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Autore: Serpe si nasce    14/02/2018    1 recensioni
Una Ginny stanca di correre dietro al ragazzo che non la guarderà mai con gli occhi che lei desidera e un Draco che sta iniziando a mutare, da ragazzino viziato sta imparando, con non poca difficoltà, che non sempre tutti sono disposti ad accontentarlo e in particolare una persona sarà sempre lì a ricordargli che non può ottenere tutto quello che vuole... qualcosa, però, anzi qualcuno sembra essere più raggiungibile di quanto non sembri...
Nella ff troverete riferimenti alla coppia Harry/Draco e Harry/Cho, ma non ho ritenuto di inserirle come coppie vere e proprie perchè la coppia "fondamentale" che fa da protagonista è ovviamente la Draco/Ginny.
Spero davvero vi piaccia, mi farebbe piacere sentirvi numerosi nei commenti, sono ben accette sia recensioni positive, ovviamente, che critiche costruttive.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Possibile che non avesse ancora imparato… per lui c’era solamente lei, era ormai più di un anno che glielo sbatteva in faccia, consapevolmente o non che sia. Certo, era sicuramente più probabile che si trattasse della seconda tra le due ipotesi, dato che lui non si era mai reso conto della cotta immensa e senza tempo che lei aveva nei suoi confronti. Che sciocca! Evidentemente doveva imparare a comportarsi da innocente cinesina per essere notata. Lei che era un maschiaccio… probabilmente avrebbe avuto più possibilità Ron con lui che lei, la povera Ginny Weasley, che nello sconsolato tentativo di farsi qualche amico, al suo primo anno, aveva attirato a sé niente meno che Tom Riddle, alias Lord Voldemort, evento quello, che solo le avrebbe garantito di essere ricordata per sempre nella cara vecchia Hogwarts… Non importava che ormai fosse diventata adulta, che di amici ne avesse poi trovati molti, che fosse diventata un asso con la scopa o che avesse appena lanciato uno schiantesimo degno di un Auror: lei era e sarebbe rimasta la piccola di casa Weasley, l’ultima testa rossa sfornata da Molly e Arthur, l’eterna innamorata di Potter e la bambina da salvare dalle forze oscure che minacciavano di portarla dalla loro parte o peggio nel regno dei morti o ancora peggio a spartire un cubicolo con Mirtilla Malcontenta. E adesso guardatela, era uscita, correndo a gambe levate, dalla Stanza delle Necessità dopo aver inteso fin troppo bene lo sguardo che Harry aveva usato per liquidare Fred e George, per poter rimanere da solo con l’innocente Cho. Sentiva che avrebbe potuto schiantare perfino Voldemort in persona e al tempo stesso sapeva che non sarebbe riuscita a sollevare una schifosa bacchetta dal dolore che quello sciocco le procurava.
 
Erano dei poveri buoni a nulla senza cervello. Tutti quanti. Tutti loro. Era chiaro, palese che San Potter e la sua combriccola stavano combinando qualcosa. D’altronde quando mai un anno era passato senza che quelle teste calde infrangessero qualche stupida regola. E il caro e giusto Silente, che aveva “contribuito a stilarne alcune lui stesso”, ripetè dentro di sé facendo un’esilarante imitazione, non si curava nemmeno di fargli notare oramai che le loro erano effrazioni, anzi sembrava quasi consigliargli quale mossa fare per infrangerne il più possibile. Ridicolo. E non pago, assegnava anche, a quella che era chiaro fosse la sua Casa preferita, dei punti extra, esattamente quelli necessari per superare Serpeverde. Assurdo. Non se ne sarebbe mai fatto una ragione. Ed ora, che quel ridicolo preside era stato messo da parte, chi lo aveva sostituito aveva il cervello annebbiato da tutto il rosa che si metteva addosso e lui non aveva nemmeno la possibilità di farsi valere, doveva sottostare a quelle sciocchezze, a quel vomitevolmente dolce tè che lei li obbligava a servirsi prima di ogni relazione, in quello squallido ufficio miagolante. Si era convinto all’inizio dell’anno che quello inviato dal Ministero sarebbe senz’altro stato  un soggetto qualificato, un professore in grado di assicurarsi il loro rispetto e non una vomitevole vecchina, inquietante, certo, ma pur sempre una donna con “principi” sbarellati. E non si dava pace del fatto che a parte lui, i suoi compagni erano disposti a farsi prendere in giro per un po’ di gratitudine da parte di quella scema. Patetici. Non che lui si fosse tirato indietro, anzi quando era stato scelto come membro della “Squadra di Inquisizione” si era detto che finalmente avrebbe fatto espellere quello stupido di Potter e se possibile anche Lenticchia e la Zannuta mezzosangue, ricevendo invece il riconoscimento che quella scuola non era stata in grado di dargli per colpa di Silente. Ma ancora una volta, nonostante lui fosse in una posizione di vantaggio rispetto allo sfregiato, nonché destinatario di favoritismi grazie alla posizione di suo padre e all’appoggio che si erano giurati l’un l’altro, Lucius e il Ministro, doveva tenere le mani in mano in attesa di “una prova”. Quella megera non si rendeva conto che non aveva né il tempo né il bisogno di trovare prove. Insomma quello sciocco di Caramell le aveva dato pieno potere, ma troppo impegnata a crogiolarsi non voleva dar retta a chi Potter lo conosceva da cinque anni ormai.
Una testa bionda girò l’angolo, era sovrappensiero e probabilmente non l’aveva vista. Era il caso di prendere la prima via laterale e scivolare lontano silenziosamente? Oppure qualche rispostaccia ben assestata magari avrebbe avuto il beneficio di farla sfogare… continuò, ben decisa a prenderlo di petto.
 
