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Autore: Clahp    29/06/2009    12 recensioni
«Naruto… Tu pensi solo a suonare! Suonare! Ma vuoi costruirti un futuro? Guarda che se non ti impegni adesso, poi sarà tutto inutile!»
«Un futuro! Un futuro! Il mio futuro è la musica, Sakura-chan. Che me ne faccio di tutto il resto?», borbottai, infastidito, guardandola male; lei di tutta risposta socchiuse gli occhi e mi prese una guancia fra le dita, tirandola e torcendola.
«La musica, cretino», parlò, arrabbiata, continuando a shakerare la mia povera pelle «non ti darà il pane, in futuro! Non ti garantirà un posto di lavoro o una sicurezza… lo capisci, questo, sì?»
«Tu hai ragione, ma… […] E’ il mio sogno da sempre, Sakura-chan… e non me lo lascerò sfuggire, adesso che siamo così vicini!»
Sorrise bonariamente e distese la mano sulla mia guancia —era una carezza…?
[Seconda classificata al “NaruSaku Alternative Universe” indetto da Coco Lee]
[NaruSaku <3]
[Accenni ShikaTema - SasuIno]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Accorda, accorda, scivola, scivola, suona, senti l’adrenalina, sorridi, guardi una certa figura dinnanzi a te, le ammicchi, ti senti un gran figo, ti inumidisci le labbra, chiudi gli occhi, fai scivolare ancora le dita e-

 

Accorda, accorda, scivola, scivola, suona, senti l’adrenalina, sorridi, guardi una certa figura dinnanzi a te, le ammicchi, ti senti un gran figo, ti inumidisci le labbra, chiudi gli occhi, fai scivolare ancora le dita e-

«NARUTO, porca miseria!»

Gli altri tre si bloccarono, piccati, e mi guardarono. Ecco, avevo fatto l’ennesima cazzata!

«Hai sbagliato di nuovo! E questa è la terza volta, cazzo!», continuò Temari, furiosa, pestando un piede a terra. «A che diavolo pensi quando suoni?! Devi stare concentrato, altrimenti è tutto inutile! E’ una cosa seria, questa

Deglutii, scocciato, e mi grattai nervosamente la nuca.

«Oh, va be’, scusate tanto.», borbottai; Shikamaru alzò gli occhi al cielo, sbuffò e commentò:

«Naruto, ok, non fa niente, ma se non prendi seriamente questa cosa possiamo anche finirla qui e smettere di perdere tempo.»

Mi girai verso di lui e lo scrutai biecamente.

«Per me è una cosa seria! Ero solo un pochino distratto, ok?», replicai, irritato.

«Ok, ok, ma ora riprendiamo, eh?», sentenziò laconicamente Sasuke, il più infastidito di tutti.

Sbuffai, gli feci una boccaccia -mentre lui era voltato, ovviamente- e ripresi in mano la mia chitarra; concedetti un’ultima fugace occhiata alla figura dinnanzi a me (che non si era accorta di niente, intenta com’era a leggere un libro orribilmente spesso) sorrisi ancora e ricominciai a far scivolare le dita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I wanna see your eyes, baby

 

 

 

-Prima parte-

 [ Baby, my wish is on a wing ]

 

 

 

Mi sbracai sulla sedia, sfibrato, e mi asciugai il sudore sulle tempie.

«Sfinito, eh?», chiese ironicamente la figura che tanto spesso osservavo mentre suonavo, e a causa di cui tanto spesso sbagliavo, immersa ancora nella lettura di quell’alto volume. Arrisi di nuovo e mi avvicinai a lei.

«Sì, abbastanza… Ma tu, Sakura-chan, la smetti di studiare? Sono più di due ore che stai su quel coso! Almeno, guardami!», replicai.

Lei seguitò a non staccare gli occhi da quelle pagine fitte di inchiostro e rispose, asciutta:

«Non posso, baka. Domani ho un esame di anatomia e devo studiare…»

Presi fiato per rispondere, sconvolto da così tanto zelo; ma lei per la prima volta da ore alzò lo sguardo e sentenziò:

«…e dovresti farlo anche tu.»

Rimasi a bocca aperta, spiazzato.

«Sbaglio, o fra due settimane hai un esame?», continuò, cocciuta.

…E ovviamente non sbagliava!

«Sì, ma… Shikamaru ha detto che mi darà una mano e… e comunque, è molto facile! Davvero, non ci vorrà tanto!», balbettai, sudando freddo; lei però alzò pesantemente un sopracciglio e ghignò:

«Facile, certo, dal momento che questa è la terza volta che lo dai, Naruto —o è la quarta? Scusami, è che la memoria dopo un po’ vacilla

Il suo sguardo era talmente minaccioso che istintivamente portai le mani in avanti e deglutii rumorosamente.

«Su, su… che importanza ha? In ogni caso la nostra band va forte e…»

«La vostra band» mi interruppe, mentre i suoi occhi dardeggiavano e le mani fremevano «andrà anche forte, ma tu, cretino, devi seriamente studiare! Hai praticamente perso un anno in cazzeggio e robe varie, ti ricordo! Ne vuoi perdere un altro, o cosa?!», berciò, iraconda, squadrandomi ancora.

Mi morsi vistosamente un labbro e cercai delle parole per replicare… parole che ovviamente non arrivarono -il mio cervello doveva essere in letargo, se mai s’era degnato di funzionare-; lei alzò gli occhi, sbuffò e commentò:

«Naruto… come devo fare io con te? Ah! Sasuke va benissimo, prende tutti trenta, io pure non vado per niente male… e invece tu pensi solo a suonare! Suonare! Ma vuoi costruirti un futuro? Guarda che se non ti impegni adesso, poi sarà tutto inutile!»

