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Autore: xela182    19/02/2018    5 recensioni
Song fic sul lungo cammino che ha portato Lupin e Tonks al primo bacio.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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NdA: Questa storia è nella mia testa da anni.
Non mi è mai sembrato giusto aver dedicato una Disney song-fic
a Lily e James e ancora nulla alla mia coppia preferita.
La storia ha preso spunto dalla biografia di Lupin su Pottermore.
Le citazioni sono prese da Pottermore e da “HP e il principe mezzosangue”

 

 
 

Baciala!

 


 
La notte incalzava nella suggestiva cornice del Sussex all’inizio di quell’estate.
La tenuta Nott si stagliava sulla collina a ridosso del lago, assai più modesta di quella della famiglia Malfoy, tanto da confondersi col paesaggio babbano dall’altra parte della riva.
 
Gli argomenti erano scemati nel corso della serata e le battute si erano fatte via via più rade lasciandoli immersi nella quiete.
 
Percussioni!
Da qualche tempo però, durante quelle perlustrazioni e i turni di guardia, il cuore di Lupin aveva preso a battere ritmicamente ogni volta che incrociava i profondi occhi scuri di Tonks.
 
Archi!
Il frinire dei grilli e il ronzio delle libellule li avvolgeva come in una bolla incantata estraniandoli dal resto del mondo, dalla guerra incombente, dalla quiete prima della tempesta che Lupin conosceva bene.
 
Fiati!
Il respiro di Tonks era incerto. A volte le sembrava che le mancasse l’aria; bastava che Lupin allungasse il passo e una strana sensazione di abbandono l’accoglieva.
Si era talmente abituata alla sua presenza da averlo integrato completamente nella sua vita, prima ancora di aver dato un nome allo sfarfallio nello stomaco che le era ormai familiare.
 
Parole!
In un paio di occasioni avevano attaccato a parlare nello stesso momento, interrompendosi e mascherando l’imbarazzo con una risatina forzata, costringendosi poi a parlare del più e del meno.
 
There you see her (Ecco la vedi)
Sitting there across the way (Seduta lì di fronte)
She don’t got a lot to say (Non ha molto da dire)
But there’s something about her (Ma c’è qualcosa in lei)
 
I modi schietti della ragazza, la bontà che trasparivano da ogni suo gesto e il modo in cui i suoi grandi occhi si posavano su di lui, gli avevano fatto perdere ogni buonsenso ed era già diverso tempo che aveva ammesso a se stesso che il sentimento che provava per lei era molto più che stima amichevole.
- Credi che sia un tratto distintivo delle famiglie purosangue fare sfoggio dei pavoni? – domandò la ragazza distrattamente, grattandosi pensierosa una guancia, guardando il giardino di Nott.
Lupin rise.
- Probabilmente dovresti chiedere a Sirius. Anche se ho come il sospetto che i Black preferissero le teste di elfo.
- Sirius, vero. – sorrise Tonks – Con tutto quello che ha passato sono contenta che si stia riprendendo. In fondo è ancora giovane e nonostante Azkaban è ancora affascinante, no?
 
And you don’t know why (E non sai il perché)
But you’re dying to try (Ma stai morendo dalla voglia di provare)
You wanna kiss the girl (Tu vuoi baciarla)
 
Il cuore di Lupin mancò un battito e improvvisamente sentì il sangue pulsargli alle tempie.
Strinse convulsamente i pugni e digrignò la prima cosa che gli venne in mente.
- Suppongo sia stato facile innamorarti di lui, dopotutto ha sempre avuto successo con le donne.
Non era da lui essere così acido e seppure si aspettasse che Tonks si sarebbe presto accompagnata con un aitante Auror, l’idea di vederla guardare Sirius lo incendiava quasi come la luna piena.
 
Yes, you want her (Sì, la vuoi)
Look at her, you know you do (Guardala, sai che è così)
It’s possible she wants you, too (È possibile che lo voglia anche lei)
There is one way to ask her (C’è solo un modo per chiederglielo)
 
I capelli di Tonks virarono al rosso.
La delusione e la rabbia che provava erano dipinti sul suo volto; dopo quasi un anno fianco a fianco di Lupin si era illusa che quella nata come un’amicizia stesse finalmente sfociando in qualcosa di più intimo, di più profondo.
Invece era chiaro che negasse anche a se stesso l’evidenza: non era stata chiara nei suoi sentimenti?
Il prenderlo per mano nelle perlustrazioni, il bacio a Natale sotto al vischio, la torta fatta da lei per il suo compleanno…
Solitamente riusciva e immedesimarsi bene negli altri, a capire il loro punto di vista, ma stavolta non trovava alcuna giustificazione al comportamento di Lupin e decise di ripagarlo con la stessa moneta; dopotutto la schiettezza era il suo tratto distintivo da sempre.
- Sapresti perfettamente di chi sono innamorata, se non fossi troppo occupato a commiserarti!
Si alzò di scatto, pulendosi freneticamente i jeans spostandosi quel tanto che bastava per mettere una netta distanza con Lupin, senza mandare a monte la missione.
 
