessa cosa con i suoi pantaloni.
Quando anche lui fu nudo davanti a lei si concesse qualche secondo per osservarlo, suo marito era bellissimo, il petto era tonico e largo e i muscoli risaltavano facilmente, la pancia era piatta e la sua virilità non poteva essere descritta facilmente, amava ogni parte di quell’uomo, anche le cicatrici sulla pancia e sul torace, le cicatrici che sapevano di morte e di sacrificio, amava quelle sbiadite nelle altre parti del corpo.
Lo amava per chi era e per cosa rappresentava.
Lo amava perché era Jon e perché era un Targaryen.
Quando le sue labbra toccarono di nuovo le sue, chiuse gli occhi e lasciò andare tutto, avevano tempo fino all’alba per amarsi e per promettersi il mondo intero, ma all’alba sarebbe dovuta andare via e aveva paura che non sarebbe più tornata.
 
Se mi guardo indietro sono perduta, e se mi guardo avanti?
Sono perduta comunque.
 
***
 
 Jon avrebbe voluto smettere di guardare il cielo ma da quando era partita non ne aveva ancora avuto il coraggio e la forza.
Daenerys era partita da due giorni eppure gli mancava, gli mancava quel sorrisetto che faceva uscire solo in certi momenti, gli mancavano quegli occhi che sapevano trasportarlo lontano e portarlo in quel posto che aveva sempre cercato, quello che sapeva di casa e di passato, di un passato che non avrebbe più avuto ma che lo avrebbero aiutato nel suo futuro.
Gli mancavano i suoi capelli e vederla girare per Grande Inverno, era una figura eterea, quasi inumana ma era sua, e lo sarebbe stata fino alla fine dei giorni.
Daenerys era il pezzo mancante della sua esistenza, quello che non sapeva di cercare e che quando lo aveva trovato lo avrebbe voluto tenere sempre stretto con sé.
Il pensiero però che non riuscì ad evitare o nascondere era un altro, sua moglie era incinta e la sua bambina era andata via con lei a combattere una guerra che forse non avrebbe visto.
Quando Bran gli aveva dato la notizia, quella bella e quella brutta sul futuro di Dany, nella loro camera dopo il volo su Drogon, aveva percepito le lacrime sul viso, lui che aveva smesso di piangere troppo tempo fa per ricordarselo, lo stava facendo e lo stava facendo passando una mano sulla pancia ancora troppo piatta.
 
-Avrò una figlia e forse non avrò te, come può essere giusto il mondo?-
-Il mondo non è giusto infatti.- gli aveva risposto Daenerys.
-E se io volessi avere entrambe?-
-Dovremo lottare per averlo.-
 
Lui lo avrebbe fatto, avrebbe lottato per entrambe, avrebbe fatto in modo di dare ad entrambe un futuro, ci sarebbe riuscito anche se le possibilità di riuscita erano drasticamente scese.
-Maestà?-
Ser Davos arrivò in silenzio interrompendo i suoi pensieri e stranamente gli fu grato, sapeva bene che più pensava, più non sarebbe stato concentrato a fare quello che andava fatto, a prendere le decisioni che andavano prese.
A combattere quella guerra, l’amore poteva essere un fardello pesante da portare ma doveva riuscirsi senza perdere di vista l’obiettivo finale.
E poi lo aveva promesso e lui avrebbe mantenuto quella promessa a costo della vita.
-Gli eserciti sono armati come avevamo pianificato, gli Immacolati rimasti a Roccia del Drago stanno completando l’ultimo arsenale e partiranno il prima possibile.-
-Daario e Jaime?- chiese girandosi.
-Sono partiti all’alba per le Torri Gemelle, sua sorella dice che sono abbandonate e potrebbe essere la soluzione migliore prospettata dalla Regina.-
-Mia sorella Arya quando intende partire?-
-Credo che sia già partita, non la si vede in giro da ieri sera e neanche Gendry.- disse alla fine.
-Hai paura per lui?-
-E´ come un figlio per me, non voglio che gli succeda niente.-
Jon cercò di rispondere ma il ruggito di Rhaegal lo distrasse e lo costrinse a guardare il cielo, non faceva altro che girare attorno a Grande Inverno, ininterrottamente da giorni, era in gabbia nonostante avesse il cielo per se, era in trappola nonostante avesse le ali e potesse volare, era libero ma non di seguire la madre in guerra.
 
