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Autore: effy_14    22/02/2018    3 recensioni
Passeggiando verso il paese con gli altri un’altra strana fitta la colse. Si girò d’istinto verso la nave e alzò lo sguardo alla palestra. La sua chioma rossa si vedeva chiaramente dalle vetrate e sforzando l’occhio sano poteva anche intravedere il suo sorriso di saluto.
Fu lì che ebbe la certezza, il brutto presentimento c’era eccome in lui, e dopo qualche ora, avrebbe anche scoperto che si riferiva proprio a lei.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sorrise, come probabilmente non sorrideva mai, sulla spalla della ragazza. Le sue ultime parole, pronunciate con vergogna, ma decisione allo stesso tempo, gli rimbombavano ancora nella mente.
Come poteva non amarla?! L’orgoglio ringhiò internamente a quel pensiero, ma lui se ne fregò per una buona volta.
Era li con lei tra le braccia, pronta a farsi sua, cosa poteva volere di più?
Ma Zoro non era come tutti gli uomini che aveva conosciuto la rossa, lui di far l’amore con lei non ci aveva pensato. Cioè ovviamente avrebbe voluto eccome, e l’erezione che il suo amichetto gli aveva piazziato sotto gli occhi ne era la dimostrazione, ma non si sarebbe mai permesso, nemmeno per sogno, di far si che la prima volta della  sua mocciosa fosse li, su di un albero, in mezzo ad una foresta, alla merce di tutti. Mai.
Lui forse non era un tipo romantico, da candele e fiori, come quel damerino del cuoco, ma l’intimità di un letto, di quattro mura a “prottegerla” e della sua più totale attenzione e dedizione non glielo avrebbe mai negato.
Alzò lo sguardo per poterla guardare in tutta la sua bellezza. Spostò la mano che reggeva la coscia destra, fino alla guancia della ragazza. Vi posò una delicata carezza dopo la quale ricominciò a baciarla, ma con molta più leggerezza, quasi con dolcezza.
Sempre delicatamente, la spostò dall’albero e la fece scendere dal suo busto. Un abbraccio lungo, e quasi stritola ossa, fu l’unica cosa che si scambiarono per i minuti seguenti. Voleva sentirla tranquilla e rilassata tra le sue braccia, voleva solo coccolarla, e voleva che lei lo capisse: lui da li, qualsiasi cosa avessero fatto o non fatto, non se ne sarebbe andato.
-Non vuoi…cioè…non vado bene…io…- gli occhi spaesati e già pieni di dispiacere lo fecero crollare.
-Va tutto bene. Tu vai bene. Ed ora io sto bene. Non c’è bisogno di altro per me. – la vide rilassarsi per un attimo per poi riprendere il suo cipiglio contrario, ma prima che potesse parlare, lui la interrupe di nuovo. –Non qui, non ora. Meriti di meglio di una foresta. –
Un bellissimo sorriso lo inondò, segno che le sue parole avevano fatto centro.
Si staccò, sedendosi in terra, facendosi poi seguire per farla accomodare sulle sue gambe. Come un cucciolo bisognoso di affetto, Nami, si accoccolò al suo petto con fare naturale.
-Quindi ti sono mancata?- la sentì miagolare con fare spavaldo, sicura di farlo innervosire, sapendo perfettamente che lui odiava ripetere le cose due volte.
L’unica cosa che le concesse fu uno dei suoi ghigni e un velato segno con la testa.
-Anche tu mi sei mancato.- aggiunse con fare triste –Non vorrei dovermene andare di nuovo, ma Sanji.- lasciò la frase in sospeso sperando che lui capisse.
E lui capiva, capiva eccome, ed avrebbe preferito non farlo, ma capiva fin troppo bene la situazione, e soprattutto sapeva perfettamente che fermarla avrebbe significato un litigio sicuro ed un conseguente allontanamento. No, non poteva rischiare.
Rimase zitto ed iniziò ad accarezzarla sul capo, come fosse una bambina, quello era tutto quello che poteva dirle.