«Un futuro! Un futuro! Il mio futuro è la musica, Sakura-chan. Che me ne faccio di tutto il resto?», borbottai, infastidito, guardandola male; lei di tutta risposta socchiuse gli occhi e mi prese una guancia fra le dita, tirandola e torcendola.

«La musica, cretino», parlò, arrabbiata, continuando a shakerare la mia povera pelle «non ti darà il pane, in futuro! Non ti garantirà un posto di lavoro o una sicurezza… lo capisci, questo, sì?»

Abbassai gli occhi, affranto.

«Tu hai ragione, ma… fra due settimane ci sarà quel concorso, Sakura-chan… se vinceremo, potremo seriamente incidere un disco! Lo capisci? E’ da sempre il nostro sogno, questo!», esclamai, riprendendo vigore, e guardandola in modo assai posato; lei, a queste parole, parve addolcirsi.

«Il vostro sogno...?», domandò, guardandomi interrogativamente con quegli splendidi occhi smeraldini.

«Sì. E’ il mio sogno da sempre, Sakura-chan… e non me lo lascerò sfuggire, adesso che siamo così vicini!»

Sorrise bonariamente e distese la mano sulla mia guancia —era una carezza…?

«Che esame devi dare, cretino...?», chiese poi, esalando un pesante respiro.

Io sorrisi: lei non era mai stata così terribile come aveva sempre voluto fintamente farsi ritenere; era una delle persone più buone e meravigliose e belle e intrattabili e irascibili e perfette e incantevoli del mondo, lei, Sakura-chan

«Chimica.»

Ancora una volta, lei sbuffò.

«E va be’. Ti darò una mano io, visto che a quell’esame l’anno scorso ho preso la lode. Ma tu, al termine di questo stupido concorso, non farai altro che studiare… vero?», disse, enfatizzando l’ultima parola con uno sguardo minaccioso.

«Certo! Certo! Grazie, Sakura-chan

Sì… come no…

Lei alzò nuovamente un sopracciglio e parlottò:

«Sarà molto meglio per te, cocco. In ogni caso, ades—»

«Naruto! Forza, dobbiamo ricominciare!», urlò Shikamaru dall’altro lato del garage; mi girai, mi alzai e gridai:

«Ok, ok, arrivo! Sakura-chan, ti saluto! A dopo!»

E lei mi guardò andar via con uno strano sorriso sulle labbra.

 

 

 

*

 

 

 

Eppure… sembrava incredibile che tutto questo fosse vero.

Io, Shikamaru, Sasuke e Sakura ci conoscevamo sin dalle elementari; insieme ad altri ragazzi (Kiba, Ino, Neji, Sai, Hinata, Choji, Shino, Rock Lee, TenTen) formavamo un grande e bel gruppo. Eravamo stati sempre insieme fino alla fine delle medie, dopo di cui avevamo intrapreso licei e vite diverse, ma eravamo continuamente rimasti in contatto.

Noi tre ragazzi avevamo iniziato a suonare verso l’ultimo anno del liceo, sebbene ognuno di noi facesse musica individualmente da molto più tempo; era iniziato tutto come una specie di gioco, ma con il passare del tempo era diventato sempre più un hobby, poi una passione, infine quasi un lavoro. In quei primi tempi, io ero il chitarrista, Sasuke la voce e Shikamaru il batterista; ma un giorno, riunitici in camera di quest’ultimo, iniziammo a ponderare seriamente circa la nostra situazione.

«Abbiamo bisogno di qualcun altro.», iniziò Nara, andando dritto al punto.

Sakura, seduta vicino a me, era intenta a leggere svariati test per l’ammissione alla facoltà di medicina; ghignò un poco e si mise a sedere in maniera più composta. Lei non aveva mai voluto entrare a far parte del gruppo, benché la avessi più volte pregata; diceva che la musica non faceva per lei, e che comunque era ormai troppo tardi per imparare a suonare decentemente. E così assisteva con totale assiduità a tutte le nostre riunioni o incontri in cui litigavamo, suonavamo, ci picchiavamo, ridevamo o semplicemente parlavamo. Insieme a lei, un altro a noi fedelissimo era Choji: il miglior amico di sempre di Shikamaru, che bonariamente sopportava tutte le nostre discussioni o stridii musicali, e che molto spesso ci forniva consigli assai utili; quella volta stava mangiando un panino, come suo solito, e ci stava guardando apaticamente.

Sasuke alzò un sopracciglio.

«Lo pensavo anche io. Mi sono piuttosto stufato di cantare; inoltre la nostra musica sta diventando un po’ troppo soft. Dovremmo puntare a roba più dura, insomma.», disse.

Io li guardai, infastidito e confuso.

«No, no, scusate tanto! Non ne vedo il motivo! Noi tre bastiamo e avanziamo, no? Un altro elemento… non so, minerebbe all’equilibrio del gruppo. E poi –»

«Naruto» mi interruppe seccamente Sakura, continuando con tranquillità a leggere «Sasuke-kun ha perfettamente ragione. E… non per dire, eh, ma un gruppo di soli uomini sembra la classica boyband americana che fa impazzire le ragazzine… Non è molto gratificante, come cosa.»

Shikamaru annuì e confermò; trovatomi in netta minoranza, guardai gli altri, piccato, e sbuffai.

«Ok, ok, avete ragione –forse. Be’, allora… possiamo chiedere a Sai, no? …O Kiba. Anche loro fanno musica, no?»

Sasuke si portò una mano al mento e ponderò.