-Fai venire il Primo Cavaliere della Regina da me, mi troverà fuori dalle mura.- lentamente diede le spalle al suo fidato amico e si incamminò con Spettro, fuori, dove la neve era alta e dove avrebbe trovato quello che stava cercando ma non riuscì a non ripensare alla mattina di due giorni prima.
 
~
 
Daenerys stava carezzando il muso di Rhaegal, gli stava parlando e riuscì a vedere i suoi occhi pieni di amore e di devozione verso quel figlio che aveva dato alla luce, il drago rispose con degli sbuffi di fumo dal naso senza farle male.
Jon si avvicinò a lei e vederla vestita da guerra gli faceva uno strano effetto, come se percepisse il proprio cuore piangere, spezzarsi.
Lei era una Regina non un soldato, non era fatta per quel genere di cose eppure non si sarebbe tirata indietro e così l’aveva costretta ad indossare l’armatura, l’aveva costretta a difendersi, poiché era la seconda volta che la vedeva partire in sella al suo drago e la prima volta che quella partenza gli faceva male.
-Jon lui resterà qui.- disse, lasciando andare Rhaegal per voltarsi verso di lui.
-Perché?-
-Io e Drogon saremo in grado di cavarcela e non voglio che succeda qualcosa a mio figlio, non ha un cavaliere e senza penso solo al peggio.-
-Se lo porti avrai più possibilità di successo, lo sai vero.-
-Forse ma voglio imparare dai miei errori, in fin dei conti so già cosa potrebbe succedere se lui venisse con me.-
-Dany quello…-
-Non era un modo per rinfacciartelo.- disse prendendogli una mano e stringendola forte, -Mi serve per ricordare, quello che è successo e quello che succederà da questo momento in poi. Gli immacolati hanno ricevuto l’ordine?-
-Il corvo è già partito, arriverà presto.-
-Bene.- sussurrò, guardandolo negli occhi e concentrandosi solo su di lui.
-Credi che sia la cosa giusta creare un’arma che possa uccidere Viserion?-
-Sì.- ammise, con le lacrime agli occhi che però non fece scendere.
-Credi davvero di potercela fare?-
-No.- rispose, scrollando le spalle, -Dovrò farcela al momento giusto, per il momento ci serve un’arma e prima verrà fatta meglio sarà per noi.-
Jon le passò una mano sul viso e cacciò via una lacrima dalla sua guancia e poi la baciò sulle labbra, con dolcezza e amore, con devozione, baciò sua moglie e passò una mano sulla pancia dove cresceva la loro bambina.
-Torna da me, Daenerys Targaryen.- gli sussurrò a denti stretti, per reprimere il dolore che avrebbe provato al momento della partenza.
-Lo farò, Jon Snow, non intendo morire in questa impresa. Ho ancora tante cose da fare.- Dany lo baciò di rimando e stavolta il baciò non fu dolce e temperato, ma violento e passionale.
Un monito per quello che erano stati e per quello che avevano ancora da vivere.
-Jon promettimi una cosa.- disse, allontanandosi da lui.
-Cosa?-
-Durante la mia assenza non essere il solito Jon, non permettere a nessuno di mettere in dubbio le tue scelte, proteggi il tuo popolo, il nostro popolo, ma combatti, combatti con il Fuoco e con il Sangue.
Hai un drago Jon, che porta il nome di tuo padre e lui si lascerà cavalcare da te, ed io questo lo so; porti il nome di Aegon il Conquistatore, quindi non permettere al quel fottuto Re della Notte di prendersi questo mondo.
Sii un Targaryen per una volta, sii come me ma ti prego Jon, non abbandonare mai la tua parte Stark, è questa che ti permetterà di vincere.-
-Come fai a saperlo?-
-Mio fratello Viserys credeva di essere l’ultimo drago ed è morto quando Drogo gli ha donato la corona che tanto voleva, era fatta d’oro liquido e lui non ha resistito al fuoco.
Il fuoco non può uccidere un drago.
Mio fratello Rhaegar, tuo padre, era chiamato da molti l’ultimo drago, non l’ho mai conosciuto e non saprò mai la verità ma è morto perché l’Usurpatore ha mentito, è morto per amore, ma non era un combattente, tu invece lo sei, quindi cerca solo di ponderare bene quello che sei e vedrai che non dovrai mai dubitare su chi diventerai e delle scelte che prenderai.-
-Sei tu l’ultimo drago, lo sai vero? Il drago non deve avere per forza tre teste ne basta una per comandarle tutte.- le disse, convinto di quelle parole e della determinazione che vedeva nei suoi occhi.
-Ti sbagli Jon, il drago deve avere tre teste… La seconda ce l’ho davanti e so che sarà un ottimo cavaliere di drago ma la terza testa… non è mai esistita e mio figlio è morto anche per questo.- sussurrò, mestamente.
-Daenerys…-
-Adesso devo andare Jon, devo partire prima che sia troppo tardi, prima che sia tutto vano. Ricordati quello che ti ho detto, prometti.- le disse, il viso vicino al suo, il corpo schiacciato contro e gli occhi viola penetranti.
-Prometto.-
 
