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Autore: Hikary    30/06/2009    4 recensioni
" Non tutto il male vien per nuocere", recita un vecchio detto. E solo nell' intricata vita di Lily Rush una pallottola potrebbe trasformarsi in qualcosa di incredibile...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bad news for you guys.. I'm come back !!!

Non ho scuse particolari per giustificare il mio ritardo colossale, tranne un'acutissima crisi d'ispirazione >_<

Ma è stata anche una questione di sopravvivenzae ora vi spiego perché xD Mi sembra di aver capito che qua siete più o meno tutti per un bel lieto fine, mentre io, dopo aver scritto all'incirca 46 finali diversi, ho capito che sono negata nello scrivere happy ending ( ..buoni buoni.. giù quei coltelli O_O .. ) . Ci ho messo tutto il mio impegno per evitare il linciaggio collettivo, ditemi voi ce ci sono riuscita ( in alternativa, sappiate che tra le lettrici della fic si trova anche Colei Che Mi Ha Insegnato l'Amore Totale per l'Angst, perciò cominciate da lei xD).


..Basta, ho detto anche troppo!


Buona lettura & spero di aver soddisfatto le vostre aspettative!



Part III : You & me


“ ..'Cause it's you and me and all of the people,

with nothing to do, nothing to prove.

And it' s you and me and all of the people

and I don't know why I can't keep my eyes off of you.. “



Le volte in cui mia sorella, la mia adorabile sorellina, si prende il disturbo di dare un segno di vita, sono rare e sempre inopportune. Ha il dono di rovinarmi irrimediabilmente l'uomore con una sola telefonata.


- Ciao Lily! Allora, che è successo di bello ultimamenete? -


Perché?

Perché le persone partono sempre dal presupposto che debba succedere qualcosa di bello?

Disgustoso ottimismo o semplice sadismo?


Il 98,6% delle volte non succede affatto qualcosa di bello.


Vogliono dare l'impressione di essere allegre, immagino.

La verità è che chi chiama non ha nessuna voglia di sapere come stai. Non ha voglia di farsi carico dei tuoi problemi, di quello che ti passa per la testa. Non ha voglia di spremere le meningi per darti un consiglio.

Proprio no.

E allora?

Allora si ralllegra che vada tutto bene e tanti saluti.


Poi c'è mia sorella.

Mia sorella che non penserebbe nemmeno se si trovasse in un quiz televisivo sul punto di vincere tre miliardi di dollari.

E' un odio profondo e antico, quello tra Chris e il verbo pensare.

Anche se certe volte m'illudo che perfino lei abbia un limite. Ma per l'appunto, mi illudo.


- Christina... mi hanno sparato. -

- Beh.. è stato quasi un mese fa. -

- Sono uscita dell'ospedale da nemmeno una settimana. -

- Ah. -


Silenzio.

Ovviamente non ne aveva idea.


- E com'è andata questa prima settimana al lavoro? -


No.

No no no.

C'era qualcosa di strano.

Molto strano.

Troppo strano.


- Tutto bene. - mentii.


O comunque, risposi senza essere proprio sincera.


Con un balzo silenzioso, Meow si fiondò sulle mie ginocchia, studiando la mia faccia preoccupata con i suoi occhioni intelligenti.

Appoggiai una mano sulla cornetta.


- Che sta succedendo Meow? - bisbigliai.


La sua risposta fu, come al solito, sintetica ed incisiva.


- Meow. -


Trotterellò via, soddisfatto di aver compiuto il suo dovere.


- Sono assolutamente d'accordo.. - commentai a bassa voce.

- Lily? -

- Scusa Chris, devo andare. -

- D'accordo. -

- Ti farai viva spontaneamente o devo aspettare una telefonata da qualche commissariato dell'Arizona? -

- Della California semmai. C'è un mio amico che ha conosciuto un tale che.. -

- Chris... Non lo voglio sapere. Fa' buon viaggio. -

- Grazie Lily. Ci sentiamo. -


Rimasi un po' a fissare il cordless .


Dai bello, fammi questo favore.

Squilla.

