Accorda,
accorda, scivola, scivola, suona, senti l’adrenalina, sorridi, guardi una certa figura dinnanzi a te, le
ammicchi, ti senti un gran figo, ti inumidisci le labbra, chiudi gli occhi, fai
scivolare ancora le dita e-
«NARUTO,
porca miseria!»
Gli altri
tre si bloccarono, piccati, e mi guardarono. Ecco, avevo fatto l’ennesima
cazzata!
«Hai
sbagliato di nuovo! E questa è la terza volta, cazzo!»,
continuò Temari, furiosa, pestando un piede a terra. «A che
diavolo pensi quando suoni?! Devi stare concentrato, altrimenti è tutto
inutile! E’ una cosa seria, questa!»
Deglutii,
scocciato, e mi grattai nervosamente la nuca.
«Oh,
va be’, scusate tanto.», borbottai; Shikamaru alzò gli occhi al cielo,
sbuffò e commentò:
«Naruto,
ok, non fa niente, ma se non prendi seriamente questa cosa possiamo anche
finirla qui e smettere di perdere tempo.»
Mi girai
verso di lui e lo scrutai biecamente.
«Per
me è una cosa seria! Ero solo
un pochino distratto, ok?», replicai, irritato.
«Ok,
ok, ma ora riprendiamo, eh?», sentenziò laconicamente Sasuke, il
più infastidito di tutti.
Sbuffai,
gli feci una boccaccia -mentre lui era voltato, ovviamente- e ripresi in mano
la mia chitarra; concedetti un’ultima fugace occhiata alla figura
dinnanzi a me (che non si era accorta di niente, intenta com’era a
leggere un libro orribilmente spesso) sorrisi ancora e ricominciai a far
scivolare le dita.
I
wanna see your eyes, baby
-Prima parte-
[ Baby, my wish is on a wing ]
Mi
sbracai sulla sedia, sfibrato, e mi asciugai il sudore sulle tempie.
«Sfinito,
eh?», chiese ironicamente la figura che tanto spesso osservavo mentre
suonavo, e a causa di cui tanto spesso sbagliavo, immersa ancora nella lettura
di quell’alto volume. Arrisi di nuovo e mi avvicinai a lei.
«Sì,
abbastanza… Ma tu, Sakura-chan, la smetti di
studiare? Sono più di due ore che stai su quel coso! Almeno, guardami!», replicai.
Lei
seguitò a non staccare gli occhi da quelle pagine fitte di inchiostro e
rispose, asciutta:
«Non
posso, baka.
Domani ho un esame di anatomia e devo studiare…»
Presi
fiato per rispondere, sconvolto da così tanto zelo; ma lei per la prima
volta da ore alzò lo sguardo e sentenziò:
«…e
dovresti farlo anche tu.»
Rimasi a
bocca aperta, spiazzato.
«Sbaglio,
o fra due settimane hai un esame?», continuò, cocciuta.
…E ovviamente non sbagliava!
«Sì,
ma… Shikamaru ha detto che mi darà una mano e… e comunque,
è molto facile! Davvero, non ci vorrà tanto!», balbettai,
sudando freddo; lei però alzò pesantemente un sopracciglio e
ghignò:
«Facile,
certo, dal momento che questa è la terza volta che lo dai, Naruto
—o è la quarta? Scusami, è che la memoria dopo un po’
vacilla.»
Il suo
sguardo era talmente minaccioso che istintivamente portai le mani in avanti e
deglutii rumorosamente.
«Su,
su… che importanza ha? In ogni caso la nostra band va forte
e…»
«La
vostra band» mi interruppe, mentre i suoi occhi dardeggiavano e le mani
fremevano «andrà anche forte,
ma tu, cretino, devi seriamente studiare! Hai praticamente perso un anno in
cazzeggio e robe varie, ti ricordo! Ne vuoi perdere un altro, o cosa?!»,
berciò, iraconda, squadrandomi ancora.
Mi morsi
vistosamente un labbro e cercai delle parole per replicare… parole che
ovviamente non arrivarono -il mio cervello doveva essere in letargo, se mai
s’era degnato di funzionare-; lei alzò gli occhi, sbuffò e
commentò:
«Naruto…
come devo fare io con te? Ah! Sasuke
va benissimo, prende tutti trenta, io pure non vado per niente male… e
invece tu pensi solo a suonare! Suonare!
Ma vuoi costruirti un futuro? Guarda che se non ti impegni adesso, poi
sarà tutto inutile!»
«Un
futuro! Un futuro! Il mio futuro è la musica, Sakura-chan. Che me ne faccio di
tutto il resto?», borbottai, infastidito, guardandola male; lei di tutta
risposta socchiuse gli occhi e mi prese una guancia fra le dita, tirandola e
torcendola.
«La
musica, cretino», parlò, arrabbiata, continuando a shakerare la
mia povera pelle «non ti darà il pane, in futuro! Non ti
garantirà un posto di lavoro o una sicurezza… lo capisci, questo,
sì?»
Abbassai
gli occhi, affranto.
«Tu
hai ragione, ma… fra due settimane ci sarà quel concorso, Sakura-chan… se vinceremo, potremo seriamente
incidere un disco! Lo capisci? E’ da sempre il nostro sogno, questo!», esclamai,
riprendendo vigore, e guardandola in modo assai posato; lei, a queste parole,
parve addolcirsi.
«Il
vostro sogno...?», domandò, guardandomi interrogativamente con
quegli splendidi occhi smeraldini.
«Sì.
E’ il mio sogno da sempre, Sakura-chan… e non me lo lascerò sfuggire,
adesso che siamo così vicini!»
