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Autore: fedywho    21/02/2018    3 recensioni
*Fan Fiction partecipante al Sfiga&Crack's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
Tratto dalla storia:
Era arrivato quel periodo dell’anno in cui tutti si lamentavano della sessione e dei vari esami da passare, giorni e giorni interi impiegati in uno studio senza pause che alla fine regalava soddisfazioni, a chi di più, a chi di meno. Gli studenti universitari in quei momenti non avevano neanche il tempo di respirare e i giorni passavano più velocemente del solito, facendoli sentire pressati e ancora più in ansia di quanto già non lo fossero. Esisteva d’altronde un’eccezione alla situazione generale in cui tutti si trovavano: Trafalgar Law.
Pairing: DrakexLaw
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Trafalgar Law, X Drake
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Telescope

 
Era arrivato quel periodo dell’anno in cui tutti si lamentavano della sessione e dei vari esami da passare, giorni e giorni interi impiegati in uno studio senza pause che alla fine regalava soddisfazioni, a chi di più, a chi di meno. Gli studenti universitari in quei momenti non avevano neanche il tempo di respirare e i giorni passavano più velocemente del solito, facendoli sentire pressati e ancora più in ansia di quanto già non lo fossero. Esiste d’altronde un’eccezione alla situazione generale in cui tutti si trovavano: Trafalgar Law. Probabilmente uno dei pochi che si era già liberato di tutti gli esami possibili, portandosi avanti più che poteva e non era facile per un normale studente di medicina. Era il suo campo, fin da quando era un marmocchio, non aspettava altro che andare in università per proseguire con gli studi, ma dopo averla iniziata, si era reso conto di essere leggermente avanti con il programma, avendo studiato molti libri già a casa. Ed era in giorni come quelli che Trafalgar non sapeva cosa fare, non aveva lezione e tutti erano rinchiusi in biblioteca a studiare, compresi i suoi due migliori amici Shachi e Penguin, li aveva pregati di prepararsi prima con gli argomenti per non studiare all’ultimo minuto ma era come rivolgersi al muro, inutile. Stava girovagando da un’oretta tra i corridoi dell’edificio finché non ebbe l’idea di controllare gli orari delle lezioni e non solo del suo indirizzo. La facoltà che frequentava era sì quella di medicina, ma erano presenti anche corsi di fisica, matematica e astronomia. Quest’ultima lo incuriosiva molto, non aveva mai partecipato a una delle lezioni, perché non aveva tempo ma quel giorno era più che libero quindi decise di dargli un’occhiata, sperando che la lezione non fosse già cominciata o che fosse perlomeno in un orario decente, non voleva stare anche il pomeriggio in università. Voleva fare altro, tipo stare sdraiato sul divano a guardare serie tv su Netflix, una delle sue preferite era Sherlock, amava il genere e aveva letto tutti i libri a riguardo. Immerso nei pensieri, riuscì ad arrivare al tabellone con tutti gli orari, trovò la lezione che gli serviva ed esultò lievemente dentro di sé, fortunatamente non era ancora iniziata e doveva aspettare giusto una mezzoretta per dirigersi verso l’aula e coronare il suo sogno. Nell’attesa, prese il cellulare e guardò foto su Instagram rispondendo anche a vari messaggi, non che usasse molto il cellulare ma doveva trovare un modo per passare il tempo. Si annotò mentalmente di chiedere ad Ace di togliere quella foto che aveva postato il giorno prima di loro due insieme, era uscito male e sembrava un cadavere.