Non puoi mollarmi proprio adesso! Non puoi lasciare che mi metta a pensare...


E magicamente, riprese a squillare.


- Chris? -

- Aspettavi una telefonata da tua sorella? -

- Nick? -

- Hai il cellulare staccato e non hai risposto alla mia domanda. -

- Ho il cellulare staccato ?! -

- Lily, sei in grado di formulare una frase senza punto interrogativo? -

- Sì, scusa.. Ma io non stacco mai il cellulare. -

- Appunto. Iniziavo a preoccuparmi. Poi ho sentito uno squillo provenire dalla tua scrivania e... -

- Arrivo subito. -

- Ah, Lily, mi raccomando.. entra dalla porta. -


Soffocai la risatina interrompendo bruscamente la conversazione.


Forse le domande non centrano niente.

Forse io e il telefono non ci troviamo e basta.



***


Qualunque persona sana di mente, ascoltata la conversazione mia e di Nick, avrebbe una sola domanda da porsi: chi è il pazzo, fra i due?

Lui che mi dice di entrare dalla porta o io che, presumibilmente, ho l'abitudine di passare, chessò, da una finestra?


L'argomento salute mentale è sempre molto delicato, ma almeno sotto questo punto di vista, sono perfettamente normale. Io passo dalle porte.


- 'Giorno Lily.. -


Kat mi salutò per prima mentre varcavo la soglia dell'ufficio alla velocità media di duecentosessanta chilometri orari e dalla sua faccia capisco che ha capito.

Scotty sembrava sorpreso, ma tutto sommato divertito. Riuscì a cogliere appena il movimento ossessivo delle sue mani, perché puntavo dritto Vera senza guardare in faccia nessuno.


Sta giocherellando con una penna, ne sono sicura.

Lo fa sempre quando è nervoso.


- Il tuo cellulare! - cinguettò Vera, tenendo il mio Motorola tra due dita e facendolo oscillare in maniera estremamente inquietante.


Avvertì distitamente le risatine di Kat e Scotty alle mie spalle.


Okay.

Okay. Ho lasciato il cellulare in ufficio.


... E allora?!


Glielo strappai di mano con espressione omicida.


- Grazie... - sibilai.


Poi mi imposi di ignorarli completamente e per i successivi quindici minuti la mia mente fu completamente assorbita dalle ultime novità sul caso Ross.

Tuttavia, come ben sapevo, presto o tardi anche i quindici minuti sarebbero trascorsi ed io mi sarei ritrovata a dover fare inevitabilmente qualcosa.


Lode al coraggio, scelsi all'istante la via più nobile.


- Io e Kat andiamo dalla Bryce, capo. -


Se mi lascia tre minuti con Vera lo uccido, capo.


- D'accordo. Lily, non strapazzarti troppo, intesi? -


E lanciò un'occhiata eloquente alla mia collega – della serie “ tieni al guinzaglio il Setter”.

Infilai il cellulare nella tasca sinistra e uscì di gran carriera, seguita a ruota da Kat.


- Non. Ridere. - sillabai – Mai più. -


Lei si limitò – giustamente – a sogghignare in silenzio e durante tutto il viaggio in auto non aprì bocca.


Sentivo che la mia povera testa non avrebbe retto ancora.

Tanto per fare l'ennesimo punto della situazione, ricapitolai i disastri della settimana.


Punto primo, il caso era un disastro.

Sarà che non avevamo una prova, sarà che il nostro sospettato era solo il fratello di un eminente giudice di Philadelphia, sarà che la scritta “colpevole” che lampeggiava a caratteri cubitali sulla fronte di Marcus Finnigan la vedevamo solo noi della Omicidi, ma sentivo che ad Alexandra la situazione non sarebbe piaciuta affatto.


Punto secondo, la ferita mi faceva un male cane. Non potevo dirlo a nessuno – solo un altro giorno di ferie sarebbe bastato ad uccidermi sul colpo – perciò soffrivo in silenzio.


