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Autore: aphs91    06/03/2018    2 recensioni
"Durante l'ora di cena non parlò con nessuno dei suoi compagni di casata, notando però che mancavano James Potter e Sirius Black. Sicuramente si erano fatti mettere in punizione, quei due. Non sopportava particolarmente nessuno dei due, ma specialmente non tollerava Sirius. Riteneva si trattasse dell'essere più arrogante (ed affascinante, doveva concederglielo) che Hogwarts avesse mai visto. [...] Terminò di mangiare prima degli altri e nascose qualche avanzo per il cane che la aspettava nella rimessa. Fingendo di essere particolarmente stanca, si dileguò dalla Sala Grande."
★ Iniziativa: Questa storia partecipa al “Playing with magic” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1267
★ Prompt/Traccia: 3. A trova un animale randagio e se ne prende cura; scopre poi essere B, un animagus.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene McKinnon, Sirius Black | Coppie: Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il vento spirava freddo dal Lago Nero. Marlene McKinnon passeggiava tranquillamente lungo le sponde di questo, osservando il cielo assumere tonalità sempre più scure. Il sole stava tramontando e sebbene le giornate si fossero allungate ancora a Hogwarts era pieno inverno.
Non pensava a nulla in particolare, fra qualche settimana avrebbe avuto l'esame di Materializzazione, ma non era eccessivamente preoccupata. Finalmente si godeva un po' di pace e tranquillità, lontana dalla Sala comune e dal vocio dei suoi compagni. Con quel freddo nessuno si azzardava ad uscire dal castello, se non per raggiungere le aule durante l'orario di lezione.
Tutto era tranquillo, finché un uggiolio catturò l'attenzione della ragazza.
Marlene seguendo il suo udito cercò di risalire alla fonte del suono e trovare l'animale che lo produceva. Camminò per qualche metro, sempre sulla sponda del Lago Nero, finché il verso si fece più distinto: proveniva da un cespuglio situato proprio lì.
La ragazza si avvicinò e scostò i rami per vedere cosa ci fosse e trovò appunto un cane nero ferito ad una delle zampe posteriori. Sembrava che qualche altro animale lo avesse morso.
- Oddio, povero cucciolo! - esclamò Marlene, avvicinandosi cautamente al cane. Quello si lasciò avvicinare continuando ad uggiolare sommessamente.
La ragazza si chinò appena e controllò la zampa ferita. Era decisamente un morso, ma non sapeva di che cosa.
- Dovrei disinfettarla... - mormorò, pensierosa. Ad Erbologia avevano accennato qualcosa riguardo le piante mediche, anche in Pozioni effettivamente, ma considerando il tipo di ferita forse sarebbe bastata qualche foglia di dittamo dalle Serre di Erbologia. Doveva solo non farsi scoprire.
Sospirò e guardò nuovamente il cane di fronte a lei che adesso muoveva appena la coda, felice forse che qualcuno lo avesse trovato.
- Non posso lasciarti qui, devo portarti in un posto riparato. - disse guardandolo. Il cane inclinò appena la testa, osservandola a sua volta.
La ragazza diede un'occhiata nei paraggi, assicurandosi di essere sola, poi estrasse la bacchetta da sotto il mantello. Con un incantesimo levitante si aiutò per trasportare il cane nella rimessa delle barche ai piedi del Lago Nero.
Una volta al riparò, frugò nelle barche alla ricerca di qualcosa che potesse fungere da coperta. In uno degli armadietti trovò un mantello logoro di lana. Lo mise sul dorso del cane.
- Ecco, adesso devo solo prendere un po' di dittamo. Resta qui, mi raccomando. - disse, pensando che effettivamente con quella zampa malandata non poteva andarsene. Il cane abbaiò, come per risponderle. Marlene sorrise e risalì rapida le scale della rimessa.
Sempre con aria furtiva si avviò verso le Serre. Sperava che non ci fosse nessuno, a quell'ora. Entrò rapida e senza riflettere sulle conseguenze della sua azione cercò sulle tavolate la pianta di dittamo. Non appena la trovò strappò via alcune foglie da una ed uscì velocemente da quel luogo.
Corse a perdifiato nel ritorno e quando giunse nuovamente alla rimessa le mancava l'aria dai polmoni. Il cane la osservava, curioso.
- Ce l'ho...fatta... - disse con voce spezzata dalla corsa. Il cane scodinzolò.
Non appena Marlene riprese un po' di fiato, medicò con cura la zampa all'animale.
- Fatto, fra qualche ora dovresti stare meglio. - disse un attimo prima che l'orologio del castello battesse le sette di sera. Stavano per servire la cena nella Sala Grande. Marlene altalenò lo sguardo tra il cane e la porta della rimessa.
- A te piace la salsiccia, immagino. - il cane abbaiò due volte, entusiasta, come se l'avesse realmente capita. La ragazza sorrise.
- Va bene, allora te ne portò un po' più tardi. - asserì per poi avviarsi verso il castello.