«Kiba… fa troppo casino, per quello basti -e avanzi- tu. E Sai è troppo poco emotivo… una via di mezzo no, eh, cretino?», pigolò, superiore; lo fulminai con lo sguardo e sbattei un pugno sul tavolino, furioso.

«Senti chi parla, l’emo frustrato del gruppo! E allora, allora… che ne dite di Neji?», replicai, spazientitomi.

Shikamaru rifletté, aspirando una boccata di nicotina.

«Oh, Neji è un po’ una palla, ma potrebbe andare. Choji… perché non entri tu? Potresti essere un ottimo elemento, dico sul serio.», borbottò, girandosi verso l’altro ragazzo; questi però dissentì veracemente.

«No, no, grazie! Troppa fatica, troppo stress. Io voglio una vita piuttosto tranquilla, Shikamaru… mi chiedo, tuttavia, come tu abbia accettato tutto questo.»

L’altro si sbracò sul cuscino su cui era malamente seduto e disse:

«Be’, era iniziato tutto come un gioco… però c’è anche passione, insomma. E oramai, che vuoi farci…? Non posso più tirarmi indietro.», borbottò, fintamente disinteressato, sbadigliando; questo significava che, sebbene suonare fosse un’attività piuttosto stancante, era una sua passione e non vi avrebbe mai rinunciato. Era un ragazzo alquanto bizzarro: ciò che definiva “seccante” o una  “scocciatura” -aggettivi che mi rifilava una decina di volte al giorno, data la mia iperattività- era ciò che gli stava più a cuore.

«Per tornare a galla… Allora, potremmo provare con Nej-»

«Forse voi non avete capito», esclamò Sakura, interrompendolo e guardandoci in maniera piuttosto superba «A voi serve una vocalist. Vi serve una ragazza

Gli altri tre la fissarono assai male, attoniti; ma io sorrisi, raggiante, e le avvolsi un braccio intorno alle spalle con fare molto comprensivo.

«Sakura-chan…! Se tu vuoi entrare a far parte del gruppo, non serve che usi certi mezzi! Potevi anche dirmelo, eh, dal momento che sono io il leader della band!»

Ma -come previsto- le mie guancie furono straziate dall’ennesimo pizzico della giornata; mi portai velocemente una mano alla parte lesa, ma non feci in tempo a gemere che un inaspettato scappellotto si avventò sulla mia povera nuca. Dolorante, piagnucolai, ma i rimproveri degli altri mi bloccarono.

«Ma che hai capito, idiota! Lo dicevo per voi, sai quanto può fregarmene?!», berciò la dolce ragazza, sbuffando.

«Chi sarebbe il leader, cretino?!», urlò a sua volta Sasuke, virilmente offeso e ghignante.

Shikamaru sbuffò per la milionesima volta e si accese abulicamente un’altra sigaretta.

«Quanto casino che fate… In ogni caso, non voglio donne nel gruppo. La maggior parte è composta da ragazzine capricciose e isteriche, non si capisce mai quello che vogliono… una ragazza minerebbe al nostro equilibrio.», brontolò, appoggiandosi alla finestra dietro di sé.

«Non avrei mai creduto che avresti risposto così, eh!», replicò Choji, ridacchiando e guardandolo benevolmente; Sakura sbuffò, indispettita, e commentò:

«La categoria ringrazia, signor Misogino.» Ci guardò ancora, non del tutto sconfitta, e continuò testardamente: «Comunque, io lo dico per voi! Pensateci. I quartetti formati da tre uomini e una donna vanno molto forte, in questi tempi. Se voi aveste una voce femminile decisa e potente, e non la solita ragazzina viziata e con la voce ovattata, sono sicura che sfondereste. Ma se proprio non volete… be’, fate come vi pare.»

Sasuke assunse la sua solita posa pensante -sguardo truce, dita intrecciate davanti al viso ed espressione mortalmente seria- e ponderò.

«Non ha tutti i torti.» ammise infine.

Io mi mordicchiai un labbro, indeciso; ma il batterista scosse la testa, cocciuto.

«No. Non abbiamo bisogno di una donna, vi dico! E poi — AHIA, CAZZO

A farlo urlare era stato un colpo alla nuca provocato da un sasso; evidentemente, qualcuno aveva scagliato quel ciottolo da oltre la finestra -i Nara abitavano al primo piano di una palazzina piuttosto piccola- a cui il ragazzo era appoggiato.

«Allora, signor pesaculo, mi vuoi aprire o no?! E’ un quarto d’ora che suono!»

Ridendo, mi affacciai e notai una ragazza -il qualcuno che aveva colpito così magistralmente la testa del mio amico- che stava per strada.

«Shikamaru, una dolce donzella ti desidera, a quanto pare.», parlottai; l’altro si precipitò vicino a me e deglutì sommessamente.

«Che diavolo vuoi, seccatura?!», urlò.

La biondina, furiosa per il trattamento, sbatté un piede a terra ma riuscì a rimanere calma; fulminò il ragazzo con gli occhi e replicò:

«Vorrei avere indietro il ventaglio che un qualcuno estremamente accaldato mi ha fregato due settimane fa, quando ci siamo visti!»

Il ragazzo sbuffò sonoramente, andò al citofono e aprì.

«Che seccatura, quella donna…», borbottò, grattandosi la testa.

Mi avvicinai a lui e, sghignazzando, gli diedi una poderosa pacca sulla spalla.

«E bravo Shikamaru! Tanto pigro, tanto misogino, e poi fai venire una ragazza a casa! Ma chi è quella belva, eh? Non è neanche male, sai?», dissi, ammiccando maliziosamente; lui mi fulminò con gli occhi e rispose, vagamente rosso in faccia:

«Ma che diavolo dici, cretino! E’ solo Temari, una seccatura con un carattere impossibile, che ho conosciuto qualche mese fa a quella gara di logica cui la scuola mi ha obbligato ad andare.»