Sorrise
bonariamente e distese la mano sulla mia guancia —era una carezza…?
«Che
esame devi dare, cretino...?», chiese poi, esalando un pesante respiro.
Io
sorrisi: lei non era mai stata così terribile come aveva sempre voluto
fintamente farsi ritenere; era una delle persone più buone e
meravigliose e belle e intrattabili e irascibili e perfette e incantevoli del
mondo, lei, Sakura-chan…
«Chimica.»
Ancora
una volta, lei sbuffò.
«E
va be’. Ti darò una mano io, visto che a
quell’esame l’anno scorso ho preso la lode. Ma tu, al termine di
questo stupido concorso, non farai altro che studiare… vero?», disse, enfatizzando
l’ultima parola con uno sguardo minaccioso.
«Certo!
Certo! Grazie, Sakura-chan!»
Sì…
come no…
Lei
alzò nuovamente un sopracciglio e parlottò:
«Sarà
molto meglio per te, cocco. In ogni caso, ades—»
«Naruto! Forza, dobbiamo
ricominciare!», urlò Shikamaru dall’altro lato del garage;
mi girai, mi alzai e gridai:
«Ok, ok, arrivo! Sakura-chan,
ti saluto! A dopo!»
E lei mi guardò andar via con uno strano sorriso
sulle labbra.
*
Eppure… sembrava incredibile che tutto questo fosse
vero.
Io, Shikamaru, Sasuke e Sakura ci conoscevamo sin dalle
elementari; insieme ad altri ragazzi (Kiba, Ino, Neji, Sai, Hinata, Choji, Shino, Rock Lee, TenTen) formavamo un grande e bel gruppo. Eravamo stati
sempre insieme fino alla fine delle medie, dopo di cui avevamo intrapreso licei
e vite diverse, ma eravamo continuamente rimasti in contatto.
Noi tre ragazzi avevamo iniziato a suonare verso
l’ultimo anno del liceo, sebbene ognuno di noi facesse musica
individualmente da molto più tempo; era iniziato tutto come una specie
di gioco, ma con il passare del tempo era diventato sempre più un hobby,
poi una passione, infine quasi un lavoro. In quei primi tempi, io ero il
chitarrista, Sasuke la voce e Shikamaru il batterista; ma un giorno, riunitici
in camera di quest’ultimo, iniziammo a ponderare seriamente circa la
nostra situazione.
«Abbiamo bisogno di qualcun altro.»,
iniziò Nara, andando dritto al punto.
Sakura, seduta vicino a me, era intenta a leggere svariati
test per l’ammissione alla facoltà di medicina; ghignò un
poco e si mise a sedere in maniera più composta. Lei non aveva mai
voluto entrare a far parte del gruppo, benché la avessi più volte
pregata; diceva che la musica non faceva per lei, e che comunque era ormai
troppo tardi per imparare a suonare decentemente. E così assisteva con
totale assiduità a tutte le nostre riunioni o incontri in cui
litigavamo, suonavamo, ci picchiavamo, ridevamo o semplicemente parlavamo.
Insieme a lei, un altro a noi fedelissimo era Choji:
il miglior amico di sempre di Shikamaru, che bonariamente sopportava tutte le
nostre discussioni o stridii musicali, e che molto spesso ci forniva consigli
assai utili; quella volta stava mangiando un panino, come suo solito, e ci
stava guardando apaticamente.
Sasuke alzò un sopracciglio.
«Lo pensavo anche io. Mi sono piuttosto stufato di
cantare; inoltre la nostra musica sta diventando un po’ troppo soft. Dovremmo puntare a roba più
dura, insomma.», disse.
Io li guardai, infastidito e confuso.
«No, no, scusate tanto! Non ne vedo il motivo! Noi
tre bastiamo e avanziamo, no? Un altro elemento… non so, minerebbe
all’equilibrio del gruppo. E poi –»
«Naruto» mi interruppe seccamente Sakura,
continuando con tranquillità a leggere «Sasuke-kun
ha perfettamente ragione. E… non per dire, eh, ma un gruppo di soli
uomini sembra la classica boyband americana che fa impazzire le ragazzine… Non
è molto gratificante, come cosa.»
Shikamaru annuì e confermò; trovatomi in
netta minoranza, guardai gli altri, piccato, e sbuffai.
«Ok, ok, avete ragione –forse. Be’, allora… possiamo chiedere a Sai, no?
…O Kiba. Anche loro fanno musica, no?»
Sasuke si portò una mano al mento e ponderò.
«Kiba… fa troppo
casino, per quello basti -e avanzi- tu. E Sai è troppo poco
emotivo… una via di mezzo no, eh, cretino?», pigolò,
superiore; lo fulminai con lo sguardo e sbattei un pugno sul tavolino, furioso.
«Senti chi parla, l’emo
frustrato del gruppo! E allora, allora… che ne dite di Neji?», replicai, spazientitomi.
Shikamaru rifletté, aspirando una boccata di
nicotina.
«Oh, Neji è un
po’ una palla, ma potrebbe andare. Choji…
perché non entri tu? Potresti essere un ottimo elemento, dico sul
serio.», borbottò, girandosi verso l’altro ragazzo; questi
però dissentì veracemente.
«No, no, grazie! Troppa fatica, troppo stress. Io
voglio una vita piuttosto tranquilla, Shikamaru… mi chiedo, tuttavia,
come tu abbia accettato tutto questo.»