Entrò il più veloce possibile in aula, mettendosi però agli ultimi posti, non voleva sembrare uno di quegli studenti che non partecipava attivamente alle lezioni, era solo un imbucato, voleva ascoltare qualcosa di diverso ed era arrivato il momento. Salì i numerosi scalini e si sedette, ignorando le persone che lo stavano squadrando da capo a piedi, non li conosceva e non gli interessava, voleva solo seguire e prendere anche appunti, perché no? L’insegnante era già in aula, un tipo particolare si potrebbe dire, giravano strane voci su di lui, ma non ci credeva per niente, le persone tendono a esagerare su ogni cosa. Prima che il professore potesse iniziare a dire qualsiasi cosa prese dalla tracolla un taccuino e una penna, mettendosi subito in posizione per prendere più appunti possibili. Si annotò mentalmente di non esagerare, non era una lezione di anatomia umana e doveva darsi una calmata, stava provando troppe emozioni. Immerso nuovamente nei suoi pensieri, non si rese conto che un ragazzo si era gentilmente accomodato di fianco a lui, senza salutarlo o chiedergli il permesso. Forse lo aveva anche salutato ma non ci fece caso, doveva stare concentrato e aspettare che il professore iniziasse a parlare. Comunque non ignorò l’aspetto del ragazzo e forse si bloccò un po’ troppo a fissarlo, aveva i capelli rossi con una strana cresta all’insù, occhi ambrati e un naso decisamente troppo grande. Il mento inoltre non aveva nulla da invidiare al naso, grande anche quello. Il fisico era allenato e, anche da seduto, si poteva benissimo notare l’altezza spropositata del ragazzo, all’incirca due metri, ma non ne era sicuro. Stava leggendo un libro, ma non sapeva di cosa trattasse, non si dilungò più di tanto a pensarci. Un tipo particolare, si disse, ma ora anche lui lo stava osservando e girò immediatamente la testa, arrossendo lievemente per la figuraccia appena fatta e tornò a interessarsi al professore, che aveva iniziato invece a parlare.
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Era in ritardo di cinque minuti, ma il caffè prima di andare in aula era d’obbligo, soprattutto quando c’era quello stralunato di Hawkins a fare lezione, preferiva studiare da solo e fare le sue personali considerazioni piuttosto che ascoltare le teorie strane e fondate sul nulla del suo professore. Quell’idiota credeva nel destino delle carte e altre cose particolari, a quanto pare le collezionava pure, ma la scienza non era questo e Drake se lo ripeteva da quando aveva iniziato a frequentare il corso. Preferiva fare di testa sua, acculturarsi da solo e seguire le proprie idee con fierezza, senza vergognarsi mai. In molti lo ritenevano pazzo per quello, forse perché era in costante solitudine, non usciva molto se non per andare in biblioteca o all’osservatorio della città per fare nuove ricerche e osservazioni. Non s'interessava prettamente all’astronomia, aveva una strana passione per i rettili ma purtroppo la biologia non comprendeva solo il loro studio, quindi evitò di prendere strade che avrebbero potuto rendere la sua vita insoddisfacente. Tutto sommato, pur non essendo la persona più popolare e bella di questo mondo, si trovava bene e viveva la sua vita con serenità immerso tra libri, telescopi e lucertole varie. Dopo aver finito il momento di relax, buttò il bicchierino da cui aveva sorseggiato il suo caffè e raggiunse l’aula con un passo accelerato, non voleva arrivare troppo in ritardo. Ovviamente i posti erano tutti pieni, mentre quelli verso le ultime file erano gli unici liberi. 
Fantastico, mi è andata bene anche oggi.
Salutò il professore, anche se ancora si stava facendo gli affari suoi, ma poco gli importava, voleva sedersi e continuare a leggere il libro che gli stava uccidendo i neuroni in quell’ultimo periodo, la filosofia del viaggio nel tempo. Ecco, se quello spaventapasseri avesse fatto una lezione su questo, forse lo avrebbe anche apprezzato, ma chiedeva fin troppo. Pensava che in un ambito come quello della scienza avrebbe trovato qualche persona con i suoi stessi interessi, le sue curiosità riguardo ogni cosa, ma no, tutti seguivano i libri di testo e non provavano neanche a cercare altro, si chiedeva per quale motivo.
Stai calmo Diez, non pensarci più e respira.  
Salì tutte le scale di fronte a sé fino ad arrivare vicino un ragazzo che non aveva mai visto, lui solitamente osserva chiunque e ogni cosa, ma era più che convinto che quel ragazzo non fosse mai venuto a una sola lezione, oppure faceva parte di qualche altra facoltà, chissà. Si sedette di fianco a lui, rivolgendogli un leggero saluto che sicuramente non aveva neanche udito, era immerso nei suoi pensieri a quanto pare. Smise di osservarlo, anche se era piacevole alla vista: capelli neri sbarazzini con qualche riflesso blu, il pizzetto curato e degli occhi tendenti al grigio che avrebbe osservato fino alla nausea. Notò il taccuino poggiato di fronte a lui, era intenzionato a prendere degli appunti, ma mentre spaginava, notò disegni riguardanti l’anatomia umana, sicuramente era uno studente di medicina molto annoiato, altrimenti non sarebbe venuto qui. Si chiese che razza di dottore sarebbe potuto diventare un tipo con le mani piene di tatuaggi e tre orecchini per lobo, ma doveva essere l’ultimo a parlare, andava in giro con una maschera ridicola agli occhi quando usciva.  Smise di osservarlo, anche se il ragazzo ancora non si era accorto di nulla e prese il suo carissimo libro continuando a leggere e perdere tempo a riflettere su qualche frase ambigua. Si sentiva osservato da qualche minuto, si voltò a guardare il ragazzo accanto a sé ma l’altro si girò immediatamente appena intravisto il movimento della sua testa, arrossendo tra l’altro. Sorrise, era davvero tenero, forse era anche l’unico a pensarlo, non sembrava una persona socievole, voleva conoscerlo e chissà, magari avrebbero condiviso le stesse idee.