Durante l'ora di cena non parlò con nessuno dei suoi compagni di casata, notando però che mancavano James Potter e Sirius Black. Sicuramente si erano fatti mettere in punizione, quei due. Non sopportava particolarmente nessuno dei due, ma specialmente non tollerava Sirius. Riteneva si trattasse dell'essere più arrogante (ed affascinante, doveva concederglielo) che Hogwarts avesse mai visto. E dentro quel castello di tipi arroganti ne dovevano essere passati parecchio, se si vuole considerare che la casa Serpeverde è interamente composta da gente con quell'incredibile “dote”. Ma c'era qualcosa in Sirius che glielo faceva detestare più di tutti.
Terminò di mangiare prima degli altri e nascose qualche avanzo per il cane che la aspettava nella rimessa. Fingendo di essere particolarmente stanca, si dileguò dalla Sala Grande.

Tornata al Lago Nero, il cane nero era esattamente dove lo aveva lasciato ed una parte di lei fu felice di rivederlo.
- Ti sono mancata? - chiese vedendolo scodinzolare. - Guarda cosa ti ho portato. - aggiunse porgendogli ciò che era riuscita a prendere dalla tavolata.
Il cane non riusciva ancora ad alzarsi e si lasciò avvicinare il cibo dalla ragazza. Marlene di tanto in tanto gli accarezzava il capo, affettuosamente.
- Ti stai riprendendo. - notò sollevando il mantello ed osservando la zampa. Il cane poggiò il muso sulle sue gambe.
Restarono molto tempo in quella posizione, lei seduta a terra e lui poggiato sulle sue gambe. Talmente tanto, che alla fine Marlene si addormentò.

La mattina seguente, quando si risvegliò il cane non c'era più. Il vecchio mantello logoro era poggiato sulle spalle. La ragazza si tirò su guardandosi intorno, spaesata. Cosa accidenti era successo? Le doleva in modo terribile la schiena. Per un attimo si domandò che ore fossero, ma notando il silenzio che aleggiava intorno a lei reputò che fosse sufficientemente presto e non sarebbe arrivata in ritardo per le lezioni.
Si stiracchiò appena e quando finalmente mise a fuoco l'intero ambiente notò una figura che prima non aveva notato.
- Cosa ci fai qui? - domandò Marlene al ragazzo seduto su una delle barche. Sirius Black sogghignò appena.
- Come cosa ci faccio qui? Abbiamo passato la notte insieme! - rispose in tono malizioso. La ragazza lo guardò esterrefatta.
- Noi cosa? - chiese ancora. Il ragazzo le si avvicinò con un sorriso sornione stampato in faccia.
- Non ti ricordi? Così ferisci i miei sentimenti... - asserì. Marlene ebbe voglia di prenderlo a pugni.
- Smettila immediatamente, Black. Io non ho passato la notte con te! Ho solamente trovato un cane ferito e... - si interruppe, per poi guardarlo e far scorrere lo sguardo sino alla sua gamba.
- Eri tu. - mormorò a denti stretti. Il ragazzo ridacchiò, divertito.
- Oh sì! Sai essere molto affettuosa, sai, McKinnon? - la prese in giro. Marlene scattò in piedi con il chiaro intento di prenderlo veramente a pugni.
- Che razza di trucco è mai questo! È più che naturale che una ragazza si occupi di un cane, ferito per di più! - esclamò lei, furiosa. Sirius annuì, compiaciuto.
- Cos'hai detto appena mi hai trovato? Ah sì... Povero cucciolo! - continuò quello.
- Io ti ammazzo, Sirius Black. - mormorò a denti stretti la ragazza.
- No, se lo facessi uccideresti pure quel piccolo ed indifeso cucciolo di cui ti sei presa cura stanotte, McKinnon. -
Prima che gli scagliasse contro una delle Maledizioni Senza Perdono, Marlene si avviò su per le scale che la avrebbero condotta fuori dalla rimessa della barche.
- Questa me la paghi, Black. - disse fuori di sé. Sirius la seguì fuori, superandola e fermandosi davanti a lei.
- Ma come? Non lo sai? Si dice che la felicità è un cucciolo caldo!(*) - e prima che veramente la ragazza si scagliasse contro di lui, il Grifondoro corse via, verso il castello, ridendo.
Questa gliela avrebbe pagata, poteva starne più che certo. Nessuno si faceva beffa di Marlene McKinnon, neanche quell'essere arrogante, presuntuoso e maledettamente affascinante di Sirius Black!

angolo autrice:
Torniamo alle origini, ovvero alle fan fiction sul fandom di Harry Potter.
Erano secoli, diciamo pure una vita, che volevo scrivere una storia su Marlene e Sirius, li adoro dai tempi di Tumblr.
Dimenticavo, la frase (*) – nonché titolo della storia – è tratta dalle strisce di Snoopy e Charlie Brown, che adoro.
Btw, questa one-shot partecipa al contest “Playing with magic” indetto da Fanwriter.it
Spero vi piaccia, as always.
pace&amore.

   
 
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