L’altro si sbracò sul cuscino su cui era
malamente seduto e disse:
«Be’, era iniziato tutto come un gioco…
però c’è anche passione, insomma. E oramai, che vuoi
farci…? Non posso più tirarmi indietro.», borbottò,
fintamente disinteressato, sbadigliando; questo significava che, sebbene
suonare fosse un’attività piuttosto stancante, era una sua passione
e non vi avrebbe mai rinunciato. Era un ragazzo alquanto bizzarro: ciò
che definiva “seccante” o una
“scocciatura” -aggettivi che mi rifilava una decina di volte
al giorno, data la mia iperattività- era ciò che gli stava più
a cuore.
«Per tornare a galla… Allora, potremmo provare
con Nej-»
«Forse voi non avete capito», esclamò
Sakura, interrompendolo e guardandoci in maniera piuttosto superba «A voi
serve una vocalist. Vi serve una ragazza.»
Gli altri tre la fissarono assai male, attoniti; ma io sorrisi,
raggiante, e le avvolsi un braccio intorno alle spalle con fare molto
comprensivo.
«Sakura-chan…! Se tu
vuoi entrare a far parte del gruppo, non serve che usi certi mezzi! Potevi
anche dirmelo, eh, dal momento che sono io
il leader della band!»
Ma -come previsto- le mie guancie furono straziate
dall’ennesimo pizzico della giornata; mi portai velocemente una mano alla
parte lesa, ma non feci in tempo a gemere che un inaspettato scappellotto si
avventò sulla mia povera nuca. Dolorante, piagnucolai, ma i rimproveri
degli altri mi bloccarono.
«Ma che hai capito, idiota! Lo dicevo per voi, sai
quanto può fregarmene?!», berciò la dolce ragazza, sbuffando.
«Chi sarebbe il leader, cretino?!»,
urlò a sua volta Sasuke, virilmente offeso e ghignante.
Shikamaru sbuffò per la milionesima volta e si
accese abulicamente un’altra sigaretta.
«Quanto casino che fate… In ogni caso, non
voglio donne nel gruppo. La maggior parte è composta da ragazzine
capricciose e isteriche, non si capisce mai quello che vogliono… una ragazza
minerebbe al nostro equilibrio.», brontolò, appoggiandosi alla
finestra dietro di sé.
«Non avrei mai creduto che avresti risposto
così, eh!», replicò Choji,
ridacchiando e guardandolo benevolmente; Sakura sbuffò, indispettita, e
commentò:
«La categoria ringrazia, signor Misogino.» Ci
guardò ancora, non del tutto sconfitta, e continuò testardamente:
«Comunque, io lo dico per voi! Pensateci. I quartetti formati da tre
uomini e una donna vanno molto forte, in questi tempi. Se voi aveste una voce
femminile decisa e potente, e non la solita ragazzina viziata e con la voce
ovattata, sono sicura che sfondereste. Ma se proprio non volete… be’, fate come vi pare.»
Sasuke assunse la sua solita posa pensante -sguardo truce,
dita intrecciate davanti al viso ed espressione mortalmente seria- e
ponderò.
«Non ha tutti i torti.» ammise infine.
Io mi mordicchiai un labbro, indeciso; ma il batterista
scosse la testa, cocciuto.
«No. Non abbiamo bisogno di una donna, vi dico! E
poi — AHIA, CAZZO!»
A farlo urlare era stato un colpo alla nuca provocato da
un sasso; evidentemente, qualcuno aveva scagliato quel ciottolo da oltre la
finestra -i Nara abitavano al primo piano di una palazzina piuttosto piccola- a
cui il ragazzo era appoggiato.
«Allora, signor
pesaculo, mi vuoi aprire o no?! E’ un
quarto d’ora che suono!»
Ridendo, mi affacciai e notai una ragazza -il qualcuno che aveva colpito così
magistralmente la testa del mio amico- che stava per strada.
«Shikamaru, una dolce
donzella ti desidera, a quanto pare.», parlottai; l’altro si
precipitò vicino a me e deglutì sommessamente.
«Che diavolo vuoi, seccatura?!», urlò.
La biondina, furiosa per il trattamento, sbatté un
piede a terra ma riuscì a rimanere calma; fulminò il ragazzo con
gli occhi e replicò:
«Vorrei avere indietro il ventaglio che un qualcuno estremamente accaldato mi ha
fregato due settimane fa, quando ci siamo visti!»
Il ragazzo sbuffò sonoramente, andò al
citofono e aprì.
«Che seccatura, quella donna…»,
borbottò, grattandosi la testa.
Mi avvicinai a lui e, sghignazzando, gli diedi una
poderosa pacca sulla spalla.
«E bravo Shikamaru! Tanto pigro, tanto misogino, e
poi fai venire una ragazza a casa! Ma chi è quella belva, eh? Non
è neanche male, sai?», dissi, ammiccando maliziosamente; lui mi
fulminò con gli occhi e rispose, vagamente rosso in faccia:
«Ma che diavolo dici, cretino! E’ solo Temari,
una seccatura con un carattere impossibile, che ho conosciuto qualche mese fa a
quella gara di logica cui la scuola mi ha obbligato ad andare.»
«Gara a cui, fra l’altro, l’ho persino
battuto.», proclamò la ragazza, appena entrata nella stanza. La
squadrammo, confusi, ma lei non diede il minimo segno di timidezza; si
avvicinò a Shikamaru e alzò un sopracciglio.
«Il mio ventaglio, dunque?», domandò.
L’altro alzò gli occhi al cielo,
rovistò vicino al suo letto ed estrasse una sacca dall’ammasso di
cianfrusaglie; la aprì, trovò l’oggetto, glielo porse e
commentò:
«Ecco fatto. Contenta? Smetterai di
asfissiarmi?»
