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Autore: Hikaru_Tsuki    22/02/2018    0 recensioni
Sofy, viveva una vita monotona, in una famiglia dove lei era l'unica diversa. Ma dentro sente che le manca qualcosa, e non solo i suoi ricordi d'infanzia. Quando un giorno decide di interrompere quella routine, qualcosa nella sua vita cambia per sempre.
Conoscerà il suo passato e chi è veramente Hikaru.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Riku, Sora, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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" All this time, I lived a life not mine.
   Now, I want to find out what is true and what is false.
   Who I really am. "
 

 

 

 

 

 

 


 

CAP.1          L’INIZIO

 

 

 

 

Una cosa avevo capito in tutti questi anni di totale agonia che la vita è come dice il karma, ogni volta che accade qualcosa di brutto stai pur certo che ti accadrà qualcosa di bello, ovviamente è viceversa la cosa.

Da precisare il fatto che io non credo a nulla, e come potevo credere a qualcosa? Non è da tutti svegliarsi dal nulla sul proprio letto senza la più minuscola idea di chi tu sia.

Di guardare quelli che sono i tuoi genitori e non riconoscerli.
È successo due anni fa, mi ero svegliata nella mia stanza, senza sapere chi ero.

I miei mi hanno aiutato ma sinceramente, non ricordo più nulla della mia vita passata.

Piccola Amnesia hanno detto, col cavolo.

Ah ovviamente la mia routine di certo non aiuta, la potrei persino schematizzare per quanto sia cosi… uguale: Mattina: sveglia, scuola, casa, dormire sveglia, scuola, casa … insomma avete capito.

Da una settimana le vacanze estive sono iniziate, e per mia fortuna il ritmo è… più o meno cambiato: sveglia, tv, compiti estivi, dormire, sveglia, tv, compiti estivi …

Oggi non c’è l’ho più fatta.

Sono riuscita a corrompere mia madre a farmi uscire.

Oltre a sentirmi in totale depressione, mi sento una totale esclusa.

Immaginate di essere l’unica in famiglia dove tutti sono biondissimi e dai brillanti occhi azzurri… mentre avete i capelli castagni e occhi verdi. Ora capite i miei vari disturbi.

Per strada mentre camminavo, scalciavo i sassolini sbuffando.

Mentre raggiungevo l’entrata del parco, iniziai a pentirmi di essere uscita da casa, infatti, seduti in varie panchine, c’erano gli snob di classe mia.

Vedete? Alla faccia del karma.

Li superai a testa china, pregando di non ricevere battutine sul fatto che fossi casualmente nello stesso parco dove loro erano, e stranamente non fecero caso a me.
Forse erano più occupati a fumare chi sa che cosa.

Poco più in avanti vidi un gazebo pieno di fiori, non ci entravo da li dentro dal mio “risveglio”

Dentro come esattamente nel mio primissimo ricordo c’era ancora la piccola panchina bianca, era cosi delicata, che fu quasi un onore per me sedermi.

Appena mi appoggiai allo schienale, il cielo si fece scuro, e il sole fu eclissato magicamente da qualcosa, usci di corsa dal gazebo, ovviamente fu un grande errore.

La prima cosa che feci fu guardare in alto per capire cosa fosse successo, mentre dovevo guardare in avanti.

Infatti, poco lontano dove prima c’erano i tipi snob, ora c’erano un sacco di mostriciattoli neri con due antenne e occhi giallo shock.

Traumatizzata, rimasi immobile, finché uno di loro non girò la testa e mi vide, fu in un attimo.

La creatura saltò dritta verso la mia direzione con un braccio alzato mostrando gli artigli, cadi di sedere, cercai di almeno difendere la faccia con la mano destra, ma il mostriciattolo mi graffiò, il dolore riuscì a sbloccarmi e per riflesso gli diedi un calcio.

Mi rialzai ed entrai d’istinto nel gazebo, appena dentro fu come se i cosi non mi vedessero più.

Infatti, iniziarono a sniffare l’aria.

Mi sedetti ai piedi della banchina, guardai la ferita, erano tre tagli profondi.