«Gara a cui, fra l’altro, l’ho persino battuto.», proclamò la ragazza, appena entrata nella stanza. La squadrammo, confusi, ma lei non diede il minimo segno di timidezza; si avvicinò a Shikamaru e alzò un sopracciglio.

«Il mio ventaglio, dunque?», domandò.

L’altro alzò gli occhi al cielo, rovistò vicino al suo letto ed estrasse una sacca dall’ammasso di cianfrusaglie; la aprì, trovò l’oggetto, glielo porse e commentò:

«Ecco fatto. Contenta? Smetterai di asfissiarmi?»

Lei ghignò, soddisfatta, ed annuì con fare furbo; gli fece una smorfia, ci salutò gentilmente e si voltò per andarsene, ma Sakura la bloccò.

«Scusa, ma tu non venivi a lezione di canto?», domandò, vagamente curiosa.

L’altra si bloccò, si girò e rispose:

«Oh, sì. Ma tu come fai a saperlo?»

Guardammo tutti la nostra amica in maniera assai strana; io alzai un sopracciglio, non capendo ciò che le passasse per la testa. Le donne sono strane, si sa.

Questa sorrise, contenta, e replicò:

«Accompagnavo una mia amica… Ino Yamanaka. Quindi, tu canti

Temari rimase un pochino interdetta; io la guardai adesso sotto una luce diversa. Forse

«Be’, sì… mi piace farlo. Ma perché, scusa?» domandò, alquanto sospettosa.

Incurante della domanda, fissai Shikamaru con uno sguardo molto eloquente; Sasuke fece la medesima cosa ma in maniera assai più discreta. L’altro capì al volo e borbottò:

«NO! No, no! Io questa qui non ce la voglio! Mi farà venire un esaurimento nervoso, litigheremo sempre! Ormai la conosco, ah! No, mi dispiace ma non cedo!»

 

 

*

 

 

 

 

E fu così che Sabaku no Temari, dopo un breve e spettacolare provino, entrò nella nostra band —i “Seven”.

«Ma che razza di nome è?», chiese la vocalist, scettica, quando, qualche mese dopo la sua entrata, Sakura propose quel nome.

«Be’, Naruto, Sasuke e io siamo nella stessa classe, ed è appunto la sezione sette dell’ultimo anno. Shikamaru fuma le sigarette “Shichi”… e poi il sette è il numero preferito da molte persone.»

Temari parve pensarci su; io annuii, convinto.

«Per me va benissimo», asserii, guardando Sakura; lei mi sorrise.

«Per me, un nome vale l’altro», borbottò Sasuke, stiracchiandosi per terra.

«Mh, è un nome banale e fin troppo facile. Ma va be’, se non c’è di meglio…», commentò apaticamente l’ultimo membro del gruppetto -segno che il nome gli piaceva.

La bionda, messa alle strette, sbuffò.

«Oh, va bene, va bene! Vada per “Seven”, allora! Ma non ho mai sentito un nome più stupido, eh!», esclamò, arcigna; ma prese talmente gusto a questo nome che, qualche tempo dopo, incaricò personalmente Sai di decorare la batteria, le chitarre e persino il suo adorato microfono con quello ‘stupido’ nome.

Dalla fine del liceo in poi, iniziammo ad allenarci assiduamente, tutti i giorni. Sasuke, nel frattempo, era passato al basso; la nostra musica era mutata da uno stile prettamente rock ad uno più rock/punk. La voce di Temari si adattava benissimo a questo nostro nuovo tipo di musica: era dura e potente al punto giusto, ma adatta anche a fare acuti in canzoni più tristi. I testi venivano scritti per la maggior parte da lei e Shikamaru; io e Sasuke restavamo a guardare, ignari di come si procedesse.

Continuammo così per tantissimo tempo; eravamo oramai entrati tutti all’università. Sasuke frequentava Giurisprudenza, io e Shikamaru Ingegneria, Choji Economia e la mia Sakura era finalmente riuscita ad entrare a Medicina; Temari, di qualche anno più grande di noi, era a Fisica. Continuavamo comunque ad uscire con i nostri altri amici, da cui non ci eravamo mai davvero separati; alcuni di loro avevano formato una band, e ogni tanto capitava che suonassimo insieme.

Arrivati al secondo anno di università, iniziammo a suonare in qualche locale o pub della nostra città, Osaka; cominciammo a diventare piuttosto famosi, ma non riuscimmo mai a sfondare veramente. Così, qualche mese dopo una nostra sensazionale performance, il gestore di quella locanda -un uomo sulla trentina, scuro e muscoloso, che conoscevamo da molto tempo, di nome Asuma Sarutobi- ci chiamò e ci informò circa un concorso, chiamato “Konoha RockBand Contest”, dedicato a tutte le band emergenti della nostra città.

«Il gruppo vincitore», proclamò, sorridendo con fare molto paterno «riceverà un contratto con una casa discografica. Sapete cosa vuol dire, questo?»

Lo guardammo, allibiti e confusi. Io mi morsi internamente una guancia; scoppiato a ridere per la gioia, sbattei una mano sulla scrivania ed urlai:

«Ma certo che accettiamo! Io non vedo problemi!»

Ma Sasuke, linciandomi con un semplice sguardo, chiese:

«Ovviamente, sappiamo cosa vuol dire. Ma lei, perché ci fa questa proposta? Cosa ci guadagna?»

L’uomo alzò un sopracciglio e lo guardò con malcelato rispetto.