Lei ghignò, soddisfatta, ed annuì con fare
furbo; gli fece una smorfia, ci salutò gentilmente e si voltò per
andarsene, ma Sakura la bloccò.
«Scusa, ma tu non venivi a lezione di canto?»,
domandò, vagamente curiosa.
L’altra si bloccò, si girò e rispose:
«Oh, sì. Ma tu come fai a saperlo?»
Guardammo tutti la nostra amica in maniera assai strana;
io alzai un sopracciglio, non capendo ciò che le passasse per la testa.
Le donne sono strane, si sa.
Questa sorrise, contenta, e replicò:
«Accompagnavo una mia amica… Ino Yamanaka. Quindi, tu canti?»
Temari rimase un pochino interdetta; io la guardai adesso
sotto una luce diversa. Forse…
«Be’, sì… mi piace farlo. Ma
perché, scusa?» domandò, alquanto sospettosa.
Incurante della domanda, fissai Shikamaru con uno sguardo
molto eloquente; Sasuke fece la medesima cosa ma in maniera assai più
discreta. L’altro capì al volo e borbottò:
«NO! No, no! Io questa qui non ce la voglio! Mi
farà venire un esaurimento nervoso, litigheremo sempre! Ormai la
conosco, ah! No, mi dispiace ma non cedo!»
*
E fu così che Sabaku no
Temari, dopo un breve e spettacolare provino, entrò nella nostra band
—i “Seven”.
«Ma che razza di nome è?», chiese la
vocalist, scettica, quando, qualche mese dopo la sua entrata, Sakura propose
quel nome.
«Be’, Naruto, Sasuke e io siamo nella stessa
classe, ed è appunto la sezione sette dell’ultimo anno. Shikamaru
fuma le sigarette “Shichi”… e poi
il sette è il numero preferito da molte persone.»
Temari parve pensarci su; io annuii, convinto.
«Per me va benissimo», asserii, guardando
Sakura; lei mi sorrise.
«Per me, un nome vale l’altro»,
borbottò Sasuke, stiracchiandosi per terra.
«Mh, è un nome
banale e fin troppo facile. Ma va be’, se non
c’è di meglio…», commentò apaticamente
l’ultimo membro del gruppetto -segno che il nome gli piaceva.
La bionda, messa alle strette, sbuffò.
«Oh, va bene, va bene! Vada per “Seven”,
allora! Ma non ho mai sentito un nome più stupido, eh!»,
esclamò, arcigna; ma prese talmente gusto a questo nome che, qualche
tempo dopo, incaricò personalmente Sai di decorare la batteria, le
chitarre e persino il suo adorato microfono con quello ‘stupido’
nome.
Dalla fine del liceo in poi, iniziammo ad allenarci
assiduamente, tutti i giorni. Sasuke, nel frattempo, era passato al basso; la
nostra musica era mutata da uno stile prettamente rock ad uno più
rock/punk. La voce di Temari si adattava benissimo a questo nostro nuovo tipo
di musica: era dura e potente al punto giusto, ma adatta anche a fare acuti in
canzoni più tristi. I testi venivano scritti per la maggior parte da lei
e Shikamaru; io e Sasuke restavamo a guardare, ignari di come si procedesse.
Continuammo così per tantissimo tempo; eravamo
oramai entrati tutti all’università. Sasuke frequentava
Giurisprudenza, io e Shikamaru Ingegneria, Choji
Economia e la mia Sakura era finalmente riuscita ad entrare a Medicina; Temari,
di qualche anno più grande di noi, era a Fisica. Continuavamo comunque
ad uscire con i nostri altri amici, da cui non ci eravamo mai davvero separati;
alcuni di loro avevano formato una band, e ogni tanto capitava che suonassimo
insieme.
Arrivati al secondo anno di università, iniziammo a
suonare in qualche locale o pub della nostra città, Osaka; cominciammo a
diventare piuttosto famosi, ma non riuscimmo mai a sfondare veramente.
Così, qualche mese dopo una nostra sensazionale performance, il gestore
di quella locanda -un uomo sulla trentina, scuro e muscoloso, che conoscevamo
da molto tempo, di nome Asuma Sarutobi-
ci chiamò e ci informò circa un concorso, chiamato “Konoha RockBand Contest”, dedicato a tutte le band emergenti
della nostra città.
«Il gruppo vincitore», proclamò,
sorridendo con fare molto paterno «riceverà un contratto con una
casa discografica. Sapete cosa vuol dire, questo?»
Lo guardammo, allibiti e confusi. Io mi morsi internamente
una guancia; scoppiato a ridere per la gioia, sbattei una mano sulla scrivania
ed urlai:
«Ma certo che accettiamo! Io non vedo
problemi!»
Ma Sasuke, linciandomi con un semplice sguardo, chiese:
«Ovviamente, sappiamo cosa vuol dire. Ma lei,
perché ci fa questa proposta? Cosa ci guadagna?»
L’uomo alzò un sopracciglio e lo
guardò con malcelato rispetto.
«Perché mia moglie è nel campo della
musica: fa la manager, e l’agenzia che ha indetto questo concorso sta
cercando gente di talento… e be’,
ragazzi, voi ne avete.», rispose, pacato.
Shikamaru spense nervosamente una cicca nel posacenere.
Lanciò una fugace occhiata a tutti noi e borbottò:
«E… quando sarebbe, questo concorso?»
Asuma rovistò in un disordinato
cassetto della sua malmessa scrivania e dopo un po’ tirò fuori un
volantino.
«Eccolo qui. Il concorso inizierà il 15
luglio, fra due mesi. Avrete molto tempo per allenarvi… e io potrei darvi
qualche dritta.»
