- Somewhere only we know -

Le Terre di Bay erano da sempre il teatro della festa di Natale,
ed anche quell'anno tutte le navi della flotta dei Pirati di Barbabianca,
così come quelle delle flotte alleate,
erano allineate nel porto principale, mentre i pirati si erano sistemati al castello,
dove il banchetto e la festa erano stati allestiti.
Per l'occasione non erano state indossate le solite vesti,
ma abiti eleganti che per la maggior parte delle sedici flotte erano stati scelti da Izo,
il quale aveva categoricamente vietato,
soprattutto ai comandanti, di vestire secondo i loro gusti personali.
Il salone principale del castello era gremito, mentre i musicisti cominciavano ad intonare le prime note.
Era consuetudine che le danze venissero aperte da Bay, 
erede al trono del regno, e dal capitano.

Bay comparve sulla scalinata, un sogno d'inverno stretto in un abito di un azzurro pallido,
ornato di piccole perle che richiamavano i suoi vestiti abituali,
i capelli stretti in un ampio chignon dal quale scivolavano diverse ciocche ondulate
ad accarezzarle il volto e le spalle scoperte, la cui diafana pelle scintillava
quasi fosse baciata dalla luce della luna.

Marco avanzò dunque verso di lei, anche se ogni passo gli costò tutta la sua volontà.
Le gambe gli tremavano nel ricoprire quel percorse che un tempo
era stato solo ed unicamente di Oyaji.
Ancora una volta si ritrovava ad odiare quell'eredità, non tanto perchè non la volesse,
ma solo perchè averla era un continuo rammentargli che il suo amato padre non c'era più.
E lui avrebbe preferito altri diecimila giorni da comandante della prima flotta,
pur di poter udire di nuovo la risata sgangherata del vecchio Barbabianca.
Ciò nonostante,
vedere Bay ferma sul primo gradino ad attenderlo,
era tutto ciò di cui aveva bisogno per avanzare in quello smocking che non gli si addiceva,
un semplice completo blu scuro che secondo Izo gli donava da morire.

La dama gli sorrise e Marco si esibì in un lieve inchino
e in un leggerissimo baciamano, mentre stringeva delicatamente le dita guantate di lei,
che mosse il capo in un impercettibile segno d'assenso.
Sapeva che lui aveva bisogno di incoraggiamento, lei gli leggeva dentro,
meglio e più di molti altri, sin da quel primo incontro sulla Moby Dick, quando i loro destini
si erano incrociati nell'alleanza delle rispettive ciurme.
Il capitano dunque la accompagnò per la discesa dell'ultimo gradino
e si portò al centro della stanza, mentre la musica si alzava di tono,
invitandoli a muovere quei delicati passi che avrebbero aperto ufficialmente la festa.
 

 

Marco sapeva danzare.
Erano realmente poche le cose che non sapeva fare, ma nessuno conosceva quel suo talento in particolare.
Molte teste si scambiarono occhiate fugaci e sbalordite
mentre il capitano con estrema e apparente disinvoltura,
faceva scivolare un braccio dietro la schiena della dama,
ed intrecciava le dita della mano libera a quelle di lei,
cominciando a volteggiare sul pavimento che sembrava fatto di ghiaccio,
come ogni altro ornamento quella sera, riflettendo i colori, le luci,
creando un gioco quasi magico attorno ai due ballerini.
 

 

Il ballo tra Bay ed Oyaji era sempre stato qualcosa di puramente simbolico,
in quanto l'omone sovrastava la fanciulla di parecchie misure,
ed era sempre stato occasione di sorrisi divertiti e scherzi.
Quella sera invece, ciò a cui i pirati e il regnate di quella terra stavano assistendo,
era qualcosa di nuovo, che improvvisamente divenne quasi troppo intimo.
Marco portava Bay a volteggiare nel suo abito che ondeggiava con lei,
ed i loro volti si avvicinavano e si allontanavano a tempo di musica,
anche se i loro sguardi non si lasciavano mai andare davvero.
Vi era qualcosa in quella scena, che a molti era sfuggito sino a quel momento,
e che il capitano non era attualmente capace di nascondere, come aveva fatto invece sino ad allora.

Non vi furono parole tra loro,
solo la musica che conduceva i loro movimenti,
e quando questa venne meno, per Marco fu come svegliarsi da un sogno dolcissimo.
Un sorriso increspò quelle labbra sempre tanto serie,
leggermente screpolate dal freddo di quel luogo,
ed una luce leggermente imbarazzata accese lo sguardo ceruleo,
che tuttavia rimase sulla donna, incapace realmente di lasciar andare quella creatura bella ed elegante come non mai.
Una nuova canzone stava iniziando intanto, così che altri potessero unirsi alle danze,
e per Marco era giunto il momento di lasciare la dama ad altri pretendenti.
Così era sempre stato. Così doveva essere.
Si sporse dunque su di lei, nonostante la voglia di restare ancorato coi piedi dove si trovava,
lasciando un candido bacio sulla sua fronte, come sempre aveva fatto Oyaji prima di lui.
E tuttavia anche quel piccolo gesto assunse un'atmosfera del tutto diversa.
 

Come fosse un ragazzino e non come l'uomo che era,
le guance del biondo si tinsero di una sfumatura scarlatta,
mentre sulle labbra sentiva ancora la frescura della delicata pelle della giovane donna,
la quale però non gli permise di allontanarsi.
«Un altro ballo, Capitano. Mi concederesti un altro ballo?»
Domandò semplicemente lei, con un sorriso lieve ed aggraziato,
come ogni cosa che le apparteneva e la definiva.
La Fenice ne rimase colpito nel profondo
ed il suo sguardo su di lei fu come sempre affascinato ed in parte curioso.
Rapito completamente.
 

 

«Tutti i balli che desideri, Bay.»
Fu la semplice risposta del biondo, mentre le loro mani si univano di nuovo
ed i loro corpi ricominciavano a volteggiare all'unisono,
scatenando scrosci d'approvazione che arrivavano da ogni parte del grande salone.
Era sotto gli occhi di tutti ormai, ciò che da sempre era stato celato persino al capitano stesso.
Una dolce risata scaturì quindi dalle labbra della dama,
la quale assolutamente deliziata si lasciava condurre,
dimenticando per la seconda volta in pochi minuti di essere in una stanza piena di persone,
i cui occhi non li perdevano di vista un solo attimo.
«Ho come l'impressione che se ti chiedessi un giorno la luna,
tu mi porteresti anche quella.»
Affermò senza presunzione alcuna, ma solo con la consapevolezza di chi aveva trovato nel volto dell'altro,
la sicurezza di un sentimento sincero e profondo.
E Marco non rispose,
ma le sue iridi cerulee si accesero di una luce estremamente orgogliosa e determinata
assai diversa da quella vagamente timida e incerta che vi era stata poco prima in quegli stessi occhi.
Si, le avrebbe portato anche la luna e l'intero firmamento, se solo lei lo avesse desiderato.
Ed ora Bay lo sapeva, e lo sapeva anche il resto del mondo.
Ed era perfetto così.
 

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