~
 
-Mi hai fatto chiamare.-
-Sì, volevo parlare con te.- disse guardando il nano, si stava avvicinando a lui ma i suoi occhi erano fissi su quelli di Rhaegal, era sceso dal cielo quando lui lo aveva chiamato ed adesso non voleva più andare via.
-Cosa succede?-
-Credi che abbia fatto bene a lasciarla andare?-
Jon non era riuscito a porre quella domanda a nessuno, né a Ser Davos, né a sua sorella Sansa, neanche a Daario ma aveva bisogno di chiederla all’unica persona che non gli avrebbe mentito e all’unica persona che conosceva davvero sua moglie.
 
Mi sono sposato solo ieri sera e lei è già andata via e non so neanche se la rivedrò.
 
-Come vuoi che ti risponda?-
-Con la verità.- disse guadando il drago verde, vicino a lui.
-Daenerys è la persona più testarda che io abbia mai conosciuto e se mi chiedessi di fare un paragone tra lei e Cersei non riuscirei a dirti chi vincerebbe la sfida.
A Meereen ha preso molte scelte discutibili, dettate solo dal Fuoco e dal Sangue e molte di queste scelte sono state un fallimento e l’hanno portata di nuovo a Vaes Dothrak, dove tutto era iniziato, ma stavolta non come Khaleesi, come regina di un popolo, ma come Dosh Khaleen, come vedova di un Khal, e come puoi immaginare non ha accettato di buon grado che succedesse.
Daenerys è tornata a Meereen con un’orda di Dothraki e con Drogon ha fatto fuoco contro le navi dei Buon Padroni che volevano riprendersi la città, Fuoco e Sangue ma questo le ha assicurato la vittoria, e la possibilità che le Città degli Schiavisti non fossero più considerate tali.
Alla tua domanda non posso che rispondere in un modo, no, non hai fatto bene a lasciarla andare.
È la regina, è tua moglie ed è incinta. Ed è stato sconsiderato da parte tua lasciarglielo fare ed anche farglielo pensare ma alla tua domanda posso rispondere anche in un altro modo: non avresti potuto evitarlo.-
Jon a quell’affermazione raddrizzò la schiena e prestò maggiore attenzione alle sue parole.
-Come ti ho detto prende sempre delle scelte discutibili, sbagliate ma che portano comunque ad un risultato e questa scelta rientra tra le tante che ha preso durante il suo percorso.
Del resto non si diventa un buon sovrano se non grazie agli errori, se non grazie al dolore e alle perdite e lei ne ha subiti più di tutti, ma sono certo che tornerà da te, che tornerà viva.-
-Sei di molte parole quando conviene.-
-So di aver sbagliato a trattare con Cersei, so che potevo fare di meglio e dovrò cercare il perdono quando lei tornerà, ma per il momento posso consigliere te ed evitare che facciamo tutti una brutta fine.-
-Ora capisco perché sei diventato il Primo Cavaliere, ci vuole un gran coraggio a reprimere i suoi istinti.-
-Coraggio bè, non sono un eroe Jon Snow, sono un nano che ha deciso da che parte stare.-