Temari prese il foglio fra le mani, nervosa; la mano le
tremava un po’.
«Che ne dite?»
Guardai gli altri. La faccia di ognuno di loro aveva assunto
un’espressione tesa e al tempo stesso determinata; io, d’altra
parte, non ero da meno. Il sogno della mia vita, l’unica cosa che davvero sarebbe valsa tutte quelle ore
di allenamento, le arrabbiature, le sofferenze, i litigi, le bocciature agli
esami, gli schiaffi di Sakura-chan, aveva appena
bussato alla mia porta… e io non avrei certamente negato.
Deglutii, nervoso; dopo un’altra rapida occhiata
agli altri membri, sorrisi e borbottai:
«Quando iniziamo?»
*
Nei mesi seguenti, ci allenammo sempre di più e
sempre con più passione; avevamo scelto come luogo per le prove il
garage di casa Sabaku, che era un luogo molto grande
e con un’acustica incredibilmente ottima. Non correvamo il rischio di
essere linciati dai suoi genitori, dal momento che la ragazza era orfana e si
era recentemente trasferita da una città limitrofa; abitava con i suoi
due fratelli che non obiettavano poi troppo la nostra presenza.
Il nostro era un gruppo piuttosto inusuale, in effetti.
Temari, io e Sasuke eravamo orfani: lei aveva cresciuto da sola i due fratelli
minori, io da bambino ero stato adottato da un vecchio pervertito -che chiamavo
argutamente Ero-sennin, ma a cui alla fin fine volevo
un gran bene- e Sasuke aveva vissuto i suoi primi cinque anni di vita in un
orfanotrofio, poiché i suoi genitori erano misteriosamente morti una
decina d’anni prima, ed era poi andato a vivere da un suo giovane zio, Kakashi Hatake. Shikamaru era
figlio unico e ripeteva ininterrottamente quanto sua madre fosse rompipalle o
suo padre sottomesso; non sembrava molto contento della sua famiglia, eppure
avevamo tutti notato quanto vi fosse affezionato.
Io volevo ad ognuno di loro davvero molto bene; erano per
me la cosa più simile ad una famiglia che avessi mai avuto. Sasuke,
sebbene fosse scorbutico, orgoglioso, superbo, vendicativo e misterioso era
molto più che un amico per me: era proprio un fratello. Eravamo cresciuti insieme, e durante le medie e il liceo
-anni in cui il destino ci aveva collocati nella medesima classe- il nostro
rapporto si era sempre più rafforzato e maturato; e, sebbene il suo
carattere assurdo e indomabile non gliel’avesse mai concesso di dire,
sapevo istintivamente che per lui era la stessa cosa. Per qualche anno, dalle
medie al liceo, aveva iniziato a frequentare gente poco raccomandabile e a fare
uso di droghe e di alcool; dopo molti tentativi e svariati scontri fra noi due,
però, ero riuscito a portarlo via da quel baratro e a salvarlo. E adesso
lui mi era davvero molto grato, anche se non l’avrebbe mai e poi mai ammesso.
Io e Shikamaru eravamo piuttosto diversi: lui era talmente
abulico e svogliato da non voler fare altro che osservare le sue adorate nuvole
tutto il giorno, io invece ero sempre in movimento e parlavo in continuazione;
il più delle volte, quando mi riprendeva, diceva che ero un’enorme
scocciatura e che facevo sempre casino -parole che, per chiunque conoscesse
anche vagamente Shikamaru Nara, simboleggiavano enorme stima. Se Sasuke era un
fratello, lui era il mio migliore amico.
Temari era terribile: orgogliosa e intrinsecamente
testarda, avrebbe voluto che si facesse sempre e subito ciò che voleva lei, come
lo voleva lei e se lo voleva lei;
litigava talmente tanto con il nostro batterista che oramai per noi quei
battibecchi rappresentavano la normalità. Sapeva offendere una persona
con un semplice sguardo o una battuta ben mirata; non perdeva mai troppo le
staffe ed evitava, se possibile, di lasciarsi andare -tranne quando sbagliavo
un accordo per la centesima volta: in quei momenti gridava una sequela di
improperi piuttosto paurosa. Era una persona cocciuta e tosta, ma amabile a suo
modo.
E lei… be’, lei era speciale. Sakura-chan
era strapiena di difetti: era manesca, irascibile, lunatica, insicura,
autoritaria, precisina… ma ai miei occhi era la
perfezione assoluta. Quando voleva,
sapeva essere dolce e gentile come nessun altro; il più delle volte,
s’incaponiva terribilmente riguardo alla mia vita e alle mie scelte e
litigavamo, ma alla fin fine era sempre lei quella che aveva ragione, e
d’altra parte lo aveva sempre fatto a fin di bene. Il mio.
E io… la ammiravo, la decantavo, la sognavo…
e, be’, sì, forse un po’ la amavo. Era tutto per me: perché,
anche quando mi rimbeccava e mi strillava contro, anche quando mi menava e
aveva torto, quando insomma c’era…
io ero felice. E non mi bastava altro.
«Ma quando la smetterai di farti trattare come uno
zerbino? Quella là ti sfrutta, altroché.», soleva ripetere
Shikamaru, quando io gli decantavo la ragazza dei miei sogni; il più
delle volte, però, in seguito a quella frase si mordeva un labbro e
borbottava uno “scusa” piuttosto sofferto.