Alzò gli occhi al cielo all’ennesima teoria proposta da Hawkins e notò il ragazzo prendere appunti, ma dalle sue espressioni non sembrava del tutto d’accordo o forse non stava capendo gli argomenti, beh non ne aveva idea. Sapeva solo che c’era interesse reciproco, anche se non si conoscevano, si lanciavano occhiatine da quando si era seduto accanto a lui e non erano fondate sul nulla, poche volte c’era stato del contatto, tipo avambraccio contro avambraccio, piccoli gesti tra due sconosciuti che avrebbero portato ad altro. Sì promise mentalmente di smetterla con questi pensieri da sedicenne sul treno e continuare a leggere il libro che stava ormai ignorando da una mezzora bella e buona.
 
La lezione era finalmente terminata, ora poteva certamente confermare le cose strane che si dicevano in giro di quel professore, era strambo e neanche poco. Smise di prendere appunti circa a metà lezione perché rileggendoli, si rese conto delle cazzate che aveva scritto, forse quell’uomo era incompetente in materia e insegnava i suoi pensieri, infatti, compativa il rosso affianco a lui che piuttosto si era dato alla lettura di qualcosa di più interessante, aveva letto “filosofia” sul titolo, gli piacevano le persone riflessive. Iniziò a scendere le scale, arrivando vicino la porta dell’aula, ma si fermò un attimo per controllare che avesse tutto, non aveva voglia di ritornare per cercare taccuini e matite.
<< Non ti ho mai visto a lezione, frequenti questo corso? >> si voltò verso il suo interlocutore e lo guardò, gli aveva davvero rivolto la parola. Forse si era accorto dei suoi sguardi persistenti o voleva solo conoscerlo, non era esperto di rapporti umani.
Datti una calmata, Law.
<< Frequento medicina, non avevo nulla da fare e volevo seguire una lezione qualsiasi, con tutta onestà, mi sono annoiato parecchio >> perché mentire riguardo ciò? Era deluso e si aspettava molto di meglio, inoltre era sicuro che il rosso pensasse la stessa cosa, gli dava l’idea di una persona alternativa, non sapeva come spiegarlo, ma gli ispirava anche fiducia.
<< Hai scelto la lezione sbagliata, ti consiglio astrofisica o cosmologia quantistica per la prossima volta, hanno più senso dell’aula degli illuminati >> ghignò sentendo la risposta e non poteva che dargli ragione, anche se le altre persone sembravano convinte delle parole del professore, ma lui no, curioso. << Trafalgar Law >> gli porse la mano e si sorprese di se stesso, era riuscito a conoscere una persona senza l’aiuto di Shachi e Penguin, davvero un grande passo in avanti. Voleva assolutamente raccontarglielo per vedere le loro solite reazioni super esagerate e i vari cori da stadio per l’impresa.
<< Diez Drake, piacere di conoscerti >> ricambiò la stretta e gli sorrise, felice di aver fatto una nuova amicizia che non comprendesse i soliti compaesani irlandesi incontrati nei vari pub.
<< Allora ci si vede in giro, Drake >> detto ciò andò via, lasciando il rosso in corridoio, raggiungendo la biblioteca più in fretta che potette, senza rendersi conto delle emozioni che aveva suscitato soltanto pronunciando un nome.
