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Autore: Steno    21/02/2018    1 recensioni
I paladini facendo due conti si sono resi conto che è quasi natale e radunano amici e alleati nel castello per festeggiare in grande.
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AVVERTNZE: contiene una spolverata di Shidge, Galra in trip di zuccheri, slav, paladini travestiti e può causare diabete in alcuni punti.
Lotor è OOC come non lo avete mai visto.
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Lo so che siamo a febbraio, sono solo mooolto in anticipo sul prossimo Natale.
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Questa storia partecipa al Cow-T take 8. Potrebbero esserci orrori grammaticali, se me li segnalate ve ne sarò eternamente grata.
Genere: Demenziale, Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gunderson Pidge/Holt Katie, Holt Matt, Lotor, Takashi Shirogane, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve e Buon Natale con dieci mesi di anticipo!
In realtà questa storia doveva essere pubblicata per Natale scorso ma sono successe cose.
Il racconto è ispirato in parte da un bellissimo disegno di Gabriella Sinopoli che troverete più avanti, vorrei ritagliarmi uno spazio per ringraziarla ancora per la disponibilità e la pazienza che ha avuto con me. Questa è la sua pagina: http://singartworks.tumblr.com/ andate e curiosatene tutti.
Solo un monito giunge infine: questa storia partecipa al Cow-T e per ragioni di tempo non ho avuto modo di rileggerla millemila volte come sempre, quindi se avetela bontà di segnalarmi eventuali errori ve ne sarò immensamente grata. 
Detto ciò vi lascio alla lettura, have fun.

 
Cosa diamine è il Natale?

“Cosa sarebbe questa?” Lotor teneva in mano una sorta di globo colorato leggerissimo e con un gancetto attaccato, era di un brillante color rosso macchiato da pagliuzze dorate e aveva un aspetto decisamente fragile.
“Una pallina ovviamente, dalla pure a me” disse Lance come se questo spiegasse tutto, gli prese l’oggetto di mano e tornò verso gli altri paladini.
Erano alleati da diversi mesi ormai. All’inizio c’era stata molta tensione, ma dopo le prime vittorie l’atmosfera si era rilassata: ci si può salvare la vita un numero limitato di volte senza finire a fidarsi l’uno dell’altro.
L’invito al castello quindi non aveva sorpreso Lotor più di tanto, ultimamente operavano divisi per cercare di infliggere quanti più danni possibile all’impero di suo padre, ma facevano in modo di riunirsi periodicamente.
Era stata l’evidente baraonda che regnava ovunque a sorprenderlo.
Non aveva capito bene tutta la storia, ma il paladino verde (che con sua grande sorpresa si era rivelato essere una femmina) aveva fatto una specie di calcolo all’indietro per stabilire da quanto erano nello spazio e avevano scoperto che una qualche strana ricorrenza terrestre si stava approssimando.
Lotor non si sentiva a disagio più di tanto, perché anche gli altri alieni invitati per l’occasione sembravano perplessi almeno quanto lui.
“Non ci siamo è storto!” sentenziò Pidge osservando con aria critica il paladino nero e il paladino rosso che tenevano sospesa sul muro una composizione di aghi verdi spolverati di bianco.
“La fai facile tu!” fu la risposta di Keith in punta di piedi per cercare di raggiungere l’altezza indicata dalla ragazza “Kolivan aiuto!”
Il Galra si riscosse dallo stato contemplativo per aiutarlo e Pidge iniziò a dare ordini anche a lui, il guerriero sembrava quasi intimorito nonostante fosse grosso due volte la piccola umana.
In un angolo, il paladino blu sembrava intento a illustrare alla principessa e al suo baffuto servo la giusta densità di ‘palline’ che andava su una specie di pianta che Lotor non aveva mai visto. Era verde scuro e i rami erano disposti a formare una forma conoidale.
“Non potete mettere tre palline su un ramo e lasciarne uno spoglio” disse concitatamente indicando un ramo piegato dal peso delle decorazioni “E dovete anche cercare di disperdere i colori quanto più possibile, non ha senso mettere tutte le palline dello stesso colore insieme!”
“Uh, è più difficile di quello che sembrava” disse la principessa studiando la disposizione di Lance.
“Forse dovrei prendere degli appunti, sono delle usanze complesse e affascinanti” Coran tirò fuori dal nulla un pad e iniziò a picchietterci sopra facendo occasionalmente qualche foto.