Perché lei, secondo il solito e banale
cliché, non aveva mai amato me; anzi, non aveva mai neanche guardato me. Sin dalle elementari,
infatti, ella aveva proclamato il suo più incondizionato amore a Sasuke:
per lui aveva fatto di tutto, ma da questo non era mai stata guardata in
maniera diversa da una semplice amicizia. E io… be’,
io la guardavo da lontano, sperando che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato,
ma non credendoci mai troppo. Potevo, tuttavia, capirla: ero rozzo,
chiacchierone, casinista, stupido, iperattivo… e un tipo tanto perfetto e
splendido come lei non avrebbe mai potuto andare bene con uno come me; e poi a
lei piacevano i tipi freddi e imperturbabili come Sasuke, avente un carattere
opposto al mio. Ultimamente, avevo visto che i due andavano sempre più
d’accordo e che fra loro c’era sempre più intesa;
perciò, se davvero fosse nato qualcosa… io l’avrei lasciata andare,
com’era giusto che fosse. Ma avrei sempre continuato ad osservare quegli
occhi smeraldini, splendidi e decisi, anche se probabilmente essi non avrebbero
mai risposto con intensità.
D’altra parte, non si dice forse che, se si ama
davvero una persona, basta che quella sia felice per essere felici a propria
volta? E quello era all’incirca il mio cas—
«NARUTO! Di nuovo, cazzo!»
Un colpo di bacchetta arrivò dritto sulla
collottola e mi fece imprecare sonoramente. Ma porca miseria!
«Hai sbagliato ancora quell’accordo! Ma vuoi
stare più attento?!», disse Temari, furiosa.
Shikamaru, che mi aveva afflitto quel poderoso colpo di
bacchetta, sbottò:
«Vuoi piantarla di fare il cretino?! Abbiamo neanche
una settimana di tempo e tu continui a sbagliare!»
Lo guardai: era teso e sudato. Mi morsi un labbro e abbassai
gli occhi, frustrato. Che palle.
«Naruto» borbottò Sasuke, cercando di
rimanere impassibile, quantunque fosse visibilmente innervosito «cerca di
non pensare ad altro mentre suoni,
ok, cretino? Altrimenti, è tutto inutile. Stiamo solo perdendo
tempo.»
Lo squadrai, ansante: quello era una sottospecie di
incoraggiamento…? Sasuke aveva capito davvero cosa mi stava passando per
la testa…?
Sorrisi; feci un respiro profondo, deglutii e dissi:
«Ok, ok, ricominciamo. Sto più attento,
promesso.»
Ma non potei fare a meno di gettare un’ultima
velocissima occhiata a quegli occhi verdi, che stranamente mi risposero,
brillando più del solito.
*
Accordo, accordo, accordo.
Ok, fin qui tutto facile, tutto regolare.
Temari s’inumidì le labbra, come era solita
fare ogni volta prima di cantare, e prese un respiro profondo.
Baby I'm standing alone
Wasurenu rainy day
Anata no kage o otte
And It's over Suna no yō ni
I sigh every night
I scream like a child and cried
Shizuka ni tadayou Sorrow
Please Please god Tsumi o yurushite…
I don't need to hide no more
Aoku hikaru hō e Nagarete 'ku
Just keep going on…
Altro accordo, piuttosto normale; deglutii più e
più volte. Quella canzone era
perfetta per Temari: serviva una voce piuttosto dura e vivace, che dovesse
essere anche flessibile e potente; e la sua sembrava fatta appositamente per
cantare quel brano. Shikamaru qualche tempo prima mi aveva detto che
l’aveva scritta pensando proprio a lei.
Cavolo…! Mi stavo distraendo ancora.
Idiota, idiota!
Ce la potevo fare. Ce la dovevo fare.
L’accordo che sbagliavo sempre stava per arrivare.
You've got the chance now!
You've got the power!
Kidzuite… So true yourself
I show you my life now
I show you my love now
I show you everything yeah yeah
Baby, don't be afraid!
Ok, ok. Calma
e sangue freddo! Era qui il pezzo cazzuto. Dovevo farcela, dovevo, dovevo…
concentrazione…
Temari mi guardò rapidamente, sorridendo e
ammiccando; io sospirai, più tranquillo: l’accordo tanto temuto
era riuscito alla perfezione.
Baby I'm lying alone
Mezamenu drowning days
Owari no nai my
miser–
«Ehi, ehi! Che cos’è tutto ‘sto
casino?!»
Fummo malamente interrotti da un urlo e da svariati rozzi
passi; ci fermammo subito, furiosi, e ci girammo verso l’entrata del
garage.
«Ma che cavolo…?!», borbottò
Shikamaru, infastidito.
Dal portone, adesso alzato, entrava una gran
quantità di luce e di calore; ci parammo subito gli occhi, e delle
figure in controluce ci vennero incontro.
«Shika?! Che ci fai tu
qui?!», chiese una voce femminile, sbalordita.
Il ragazzo stropicciò gli occhi e riconobbe la
ragazza: era Ino, la migliore amica di lui, Choji e
Sakura.
«Io sto provando col mio gruppo… E tu,
invece?», domandò a sua volta.
La ragazza alzò un sopracciglio e sorrise.
«Be’, noi…», iniziò, ma non
finì la frase, poiché Temari aveva individuato un componente del
gruppetto a lei decisamente familiare.
«Kankuro! Ti ho detto che
provavamo, abbiamo la gara fra cinque giorni, che diavolo ti passa per la
testa?!», berciò la ragazza al fratello; questi arretrò,
cercando di calmarla, e disse:
«Sorellina, calmati! Noi siamo qui per lo stesso
motivo!»
Li squadrai: il gruppo era composto da Ino, Kankuro, Kiba e Neji, e ognuno di loro aveva in mano -effettivamente- uno
strumento.