Punto terzo, quello che avrebbe determinato la mia esistenza di lì ad un imprecisato futuro: io e Scotty non ci eravamo rivolti la parola da qul giorno in ospedale. E non in senso metaforico. Era un sesno talmente pratico da farmi ancor più male della ferita.


Una settimana nello stesso ufficio, una settimana sullo stesso caso e non ci eravamo rivolti la parola.


Un miracolo?

No, bensì una precisa volontà.

Esisteva una spiegazione a tutto ciò, ma non l'avrei definita propriamente razionale.

Non c'era niente di razionale nel girotondo che eseguivamo senza sosta, al limite della coincidenza. Faceva molto commedia brillante del secolo scorso: lui entrava da una porta, io uscivo dall'altra. Sottolineo dalla porta; nonostante le battutine di Vera, non ero ancor ad un livello tale per usare uscite sul retro o finestre.


Mi odiavo, ma sapevo di essere semplicemente io.

E di non poter fare assolutamente nulla per combattere la mia stessa natura.


Tuttavia non potei fare a meno di pensare che, se in tanti anni di servizio non avevo mai - e intendo proprio mai - dimenticato il cellulare in ufficio, la famosa prima volta si era presentata in un momento quantomeno ironico.

Per non dire sospetto.

Non poteva essere un caso che il mio compagno di avveture mi tradisse proprio quando non avrei voluto entrare in ufficio per nessun motivo al mondo – e dire che non capitava spesso.

Anche se, più che il Motorola, era il caro collega ad essere il sospettato numero uno.



***



Alle coincidenze non credo per principio. Forse perché altrimenti il 90% degli omicidi si baserebbe sul mero caso, lasciando l'uomo a interrogarsi disperato sul temibile “ perché” che attanaglia il mondo.

Preferisco pensare a quegli strani scherzi del destino come a conseguenze: ogni cosa è una conseguenza e ogni cosa ha conseguenze.

E tutto diventa più logico.

E allora puoi accettare che certe cose accadano, senza troppa rabbia, senza disperarti. Le vivi, le superi e ti rendi conto che sei ancora lì, a dispetto di tutto.


Piena di tutti questi buoni sentimenti e armata di tanti bei propositi, trovai finalmente il coraggio di sedermi sulla sedia accanto a Scotty. Sorrise subito vedendomi, mossa del tutto inaspettata.

Era una situazione a dir poco assurda: io e lui, che da una settimana non facevamo altro se non evitarci, seduti davanti all'ufficio di Stillman in attesa che il Sommo Capo ci concedesse udienza.


- Allora, tu che hai combinato? - esordì ad un certo punto, rompendo quel silenzio che iniziava a farsi fastidioso – Io ho nascosto una rana nello zainetto della mia compagna di banco. -


Come prevedibile, non potei evitare di scoppiare a ridere.


- Non dirmi che spediscono ancora dal preside per così poco. - ribbattei sorridendo.

- E' un tipo severo. Comunque non credevo che lei se la sarebbe presa tanto. A quanto pare la cosa è piuttosto grave ai suoi occhi. Immagino che non mi rivolgerà la parola per un sacco di tempo. -


Strinsi le labbra in una strana smorfia.

E lo guardai, indecisa su cosa dire ma abbastanza sicura di aver afferrato il concetto.


La strana sensazione di essere intrappolata in un'enorme metafora...


- Non credo sia arrabbiata. Per niente. -

- No? -

- No. - scossi decisa la testa. - Forse è stata la sorpresa. Forse ha paura delle rane. -

- Puo' essere. -

- Un sacco di gente ha paura delle rane, sai? -

- Oppure le rane le piacciono. Ma siccome alle bambine di solito le rane non piacciono, ha paura di quello che direbbero gli altri se lo scoprissero. -


Sgranai gli occhi a quell'ultima frase.


- Okay... - borbottai, appoggiando guancia contro il mio pugno chiuso – Questa è troppo difficile per me. -


Si lasciò sfuggire una risatina silenziosa.


- Lasciando perdere le rane, anche se a mio parere era un immagine molto suggestiva, credo di aver capito dove sta il problema. -

- Non è esattamente un problema – mi affrettai a precisare – Chiamiamola complicazione. C'è una cosa che non potrei mai e poi mai sopportare, ovvero... -

- ...le misteriose sparizioni del tuo cellulare? - concluse lui al mio posto.