«Perché mia moglie è nel campo della musica: fa la manager, e l’agenzia che ha indetto questo concorso sta cercando gente di talento… e be’, ragazzi, voi ne avete.», rispose, pacato.

Shikamaru spense nervosamente una cicca nel posacenere. Lanciò una fugace occhiata a tutti noi e borbottò:

«E… quando sarebbe, questo concorso?»

Asuma rovistò in un disordinato cassetto della sua malmessa scrivania e dopo un po’ tirò fuori un volantino.

«Eccolo qui. Il concorso inizierà il 15 luglio, fra due mesi. Avrete molto tempo per allenarvi… e io potrei darvi qualche dritta.»

Temari prese il foglio fra le mani, nervosa; la mano le tremava un po’.

«Che ne dite?»

Guardai gli altri. La faccia di ognuno di loro aveva assunto un’espressione tesa e al tempo stesso determinata; io, d’altra parte, non ero da meno. Il sogno della mia vita, l’unica cosa che davvero sarebbe valsa tutte quelle ore di allenamento, le arrabbiature, le sofferenze, i litigi, le bocciature agli esami, gli schiaffi di Sakura-chan, aveva appena bussato alla mia porta… e io non avrei certamente negato.

Deglutii, nervoso; dopo un’altra rapida occhiata agli altri membri, sorrisi e borbottai:

«Quando iniziamo?»

««Uqando «–

 

 

 

*

 

 

 

Nei mesi seguenti, ci allenammo sempre di più e sempre con più passione; avevamo scelto come luogo per le prove il garage di casa Sabaku, che era un luogo molto grande e con un’acustica incredibilmente ottima. Non correvamo il rischio di essere linciati dai suoi genitori, dal momento che la ragazza era orfana e si era recentemente trasferita da una città limitrofa; abitava con i suoi due fratelli che non obiettavano poi troppo la nostra presenza.

Il nostro era un gruppo piuttosto inusuale, in effetti. Temari, io e Sasuke eravamo orfani: lei aveva cresciuto da sola i due fratelli minori, io da bambino ero stato adottato da un vecchio pervertito -che chiamavo argutamente Ero-sennin, ma a cui alla fin fine volevo un gran bene- e Sasuke aveva vissuto i suoi primi cinque anni di vita in un orfanotrofio, poiché i suoi genitori erano misteriosamente morti una decina d’anni prima, ed era poi andato a vivere da un suo giovane zio, Kakashi Hatake. Shikamaru era figlio unico e ripeteva ininterrottamente quanto sua madre fosse rompipalle o suo padre sottomesso; non sembrava molto contento della sua famiglia, eppure avevamo tutti notato quanto vi fosse affezionato.

Io volevo ad ognuno di loro davvero molto bene; erano per me la cosa più simile ad una famiglia che avessi mai avuto. Sasuke, sebbene fosse scorbutico, orgoglioso, superbo, vendicativo e misterioso era molto più che un amico per me: era proprio un fratello. Eravamo cresciuti insieme, e durante le medie e il liceo -anni in cui il destino ci aveva collocati nella medesima classe- il nostro rapporto si era sempre più rafforzato e maturato; e, sebbene il suo carattere assurdo e indomabile non gliel’avesse mai concesso di dire, sapevo istintivamente che per lui era la stessa cosa. Per qualche anno, dalle medie al liceo, aveva iniziato a frequentare gente poco raccomandabile e a fare uso di droghe e di alcool; dopo molti tentativi e svariati scontri fra noi due, però, ero riuscito a portarlo via da quel baratro e a salvarlo. E adesso lui mi era davvero molto grato, anche se non l’avrebbe mai e poi mai ammesso.

Io e Shikamaru eravamo piuttosto diversi: lui era talmente abulico e svogliato da non voler fare altro che osservare le sue adorate nuvole tutto il giorno, io invece ero sempre in movimento e parlavo in continuazione; il più delle volte, quando mi riprendeva, diceva che ero un’enorme scocciatura e che facevo sempre casino -parole che, per chiunque conoscesse anche vagamente Shikamaru Nara, simboleggiavano enorme stima. Se Sasuke era un fratello, lui era il mio migliore amico.

Temari era terribile: orgogliosa e intrinsecamente testarda, avrebbe voluto che si facesse sempre e subito ciò che voleva lei, come lo voleva lei e se lo voleva lei; litigava talmente tanto con il nostro batterista che oramai per noi quei battibecchi rappresentavano la normalità. Sapeva offendere una persona con un semplice sguardo o una battuta ben mirata; non perdeva mai troppo le staffe ed evitava, se possibile, di lasciarsi andare -tranne quando sbagliavo un accordo per la centesima volta: in quei momenti gridava una sequela di improperi piuttosto paurosa. Era una persona cocciuta e tosta, ma amabile a suo modo.

E leibe’, lei era speciale. Sakura-chan era strapiena di difetti: era manesca, irascibile, lunatica, insicura, autoritaria, precisina… ma ai miei occhi era la perfezione assoluta. Quando voleva, sapeva essere dolce e gentile come nessun altro; il più delle volte, s’incaponiva terribilmente riguardo alla mia vita e alle mie scelte e litigavamo, ma alla fin fine era sempre lei quella che aveva ragione, e d’altra parte lo aveva sempre fatto a fin di bene. Il mio.

E io… la ammiravo, la decantavo, la sognavo… e, be’, sì, forse un po’ la amavo. Era tutto per me: perché, anche quando mi rimbeccava e mi strillava contro, anche quando mi menava e aveva torto, quando insomma c’era… io ero felice. E non mi bastava altro.