«Che cosa?!»,
strillò la nostra vocalist, sconcertata.
«Esatto. Anche noi ci siamo iscritti al concorso, e
anche noi dobbiamo provare… non te l’avevo detto che suonavo anche
io, sorellina?», chiarì Kankuro,
sogghignando.
«No. Questo simpatico
particolare lo avevi tralasciato. Ma da quando state insieme, voi, eh? E da
quando…»
«Oh, insomma»,
sentenziò Sasuke, avvicinatosi ai nuovi arrivati, e avendo perso la
pazienza di cui non era mai stato un grande portatore «noi eravamo qui da
prima e noi ora suoniamo. Chiaro?»
Gli altri quattro lo studiarono, sospettosi.
«Sasuke Uchiha,
vero?», chiese Kiba, sorridendo furbamente.
«L’universitario più bravo di tutta Giurisprudenza, e il
bassista più gettonato del momento, eh?»
Mi morsi un labbro: ma che diavolo volevano quei tizi?
…E soprattutto, perché cavolo riconoscevano
sempre e solo Sasuke?! Che palle!
«Esatto, sono io. Molto piacere.», borbottò di rimando, sorridendo assai
falsamente. Si girò di nuovo verso Kankuro e
continuò: «Adesso, possiamo concludere? Abbiamo una certa fretta,
noi.», sentenziò, duro e ironico.
Kankuro, che evidentemente non aveva
molta voglia di litigare -o che, più probabilmente, non voleva avere
contro quella belva della ‘sorellina’, come la chiamava lui-,
s’intromise fra i ragazzi e disse:
«Calmi, calmi tutti! Voi state qui da un po’,
e ora tocca a noi. Semplice.», dichiarò.
«Be’, sì… ma, teoricamente, il
garage è stato prenotato da loro per prima.», obiettò
Sakura, che nel frattempo s’era avvicinata a noi e che adesso aveva
stampato in faccia un sorriso di superiorità. A quella vista, Ino
alzò un sopracciglio e disse:
«Oh, Fronte Spaziosa! E tu da quando ti intendi di
musica, eh?», chiese.
«Da molto più tempo di te, InoPig», rispose l’altra; io ridacchiai.
«Ma da quando suoni,
di grazia?», chiese ancora la biondona.
Mi avvicinai a Sakura per calmarla, poiché avevo
notato che sembrava piuttosto nervosa da come il discorso stesse vertendo; feci
per rispondere, ma lei mi precedette ed esclamò:
«Io, in effetti, non faccio parte del gruppo. Li
seguo solamente.»
«… E lo fa in maniera splendida. Adesso, in
ogni caso, vi lasciamo il garage… contenti?», borbottai, risentito.
Calò il silenzio: ci scrutammo l’un
l’altro, sospettosi e carichi di nervosismo.
«Quale sarebbe il vostro nome, comunque?»,
chiese Temari, alquanto curiosa.
«Midnight Passions» rispose Kiba,
soddisfatto.
La ragazza fece schioccare la lingua, piccata;
incrociò le braccia al petto e commentò:
«Che nome squallido.»
Ino, ferita nell’orgoglio -di cui Sakura tante volte
mi aveva parlato assai male, definendolo in lei fin troppo insito-, le
domandò:
«E il vostro, invece?»
«Seven.»,
rispose Shikamaru, decisamente infastidito dalla situazione; sbuffò, si
girò e iniziò a staccare i fili elettrici dalle chitarre.
Temari e Ino, però, erano ancora immobili e si
squadravano. Le guardai, ansante: fra loro non scorrevano buoni rapporti, ma
non c’erano mai stati veri e propri episodi di rancore o di litigio; le
due erano semplicemente fin troppo simili di carattere. Amavano battibeccare
per niente o lanciarsi acute frecciatine; e, poiché erano entrambe
visceralmente orgogliose e testarde, non avrebbero mai dato la vittoria
all’altra.
«Comunque… ok, vi lasciamo il garage. Ma tanto
vinceremo noi, fratellino caro.»,
sentenziò la più grande, rivolgendosi al parente.
L’altro alzò un sopracciglio, nascosto dal
pesante trucco e dalle linee viola che aveva in faccia.
«Sicuri? Io starei molto attento.»
Prendemmo i nostri strumenti, feci personalmente loro una
grande smorfia e ce ne andammo.
*******
Prima
parte postata ^^ Spero davvero vi sia piaciuta, è la mia prima AU e sono
ancora un po’ dubbiosa su alcune cose… L’ho scritta in un
periodo moooolto movimentato per me -l’ho composta infatti in una decina di giorni,
mentre finiva scuola, non ero mai a casa, e c’era la mia festa dei 18 XD-
quindi non me la sono poi goduta appieno. Come storia mi piace abbastanza, ma
non credo sia questo granchè^^ E’ stato comunque veramente
divertente scriverla, e probabilmente non sarà la mia prima AU,
chissà *_*
Comunque!
La fanfic si è classificata seconda al concorso
“NaruSaku AU” indetto da Coco Lee. Ringrazio
la giudice e faccio i complimenti alle altre partecipanti ^^ Non vedo
l’ora di leggere le vostre storie! **
Sono
molto felice di questa posizione, davvero *_* avevo visto da molto tempo questo
contest, ma ovviamente -come mio solito =_=- mi ci sono iscritta e ho pensato
alla fanfic all’ultimo momento (una decina di
giorni prima che il concorso scadesse, per intenderci, e ho consegnato venti
minuti prima della fine XD). L’ispirazione mi è venuta
improvvisamente °_° Ero molto indecisa su dove ambientarla, ho pensato
di tutto, poi ho visto la copertina di “Corriere Magazine”, dove
c’era Bono degli U2 (*_*), e ho avuto l’illuminazione *_* E
così, eccomi qua.
