Hello, ppl!
Yep, sono tornata, ma solo per una minuscola storiella che fa parte della serie Woves & Word. Non so se conoscete il nostro giochino di flash fatto su un gruppo fb, ma questa storia superando le 500 parole e non potendo pubblicarla qui ho deciso di pubblicarla in privato, perché alla fine non mi dispiaceva.
Ho un lavoro in corso di traduzione. Se siete interessati, restate collegati J
Buona lettura.
D.
PS La parola assegnatami era PIPISTRELLO.
 
 
Era tardi, ed era stata una giornata molto stancante, e Stiles non vedeva l’ora di buttarsi sul letto, svenirci e risvegliarsi la mattina dopo, con molta calma. Peccato che i suoi piani vennero mandati all’aria da un pipistrello. Un maledetto e schifosissimo pipistrello che stava svolazzando per la sua camera, sbattendo sul muro e buttando giù tutto ciò che trovava per la sua strada, senza trovare la sua uscita. Dopo aver urlato in modo molto virile, chiuse la porta della sua stanza e si rifugiò in corridoio sedendosi a terra. Cercò di calmarsi per qualche secondo, poi chiamò Scott, che rispose dopo 8 squilli! Eccoli gli amici nel momento del bisogno.
<< Stiles, che succede? Te lo avevo detto che avevo una serata speciale con Kira. >>
<< Beh, se ti ho disturbato un motivo ci sarà, no, genio!? >> rispose, nervosamente. << Mi è entrato un fottuto pipistrello in casa, Scott, e devi venire. Prima di subito. >>
<< Stai scherzando? Io adesso, a quasi mezzanotte, mollo Kira per venire da te, e fare cosa, scusa? Uccidere un pipistrello? >>
<< Uccidilo, picchialo, fai quel che vuoi, basta che lo mandi via. Per favore, Scott. Mi fa troppo schifo! >>
<< Abbiamo combattuto Kanima, Darach, Nogitsune, Dread Doctors e chi più ne ha più ne metta e tu hai paura di un cazzo di pipistrello!? Andiamo, amico! Spalanca la finestra, vai a dormire in camera di tuo padre e vedrai che domani mattina se ne sarà andato. >>
<< Come cavolo faccio a dormire quando so che nell’altra stanza c’è un uccello che mi smonta casa? >>
<< Stiles, ci vediamo domani a scuola. Buonanotte! >> cercò di tagliare, e dopo un bel vaffanculo da parte dell’umano, il suo migliore amico attaccò.
Il ragazzo pensò da chi altro poteva farsi aiutare. Lo Sceriffo era al lavoro con il turno di notte e non sarebbe tornato prima di domani mattina. 
Cominciò a parlare da solo e intanto si mozzicava le pellicine della mani dal nervosismo. << Vediamo un po’… se chiamo Liam mi prenderà per il culo a vita. Mason è sicuramente con Corey. Cazzo cazzo! O me la cavo da solo o mi attacco. A meno che… Idea geniale! >>
Prese il cellulare e compose la chiamata.
<< Sourwolf, c’è un urgenza. Devi assolutamente venire a casa mia. Ora. Ed entra dalla porta. >> E senza dargli modo di replicare attaccò.
Dopo circa 5 minuti il campanello suonò.
<< Cosa cavolo è successo? >> chiese in modo scocciato. Stiles iniziò a salire le scale e Derek lo seguì. Si fermò davanti la porta e disse << C’è un pipistrello nella mia camera. Ti prego, fa qualcosa! >> appena vide che il lupo stava prendo la bocca << e non dire nulla! Ormai sei qui, tanto vale che risolvi la questione e tra pochi minuti sarai di nuovo sotto le tue calde lenzuola. Giusto? >>
Il lupo dopo aver emesso un ringhio incazzato, entrò nella stanza e ne uscì dopo pochi minuti, con in mano la mazza di Stiles.
<< Wow, sei stato veloce! >>
<< Questa ti conviene disinfettarla >> disse, indicando la mazza. 
<< Perché? Non l’avrai mica ucciso con quella? Oddio adesso la mia camera è piena di sangue e dovrò pulire tutto, vero? >>
<< No, Stiles, l’ho semplicemente spaventato ed è scappato dalla finestra. Ah, comunque ti ha lasciato un ricordino sul letto, misà che tu non dormirai nelle tue calde lenzuola, stanotte! >> lo prese in giro il moro.
Stiles fece un finto conato di vomito.
<< Adesso vado e vedi di non disturbarmi più per queste scemenze! >>
<< Grazie, Sourwolf. Sei il mio eroe >> si avvicinò e si azzardò a lasciargli un bacio sulla guancia.
L’ex Alpha grugnì e se ne andò.
Alla fine Stiles dormì nel letto dello Sceriffo e il giorno dopo lo passò a pulire e disinfettare la sua camera, ed ogni giorno aveva quasi la fobia di aprire la finestra per la paura che quel coso brutto potesse tornare.