«Ma quando la smetterai di farti trattare come uno zerbino? Quella là ti sfrutta, altroché.», soleva ripetere Shikamaru, quando io gli decantavo la ragazza dei miei sogni; il più delle volte, però, in seguito a quella frase si mordeva un labbro e borbottava uno “scusa” piuttosto sofferto.

Perché lei, secondo il solito e banale cliché, non aveva mai amato me; anzi, non aveva mai neanche guardato me. Sin dalle elementari, infatti, ella aveva proclamato il suo più incondizionato amore a Sasuke: per lui aveva fatto di tutto, ma da questo non era mai stata guardata in maniera diversa da una semplice amicizia. E io… be’, io la guardavo da lontano, sperando che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato, ma non credendoci mai troppo. Potevo, tuttavia, capirla: ero rozzo, chiacchierone, casinista, stupido, iperattivo… e un tipo tanto perfetto e splendido come lei non avrebbe mai potuto andare bene con uno come me; e poi a lei piacevano i tipi freddi e imperturbabili come Sasuke, avente un carattere opposto al mio. Ultimamente, avevo visto che i due andavano sempre più d’accordo e che fra loro c’era sempre più intesa; perciò, se davvero fosse nato qualcosa… io l’avrei lasciata andare, com’era giusto che fosse. Ma avrei sempre continuato ad osservare quegli occhi smeraldini, splendidi e decisi, anche se probabilmente essi non avrebbero mai risposto con intensità.

D’altra parte, non si dice forse che, se si ama davvero una persona, basta che quella sia felice per essere felici a propria volta? E quello era all’incirca il mio cas

«NARUTO! Di nuovo, cazzo!»

Un colpo di bacchetta arrivò dritto sulla collottola e mi fece imprecare sonoramente. Ma porca miseria!

«Hai sbagliato ancora quell’accordo! Ma vuoi stare più attento?!», disse Temari, furiosa.

Shikamaru, che mi aveva afflitto quel poderoso colpo di bacchetta, sbottò:

«Vuoi piantarla di fare il cretino?! Abbiamo neanche una settimana di tempo e tu continui a sbagliare!»

Lo guardai: era teso e sudato. Mi morsi un labbro e abbassai gli occhi, frustrato. Che palle.

«Naruto» borbottò Sasuke, cercando di rimanere impassibile, quantunque fosse visibilmente innervosito «cerca di non pensare ad altro mentre suoni, ok, cretino? Altrimenti, è tutto inutile. Stiamo solo perdendo tempo.»

Lo squadrai, ansante: quello era una sottospecie di incoraggiamento…? Sasuke aveva capito davvero cosa mi stava passando per la testa…?

Sorrisi; feci un respiro profondo, deglutii e dissi:

«Ok, ok, ricominciamo. Sto più attento, promesso.»

Ma non potei fare a meno di gettare un’ultima velocissima occhiata a quegli occhi verdi, che stranamente mi risposero, brillando più del solito.

 

 

*

 

 

 

 

Accordo, accordo, accordo.

Ok, fin qui tutto facile, tutto regolare.

Temari s’inumidì le labbra, come era solita fare ogni volta prima di cantare, e prese un respiro profondo.

 

Baby I'm standing alone
Wasurenu rainy day
Anata no kage o otte
And It's over Suna no ni
I sigh every night
I scream like a child and cried
Shizuka ni tadayou Sorrow
Please Please god Tsumi o yurushite
I don't need to hide no more
Aoku hikaru e Nagarete 'ku
Just keep going on…

Altro accordo, piuttosto normale; deglutii più e più volte. Quella canzone era perfetta per Temari: serviva una voce piuttosto dura e vivace, che dovesse essere anche flessibile e potente; e la sua sembrava fatta appositamente per cantare quel brano. Shikamaru qualche tempo prima mi aveva detto che l’aveva scritta pensando proprio a lei.

Cavolo…! Mi stavo distraendo ancora.

Idiota, idiota!

Ce la potevo fare. Ce la dovevo fare.

L’accordo che sbagliavo sempre stava per arrivare.


You've got the chance now!
You've got the power!
Kidzuite… So true yourself

I show you my life now
I show you my love now
I show you everything yeah yeah
Baby, don't be afraid!

 

Ok, ok. Calma e sangue freddo! Era qui il pezzo cazzuto. Dovevo farcela, dovevo, dovevo… concentrazione…

Temari mi guardò rapidamente, sorridendo e ammiccando; io sospirai, più tranquillo: l’accordo tanto temuto era riuscito alla perfezione.

 

Baby I'm lying alone
Mezamenu drowning days
Owari no nai my miser–

 

«Ehi, ehi! Che cos’è tutto ‘sto casino?!»

Fummo malamente interrotti da un urlo e da svariati rozzi passi; ci fermammo subito, furiosi, e ci girammo verso l’entrata del garage.

«Ma che cavolo…?!», borbottò Shikamaru, infastidito.

Dal portone, adesso alzato, entrava una gran quantità di luce e di calore; ci parammo subito gli occhi, e delle figure in controluce ci vennero incontro.

«Shika?! Che ci fai tu qui?!», chiese una voce femminile, sbalordita.

Il ragazzo stropicciò gli occhi e riconobbe la ragazza: era Ino, la migliore amica di lui, Choji e Sakura.

«Io sto provando col mio gruppo… E tu, invece?», domandò a sua volta.

La ragazza alzò un sopracciglio e sorrise.

«Be’, noi…», iniziò, ma non finì la frase, poiché Temari aveva individuato un componente del gruppetto a lei decisamente familiare.