Piccola
nota. La canzone è “Lucy”
di Anna Tsuchiya (*__*); trovate testo e traduzione
qui [ http://www.kiwi-musume.com/lyrics/tsuchiyaanna/lucy.html ]. Questo vuol
dire che dovete immaginare la voce di Temari proprio come quella di Anna^^ Ah,
e il riferimento a “Suna” era decisamente voluto XD
La
canzone è anche la quarta opening di “Nana”, che io trovo meraviglioso *_* E, sì, qualcosa
di Nana c’è in questa fanfic… ^^
La
seconda parte, in ogni caso, sarà uppata fra
un po’ XD.
Vi prego, per cortesia, per favore… commentate. Non sopporto vedere tante
letture, tanti preferiti e pochissimi commenti ._. credo sia perlomeno carino
esprimere un proprio giudizio, soprattutto se siete anche voi autori! E non vi
preoccupate a recensire anche dopo tanto tempo XD fa sempre molto, molto
piacere, anche con commenti negativi. Ma, per cortesia, fatelo ^_^ E, cavolo,
siamo in estate! Cinque minuti di tempo dedicati a recensire non vi uccideranno
mica! ^^’ In ogni caso, risponderò a tutte le vostre recensioni,
promesso ^^
Alla
prossima parte, ordunque *_*
Edit: come promesso, rispondo alle
recensioni! Grazie a tutti *______*
@ Shatzy: grazie
tante per i complimenti, davvero ^^ In effetti è un po’ una song-fic, ma neanche tanto… è una cosa un po’
strana xD Per quanto riguarda il tuo dubbio: eh, ho
scritto in modo un po’ criptico. Dunque, loro si conoscono tutti; se
vedi, appena entrano Naruto pensa i loro nomi [“il gruppo era composto da Ino, Kankuro, Kiba e Neji”], ma Kiba ha fatto quella
battuta perché voleva che Sasuke rispondesse un “Sì, sono
io. Tu sei Kiba, il chitarrista più
bello/gettonato/nonloso della città!” ^^
Insomma, era un po’ un falso complimento… invece Sasuke dice “tanto
piacere” e non aggiunge altro. Mea culpa, ho descritto
male ^^ Ti ringrazio tanto per il commento, e spero riuscirai a perdonarmi per
quella cosa XDD
@ x Saretta x: io
AMO NaruSaku *w* Sono così carini! *saltella*
ti ringrazio davvero per i complimenti, sono contenta! **
@ Lalani: Temari
è terribile, schiavizza tutti XD e Shikamaru non può farne a meno.
Ho messo anche accenni SasuIno nel secondo cap, spero ti siano piaciuti ** ti ringrazio tanto per i
complimenti, sono un brodo di giuggiole XD
@ Yuriko chan:
addirittura? ** Grazieeeee! ^__^
@ simonachan90: io adoro tutte le canzoni
di Nana, sono bellissime *-* quando ho avuto l’idea di fare una fanfic musicale ho subito pensato a quel manga, e
così ci ho messo le canzoni xD Poi io vedo
benissimo la voce potente di Anna Tsuchiya a Temari,
quindi… ^^ ti ringrazio tantissssimo per i
complimenti!
@ bambi: ShikaTema awwwwh >ç<
ti ringrazio tanto Rob, davvero **
@ Emi_Iino: ti
ringrazio un sacco! [scrivo sempre le stesse cose in questi commenti, lo so =_=]
Mi fa veramente piacere che ti piaccia, pensa che io non ne sono poi troppo
soddisfatta XD Spero ti piaccia anche il 2° cap!
@ SakuraHaruno: Temari
ha riscosso parecchio successo XD a me piace tantissimo come personaggio, e
come vocalist ce la vedo un sacco *_* NaruSaku
REGNAAA! Assolutamente, sìsì ù_ù Ehm, mi spiace per il SasuKarin…
non mi piace tanto ^^” Spero comunque ti sia piaciuta lo stesso, aspetto
un tuo commento! Grazie mille, mi hai fatto sciogliere ^__^
@ bravesoul: suoni
la chitarra? Che figo *ç* vorrei suonarla
anche io, mi piacerebbe tantissimo avere una band *sogna* ^^ Ti ringrazio tanto
per il commento sulla caratterizzazione, ma come vedi qualche pecca l’ho
fatta XD ho cercato di rimediare, speriamo bene! Grazie ancora! **
@ DarkMartyx_93: quando ho pensato alla
band, ho voluto subito che fosse equilibrata^^ sono stata un po’ indecisa
se mettere Sakura come vocalist al posto di Temari, ma poi volevo troppo mettere
ShikaTema, e volevo fare una cosa un po’
diversa, e così eccola XD Il pink è
arrivato nel secondo capitolo, spero ti sia piaciuto ** Non preoccuparti per le
troppe parti, sono solo due XD Ti ringrazio per i complimenti, e
congratulazioni a te per il primo posto! **
@ Cleo92: grazie mille *_________* Spero
ti piacerà il seguito!
@ Fallen Star: a me NaruSaku
piace perché sono teneri… non mi piacciono le coppie troppo angst, deve esserci tenerezza quando si sta insieme, ecco ù_ù Ti ringrazio tantissimo per il commento!**
Se altri
volessero commentare, sarei lietissima XD Io risponderò in ogni caso!
Spero vi piaccia la seconda parte, l’ho appena uppata
*_* Grazie a tutti! ^^