Lupin era rimasto senza parole; la confessione di Tonks lo aveva mandato letteralmente in orbita, tanto che il respiro gli si era mozzato in gola.
Il cuore aveva trovato un ritmo personale per esprimere la sua gioia, un ritmo a cui il corpo di Lupin non era abituato perché mai nella sua vita era stato innamorato e corrisposto.
 
It don’t take a word (Non servono le parole)
Not a single word (Non una singola parola)
Go on and kiss the girl (Avanti, baciala)
 
Deglutì a fatica e sorridendo fece per alzarsi e raggiungerla.
Quando lo sguardo si fermò sulle proprie mani, la realtà lo schiacciò come un macigno, facendolo ripiombare nell’oscurità della notte; per un istante aveva scordato di essere un lupo mannaro.
Per un attimo si era illuso di poter avere la donna dei suoi sogni per sé.
Ma se realmente l’amava, ed era così, non avrebbe mai voluto condannarla ad una vita da reietta nel costante pericolo.
Rimase seduto pietrificato. Il sorriso gli si spense dal volto quando con lo sguardo vide la ragazza allontanarsi, mentre cuore e cervello innescavano una battaglia so cosa avrebbe voluto fare e cosa era meglio fare che sarebbe durata molto a lungo.
 
 
Sha-la-la-la-la-la
My, oh, my (Accidenti)
Look at the boy too shy (Guarda il ragazzo troppo timido)
He ain’t gonna kiss the girl (Non la bacerà)
 
Rientrarono a Londra ad alba inoltrata.
Il rosa del cielo aveva preso prepotentemente spazio vincendo la battaglia con l’oscurità della notte e il tepore delle giornate estive si sarebbe presto riversato sulla città.
Com’era solito fare, Lupin accompagnò a casa Tonks.
La ragazza non potè fare a meno di notare che anche in quel frangente Lupin aveva a cuore la sua incolumità e per nulla al mondo l’avrebbe fatta rientrare da sola, anche considerando che era un’Auror.
Una volta sull’uscio si voltò e finalmente si guardarono negli occhi.
Solitamente chiudevano il turno con delle battute, ma in quel momento il silenzio pesava come un macigno e sembrava che nessuno dei due riuscisse a sdrammatizzare.
Quando finalmente Tonks prese il coraggio per aprire bocca, Lupin capì che se avesse ascoltato la sua voce non avrebbe avuto la forza per allontanarsi, così si limitò ad un rapido saluto e si voltò raggiungendo a grandi passi l’angolo congeniale per la smaterializzazione.
Gli occhi di Tonks erano due fessure e dentro di lei salivano a fior di pelle sensazioni contrastanti tra rabbia, delusione e tristezza.
- Cretino! – sbottò aprendo la porta.
 
Sha-la-la-la-la-la
Ain’t that sad (È così triste)
Ain’t it shame, too bad (È un peccato, che brutto)
You gonna miss the girl (La perderai)
 
La maledizione di Bellatrix la raggiunse prima che potesse rendersene conto, in un istante l’Ufficio Misteri divenne buio e perse il controllo del proprio corpo.
Lupin la vide con la coda dell’occhio e venne investito da una scarica di adrenalina.
Il Mangiamorte col quale stava duellando fece un volo di due metri verso la parete opposta, mentre Lupin si lanciava di corsa verso le scale.
Prese tra le braccia la ragazza e schivando due incantesimi la depositò a terra dietro uno scaffale ancora intatto.
Le tastò il polso. Trasse un sospiro di sollievo nel constatare che c’era ancora battito.
Deglutì per scacciare le lacrime che gli pizzicavano gli occhi e ritornò in battaglia.
Il conforto provato dalle condizioni di Tonks fu di breve durata.
Qualcosa dentro di lui si infranse mentre il corpo esanime di Sirius oltrepassava il Velo.
 