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Era passata una settimana dal loro incontro, durante la quale si erano incontrati casualmente in corridoio un qualche migliaio di volte e alla macchinetta per prendere il caffè, un centinaio. In quegli incontri dettati dal destino, avevano parlato di medicina, stelle, pianeti, probabile fine dell’universo per esplosione o implosione e biologia, tanta biologia. Quando Law scoprì questa specie di ossessione, ci rise su, ma non si aspettava certamente che il rosso avesse tre lucertole (di dimensioni poi neanche così piccole) a casa, le accudiva e le teneva libere perché gli animali devono avere i nostri stessi diritti. A parte questa piccola parentesi, Drake era una persona fantastica, sempre attiva e fin troppo intelligente. Secondo lui avrebbe potuto insegnare astronomia al posto del signor Hawkins, era aggiornato su ogni cosa e soprattutto non condannava le idee altrui a prescindere, anzi, le analizzava ed era felice di valutarle. Insomma, in malapena una settimana Trafalgar aveva scoperto molte cose su di lui e viceversa, parlavano sia dal vivo sia per messaggio, e in tutta sincerità spesso doveva chiudere il cellulare o non si sarebbe mai più staccato. In tutta questa situazione c’era un solo problema, Law si era preso una cotta incredibile. Non una di quelle passeggere o i soliti “confondo l’affetto con amore” perché affetto non ce n’era, ma era un amore intellettuale? Poteva forse definirlo così, perché amava ascoltarlo nei suoi lunghissimi monologhi che trattassero l’astronomia o meno.
Si alzò dal divano dopo un’estenuante maratona di Breaking Bad e andò nella sua camera per controllare il cellulare o qualcuno avrebbe pensato di un suo possibile decesso. Prima di tutto andò su Instagram e fu felice nel notare che Ace aveva eliminato quella foto orrenda, allora le sue lamentele erano servite a qualcosa. Dopodiché controllò i messaggi, ignorando il gruppo dell’università dove chiedevano solo ed esclusivamente file pdf e appunti, ma cliccò deciso sull’unica conversazione che riteneva interessante, quella con Drake ovviamente.
Red Flag*: Ti va di uscire domani sera?
Corrugò le sopracciglia, aveva letto bene? Gli aveva chiesto di uscire? Si conoscevano solo da una settimana, forse era un po’ affrettata come scelta… ma cosa andava a pensare. Sicuramente era una normalissima uscita tra amici, nient’altro, come poteva solo pensare che il rosso ricambiasse quella specie di cotta, non era sicuro neanche lui di cosa provava. Se fosse andata diversamente, avrebbe potuto approfittare della situazione.
Certo, dove?
Red Flag: l’osservatorio, se non sai come arrivarci basta seguire la stella polare, piccolo carro.
Law ridacchiò, era un caso perso. Sapeva, dove si trovava l’osservatorio, ma non c’era mai stato e si chiese cosa avrebbero fatto un’intera serata in quel luogo, voleva che lo aiutasse con le sue ricerche? Perché a quel punto Law aveva ben altro in mente da fare piuttosto che guardare qualche stella.
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La sera del giorno dopo arrivò in fretta e Law si rese conto che era fin troppo in anticipo, non doveva farsi accompagnare da Vergo, chissà quanto avrebbe aspettato prima dell’arrivo del rosso, inoltre non poteva avvisarlo perché aveva dimenticato il cellulare.
Drake comunque arrivò un’ora più tardi, non sapeva se con la macchina perché si era avvicinato lì a piedi, comunque era vestito bene: pantalone blu stretto alle caviglie, camicia bianca e giacca abbinata ai pantaloni, niente male. Law invece poteva fare di meglio, era un po’ sciatto, aveva un semplice jeans nero e una felpa blu e gialla. Aveva indossato anche il suo cappellino maculato, non poteva uscirci senza.
<< Ehi! Da quanto sei qui? >> il rosso gli si avvicinò e lo salutò con un bacio sulla guancia, solitamente non amava quel genere di contatto ma era stato piacevole, anche se lo avrebbe preferito da un’altra parte.
<< Tranquillo, qualche minuto. Sei venuto a piedi? >>
<< Ovvio che no, ho parcheggiato la moto qui vicino >> oh certo, che stupido.
<< Ah okay, quindi cosa facciamo? >> era impaziente, non era mai stato in quel luogo e non sapeva cosa aspettarsi. Drake non disse nulla, ma gli fece ben intendere che dovesse seguirlo; entrarono dal cancello e si diressero verso il retro, dove scoprì esserci una piana verde che comprendeva gran parte del territorio, probabilmente le persone potevano stare lì con il proprio telescopio per fare ricerche o anche solo per guardare le stelle. Si diressero verso il punto più alto di quella piana, si vedeva tutta la città da lì e sembrava anche decente, forse quel posto gli sarebbe piaciuto più del dovuto. Dopo essere arrivati, notò un telescopio già sistemato, che coincidenza. Cercò di eliminare il pensiero che Drake lo avesse fatto preparare prima solo per loro, non perché fosse troppo romantico, ma non lo avrebbero utilizzato più di tanto, aveva altri programmi lui.