Mi strappai un pezzo dalla mia maglietta bianca e cercai di medicarmi, ma a ogni tocco ardeva sempre di più.
Perdevo sempre di più sangue e sentivo le forze abbondarmi. Cercai di restare sveglia ma morfeo aveva altri piani per me

 

 

***

 

 

Mi ritrovavo seduta in un angoletto dentro una stanza bianca, gli oggetti erano tutti giganteschi… o forse ero io che ero diventata più piccola. Qualcosa mi diceva che si trattava di un ricordo… di forse di quando avevo quattro o cinque anni? Non ero certa, strinsi le ginocchia al petto nascondendone il viso tra di esse. Non avevo controllo del mio corpo, forse era davvero un ricordo.

« Hiky perché piangi? » disse una voce infantile, alzai lo sguardo e due occhi azzurri mi osservavano.

« Mi sento cosi triste e sola » risposi, la mia voce era infantile quanto quella del bambino davanti a me.

Si sedette poi vicino a me, e notai che aveva sui sei anni, i capelli erano disordinati ma in un modo buffo, e i suoi occhi erano grandi e molto famigliari.

« Beh… non devi sentirti cosi! » Rispose annuendo come se il suo pensiero fosse giusto.

« Ma nessuno vuole giocare con me! Mi dite che sono piccola ma ho un anno in meno di te! » gli dissi urlando, il bimbo sorrise.

« Alla fine siamo tutti piccoli! » Alle sue parole lo guardai male.

« Allora perché tu e Riku non mi fate giocare mai? Ehm?» Gli chiesi mentre vedevo il suo diventare serio e poi pensieroso.

« Beh ovvio perché sei troppo ... Cavolo hai ragione! » rispose e risi dalla sua faccia.

Ad ogni mia risata la stanza prendeva colore.

Il bambino si guardo intorno, lo feci anch’io, la stanza ora era diventata rosso chiaro, si poteva vedere i due lettini e per terra un sacco di giocattoli.

« Preferisco la nostra stanza cosi, lo sai? » Disse alzandosi e stendendomi la mano, la presi e mi alzai.

« Hai ragione, fratellone » Sorrisi abbracciandolo e tutto divenne nero.

 

*

 

Quando ripresi il senso della vista dal buio che mi ero ritrovata, il paesaggio era diverso.

Non ero più in una stanza, ma su un’isola. Il sole quasi mi accecava e dovetti stendere un braccio per bloccarne i raggi.

Davanti a me c’era un ragazzo, sui sedici anni che stava seduto su una palma distesa, sembrava la versione più vecchia del bambino di prima, infatti, i capelli sempre in disordine erano più lunghi.
Stavo per aprire bocca e chiedergli chi fosse, o come mai era in quel sogno, quando dal nulla si girò verso di me.

Non so perché ma lo feci anch’io, ma dietro di me non c’era nessuno, quando mi rigirai me lo trovai davanti, gli occhi azzurri del bambino non erano per nulla cambiati.

« SEI VIVA!!!!!! » Urlo abbracciandomi forte, la voce era cambiata, aveva perso tutta quella tenerezza che aveva il bambino, era matura e allo stesso tempo accogliente.

« N-Non re-respiro » Dissi, e il ragazzo mi lasciò.

« Oops, scusa scusa! » La sua allegria era contagiosa.

« Perché sei cosi felice? Ti conosco? » Chiesi finalmente recuperando il fiato, mentre lui inclinava la testa di lato.

« Come…non ti ricordi di me? » La sua felicità lentamente scivolava e il suo viso diventava serio.

« Due anni fa, più o meno mi sono svegliata senza memoria, perché? T-tu mi conosci? » Lui annuì riprendendo il sorriso mentre alzava la mano in alto a forma di conchiglia, d’istinto lo feci anch’io, prima ci demmo il cinque, e poi il pugno e infine una stella cometa.

« Allora ti ricordi! » Esclamò allegro, lo guardai confusa e scossi la testa.

« Sì… ma non di te. » Senza perdere il sorriso, il ragazzo annuì..

« Il mio nome è Sora, il tuo? » Disse stendendomi la mano, gliela strinsi sorridendo appena.

« Per gli amici Sofy, ma il nome è Sophie »  Lui mi guardò confuso dopo aver sentito la mia risposta.

« Ma no! Tu non ti chiami cosi. Tu ti chiami ... » La sua voce sparì il momento stesso in cui disse il nome.