Jon annuì in silenzio e per un momento si concentrò unicamente sul drago che lo stava ancora guardando e per la prima volta riuscì a percepire quella sensazione che Dany più di una volta gli aveva raccontato: nei suoi occhi riusciva a vedere perfettamente la sua stessa anima riflessa.
Come se fossero complementari.
Forse si sarebbero anche potuti appartenere un giorno se come diceva lei era la seconda testa del drago, ma per il momento gli stava bene conoscerlo, imparare qualcosa da lui così come aveva fatto con Spettro e meritarsi il suo rispetto.
-Avete pensato a un nome per la bambina?-
-Avrei voluto dirglielo prima che partisse, ma non ho avuto il coraggio.- rispose, senza voltarsi.
-Come vorresti chiamare tua figlia?-
-Lyanna ma non sarebbe giusto, non c’è solo lupo in lei c’è anche drago, si dovrebbe chiamare Lyanna Rhaella Targaryen.
Sarebbe più giusto.-
-Credo che tua moglie apprezzerà molto il gesto. Come te non ha conosciuto sua madre.-
-Spero solo che non debba morire dando alla luce nostra figlia, così com’è successo alle nostre madri.-
Jon vide il viso di Tyrion farsi scuro a quella consapevolezza e vide la sua difficoltà nel cercare e proferire qualche parola che potesse addolcire il discorso ma un suono che sperava davvero di non sentire presto lo strappò da quella conversazione.
Tre suoni, tre suoni volevano dire una sola cosa.
 
Estranei.
 
***
 
Dany si era sicuramente immaginata un numero di navi notevolmente superiore per trasportare la Compagnia Dorata, ma nonostante ciò non si lasciò vincere da nessun sentimento, Euron era pericoloso e lei lo sapeva bene, aveva spazzato la sua flotta e catturato Yara e andava fermato a prescindere.
Quando il fuoco aveva colpito la prima nave, non l’avevano neanche sentita arrivare, Drogon volava silenzioso sopra le nuvole, nascondendosi dalla vista dei marinari ma al momento giusto era uscito e il panico era scoppiato tra loro.
-Dracarys.-
Un brivido le percorse la schiena e quando vide le fiamme uscire percepì una sola emozione prevalere su tutte le altre: la rabbia.
La devastazione si abbatté facilmente sullo scafo e le urla le riempirono il cuore, facendoglielo battere più veloce, discese ancora e vide Euron guardarla con disprezzo e rabbia, ma non era minimamente paragonabile alla sua, la Compagnia stava pendendo mano agli archi ma lei non gli avrebbe dato modo di usarli.
Volò di nuovo in alto e ridiscese e con le zampe fece spezzare l’albero di una delle navi che non erano ancora bruciate.
 
Fuoco e Sangue.
 
-Puttana!-
Euron urlò con tutto il fiato che aveva in gola e lei riuscì a sentirlo benissimo, per quanto fosse una parola “volgare” le fece comunque scappare un sorriso, il suo piano per quanto pazzo e folle, stava portando ad un risultato.
Distruggere Cersei, la Compagnia Dorata, per poi riprendersi il Trono.
Drogon sputò ancora fiamme e la seconda nave calò giù in pochissimo tempo, Dany si rese conto che ne mancavano altre tre esclusa quella di Euron, così senza pensarci troppo spronò suo figlio all’attacco.
 