<< Sei pronto? >> annuì con la testa alla domanda, ovviamente non lo era, ma non poteva fare la figura dell’idiota con lui, certo, frequentava un altro corso ma gli aveva raccontato di aver già usato un telescopio, si era solo dimenticato di dirgli che lo aveva fatto quando aveva sette anni ed era un giocattolo.
<< Allora, se guardi, vedrai sicuramente l’Orsa Maggiore, anche senza telescopio, ma siamo qui per un motivo. Comunque l’orsa andrà a salire mentre Cassiopea tenderà a scendere, ma questo come saprai non lo potremo notare ora, bisogna aspettare. Per ora è chiaro? >> okay non aveva capito granché, si era perso a guardarlo mentre esaminava il telescopio.
<< Sì, certo. Non possiamo aspettare che si veda Andromeda? >> sinceramente aveva detto un nome a caso, le costellazioni erano tutte con quei nomi e sperò davvero che esistesse o avrebbe scavato la sua tomba in quel preciso istante, a mani nude.
<< In realtà possiamo vederla anche ora, sono le dieci di sera e il sole è tramontato da molto quindi se mi dai un attimo, posso cercarla et voilà >> non gli diede neanche il tempo di rispondere che si mise a cercarla, sì tutto molto carino, ma si stava annoiando. Non riuscì a evitare di alzare gli occhi al cielo, voleva stare più a contatto con lui, non potevano sdraiarsi lì per terra?
<< Trovata! Guarda >> si allontanò piano dal telescopio concedendo al corvino di poter vedere e Law si maledì per tutti i suoi lamenti, era più bello di quanto potesse pensare, le stelle erano interessanti.
<< Wow... non pensavo fossero così... >> non riusciva a esprimersi, sì, era la sua prima volta. Si morse il labbro per aver fatto notare la sua ignoranza e sperò che il rosso non si arrabbiasse. Nel frattempo smise di guardare e si girò verso di lui, visibilmente divertito.
<< Avrei scommesso che mi dicessi “So di non sapere” o qualche frase a effetto per nascondere la tua impreparazione su questo campo >> ridacchiarono entrambi, piuttosto che ammettere di non sapere qualcosa si sarebbe dato fuoco vivo, altro che citazioni a Socrate.
<< Sono troppo orgoglioso, pensavo lo avessi capito >> ghignò e si avvicinò a lui, era più alto e la cosa lo irritava, raramente trovava persone più alte di lui, cioè 1.86 m non erano pochi, ma si sentiva un nano in confronto.
<< Oh credimi, l’ho capito molto bene >> in quel momento erano vicinissimi, si guardavano dritti negli occhi e potevano sentire i sospiri sia di uno sia dell’altro. Il bacio che si scambiarono non ci mise molto ad arrivare, lo volevano entrambi dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, non che fosse passato molto tempo.
Il bacio comunque era abbastanza tranquillo, un po’ umido, stava anche durando troppo ma nessuno dei due voleva staccarsi, soprattutto quando il più alto inserì la sua lingua nell’antro caldo dell'altro, provocando una serie di emozioni tutte nuove, forse era davvero un amore “intellettuale”, ma non era il giusto momento per pensarci, ora voleva solo godersi quelle labbra contro le sue e le stelle che erano diventate notevolmente interessanti. Continuarono a baciarsi e stringersi per molti minuti, ma a loro parve un’eternità, finché non si staccarono per bisogno di ossigeno.
<< Quindi ti piacciono le stelle? >> chiese il rosso guardandolo dritto negli occhi, notando un piccolo luccichio in quelle iridi fredde e grigie.
<< Può darsi >> sorrise lievemente Law, girando la testa di lato prima di riguardarlo negli occhi e pensando a come le cose fossero andate per il verso giusto, un miracolo valutando la sua noiosa vita.
Si sdraiarono sul verde, guardando dritti il cielo con tutte le sue costellazioni, le sue stelle, sentendo dentro di loro una sensazione nuova ma piacevole.
<< Ti dirò, se ogni volta che veniamo qua va a finire così, cercherò di impegnarmi con l’astronomia  >>.
 
 
 
Note autrice
Salve!
La coppia scelta è leggermente particolare, ma dove ci sono crack pairing ci sono io, quindi dovevo farlo. Spero sia stato di vostro gradimento.
 
Red Flag: bandiera rossa, Drake nel manga è chiamato così.
 
  
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