*****
 
- Sto bene, Remus, ti ho detto che sto bene!
Tonks stava inutilmente cercando di risistemare le sue cose in borsa ingaggiando una vera e propria lotta con Lupin che le strappava ogni indumento di mano spingendola sul letto.
- Capogiri? Ronzii alle orecchie? Salivazione? – chiese frenetico mentre la ragazza ridacchiando scuoteva la testa. – Ninfadora, quanti lupi mannari vedi?
- Ne vedo uno stecchito perché continua a chiamarmi per nome! – rispose esplodendo in una risata.
Lupin chiuse la sacca e la guardò, come a volersi assicurare che fosse tutta intera.
- Non è necessario che tu venga alla stazione, Ninfadora. – sorrise dopo aver scandito bene il nome.
- Non mi perderei lo spettacolo di Malocchio contro i Dursley per niente al mondo, Lupin. – ribattè Tonks rimarcando il chiamarlo per cognome.
Lupin guardò l’orologio e poi le tese la mano per aiutarla a mettersi in piedi.
 - Siamo in ritardo?
- Oh, no. Ho un appuntamento da Silente più tardi, tutto qui.
- Ti accompagno. – propose balzando in piedi e rovesciando una sedia.
- E credi di poterti svicolare così da Moody? Ho dovuto lottare per venirti a prendere, Ninfadora.
La ragazza lo guardò torva.
- Se non la pianti, la prossima lotta che ingaggerai sarà con la piovra gigante del Lago Nero!
 
*****
L’ufficio di Silente appariva molto più spoglio e vuoto di come lo ricordasse.
Volutamente stava concentrando la sua attenzione su tutto fuorchè sul Preside che dandogli, fortunatamente, le spalle si era lanciato in un lungo discorso il cui tema centrale era Sirius.
Lupin non si era ancora fermato a pensare all’amico scomparso, sapeva che avrebbe avuto bisogno di lucidità e non era il momento per lasciarsi andare alla malinconia.
Era più facile pensare a Tonks, a quanto fosse splendida, ai suoi capelli sgargianti, al suo sorriso luminoso, ai suoi occhi.
Ancora una volta una sensazione di paura lo invase quasi soffocandolo: non voleva farle del male, aveva il terrore di ferirla.
E c’era soltanto un modo perché ciò non accadesse.
- Sei sicuro, Remus? – domandò ancora una volta Silente guardandolo dai suoi occhiali a mezzaluna.
Lupin annuì.
- Promettimi che te ne tirerai fuori prima che sia troppo tardi.
- Lo giuro. – Lupin sostenne lo sguardo del Preside.
Giuro di non avere buone intenzioni
 
Now’s your moment (Adesso è il tuo momento)
Looking at the iced lake under moon* (Guardando il lago ghiacciato sotto la luna)
Boy, you better do it soon (Ragazzo, è meglio farlo presto)
No time will be better (Nessun momento sarà migliore)
 
La neve aveva imbiancato le strade di Londra e quella per arrivare a casa sua, tagliando per St.James Park, era per di più ghiacciata.
Senza attirare l’attenzione, Lupin posò la mano sulla bacchetta e in un attimo il vialetto smise di essere una potenziale trappola.
Dopo aver bussato sperò che Molly avesse torto.
“Ho avuto l’impressione che pensasse di trascorrere il Natale da sola”.
Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e la ferma voce di Tonks che gli arrivò quasi metallica.
- Chi è?
- Sono, Remus. Remus Lupin. – specificò scioccamente.
- Parola d’ordine.
Lupin alzò il capo.
Non aveva detto a nessuno che sarebbe andato da Tonks, nessuno quindi si era premurato di dirgli la parola d’ordine.
Poi rammentò che non ce n’era una.
- Fammi la domanda e vediamo se so rispondere. – ribattè senza riuscire a trattenere un sorriso.
- Che forma ha il mio Patronus, Remus?
Il sorriso si spense sul volto dell’uomo. Respirò a fondo prima di replicare.
- Un… un lupo. Credo… - aggiunse in un sussurro.
La porta si aprì.
Il volto scarno e sciupato della ragazza lo accolse senza l’ombra di un sorriso.
- Credi? - gli domandò soltanto.
Aprì la porta quel tanto che bastava per farlo entrare.
Lupin abbozzò un sorriso.
- Beh, non l’ho mai visto. Me lo hanno detto… buffo perché tu non hai mai visto il mio…
- Buffo, - ripetè la ragazza – Francamente tra tutte le parole che mi vengono in mente per descrivere questa situazione, buffo, non l’avrei mai scelta.
Era strano sentire la voce di Tonks senza la carica e l’espansività che solitamente la caratterizzavano.
- Comunque, - riprese – Come tu ben sai, non si sceglie il Patronus. Evidentemente il mio subconscio aveva bisogno di un protettore guida, amante della famiglia e non aggressivo.
Lupin si limitò a mettere le mani in tasca e a cambiare argomento.
Tonks era troppo ferita e preoccupata per implorarlo ancora a restare.
Lupin aveva troppa paura per voler restare.
 