-Voglio che tu ritorni da me, a qualsiasi costo, hai capito?-
-Si ho capito, Jon.-
-Ti amo Daenerys e se non mantieni quella promessa, io…-
-Ho promesso.- gli aveva sussurrato sulle labbra, -Ti amo.-
 
Quel pensiero pe un solo secondo le offuscò la vista e quando riprese il contatto con la realtà dovette girare bruscamente a destra per evitare le frecce che avevano puntato contro di lei, Drogon ruggì di rimando e lei si strinse a lui per non lasciarsi colpire e scese di nuovo all’attacco ed in quel momento notò la stessa arma che l’esercito Lannister aveva usato contro di lei.
-Maledetta Cersei!- disse più che a se stessa che ai suoi nemici, alla fine la regina aveva pianificato di uccidere i suoi draghi, a prescindere dal loro accordo ma lei gliel’avrebbe fatta pagare, a qualsiasi costo.
-Andiamo Drogon.-
In quel momento cercò di lasciare, di mettere da parte tutti i sentimenti che l’avevano consumata, amore, odio, rabbia, vendetta, felicità erano solo effimeri, solo un fastidio, una distrazione e non poteva permettersi niente del genere, stava rischiarano la sua vita e quella della piccola e a qualunque costo doveva rimanere concentrata ma uno solo di quei sentimenti si sottrasse al suo controllo ed era la paura.
Percepì di nuovo la stessa paura di quella volta, quando la lancia aveva colpito Drogon e lei stava precipitando, la sensazione di cadere, la sensazione di morire, cercò di rinchiudere quel sentimento, cercò in qualsiasi modo di governarlo ma non ci riuscì, la paura rimase nel suo cuore e con quella paura andò di nuovo all’attacco e in quel momento avrebbe tanto voluto Jon accanto a se, o Ser Jorah, avrebbe voluto che i suoi tre figli fossero assieme, non voleva essere sola.
Sola con quel pensiero, quando credette che il vuoto e l’oblio fossero così vicini da consumarla percepì l’anima del suo drago, la sua forza e la sua rabbia la riportarono su. Non aveva mai provato niente del genere, non si era mai sentita così connessa con lui ma quando cercò di guardarlo negli occhi vide la sua stessa paura riflettersi e sparire, suo figlio l’avrebbe salvata quando credeva che nessuno l’avrebbe fatto.
Suo figlio era la sua forza e non avrebbe permesso che lei morisse.
 
Mi appartieni.
 
Serrò la presa sulla sua pelle e senza bisogno di ulteriori comandi Drogon fece fuoco, e in quel momento il suo cervello si svuotò ed anche il suo cuore, stava facendo quello che andava fatto e le urla di dolore e di disperazione non la impressionarono ma serrano ancora di più il suo cuore, freddo come il ghiaccio, o ardente come il fuoco.
Altre due navi caddero come foglie morte e lei fece spostare Drogon verso la nave principale, Euron stava armando personalmente la balestra di Qyburn, sbraitando ordini agli arcieri, la Compagnia Dorata era nettamente in difficoltà e nonostante il loro motto fosse conosciuto da tutti, vide molti abbandonare la nave e cercare di ricongiungersi ai sopravvissuti delle altre.
-Puoi ancora salvarti.- urlò a Greyjoy.
-Inginocchiati e sarai risparmiato.-
Daenerys sapeva per certo che le sue parole fossero arrivate al Re delle Isole di Ferro ma la rabbia cieca che vide nei suoi occhi le fece capire che non l’avrebbe mai ascoltata, e che avrebbe preferito la morte.
 
Nessuno può giurare fedeltà a due Regine e lei questo lo aveva capito bene.
 