“Bii boh!” disse una specie di grossa salsiccia oblunga che Lotor aveva inizialmente scambiato per una parte degli addobbi, ma che poi si era rivelata un essere vivente.
“Sicuri che non disturbiamo?” chiese ancora una volta un alieno dalla pelle bluastra che si era presentato come Rolo, accompagnato da una femmina (Nyma) e da uno strano robot (Breezer). Sostava accanto a Lance con le braccia cariche di palline e altre decorazioni.
“Sciocchezze, il perdono è parte integrante dello spirito del Natale! Mi puoi passare il fiocco di neve?” disse Lance indicando una stella bianca dalla forma strana.
“Ehmm” disse qualcuno alla sua sinistra.
Il principe si voltò per trovarsi davanti la versione maschile del paladino verde.
“Hunk mi ha chiesto se c’era qualcun altro libero per aiutarci” sembrava esitante.
“Il paladino giallo? Mi chiedevo giusto dove fosse, di che tipo di assistenza ha bisogno?”
Matt si limitò a fargli cenno di seguirlo senza spiegarsi.
Erano diretti alla cucina, dedusse il principe dopo un po', finalmente iniziava a orientarsi all’interno di quella nave enorme.
Un odore non meglio ientificato lo investì come un asteroide entrato nella stanza, c’era cibo ovunque e Lotor non riusciva a riconoscere neanche uno di quei piatti.
“Matt!” esclamò Hunk “Ma hai portato Lotor?” il paladino giallo sembrava senza parole ma quello davvero sorpreso era proprio il principe.
Ora, Lotor non era una persona propriamente golosa, mangiare era una necessità, ma niente di più. Non aveva mai sentito un mix di odori tanto invitante in vita sua, il suo stomaco gorgogliò e lo sguardo gli cadde sulla ciotola che Hunk teneva tra le mani.
“Cos’è quella?” il composto sembra liquido anche se molto denso ed era di un deciso color marrone.
“Cioccolata?”
“E si mangia?”
Hunk e Matt si scambiarono uno sguardo.
“Vuole assaggiare?” Hunk gli tese il cucchiaio sporco di quella sostanza e il principe gli disse distrattamente di dargli del tu prima di leccarne via un po'.
Il sapore dolcissimo gli esplose sulle papille gustative arrivandogli dritto al cervello.
Lotor mugolò.
Con un attimo di ritardo si coprì la bocca con una mano, non aveva mai emesso un simile verso in vita sua ma non gli era riuscito di controllarsi.
“Tutto bene?” chiese Matt.
“Oddio l’ho avvelenato” impanicò Hunk guardandosi in torno senza sapere cosa fare.
“Non c’è da preoccuparsi!” esordì Slav da un angolo della stanza. Aveva in qualche modo portato una lavagna nella stanza e il tavolo davanti a lui era pieno di provette alambicchi e una certa dose dei dolci di Hunk “Questo cioccolato, come lo chiamate voi, può essere digerito tranquillamente dallo stomaco di un Galra” mostrò loro una formula chimica incomprensibile e si gonfiò soddisfatto “In questa realtà nessuno di noi corre un pericolo mortale mangiando questo cibo”
“Allora cos’ha?” Matt indicò Lotor che adesso aveva infilato un dito nella panna e fece un verso sorpreso quando affondò, senza incontrare resistenze, nella morbida sostanza bianca.
Slav si avvicinò al principe studiando poi alzò le spalle quattro volte contemporaneamente con sufficienza: “La dieta dei Galra e quasi del tutto priva di zuccheri, quindi anche se il suo corpo lo ha digerito la sua mente è come in…sovraccarico?”
“I Galra non preparano i dolci?” chiese Hunk sconvolto.
“Non nel senso umano del termine, non cresceva nessuna pianta simile alla canna da zucchero sul loro pianeta, né nulla di simile”
“Wow” Matt si grattò il mento pensieroso “Ecco perché sono diventati malvagi, questo spiega tutto”
Slav sbatté le palpebre al commento del ragazzo: “Questa sì che è una teoria interessante! Devo fare dei calcoli” saettò fuori dalla stanza in un secondo lasciandoli da soli con un principe iperattivo che aveva appena scoperto i biscotti allo zenzero.
°°°°°
“Quindi questo Babbo Navale scende dentro il caminetto, che sarebbe uno rudimentale sistema di areazione, per portare i doni ai bambini buoni del pianeta?” disse Coran rileggendo i suoi appunti “Tutto in una notte”
Keith annuì distrattamente disegnando fiocchi di neve sulla parete con lo spray che Pidge aveva sintetizzato appositamente per l’occasione, spostò la formina e ripeté l’operazione.