She don’t say a word (Lei non dice una parola)
And she won’t say a word (E non dirà una parola)
Until you kiss the girl (Finchè non la bacerai)
 
Quando si chiuse la porta dell’infermeria alle spalle, Lupin era completamente svuotato.
Il suo mondo stava andando lentamente in frantumi, la morte di Silente sembrava disgregare i cocci di qualcosa che non può essere riparato.
Si allontanò dal castello sentendosi solo come non mai.
“Ma anche a me non importa, non m’importa!”
La voce squillante di Tonks gli rimbombava nella testa.
“Te l’ho detto un milione di volte”
Alzò lo sguardo e vide che era arrivato in fondo ad Hogsmeade; Tonks era uscita prima di lui.
Tonks era sola.
Una leggera pioggerellina estiva rompeva il silenzio davanti alla casa di Tonks.
Lupin aveva bussato diverse volte prima di darsi per vinto; non voleva allarmare i suoi genitori, non sapeva, d’altro canto dove cercarla.
Il panico gli aveva annebbiato la mente.
Si sedette davanti alla porta, lasciando che la pioggia gli bagnasse il volto per tutte le lacrime amare che non aveva versato.
D’improvviso a passo sicuro comparve la figura della ragazza, pallida e funerea.
Lupin balzò in piedi e si lanciò verso di lei.
- Dov’eri? – incalzò preoccupato.
- Ciao, Remus. – alzò un sopracciglio e si diresse ad aprire la porta.
Lupin la seguì senza ribattere.
Attese paziente in cucina mentre Tonks si asciugava i capelli. Quando fu di ritorno mise il bollitore per il tè sul fuoco.
- Ero con Moody.
Quando si voltò per posare le tazze fumanti sul tavolo, Lupin la stava fissando.
- Ciao. – le disse. Lei sospirò. – Scusami, - proseguì – Non avrei dovuto lasciarti sola.
- So che fai fatica a crederlo, ma sono un’Auror.
Lupin aggrottò la fronte.
- So benissimo che sei un’eccellente Auror, - sottolineò piccato – Ma ero preoccupato…
- Perché? – sbottò guardandolo intensamente negli occhi.
Ancora una volta la sua richiesta cadde nel vuoto.
- Va bene, senti, - sospirò per nascondere un singhiozzo – Sono stanca, a pezzi, - mise una mano sopra la sua che prese a tremare – Se vuoi puoi restare, ma vado a coricarmi adesso.
Con una grazia che sembrava non appartenerle, mise la sua tazza nel lavello e risistemò la sedia sotto al tavolo.
Lupin rimase a fissare gli ultimi fumi del tè scomparire nell’aria.
 
Sha-la-la-la-la-la
Don’t be scared (Non essere spaventato)
You got the mood prepared (Hai l’atmosfera pronta)
Go on and kiss the girl (Avanti, baciala)
 
Non era mai stato nella camera di Tonks.
Rimase deluso nel vederla fastidiosamente ordinata.
Tonks era rannicchiata al centro del letto; il respiro non era regolare, ritmicamente il corpo veniva scosso da singhiozzi silenziosi.
Lupin le si accovacciò accanto, con il braccio destro le cinse la vita in cerca della sua mano; avvicinò il viso al suo e quando con le labbra le sfiorò la gota, sentì il gusto salato delle lacrime.
Tonks smise di singhiozzare ed aprì gli occhi; sentiva i baci di Lupin sulla guancia e sul collo.
Si voltò lentamente per ritrovarsi occhi negli occhi.
In quello sguardo vide tutto ciò che non le aveva mai detto, ma aveva il bisogno di sentirlo dalla sua voce.
Come se le avesse letto nel pensiero, Lupin si schiarì la voce.
- Ti amo, - le sussurrò – Ninfadora.
Sorrisero entrambi. Tonks gli prese il volto tra le mani.
- Baciami, scemo!
 
Sha-la-la-la-la-la
Don’t stop now (Non fermarti adesso)
Don’t try to hide it how (Non provare a nasconderlo)
You wanna kiss the girl (Tu vuoi baciarla)
 
Nel momento in cui Lupin appoggiò le labbra su quelle di Tonks cuore e cervello fecero pace, le sue paure svanirono e per una volta nella vita fu certo di fare la cosa giusta.
Tonks non avrebbe mai saputo dire in quale istante i suoi capelli ritornarono al consueto rosa cicca, ma quando, dopo parecchi giorni di sole, si separarono la sua vita aveva ripreso colore.

  
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