«Kankuro! Ti ho detto che provavamo, abbiamo la gara fra cinque giorni, che diavolo ti passa per la testa?!», berciò la ragazza al fratello; questi arretrò, cercando di calmarla, e disse:

«Sorellina, calmati! Noi siamo qui per lo stesso motivo!»

Li squadrai: il gruppo era composto da Ino, Kankuro, Kiba e Neji, e ognuno di loro aveva in mano -effettivamente- uno strumento.

«Che cosa?!», strillò la nostra vocalist, sconcertata.

«Esatto. Anche noi ci siamo iscritti al concorso, e anche noi dobbiamo provare… non te l’avevo detto che suonavo anche io, sorellina?», chiarì Kankuro, sogghignando.

«No. Questo simpatico particolare lo avevi tralasciato. Ma da quando state insieme, voi, eh? E da quando…»

«Oh, insomma», sentenziò Sasuke, avvicinatosi ai nuovi arrivati, e avendo perso la pazienza di cui non era mai stato un grande portatore «noi eravamo qui da prima e noi ora suoniamo. Chiaro?»

Gli altri quattro lo studiarono, sospettosi.

«Sasuke Uchiha, vero?», chiese Kiba, sorridendo furbamente. «L’universitario più bravo di tutta Giurisprudenza, e il bassista più gettonato del momento, eh?»

Mi morsi un labbro: ma che diavolo volevano quei tizi?

…E soprattutto, perché cavolo riconoscevano sempre e solo Sasuke?! Che palle!

«Esatto, sono io. Molto piacere.», borbottò di rimando, sorridendo assai falsamente. Si girò di nuovo verso Kankuro e continuò: «Adesso, possiamo concludere? Abbiamo una certa fretta, noi.», sentenziò, duro e ironico.

Kankuro, che evidentemente non aveva molta voglia di litigare -o che, più probabilmente, non voleva avere contro quella belva della ‘sorellina’, come la chiamava lui-, s’intromise fra i ragazzi e disse:

«Calmi, calmi tutti! Voi state qui da un po’, e ora tocca a noi. Semplice.», dichiarò.

«Be’, sì… ma, teoricamente, il garage è stato prenotato da loro per prima.», obiettò Sakura, che nel frattempo s’era avvicinata a noi e che adesso aveva stampato in faccia un sorriso di superiorità. A quella vista, Ino alzò un sopracciglio e disse:

«Oh, Fronte Spaziosa! E tu da quando ti intendi di musica, eh?», chiese.

«Da molto più tempo di te, InoPig», rispose l’altra; io ridacchiai.

«Ma da quando suoni, di grazia?», chiese ancora la biondona.

Mi avvicinai a Sakura per calmarla, poiché avevo notato che sembrava piuttosto nervosa da come il discorso stesse vertendo; feci per rispondere, ma lei mi precedette ed esclamò:

«Io, in effetti, non faccio parte del gruppo. Li seguo solamente.»

«… E lo fa in maniera splendida. Adesso, in ogni caso, vi lasciamo il garage… contenti?», borbottai, risentito.

Calò il silenzio: ci scrutammo l’un l’altro, sospettosi e carichi di nervosismo.

«Quale sarebbe il vostro nome, comunque?», chiese Temari, alquanto curiosa.

«Midnight Passions» rispose Kiba, soddisfatto.

La ragazza fece schioccare la lingua, piccata; incrociò le braccia al petto e commentò:

«Che nome squallido.»

Ino, ferita nell’orgoglio -di cui Sakura tante volte mi aveva parlato assai male, definendolo in lei fin troppo insito-, le domandò:

«E il vostro, invece?»

«Seven.», rispose Shikamaru, decisamente infastidito dalla situazione; sbuffò, si girò e iniziò a staccare i fili elettrici dalle chitarre.

Temari e Ino, però, erano ancora immobili e si squadravano. Le guardai, ansante: fra loro non scorrevano buoni rapporti, ma non c’erano mai stati veri e propri episodi di rancore o di litigio; le due erano semplicemente fin troppo simili di carattere. Amavano battibeccare per niente o lanciarsi acute frecciatine; e, poiché erano entrambe visceralmente orgogliose e testarde, non avrebbero mai dato la vittoria all’altra.

«Comunque… ok, vi lasciamo il garage. Ma tanto vinceremo noi, fratellino caro.», sentenziò la più grande, rivolgendosi al parente.

L’altro alzò un sopracciglio, nascosto dal pesante trucco e dalle linee viola che aveva in faccia.

«Sicuri? Io starei molto attento.»

Prendemmo i nostri strumenti, feci personalmente loro una grande smorfia e ce ne andammo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*******

Prima parte postata ^^ Spero davvero vi sia piaciuta, è la mia prima AU e sono ancora un po’ dubbiosa su alcune cose… L’ho scritta in un periodo moooolto movimentato per me -l’ho composta infatti in una decina di giorni, mentre finiva scuola, non ero mai a casa, e c’era la mia festa dei 18 XD- quindi non me la sono poi goduta appieno. Come storia mi piace abbastanza, ma non credo sia questo granchè^^ E’ stato comunque veramente divertente scriverla, e probabilmente non sarà la mia prima AU, chissà *_*

 

Comunque! La fanfic si è classificata seconda al concorso “NaruSaku AU” indetto da Coco Lee. Ringrazio la giudice e faccio i complimenti alle altre partecipanti ^^ Non vedo l’ora di leggere le vostre storie! **

Sono molto felice di questa posizione, davvero *_* avevo visto da molto tempo questo contest, ma ovviamente -come mio solito =_=- mi ci sono iscritta e ho pensato alla fanfic all’ultimo momento (una decina di giorni prima che il concorso scadesse, per intenderci, e ho consegnato venti minuti prima della fine XD). L’ispirazione mi è venuta improvvisamente °_° Ero molto indecisa su dove ambientarla, ho pensato di tutto, poi ho visto la copertina di “Corriere Magazine”, dove c’era Bono degli U2 (*_*), e ho avuto l’illuminazione *_* E così, eccomi qua.