« Non ho sentito » Lui ripeté ma non lo sentii di nuovo.

«CHE HAI FATTO AL BRACCIO?!? » Mi ricordai grazi al suo urlo del braccio e della mia vita originaria.

« Oh sono stata attaccata dai dei mostri neri, credo di essere morta » Dissi facendogli vedere la ferita.

«SHADOW! » Urlo lui, questa volta fu io a inclinare la testa.

« Come prego? » Chiesi, e lui mi guardo preoccupato.

« Per caso sono piccoli, neri, hanno e antenne e gli occhi gialli? » Per un momento guardai lontano cercando di ricordarli.

«SI! » Risposi alla fine.

«Oh no! Allora sei nei guai seri » Prese a camminare avanti e indietro davanti a me.

«Ma grazie al cavolo! Non me ne ero accorta sai? » Risposi ironica.

«No! Tu non capisci, gli Shadow rubano i cuori della gente! E quella persona che perde il cuore… diviene a sua volta un Shadow… si moltiplicano come l’idra!» Disse serio.

« Bene! Come li posso uccidere? » Chiesi.

Sora mise il palmo della mano sul mento e inizio ad accarezzarsi come se avesse la barba.

« Sora che stai…? » Lui alzo la mano.

« Sssh sto pensando! » Sbuffai, ci mancava solo questo.

« Trovato!! » Disse dal nulla stendendo la mano e facendo apparire una chiave extra large.

« Ma è una chi… >> Iniziai a dire.

«È la KeyBlade, porta rispetto » Disse esibendola.

« E sentiamo, che ci dovrei fare con una chiave? » Sora alzo gli occhi.

«Usarla no? Prendila e provala » la presi e iniziai a colpire l’aria, la chiave era leggera cosi i colpi erano veloci e dritti.

« Sembra divertente.» Dissi e Sora rise.

« Sei ancora dagli zii? » Chiese dal nulla e lo guardai.

«Zii? In che senso? » Per un attimo non rispose come se stesse valutando cosa rispondere.

« Papà ti mandò da loro prima che io partissi per la prima volta, e dall’ora non ti ho più rivisto. » rispose alla fine, il mio mondo iniziò a crollarmi.

«Quand’è che sei partito? » Sussurrai.

« Esattamente due anni fa, perché oh…  » aveva capito anche lui, ho vissuto con i miei zii credendo che fossero i miei genitori.

« Ora meglio che ti risvegli cosi parto anch’io verso te. » Annuì e tutto iniziò a diventare nero.

«Non temere, la luce sei tu Hiky!! » Disse e scomparve del tutto.

 

***

 

Mi svegliai come se non fosse cambiato niente, ma nella mano stringevo la chiave che mi aveva dato quel Sora, mi alzai, la impugnai bene e usci dal gazebo.

Al primo impatto gli Shadow, cosi Sora li aveva chiamati, avanzarono verso di me, ma si fermarono di botto vedendo in mano cosa avevo.

Iniziai allora a colpirli, e anche loro. Ad ogni tocco del KeyBlade, loro diventavano ombra e scomparivano, ma arrivavano altri, dopo una mezz’oretta iniziai a divertirmi davvero, come se stessi ballando, nella mia testa ripetevo “un due tre e un due tre e un due tre”… dopo alcuni minuti iniziarono a smettere di arrivare, finché non colpi l’ultimo cadì di sedere per terra, iniziavano a dolermi e mani.

Senti un tocco sulla spalla destra allora mi alzai di scatto e impugnai bene il KeyBlade, puntandolo verso… SORA!

« Okay… lo so che sei arrabbiata con me, ma metti lo giù » Disse ironico sorridendo di lato.

«QUANTO CI HAI MESSO?! STAVO PER MORRIRE!! » Gli urlai abbassando il KeyBlade.

« Allora ben venuta nel club delle persone che hanno quasi rischiato di morire perché Sora è quasi arrivato in ritardo » Disse una voce femminile sputando da dietro Sora, era una ragazza dai capelli rossi corti e occhi azzurri, con un vestitino rosa.

Venne da me sorridendo e stese la mano gliela strinsi nel mentre notai che dietro c’era una navetta bizzarra.