Senza alcuna esitazione lanciò Drogon contro la nave, avrebbe fatto a pezzi quella balestra e avrebbe bruciato Euron, liberando le Isole di Ferro e il suo regno da quella minaccia, avrebbe realizzato il suo piano e sarebbe tornata da Jon in un paio di giorni.
C’era riuscita.
Quel pensiero però, le fece scappare un sorriso e quella fu la sua distrazione, l’unica che non si sarebbe dovuta concedere, eppure lo aveva detto a se stessa che le emozioni potevano portare alla morte, eppure non si era ascoltata.
E la promessa della felicità era stata la sua rovina.
La speranza di rivedere Jon era stata la sua condanna.
Le zampe del drago distrussero l’arma in pochissimo tempo ed Euron finì direttamente nelle fauci di Drogon, non aveva avuto neanche il tempo di incoccare la lancia e scagliarla per via della rabbia, ed in quel momento si era distratta e in quel momento Drogon aveva ripreso il suo volo, lontano dalla nave e in quell’istante una freccia aveva perforato l’armatura all’altezza della spalla, nel punto esatto in cui sarebbe stata scoperta.
Il colpo, per quanto preciso le fece perdere l’equilibrio e sbilanciandosi perse la presa su Drogon, percepì il vento sferzarle i capelli e l’armatura la portava giù sempre più velocemente, provò a guardare sotto di sé e il mare in fiamme le fece venire un brivido lungo la schiena, ma prima che il suo mondo si fece buio udì suo figlio ringhiare con tutto il fiato che aveva in gola.
 
***
 
Sandor stava stringendo la mano di Sansa con troppa foga e sperò di non farle male ma non l’avrebbe lasciata per niente al mondo, anche a costo di morire per lei, e di salvarla e se non fosse riuscito a trovare una soluzione sarebbe successo anche troppo velocemente.
I Non-Morti erano arrivati, l’orda del Re della Notte aveva investito Grande Inverno e loro non se n’erano neanche accorti.
Colpì uno di quelli e ne ammazzò altri due e si tirò a se Sansa, il viso era pallido ed anche i capelli rossi sembravano spenti, la paura poteva giocare strani scherzi ma lui l’avrebbe protetta a qualsiasi costo.
Osservò Brienne poco distante, occuparsi di alcuni nemici, il viso contratto e serio, avrebbe difeso lei Sansa qual ora lui fosse morto.
-Dobbiamo andare via!- urlò più a se stesso che a lei.
-Jon… L’esercito…-
-Uccelletto, stanno già combattendo, l’esercito… Spero che ne rimanga qualcuno in vita per la vera battaglia.-
Sansa diventò ancora più bianca e si strinse al suo braccio con tutte le sue forze, Sandor inghiottì il groppo che si era formato in gola e strinse la mano che teneva l’elsa della spada con più determinazione possibile, ed avanzò verso le scuderie, dovevano andare via prima che fosse troppo tardi e ricongiungersi a Daario e Jaime Lannister, formare una nuova resistenza, ma anche per lui quel pensiero fu troppo speranzoso.
 
Sansa osservava con orrore quello che stava accadendo, Grande Inverno era accerchiata dai Non-Morti, urlavano e combattevano come dei pazzi, non avevano nulla da perdere, nulla per cui vivere e lei aveva paura.
Credeva che tenere Grande Inverno fosse l’unica cosa giusta dopo aver perso così tanto, ma in quel momento ripensò ad una cosa che Tyrion aveva detto a Daenerys.
 
-Non vuoi essere la Regina delle ceneri, vero?-
 
Ed io non voglio essere la regina dei morti.
 
Si strinse a Sandor, e cercò in lui la guida per la propria salvezza e ringraziò i nuovi e antichi dei per essere stata con lui al momento dell’attacco o sarebbe stata persa fin dall’inizio, sarebbe già morta senza di lui.
 