Non aveva idee di dove i piedi lo stessero portando… quando era uscito dall’ufficio della megera aveva pensato alla sua Sala comune, ma quasi inconsapevolmente si era reso conto che i compagni avrebbero continuato a parlottare di scemenze e non aveva voglia di starli a sentire. Conosceva quel corridoio e sapeva che la via sulla destra era abbastanza larga e allo stesso tempo uno di quei posti poco popolati, soprattutto in quel periodo, in cui l’aria era decisamente fredda e gli archi senza vetri non le impedivano l’ingresso, ma anche immensamente adatta a fargli prendere quella fragorosa boccata d’aria che si era riscoperto necessitare. Guardava a terra e continuava a pensare a quanto odiasse Potter, quando il silenzio che si era immaginato l’avrebbe accolto, si rivelò essere interrotto ad un ritmo regolare da quelli che sembravano passi, indecisi e poi sicuri, che si avvicinavano. Molto rosso, più di quanto fosse solito vedere sulla testa di Lenticchia, si muoveva verso di lui: fingeva di non averlo visto, era palese dal modo in cui la testa si muoveva in ogni direzione evitando accuratamente la sua. Per quanto la solitudine fosse ciò che si auspicava, la possibilità di rifarsi su qualcuno vicino al suo nemico giurato era piacevole. Un ghigno, il suo solito ghigno comparve su quel volto affilato.
 
Girare la testa ovunque le era sembrata la cosa giusta da fare che, accompagnata da un passo deciso, avrebbe comunicato sicurezza e mancanza di paura, desiderio di sfidare il suo nemico, ma anche noncuranza. Forse però sarebbe stato meglio fissarlo in cagnesco. Quando decise di guardarlo, se non aggressivamente, quanto meno per non farsi prendere alla sprovvista, qualunque mossa avesse deciso di fare, non lo trovò di fronte a sé come aveva immaginato, ma si era spostato dal centro per avvicinarsi ad uno degli archi che davano sulla natura verde e acquitrinosa scozzese, tuttavia non stava guardando fuori, guardava a terra, con quel ghigno che sapeva era rivolto a lei. Aveva voglia di discutere, aveva voglia di sfogarsi su quella faccia da ragazzino viziato per tutto il male che i suoi amici le stavano facendo:- Cosa diavolo stai facendo, Malfoy?
Il ragazzo si finse stralunato:- La piccola Weasley non sa fare a meno delle mie attenzioni?
- Malfoy, non essere stupido. È che vederti pensare mi ha sconvolta.
- Piccola impertinente. Pensavo ci fossi abituata passando le tue giornate con Potter e la sua cricca.- fece un ghigno, divertito di aver ottenuto quello che voleva, una sana e tagliente discussione.
 
L’aveva nominato. Era davvero impossibile pensare a lei senza fare riferimento anche a lui. Non rispose nemmeno e se ne andò, voleva urlargli contro, ma non a Malfoy, lui aveva come al solito sottolineato un dato di fatto, aveva detto proprio quello che l’avrebbe ferita, senza nemmeno offenderla davvero. Insomma di frasi peggiori che le aveva rivolto ce n’erano state tante, ma quel nome, sempre lì a ricordarle che senza di lui, lei non era nessuno.
 