Pian piano le palpebre della ragazza calarono portandola nel mondo dei sogni, sperò belli, lo spadaccino. Non smise di cullarla anche se addormentata.
La fissò intensamente, cercando di imprimersi nella mente quel momento il più profondamente possibile, consapevole che di li a poco avrebbe potuto aggrapparsi solo ad un ricordo per sentirla vicina.
L’orgoglio premette ancora un po’ per uscire, ma non nello stesso modo nel quale generalmente lo colpiva. Questa volta il suo orgoglio non era qualcosa che lo bloccava, ma ben si qualcosa che lo spronava.
Lo spronava a credere in lei, in loro. Gli metteva davanti agli occhi tutto quello che avevano passato fino a quel momento e il fatto che, nonostante tutto, fossero li insieme.
No. Il suo io interiore aveva smesso di remare contro quel sentimento, ora combatteva per poterselo tenere stretto, il più stretto possibile!
Sentì i suoni della festa scemare sempre più e si chiese se qualcuno aveva notato la loro assenza. Forse sarebbero dovuti tornare. Ma l’idea di poterla svegliare, nell’alzarsi e sollevarla, lo fece desistere.
Sarebbe rimasto li fino all’alba, senza dormire, solo tenendola stretta a se, in modo da fare spazio nel suo cuore, lentamente e senza forzature, a quella nuova consapevolezza: lui avrebbe raggiunto il suo sogno anche per lei, non solo per se stesso.
Se glielo avessero predetto probabilmente nemmeno ci avrebbe creduto, ma una ragazzina, una ladra, uno scriciolo che avrebbe potuto spezzare anche li, in quel momento, stingendo solo un pochino di più le braccia, aveva permesso al suo cuore di aprirsi ad altro. A qualcosa di talmente bello e talmente forte da fare paura anche a lui.
Quanti ci avevano provato? Il suo maestro glielo ripeteva sempre: il cuore va lasciato libero di amare ciò che ci circonda.
Quante volte lui gli aveva detto che l’amore rendeva solo deboli.
Quanto era stato sciocco!
L’immagine di Kiuna gli passò alla mente. Chissà cosa avrebbe detto lei, che era stata la prima ad aprirgli il cuore, ed anche la causa per il quale era stato chiuso.
Sorrise all’idea che probabilmente, lei e Nami, sarebbero andate d’accordo. Stesso carattere spavaldo, stessa grinta. Assottigliò gli occhi, ragionando meglio, molto probabilmente avrebbero  litigato sempre: troppo uguali per capirsi.
Era sicuro però, che la mora, sarebbe stata contenta per lui, e non lo avrebbe biasimato se nel raggiungere il loro sogno, si fosse dedicato anche alla sua compagna.
Non si accorse che l’alba l’aveva raggiunto e che il sole sorgeva già sulla verde vegetazione dell’isola.
Si alzò e tornò alla piazza, dove tutti dormivano sparsi qua e la. Individuò il suo capitano e appoggiò Nami a qualche metro da lui, stando attento a non svegliarla.
Svelto, si spostò più lontano, appoggiando la schiena ad una casa e mettendosi nella sua solita posa, per riposare un pochino.
Proprio mentre stava per chiudere gli occhi un raggio di sole lo raggiunse leggero.
Sorrise ancora, pensando che, come sole nasceva piano su di un nuovo giorno, impiegando sempre il tempo necessario per emergere dall’orizzonte, così il sentimento che ora batteva forte nel suo cuore aveva avuto bisogno del suo tempo per potersi mostrare vivo e senza nuvole.
 
 
Buon giorno!!
Ecco qui il penultimo capitolo ( sul serio stavolta ) ^^
Qui vediamo un Zoro finalmente convinto!!
Quindi Nami è convinta da mo…Zoro si è finalmente convinto…andrò tutto bene…no!?
Beh vedremo tra una settimana!! ;)
Grazie mille a tutti e buona giornata
 
Effy
 
 
 
 
 
   
 
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