“Però non è davvero questo gentiluomo a farlo ma in realtà sono gli amici e i parenti dei suddetti, quello che non capisco è perché tutto questo giro? Non si può dire semplicemente la verità ai bambini?”
“Andrebbe contro la tradizione!” tagliò corto Keith, per qualche ragione certe usanze iniziavano a sembrargli stupide mentre cercava di spiegarle agli alieni.
Alle sue spalle Lance non sembrava avere altrettanti problemi; aveva legato una serie di campanelli alle corna di Kaltenecker canticchiando Mariah Carey (-ovviamente-)
I just want him for my own
More than you could ever know
Make my wish come true
You know that all I want for Christmas
Is you
Is you
Lotor sedeva sconvolto su una sedia cercando di riprendersi dal trip di zuccheri mentre Allura gli faceva aria:
“Sono desolata, non avevamo idea che potesse accadere una cosa simile” si scusò mal-trattenendo un sorriso.
“Questi dolci di cui parlate devono essere pericolosi” Kolivan sembrava quasi spaventato.
“Psss” Shiro si guardò intorno e individuò la fonte del richiamo in Pidge, la ragazza gli fece segno di raggiungerla da dietro un angolo. Si lanciò un’occhiata intorno ma nessuno sembrava fare caso a lui.
“Novità?” chiese non appena furono lontani da sguardi indiscreti.
“Si, procede tutto secondo i piani, Lotor avrà una bella sorpresa!” il ghigno malvagio di Pidge fece sospirare Shiro.
“Sai a volte credo che siano le motivazioni sbagliate a spingerti” la rimproverò ma la ragazza a sorpresa gli gettò le braccia al collo e alzandosi in punta di piedi per bisbigliargli all’orecchio.
“E allora forse dovresti punirmi”
Quando faceva così gli mandava il sangue alla testa, la sollevò da terra spingendola contro il muro per baciarla: “Forse lo farò più tardi” le sussurrò sulle labbra.
°°°°°
“Ripetetemi ancora una volta perché lo sto facendo?” borbottò Shiro litigando con una barba finta da cui spuntavano sospetti peli arancioni “Per favore ditemi almeno che questi non sono i capelli di Coran!”
Erano tutti raccolti nella loro ala del castello da cui erano stati banditi tutti gli alieni.
“Amico, è per una buona causa, Allura vuole sapere tutto del Natale” Hunk aveva ragione, ma il modo in cui si mordeva le labbra per evitare di ridere non aiutava. Anche lui era abbastanza comico avvolto nel suo costume da pupazzo di neve con un naso a carota tenuto su dallo spago e un cilindro di traverso sulla testa.
“E poi fra di noi sei l’unico con la barba!” Pidge invece non ci provava nemmeno a trattenere il ghigno malvagio che le adornava il volto.
Shiro la fulminò: “E allora perché avete preparato questa?” sventolò accusatorio la barba finta.
“Se vuoi posso farlo io Babbo Natale per Allura! La incanterò con la potenza del mio charm! Come faccio a essere affascinante con questo costume da elfo!” era strano vedere Lance con un colore diverso dal blu, ma Hunk non aveva voluto sentire ragioni, gli elfi si vestono di verde! Inoltre i campanelli cuciti al cappello e alle scarpe annunciavano ogni suo spostamento con uno scampanellio.
Uno sbuffo familiare interruppe il suo sproloquio: “Almeno tu non sei vestito da Rudolph!” Keith dal suo angolo li guardava tutti a braccia incrociate con aria assassina, l’effetto era un po' rovinato dal finto naso rosso e dalle corna da renna anch’esse piene di campanelli.
“Vuoi fare a cambio?” lo sfidò il paladino blu.
“Neanche per sogno!” rincarò il rosso.
“Continuo a pensare che dovresti essere tu Babbo Natale Hunk!” commentò Pidge.
“Mi ferisci fratello, non ti piaccio vestito così?” fece un giro su sé stesso un po' maldestramente, infagottato com’era nel suo costume.
“Pidge non preoccuparti ce n’è anche per te!” Lance saltò addosso alla ragazza impedendole di fuggire, mentre Keith si avvicinava con un altro costume da elfo e il sorriso sadico di chi pregusta la vendetta.