 

Piccola nota. La canzone è “Lucy” di Anna Tsuchiya (*__*); trovate testo e traduzione qui [ http://www.kiwi-musume.com/lyrics/tsuchiyaanna/lucy.html ]. Questo vuol dire che dovete immaginare la voce di Temari proprio come quella di Anna^^ Ah, e il riferimento a “Suna” era decisamente voluto XD

La canzone è anche la quarta opening di “Nana”, che io trovo meraviglioso *_* E, sì, qualcosa di Nana c’è in questa fanfic… ^^

La seconda parte, in ogni caso, sarà uppata fra un po’ XD.

 

Vi prego, per cortesia, per favore… commentate. Non sopporto vedere tante letture, tanti preferiti e pochissimi commenti ._. credo sia perlomeno carino esprimere un proprio giudizio, soprattutto se siete anche voi autori! E non vi preoccupate a recensire anche dopo tanto tempo XD fa sempre molto, molto piacere, anche con commenti negativi. Ma, per cortesia, fatelo ^_^ E, cavolo, siamo in estate! Cinque minuti di tempo dedicati a recensire non vi uccideranno mica! ^^’ In ogni caso, risponderò a tutte le vostre recensioni, promesso ^^

 

 

Alla prossima parte, ordunque *_*

 

Edit: come promesso, rispondo alle recensioni! Grazie a tutti *______*

 

@ Shatzy: grazie tante per i complimenti, davvero ^^ In effetti è un po’ una song-fic, ma neanche tanto… è una cosa un po’ strana xD Per quanto riguarda il tuo dubbio: eh, ho scritto in modo un po’ criptico. Dunque, loro si conoscono tutti; se vedi, appena entrano Naruto pensa i loro nomi [“il gruppo era composto da Ino, Kankuro, Kiba e Neji], ma Kiba ha fatto quella battuta perché voleva che Sasuke rispondesse un “Sì, sono io. Tu sei Kiba, il chitarrista più bello/gettonato/nonloso della città!” ^^ Insomma, era un po’ un falso complimento… invece Sasuke dice “tanto piacere” e non aggiunge altro. Mea culpa, ho descritto male ^^ Ti ringrazio tanto per il commento, e spero riuscirai a perdonarmi per quella cosa XDD

 

@ x Saretta x: io AMO NaruSaku *w* Sono così carini! *saltella* ti ringrazio davvero per i complimenti, sono contenta! **

 

@ Lalani: Temari è terribile, schiavizza tutti XD e Shikamaru non può farne a meno. Ho messo anche accenni SasuIno nel secondo cap, spero ti siano piaciuti ** ti ringrazio tanto per i complimenti, sono un brodo di giuggiole XD

 

@ Yuriko chan: addirittura? ** Grazieeeee! ^__^

 

@ simonachan90: io adoro tutte le canzoni di Nana, sono bellissime *-* quando ho avuto l’idea di fare una fanfic musicale ho subito pensato a quel manga, e così ci ho messo le canzoni xD Poi io vedo benissimo la voce potente di Anna Tsuchiya a Temari, quindi… ^^ ti ringrazio tantissssimo per i complimenti!

 

@ bambi: ShikaTema awwwwh >ç< ti ringrazio tanto Rob, davvero **

 

@ Emi_Iino: ti ringrazio un sacco! [scrivo sempre le stesse cose in questi commenti, lo so =_=] Mi fa veramente piacere che ti piaccia, pensa che io non ne sono poi troppo soddisfatta XD Spero ti piaccia anche il 2° cap!

 

@ SakuraHaruno: Temari ha riscosso parecchio successo XD a me piace tantissimo come personaggio, e come vocalist ce la vedo un sacco *_* NaruSaku REGNAAA! Assolutamente, sìsì ù_ù Ehm, mi spiace per il SasuKarin… non mi piace tanto ^^” Spero comunque ti sia piaciuta lo stesso, aspetto un tuo commento! Grazie mille, mi hai fatto sciogliere ^__^

 

@ bravesoul: suoni la chitarra? Che figo *ç* vorrei suonarla anche io, mi piacerebbe tantissimo avere una band *sogna* ^^ Ti ringrazio tanto per il commento sulla caratterizzazione, ma come vedi qualche pecca l’ho fatta XD ho cercato di rimediare, speriamo bene! Grazie ancora! **

 

@ DarkMartyx_93: quando ho pensato alla band, ho voluto subito che fosse equilibrata^^ sono stata un po’ indecisa se mettere Sakura come vocalist al posto di Temari, ma poi volevo troppo mettere ShikaTema, e volevo fare una cosa un po’ diversa, e così eccola XD Il pink è arrivato nel secondo capitolo, spero ti sia piaciuto ** Non preoccuparti per le troppe parti, sono solo due XD Ti ringrazio per i complimenti, e congratulazioni a te per il primo posto! **

 

@ Cleo92: grazie mille *_________* Spero ti piacerà il seguito!

 

@ Fallen Star: a me NaruSaku piace perché sono teneri… non mi piacciono le coppie troppo angst, deve esserci tenerezza quando si sta insieme, ecco ù_ù Ti ringrazio tantissimo per il commento!**

 

 

Se altri volessero commentare, sarei lietissima XD Io risponderò in ogni caso! Spero vi piaccia la seconda parte, l’ho appena uppata *_* Grazie a tutti! ^^

  
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