« Ah-ah-ah molto divertente Kai lei è… » inizio Sora ma la ragazza finii.

« Sono Kairi, per gli amici Kai so chi sei. Sai sei famosa » Sorrise indicando con la testa il ragazzo e guardai Sora.

« Che cosa? » Sussurrai sorridendo confusa.

Kairi lascio la mia mano e si girò verso quella sottospecie di nave.

« RIKU ALZA IL TUO PESANTE FONDO SCHIENA E VIENI A SALUTAREEEE!!! » urlò.

Guardai Sora.

« Una vera principessa mi dicono eh? » Lui rise arrossendo e si grattò la testa.

Dalla navetta usci fuori una figura, si avvicinò e notai che era un gran fico!

Capelli argentei corti, una frangetta che copriva il naso e due occhi bellissimi grigi-verdastri.

Alto, muscoloso, sexy, un dio greco!

Lui mi guardo e sorrise dolcemente.

« Sei cresciuta, ti ricordavo più bassa » disse e mi persi, aveva una voce bassa e non avrei mai detto seducente. Alzai un sopracciglio.

« Scusa? » dissi quasi senza voce.

« Giusto! Che testa! Sono Riku.» Disse stendendomi la mano.

Gliela strinsi, era tiepida e dolce. Mi fece un altro sorriso dolce, che questa riuscì a rispondere senza risultare una patetica adolescente in piena crisi ormonale.

Sora interruppe il momento saltandoci davanti, abbracciando sia me che Riku.

«Bene ora ti riporto a CASA!!! » disse totalmente euforico.

Sorrisi e m’indico la navetta.

« Questa è la magnifica, ultra comodissima GUMMSHIP!!! » urlo infine Sora, mi accompagno ed entrò quasi salterellando assieme a Kairi, dietro di me Riku camminava silenziosamente, mi fermai e osservai la navetta.

«Wow » dissi, Riku si fermo vicino a me.

« Hai ragione, è pazzesca,  dai su entra. » Entrai assieme a lui, e notai che era bella spaziosa, c’era il posto guida fatto di tre sedie e dietro un tavolino per quattro persone, c’era una porta con scritto LETTI, e davanti a un altro scritto WC, sorrisi e mi sedetti in una sedia del tavolino, Sora e Riku, occuparono e due sedie di guida e iniziarono ad accendere la navetta, Kairi si sedette vicino a me, e mi sorrise.

« Preparati sono Sora e Riku che guidano, fidati meglio che non abbi mangiato niente » Disse ridendo, Sora si girò e le fecce, la linguaccia, e torno a guardare avanti, guardai Kairi.

« Ti piace lui eh? » Sussurrai, e lei divenne rossa come i suoi capelli.

« Sssh! » Rispose e risi.

« È uno Sssh sì o uno Sssh no? » Chiesi.

« Ù-uno Sssh si… » Ammise sospirando.

« Almeno state insieme? » Per una attimo non mi rispose, persa a guardare la testa di quel ragazzo, quando elaborò la mia domanda divenne dello stesso colore dei suoi capelli.

« C-credo di sì, ma non me l’ha mai chiesto, e non mi ha neanche baciato, però si è sacrificato un sacco di volte il suo cuore per me…. » La guardai confusa.

« Wow » risposi e rimasi zitta, Kairi invece iniziò a narrare tutte le loro avventure, si unì anche Sora, l’unico che stava zitto era Riku.

Finita la lunghissima storiella, Kairi andò nella stanza da letto a riposarsi.

Mi alzai e mi sedetti sulla sedia in mezzo a Sora e a Riku.

« Quant’è lontano? » chiesi osservando i vari asteroidi intorno.

« Non tanto » rispose Sora concentrato.

« Ma se siamo qui che sono passate minimo tre ore » Sbuffai annoiata.

« Non tanto… Nella speranza che qualcuno non abbi sbagliato strada » mormorai poco dopo, Riku mi sentii e rise, Sora ci guardò.

« Che c’è? Perché ridi?» chiese a Riku.

« Perché è un piccolo genio! » rispose Riku, mi senti le guance rosse.

« Allora tempo estimato, signor-sono-il-migliore-guidatore-di-Gummship? » chiesi di nuovo a  Sora.