“Lasciatemi andare!” gridò la ragazza divincolandosi “Matt aiuto!”
Il fratello sedeva su uno dei divani abbracciandosi le ginocchia raccolte contro il petto: “Non mi pagano abbastanza…” mormorò senza neanche alzare lo sguardo. Attorno a lui si allargava come un fiore la candida tunica da angioletto da cui spuntavano due alucce dorate. I capelli, arricciati ad arte, ricadevano in morbidi boccoli attorno alle gote rosse di trucco e un’aureola completava il tutto come una ciliegina sulla torta, letteralmente.
°°°°°
“Continuo a non capire il perché del fiocco bordeaux” mormorò Coran esaminando il pacchettino che gli avevano passato.
“Il fiocco è fondamentale!” sentenziò Lance “Devi scioglierlo, strappare la carta e tutto contribuisce a far crescere il senso di aspettativa per il regalo!”
“Capisco” sciolse con attenzione il fiocchetto e come da istruzioni distrusse la carta per poi spalancare gli occhi “Ma questo è…” la scatolina trasparente conteneva un piccolo congegno Olkari di forma sferica.
“Con i migliori auguri degli Olkari, ha le stesse specifiche del tuo cubo e può riprodurre anche la musica” spiegò Pidge livida, infine l’avevano costretta a vestirsi da elfo, ma non potevano obbligarla a essere felice della cosa.
Sparsi per la stanza tutti gli alieni commentavano gli assurdi doni ricevuti dai terrestri e non notarono le occhiate che i paladini si scambiavano dietro le loro spalle. Pidge inarcò le sopracciglia alla volta di Shiro in una muta domanda. Lui si voltò notando che Lotor era impegnato ad ammirare la spada che avevano regalato a Kolivan e annuì in risposta.
Mancava solo il regalo per il principe, ma avevano deciso di lasciarlo per ultimo per concedere agli altri di gustarsi i loro doni.
La ragazza scomparve dietro una porta e al suo ritorno tre figure la seguivano esitanti. Gradualmente nella stanza scese il silenzio.
Lotor guardò confuso Kolivan che si era arrestato a metà di un fendente per fissare sconcertato un punto alle sue spalle, neanche avesse visto un fantasma. Probabilmente i terrestri stavano mettendo in pratica qualche altra assurda usanza.
Si voltò e ci mise un secondo a rendersi conto che Acxa, Zethrid, and Ezor erano in piedi di fronte a lui con un’aria contrita che mal si addiceva ai loro volti da guerriere.
La platea attese con il fiato sospeso una reazione da entrambe le parti, ma dopo qualche minuto in cui i quattro si erano limitati a scambiarsi sguardi neutrali Lance decise di rompere la tensione.
“Le avremmo impacchettate ma sarebbe stato complicato poi spostare il pacco…”
“Cosa…” per la prima volta Lotor si trovò senza parole “Come…quando…perché?!” riuscì ad articolare.
“I regali di Natale hanno l’unico scopo di rendere la persona che li riceve felici” Shiro si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla “Così le abbiamo rintracciate mentre erano in fuga dall’impero Galra”
“In fuga?”
“Dopo che ci siamo separati, siamo tornate dall’imperatore e Haggar ci ha concesso il perdono in cambio d’informazioni” spiegò Zethrid “Poi lo abbiamo scoperto” incassò la testa nelle spalle stringendo i denti.
“Cosa?”
“Che Narti ci aveva tradito, o che forse addirittura era stata una spia sin dall’inizio” Ezor aveva gli occhi lucidi.
Lotor inclinò la testa di lato incrociando le braccia, attendendo una reazione dal più fedele dei suoi generali. Acxa ancora non aveva proferito verbo, stava con le mani strette a pugno e la testa abbassata, tremava leggermente.
“Ci dispiace!” esplose infine “Noi abbiamo giurato di seguirti e ti abbiamo tradito” crollò in ginocchio seguita dalle sue compagne “Non meritiamo il tuo perdono”
Lotor stava combattendo con tutte le sue forze per mantenere il controllo: loro erano sempre state al suo fianco, sin da quando aveva lasciato l’ala di suo padre e si era esiliato nel quadrante più lontano dell’impero; insieme a Narti era morta anche una parte di lui, ma il resto della sua squadra era in pericolo e non aveva esitato. Quando lo avevano abbandonato anche loro era rimasto ferito più di quanto fosse disposto ad ammettere con sé stesso, avrebbe dato qualunque cosa per riaverle al suo fianco, ma erano successe troppe cose e lui non era mai stato bravo a mettere in parole i suoi pensieri. Lui era un principe! Dava ordini!