-Ritirata!!- la voce si Ser Davos catturò la sua attenzione e grazie al suo intervento riuscirono ad aprirsi un varco tra le schiera di morti.
Il fuoco li faceva scappare, il fuoco poteva ucciderli ma come aveva detto Jon alcuni erano immuni e in quel momento sperò che suo cugino, suo fratello, stesse bene, che fosse salvo, non lo aveva visto da nessuna parte e già temeva il peggio.
-Presto prendete dei cavalli, l’esercito sta già ripiegando per la Strada del Re, abbiamo solo cinque minuti, prima che sia tropo tardi.-
-Troppo tardi per cosa?- chiese esitante, mentre Sandor la prendeva dalle ascelle per farla salire direttamente sul cavallo per poi salire dietro di lei, prese le redini e strinse le braccia intorno al suo corpo e cercò di reprimere quel brivido che le attraversò la schiena.
Succedeva sempre quando lui la guardava, quando lui la sfiorava o quando lui la baciava, nel Parco degli Dei, dove nessuno li avrebbe potuti vedere.
In quel momento un ruggito possente le fece alzare la testa al cielo, Rhaegal stava urlando, le fauci erano aperte e piene di fumo, ma Sansa non si sbagliò, c’era qualcuno sul drago e sapeva per certo che non poteva essere la Regina, Daenerys era lontana, con Drogon ma qualcuno stava cavalcando quel drago e quando lo capì il suo cuore per un battito.
-Jon!!- esclamò, un sorriso le affiorò sul viso e lo seguì con lo sguardo.
Il drago fece un giro intorno alle mura di Grande Inverno e poi sputò fuoco ed allora lei riuscì a capire a cosa si era riferito Ser Davos, avrebbe incendiato la loro casa, avrebbe distrutto l’esercito dei morti e permesso all’esercito di ritirarsi, li avrebbe salvati ma chi avrebbe salvato Jon?
-No!- urlò quando il Mastino schioccò le redini e fece partire il cavallo al galoppo, si girò per cercare Jon con lo sguardo e lo vide ancora lì, a combattere, cercò di chiamarlo ma si allontanava troppo velocemente perché lui potesse sentirla.
Quando guardò avanti vide Spettro correre con loro, i suoi occhi rossi velano una certa tristezza e in quel momento si ricordò della sua Lady, morta ancora prima che potesse diventare come lui, distolse lo sguardo e vide Ser Jorah trasportare Bran, era svenuto o meglio era lontano, rinchiuso in qualche animale o in qualche persona o forse stava solo aiutando Jon in quella battaglia solitaria.
L’esercito si estendeva davanti a lui, meno numeroso ma l’orda dei Dothraki e degli Immacolati era ancora lì, Verme Grigio li stava conducendo lontano dalla morte e dalla sconfitta.
-Uccelletto andrà tutto bene.- Sandor le sussurrò quelle parole ma lei non gli credette.
-Come possiamo vincere contro di loro? Chi salverà Jon?-
-Ha un fottuto drago sotto al culo, non ha bisogno di essere salvato.-
-E se li ammazzassero entrambi? Lo hanno già fatto con Viserion.-
-Non succederà.-
-Daenerys non è qui per impedirlo.- gli fece notare, percepì la propria voce leggera quasi inesistente.
-Uccelletto staranno bene entrambi.-
-E se fossero entrambi morti?-
 
 



∞Angolo Autrice: Buongiorno a tutti !!! Come un fantasma ogni tanto torno a tormentarvi con questa storia e a pubblicare qualche capitolo !!
Non so cosa mi abbia spinto di punto in bianco a darmi una mossa, forse sentivo troppo la mancanza o forse perchè il 2019 è troppo lontano e volevo dare una conclusione prima di vedere la serie !
Quindi a prescindere da tutto, ecco a voi un nuovo capitolo.
Spero che la piega presa sia davvero di vostro gradimento, onestamente a me piace ma io sono troppo di parte per esprimere un parere oggettivo XD 
Dany e Jon si sono sposati, ma lei non intende rinunciare alla possibilità di salire sul Trono, di ostacolare Cersei, insomma, ha fatto di tutto per arrivare a questo momento e non permetterà che una falla del suo piano le sia da ostacolo!
Ma gli Estraneiii sono arrivati a Grande Inverno, e diciamo che era anche l'ora, ma ogni cosa a suo tempo e vedremo cosa farà il nostro Jon per risolvere la questione!!
Per il momento è tutto, spero davvero che continuiate a seguirmi, a lasciami qualche commento, ad esprimere la vostra opinione!
Per il momento è tutto <3
_Giuls17_

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