Draco rimase terribilmente deluso dal silenzio con cui la Weasley se ne andò, non solo l’aveva lasciato stranito, senza parole perché voleva e si aspettava una rispostaccia, ma aveva anche avuto il coraggio e la sfrontatezza di ignorarlo. Lui. Un Malfoy. Se fosse stato suo padre quella ragazzina sarebbe stata pietrificata e poi torturata finché non avesse implorato pietà e allora l’avrebbe costretta ad inginocchiarsi, con il volto rigato di lacrime e la voce tremante, l’avrebbe obbligata a chiedergli scusa, perdono e avrebbe magari anche invocato il nome del suo Potterino. Potter quel lurido. Un’ossessione. Una lurida ossessione. Chissà se lo era anche per la piccola Weasley. Calciò il nulla con le mani in tasca e si diresse alla Sala comune.
 
Maledetto Serpeverde. C’era vicina. Un’altra sporca sua battutaccia e la faccia di Cho si sarebbe allontanata per un attimo dalla sua testa, l’idea che quei due si stessero scambiando sudicia saliva era quasi uscita dalla sua mente, ma niente. Harry Potter era in ognuno di loro. Nella mente e sulla bocca di ognuno di loro. L’ossessione di Hogwarts. Si era sentita una povera vile scappando in quel modo ed ora ferma dietro l’angolo più vicino che avesse potuto raggiungere aveva voglia di piangere e di prendere a pugni la sua testa vuota. Era proprio una sciocca. Come poteva il bambino sopravvissuto, l’ossessione di chiunque si trovasse a vivere in quell’epoca, anche solo notarla, se non quando si metteva nei guai. Ma lei non poteva mettere da parte la Ginny razionale, il suo orgoglio e recitare il ruolo della fanciulla in pericolo, da salvare, la bella di turno che attende il suo principe. Lei non voleva un principe, voleva qualcuno con cui avere qualcosa da condividere, che fosse dolore o gioia. Aveva sempre sentito dire quanto fosse piacevole e gratificante avere qualcuno al proprio fianco con cui capirsi con un solo sguardo, senza troppe parole o in grado di dirle qualsiasi cosa o di notarla sempre, senza farla sentire invisibile. Chissà se c’era qualcuno che pensava a lei, solo a Ginevra.
 
 
 
 
*SPAZIO AUTRICE*
Eccomi qui! Siate buoni, come ho scritto nell’introduzione sono “nuova”, questa è la mia prima ff, almeno per il momento e per chiunque non abbia letto il mio primo tentativo di ff, un po’ particolare di diversi anni fa. (Non vorrei parlarne qui, ma se qualcuno di voi si ricorda di me, vi dispiacerà sapere che quel testo è andato perduto. Mi ritrovo ad oggi un solo capitolo di tutti quelli che avevo scritto… ma mi sto dando da fare per riscriverla con miglioramenti, avendo ritrovato l’ispirazione.)
 
In ogni caso, parlando di questa storia, che è il motivo per cui siete qui, spero vi abbia un po’ incuriosito. Questa ff doveva in realtà essere una one-shot, che però ho deciso di spezzare in due parti per evitare di far diventare la lettura troppo noiosa, dato che adoro descrivere bene come i personaggi si sentono e tendo ad allungare di molto la storia, nonostante la mia idea originale prevedesse il contrario. Inoltre ho notato che la storia non veniva pregiudicata da questa divisione, anzi l’attesa potrebbe permettermi di capire cosa ne pensate.
Il prossimo capitolo verrà pubblicato la settimana a venire, spero di ricordarmi a caricarlo mercoledì prossimo, magari un po’ prima, in quanto ad orario, rispetto ad oggi, e sarà il secondo ed ultimo: come dicevo pur avendo deciso di dividerla in due non volevo allungarla e appesantirla troppo.
Per eventuali precisazioni mi trovate ovviamente sul mio profilo, farò del mio meglio per rispondere tempestivamente alle recensioni, che spero saranno numerose.
Parlo ora da ossessionata dalle Draco/Ginny, ne ho lette tante e spero di ricevere recensioni da chi ne abbia già lette molte per avere una vostra opinione “esperta”. Non pretende di essere una ff complessa o troppo introspettiva, ma semplice e spero leggera.
La finisco qui perché sono già diventata noiosa.
Baci,
Eva
  
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