« Nah, non sono cosi bravo… comunque una mezz’oretta ancora, vero Riku? » chiese ma notai una nota di paura nella voce.

« Certo anche di meno » Rispose sereno allora mi rilassai sul sedile e mi riaddormentai.

 

***

 

Stavo correndo verso la spiaggia, avevo sei anni, e vidi una bambina svenuta lì, corsi dentro casa, e tirai a forza Sora, che appena la vide, urlo chiamando Riku.

Tutti e tre corremmo dalla bambina.

Sora le prese la testa, la bambina aveva un viso cosi grazioso.

Appena apri gli occhi, due occhi bellissimi color azzurro guardava in alto verso Sora confusa.

« C-chi siete? » Sussurro debolmente.

« Io sono Sora lui è Riku e lei è Hiky, e tu chi sei? » Chiese Sora

« I-io non me l’ho ricordo…» Sussurro la bambina.

« Se te l’ho scegliamo noi un nome ti va bene?? » Chiesi, e tutti mi guardarono. La bambina si sedette e mi osservo annuendo appena.

« Come vuoi essere chiamata? » chiese Riku.

« Non lo so» Rispose sospirando. Rimasi zitta dondolandomi sui talloni mentre mi guardavo in torno quando mi venne l’idea.

« Io lo so io lo so! » Dissi allegra, è tutti mi guardarono di nuovo.

«Kairi! Significa mare, il posto da cui vieni. » Dissi sorridendo fiera della mia idea, e la bambina sorrise.

« Mi piace è un bel nome, piacere io sono Kairi, la ragazza del mare. » Disse.

 

***

 

« Hey… bella addormentata, svegliati » disse una voce dolce, apri gli occhi e mi ritrovai gli occhi verdastri di Riku davanti, ci separavano davvero pochi centimetri.

Divenni subito rossa. E lui sorrise.

« Siamo arrivati? » Chiesi quasi sussurrando, lui annuì ritirandosi dandomi lo spazio di alzarmi.

Da dietro apparve Sora in braccio Kairi che dormiva ancora.

« Ragazzi dividiamoci, Riku tu porti Hiky a casa io Kai a casa sua ok? » Disse sussurrando cercando di non svegliare la ragazza, Riku annuì è ci fece strada, usciti dalla Gummship Sora prese una strada e noi un’altra.

Riku camminava davanti a me silenzioso.

« Ehm Riku? » Dissi, lui si fermo e si girò dolcemente.

« Si? » chiese, per un momento mi dimenticai persino la domanda. Dovetti chiudere gli occhi e respirare a fondo prima di parlare.

« Perché tutti mi chiamate Hiky? » chiesi infine, lui sorrise dolcemente.

« Beh è il tuo soprannome, adoravi usarlo da bambina » Lo guardai confusa, come poteva conoscermi cosi tanto bene se per me lui non era che uno sconosciuto?

« D-Davvero? » lui annuì e si avvicinò a me..

« In realtà… amavi cosi tanto il tuo nome e lo credevi cosi elegante da non poterlo neanche pronunciare, cosi Sora ti creò il tuo soprannome. » Stava a naso a naso con me, il suo respiro sapeva di menta, cielo, come poteva essere cosi perfetto e cosi intimo a me che ero una sconosciuta?

« T-tu mi conosci da tanto tempo? » Sussurrai contro il suo viso, per un momento pregai di non avere un brutto alito.

« Oh si ti ho vista crescere » Lui sorrise.

« È qual è il mio vero nome? » Alla fine riuscì a fare la fatidica domanda.

«Hikaru, la stella »

 

 

 

 

 

 


 ...

 

 

 

 

 


 

Spazio della scrittrice pazza.

Bene sono toornata! e questa volta voglio scrivere per bene, aggiungendo magari nuovi retroscena, nuove scene d’azione e un pizzico di amore muahahah.
Si acce critiche di ogni tipo, dopo anni ho capito che non si smette mai di imparare dai propri errori, e questa fan fiction prima o poi doveva concludersi. Cercherò di aggiornarla settimanalmente, devo ancora decidere che giorno farlo fisso… ma sul serio spero in tante recensioni!
A presto!

by

Hikaru_Tsuki

   
 
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