- Esatto. Non voglio diventare una fiction televisiva. Soprattutto una fiction televisiva con Vera e Kat tra gli spettatori. -


Per un istante lunghissimo – e che mi fece venire i brividi – non aggiunse nulla.


- Non pensare a loro. Non pensare a nessuno. Ti propongo un gioco: si chima “ al mondo ci siamo solo noi” ed è davvero divertente. -


Sorrisi, scuotendo la testa.


Come faccio con te?

Come faccio a dirti di no se riesci a farmi sorridere anche quando ho l'impressione che il mondo intero sia sul punto di crollarmi addosso?


- D'accordo, potremmo... - iniziai.


Sfortunatamente, nessuno seppe mai cosa avremmo potuto fare.

La porta dell'ufficio si spalancò proprio in quell'istante e Stillman si materializzò davanti a noi.


- Oh, capo. Finalmente! -

- Già. Di che volevi parlarci? -


L'espressione di Stillman sembrava vagamente stupita - confusa, forse – mentre il suo sguardo passava da me a Scotty e da lui di nuovo su di me.


- Niente. Niente che abbia più importanza, direi. -


Annuì, come per convicere sé stesso delle proprie parole. Ci guardò un altro paio di secondi prima di andarsene, ripetendo a mezzavoce qualcosa che non riuscii a cogliere.


E non avrei saputo dire perché – non avrei saputo esprimere a parole il folle dubbio che comiciava a farsi largo tra i miei pensieri - ma ne ero assolutamente certa.

Ripensai al suo volto un attimo prima e ne fui ancora più certa.

Sorrideva.


[FINE]



Ri-Spazio Autrice

Okay, non ce la faccio a non dire ancora due paroline!

Ce l'ho fatta, dopo aver sputato una quantità di sangue sufficiente a sfamare un mese la famiglia Cullen XD

Rispondo alle lovvatissime recensioni <3 E per eventuali recensioni a questo capitolo, tenete d'occhio questo capitolo perché le aggiungerò qua ^^


Najara: troppo buonaaaa *ç* Sono terrorizzata dall'idea di scrivere in maniera troppo “ mielosa” . Scotty è tragicamente vicino alla perfezione già nella serie ...io adoro lo sviluppo psicologico del suo personaggio!! Ad essere precisi ho deciso di sposarlo ( assieme a molti altri) nell'ep Saving Sammy. Spero che Lil non rimanga troppo male quando lo scoprirà XD L'infermiera ...beh, io volevo ucciderla, e anche in maniera atroce, ma avrei dovuto cambiare gli avvertimenti della fic aggiungendo “ non per stomaci delicati” . Troppa fatica x)P Spero che l'ultima parte soddifi le aspettative, fammi sapere che ne pensi!


Anatote: * l'autrice spalanca gli occhioni* Davvero ho convinto una yaoista DOC a tifare per i miei teSSSori? Me profondamente onorata *-* I finali – te lo dico in gran segreto, eh – erano tutti fin troppo happy ending ...non ce l'ho fatta, perdonami ç_ç Ho scritto il 47° e buonanotte. Sono stata buona però, io volevo uccidere almeno uno dei protagonisti in realtà è_é I'm kidding of course, hope you enjoyed it!


Namiiiii (L): chissà perché ho la netta sensazione che passerai di qui fra moooolto tempo x)P Vabbè, troverò il modo di farti sapere che ho aggiornato senza che tu te ne accorga è_é. La povera ragazza nella serie sta ancora peggio XD Lieta come sempre di sentire il tuo parere ^O^ Ah, dimenticavo: dopo avermi iniziata all'arte dell'Introspezione e a quella dell'Angst, passerei all'Open Final. Che ne dici, consigli per essere ancora più criptica e “ OMG!!!” ? :D


23jo: Grazieeeee ^^ Come vedi il seguito c'è e spero ti piaccia quanto il resto!

  
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