L'Avvelenata

Rose Weasley è un’austera regina nel suo mondo di specchi.

Cammina per il castello e non vede, non vede, non vede niente se non se stessa e la propria luce incandescente.

Ha i capelli del colore del sangue, la pelle d’alabastro, le labbra che sanno di peccato.

E intanto lui la guarda da lontano e il sentimento gli divampa dentro, lo brucia, lo acceca, lo rende folle.

Rose si concede raramente – è una ragazzina col corpo di donna, occhi da predatore e cosce marmoree. È un incubo ricoperto di speranze e di lussuria – un fiore selvatico intriso di veleno.

Non riesce a toglierle gli occhi da dosso, è la sua ossessione, il tormento che continua a marcirgli dentro. Lei gli passa accanto e neanche lo nota – e intanto lui freme, quando la dolce fragranza di lei lo inebria e gli accende i sensi.

Amata, venerata, invidiata. La Regina di Grifondoro sorride tra sé, consapevole e lasciva, desiderosa di farsi amare – l’ammirazione è il suo nettare, linfa vitale delle sue giornate e lei se ne nutre con avidità, incurante del deserto che lascia intorno a sé.

Si dona a lui come in un sogno, una notte d’inverno – Scorpius stringe a sé quel corpo perfetto, fatto di morbidezza e desiderio e passione violenta, si annienta in lei e le regala fino all’ultima stilla di vita che gli resta; lei gli sottrae tutto, anche l’orgoglio, anche l’amore.

Rose Weasley non appartiene a nessuno: è una cometa, una tempesta – i suoi sorrisi accennati un dono del Paradiso, la sua tronfia consapevolezza di sé una lama a doppio taglio.

Lei gli scivola tra le dita come neve sciolta al sole,
l’illusione si sbreccia e va in frantumi come la sua mente scheggiata,
resa folle da un sentimento lasciato a marcire per troppo tempo.
Lei s’è presa tutto – Scorpius non esiste più.

Rose ha occhi del colore della notte, così blu da sembrare neri; sono occhi belli e crudeli, fatali come colei che li sfoggia, spregiudicati, che non lo vedono mai – lei vive nel suo castello di specchi, una rosa meravigliosa quanto impietosa, la languida perfezione dei petali sanguigni nascosta da una corazza di spine avvelenate che l’hanno dilaniato, distrutto, conficcandoglisi nel cuore.

Gocce scarlatte sulle sue dita, sulla candida camicia, sulle sue labbra pallide, avvelenate;
il pugnale gli scivola dalle mani mentre con la lingua sfiora quel corpo esanime,
perlaceo e poi rosso come lei,
come i riccioli vermigli, quei meravigliosi petali che cominciano già ad appassire.

S’abbandona su di lei, sulla sua statuaria perfezione ormai priva di vita – è un sentimento straziante quello che gli dilania il cuore, l’anima si contorce e graffia e grida mentre il pugnale affonda una seconda volta. Scorpius chiude gli occhi, l’immagine del volto amato impressa nella mente mentre tutto tace – e il rovo che è cresciuto intorno alla rosa non la soffoca ma le dà nuova vita, bellezza macabra e morbosa come il suo disperato tentativo di unire nella morte ciò che la vita non vide mai.








#NdA
Storia partecipante all'All Together Contest 2.0 indetto da Mary Black sul forum di efp. Il pacchetto, ideato da Mary Black, è il seguente: "4) Coppia: Rose Weasley/Scorpius Malfoy. Indicazione: Rose Weasley è la ragazza dei sogni: bella, raffinata, languida. Tutti la desiderano, tutti la amano, e Scorpius è così pazzo di lei che sembra aver preso un colpo alla testa. Ma Rose si annoia in fretta, e non impiega molto tempo a sentirsi infastidita da Scorpius e dalla sua venerazione. Rose, stupenda e capricciosa, lo lascia con una leggerezza che lui non riesce a perdonarle. Scorpius non ha nessuna intenzione di accettare di essere stato messo da parte. Nota: dovete descrivere uno Scorpius ossessionato (vanno bene anche risvolti molto dark), e una Rose degna di nota in cui i pregi e i difetti che ho indicato si sentano bene, soprattutto quell'indifferenza un po' crudele che la porta a spezzargli il cuore senza pensarci due volte"
L'immagine utilizzata alla fine della storia del rovo che s'intreccia alla rosa non mi appartiene, in quanto è un riferimento alla ballad inglese "Barbri Allen" da cui poi è stata tratta l'omonima canzone di Branduardi. La storia non è estremamente dark ma mi sembrava il genere più appropriato, oltre al mio amato introspettivo che credo nelle mie produzioni non possa mancare mai.