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Autore: _diana87    15/02/2018    5 recensioni
"Mia madre diceva sempre che quando le persone a noi care muoiono, non ci lasciano mai veramente."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Noi prendiamo i nostri miracoli lì dove li troviamo,
annulliamo le distanze e a volte,
contro ogni previsione, contro ogni logica, li tocchiamo.
[Grey's Anatomy]
 


Mia madre diceva sempre che quando le persone a noi care muoiono, non ci lasciano mai veramente.
Ho cercato di capire il senso di quella frase e, come un ingenuo, non avevo mai minimamente pensato al suo significato, almeno fino ad adesso.
Mi sono alzato dal letto come ogni mattina.
Ho cercato di dare un senso alla mia giornata, costringendomi a cambiare le abitudini.
Sono giunto in una libreria, circondato da persone che non conoscevo che gridavano il mio nome.
“Castle! Richard Castle? Lo scrittore!”
Quelle donne e quegli uomini, tutti indaffarati, tutti presi ad ammirare un fantoccio come me, non sanno cosa sto passando. Mi vedono solo come il loro idolo, non come un essere umano.
 
Tornato a casa, sono andato alla ricerca del tuo profumo, di quell’aroma di ciliegie che ti avvolge, e ti ho trovata sul letto. Il caffè ancora dentro la tua tazza preferita. Tu, in posizione fetale, sotto le coperte, con gli occhi rivolti in basso.
Hai teso la mano verso la culla e hai trovato il vuoto.
Uno spazio vuoto.
“Cos’è successo, Rick?” mi hai chiesto, ritraendo la mano. Tu, con quel modo inconsapevole, tu, così ingenua. “Cosa ci è successo?”, insistevi, e ti sei portata il mignolo in bocca, come una bambina capricciosa in cerca di qualcosa.
Mi sono sdraiato accanto a te.
Ho allungato le braccia per avvolgerti e ti ho sentita fredda.
Neanche il caldo piumone, posto ai piedi del letto per riscaldarti, è riuscito a infonderti calore.
“Io-io non capisco”, hai mormorato, bramosa come una detective, desiderosa di risolvere il tuo caso.
Hai di nuovo teso la mano verso la culla, e hai rintracciato una copertina rosa con le iniziali R. C. su di essa.
Rose Castle.
“Dov’è la nostra bambina, Rick? Dov’è mia figlia?” hai dapprima mormorato, poi urlando, infine straziandoti. “Dov’è, Rick? Perché non c’è più?”
Oh, Kate, ti guardo negli occhi, in quel profondo del tuo sguardo e vorrei poterti ricordare come è morta nostra figlia.
Vorrei poter tornare a quel giorno in spiaggia, quando le avevi detto di non allontanarsi troppo dalla riva perché il mare era agitato. Fu un attimo. Un turbine di emozioni incontrollabili. Rose si era esposta troppo, e il mare l’aveva inghiottita, riportando a galla solo il suo giocattolo, un cavalluccio marino di plastica.
Il mio ricordo è sfocato, opaco. Immagini in bianco e nero scorrono sullo schermo di un vecchio cinema, e la pellicola attende di essere riavvolta.
È stato come guardare un film orrendo. Quell’incubo tornerà a tormentarci, perché è così che funziona la mente umana.
Eppure la sento ancora, nostra figlia.
Quando guardo quella culla vuota mi ricordo del suo corpicino che ogni notte piangeva e ci faceva penare; quando mi metto nel mio ufficio, intento a scrivere, mi ricordo dei suoi passi veloci che attraversavano la stanza, e io pregavo di non essere disturbato; quando guardo quel cavalluccio marino senza forma né colore, mi ricordo le urla strazianti di Kate, e lo sguardo incosciente di Rose, mentre veniva trascinata dalle onde.
Da qualche parte, nella nostra casa, sento ancora la sua presenza.
E mi piace pensare, proprio come diceva mia madre, che non se ne sia mai andata.
E che, in un modo o nell’altro, in un momento imprecisato della giornata, la mia mano sfiori la sua.


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Una shot scritta di getto in un momento di poca ispirazione, giusto per non lasciare del tutto EFP.
Mi spiace non essere più in grado di continuare una storia ma il lavoro mi sta togliendo la voglia e l'ispirazione di scrivere. Spero di tornare in forma smagliante, e in ogni caso, grazie a chiunque continui a seguirmi e leggermi.
D
.

 
   
 
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