Aprì la bocca più volte ma non sapeva cosa dire, il suo sguardo scivolò su Rolo e Nyma e improvvisamente le parole gli uscirono spontanee:
“Il perdono è parte integrante dello spirito del Natale…” Lance si sbracciò annuendo come un pazzo. Fu praticamente travolto da Ezor che nella sua esuberanza gli aveva gettato le braccia al collo, Lotor sorpreso rimase con le mani a mezz’aria senza sapere bene come procedere, a toglierlo dal dubbio ci pensò Zethir che li circondò entrambi con le sue braccia muscolose. Acxa era rimasta in disparte ma ci pensò sempre Ezor ad allungare una mano e trascinarla nel mucchio.
Lotor si staccò da loro schiarendosi la voce per nascondere l’imbarazzo: “Molto bene, il passato è passato, non mi sembra il caso…” ma ci pensò il paladino blu a rovinare tutto.
“Awww, anche i Galra hanno un cuore” sospirò Lance.
“Che vuoi dire?!” esclamò Keith.
“Ragazzi” intervenne Shiro mettendosi in mezzo “È ora di cena!”
Si raccolsero tutti intorno ad un grosso tavolo. Hunk si dilungò in una lunga spiegazione a beneficio di Coran a proposito delle varie tradizioni legate ai vari piatti, Lance e Pidge cercarono in tutti i modi di far mangiare della cioccolata a Keith per vedere che effetto avrebbe avuto ma non ci riuscirono.
Più tardi quella notte Lotor guardò un drone non tracciabile che aveva spedito personalmente sparire fra le stelle. Nella sala ormai regnava il silenzio. Gli sfuggiva ancora questa cosa del Natale, ma era felice di riavere i suoi luogotenenti con sé.
°°°°°
“Chiamatemi Haggar!” tuonò Zarkon, un unico oggetto giaceva sul tavolo davanti a lui.
“Sono qui mio imperatore” annunciò la strega entrando “Come posso servirla?”
“Sai spiegarmi cosa sia il Natale?” le chiese l’imperatore senza staccare gli occhi da un oggetto squadrato sul tavolo che aveva tutta l’aria di essere una capsula per le spedizioni, di quelle che viaggiano con i droni. Salvo per lo sgargiante fiocco viola che la incoronava.
“Mio imperatore?”
“Mi è arrivato questo da mio figlio, con un messaggio che dice solo Buon Natale” Zarkon sventolò un cartoncino coperto dalla calligrafia svolazzante di Lotor “Lo hanno già esaminato con gli scanner, i sensori non hanno rivelato nulla di potenzialmente pericoloso, eppure non riesco a comprendere questo messaggio”
Haggar alzò le mani evocando i suoi poteri, me le riabbassò quasi subito: “Non risulta pericoloso neanche a me, ma non ho idea di cosa potrebbe essere questo Natale!”
“Poco male, lo scopriremo presto” l’imperatore afferrò il nastro fra gli artigli aprendolo facilmente e spinse il pulsante di apertura. Il guscio si schiuse e i due si chinarono ad osservare l’interno.
“Sembra…” disse Haggar incerta.
“Riconoscerei ovunque il leone nero!” L’imperatore estrasse il piccolo leoncino dalla scatola osservandolo da vicino “È perfettamente identico, ma sembra solo questo: una riproduzione”
“Probabilmente è uno scherzo di cattivo gusto” sentenziò Haggar.
“Mmm” mugugnò Zarkon ancora intento a rigirarsi tra le mani il modellino.
“Mio imperatore?”
“Cosa?”
“Volete che ci pensi io a sbarazzarmene?” questo finalmente fece alzare gli occhi al galra.
“Eh…no, ci…ci penso io” disse sovrappensiero uscendo.
Attraversò i vasti corridoi con passo deciso godendo alla vista di semplici galra che impanicavano al suo arrivo, scostandosi dal suo camino come se avessero preso la scossa.
Infine giunse ai suoi alloggi e si avvicinò senza indugio alla finestra con il largo davanzale che dava sullo spazio profondo, scostò un cristallo proveniente da Balmera e posizionò il piccolo leone proprio al centro.
Ci stava proprio bene. Non sapeva cosa fosse il Natale, ma non poteva essere tanto male.
 
 
 
 
   
 
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