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Autore: Meissa Gaunt    08/03/2018    1 recensioni
Raccolta su una figura molto importante sia nell'universo di Harry Potter che nella vita reale: le mamme. Una storia per ogni mamma, dalle più amate alle più odiate. Ogni mamma è stata importante e ha dato l'amore di cui era capace.
Il titolo è preso da una celebre frase di Herman Hesse, tratta da Narciso e Boccadoro, di grande ispirazione per la raccolta:
"Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kendra Silente, Lily Evans, Merope Gaunt, Molly Weasley, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ciao a tutti, benvenuti in questa nuova raccolta. Vi auguro una buona lettura, troverete poche note alla fine.

 
Lily

 
Il suo Harry era nato portando grande felicità a tutta la famiglia e agli amici. Si erano sposati presto lei e James, e subito erano andati a vivere insieme. La loro era una modesta casa su due piani, fatta per ospitare una famiglia. Lily n’era innamorata. Quando aveva visto la stanza vuota affianco alla camera matrimoniale, il suo pensiero era subito corso alla famiglia che un giorno avrebbero costruito, e James l’aveva anticipata, parlando di alcune idee per farne una cameretta. Una cameretta per bambini. Lily amava la luce che si accendeva negli occhi di James quando parlava del futuro. La loro piccola, traballante, perfetta famiglia presto o tardi si sarebbe ampliata e le risa e i pianti di un bambino avrebbero riempito le stanze della loro casa. Era un’idea che aveva accarezzato spesso i loro pensieri. Lily si era accorta dello sguardo di James, quasi bramoso, quando incontravano delle famiglie. Così, per i primi mesi dal loro trasferimento, la stanza rimase vuota. E a tutti e due andava bene così. Quando aveva scoperto di aspettare un bambino, quel sentimento di pura gioia che l’aveva attraversata era stato del tutto naturale. Doveva solo trovare un modo carino per dirlo a James. Gli avrebbe fatto una bella sorpresa, sì, quella sera a cena! E chissà come avrebbero preso la notizia i ragazzi! Ma il compito di dirlo loro lo avrebbe lasciato a James. Per un attimo, accarezzando il suo ventre ancora piatto, il ventre che per nove mesi avrebbe condiviso con il loro bambino, Lily dimenticò ogni cosa. Dimenticò che fuori da quella porta infuriava una guerra ingiusta, che vi erano uomini là fuori che non desideravano altro che la loro morte, guidati da un uomo crudele e senza scrupoli. Dimenticò che ogni volta che James usciva di casa l’ansia l’attanagliava in una morsa letale. Dimenticò la costante preoccupazione per i ragazzi, che vivevano soli e fuori dal suo controllo. La paura che aveva per loro - per il suo Sirius, sempre allegro e scherzoso, per il suo pacato Remus, sempre pronto ad aiutare, e il timido Peter, così spaventato da questa guerra, - si quietava leggermente quando la sera si riunivano a casa Potter e lei poteva prendersi cura di loro, viziarli. Ma non se ne andava mai del tutto, perché a fine serata loro sarebbero andati via dalla relativa sicurezza di quella casa e lei non avrebbe potuto fare nulla. Sarebbero stati felici dell’arrivo del bambino, un nuovo malandrino da addestrare, ne era sicura. Lily rise, immaginando il suo bambino e i suoi ragazzi combinando marachelle. La speranza di quella nuova vita che cresceva dentro di lei, promessa di un futuro migliore, infuse Lily di rinnovata determinazione. Quella guerra sarebbe finita un giorno. Un giorno la sua famiglia sarebbe stata libera di vivere, crescere ed evolversi, senza il giogo di quella crudeltà diffusa sotto la superficie della società. Palpitante, quasi impercettibile, talmente densa da soffocare. Quando James sarebbe rientrato a casa quel pomeriggio, gli avrebbe detto della promessa di vita che cresceva dentro di lei e avrebbero parlato dei progetti per la loro famiglia, la loro vita. E quando i ragazzi sarebbero venuti a cena quella sera, avrebbero condiviso quella gioia con loro, e avrebbero riso, ebbri e spensierati, felici che i progetti che avevano sognato si realizzassero. E la guerra sarebbe rimasta fuori dalla porta. Il dolore della perdita, della paura, un pensiero lontano, distante da loro; distante come quei ragazzi che si erano incontrati ad Hogwarts, anni luce lontani nel tempo, le cui vite si sarebbero intrecciate indissolubilmente nel tempo e nello spazio, tanto da diventare un unica vita. Lily sorrise accarezzandosi il ventre e osservò la sua bella famiglia lì riunita a cena, parlando del futuro e del loro bambino - sarebbe nato un maschio, secondo James, - di quando avrebbe camminato, del suo smistamento - un Grifondoro, ovviamente, asserirono James e Sirius - e di quanto sarebbe stato bravo a Quidditch – secondo loro non poteva che essere così, figlio e nipote di cotanta bravura -. Ma dopotutto no, non avrebbe permesso a quei folli di infilare suo figlio su una scopa ancora prima che imparasse a camminare. Nemmeno con un incantesimo di adesione permanente, James. Pensava che il suo cuore sarebbe scoppiato, incapace di contenere tutta la felicità di quel momento, e invece si adatto e prese nuove forme, pronte ad accogliere ogni emozione. Sarebbero cresciuti così, insieme, si disse, e così avrebbero affrontato ogni passo della vita, l’uno al fianco dell’altro. Sarebbe andato tutto bene, e avrebbero vissuto grandi avventure. 
Lily Potter morì poco più di un anno più tardi, a distanza di qualche minuto dall’amore della sua vita. Lasciò questa vita con la morte nel cuore e il nome di suo figlio sulle labbra. Harry. In seguito avrebbero detto che Lily Potter non aveva esitato nemmeno un secondo, quando James le aveva detto di scappare. E come avrebbe potuto? Lily era una madre. E una madre non esita. Una madre ama, incondizionatamente, incurante che questo amore la distrugga, dilaniandole cuore e anima. In seguito avrebbero detto che Lily Potter era stata una donna coraggiosa. E come poteva essere altrimenti? Lily avrebbe dato la vita per la sua famiglia. Per il frutto del suo ventre, per l’amore della sua vita, per i compagni della sua anima. Avrebbe affrontato tempeste e uragani per loro. In seguito avrebbero detto che Lily Potter si era sacrificata per la salvezza di suo figlio. E avrebbero avuto ragione. Lily era una madre. Era stata una madre sin dal primo istante in cui aveva saputo di aspettare il figlio di James. Era stata una madre, quando il dolore le aveva spaccato il corpo in tanti pezzi diversi. Era stata una madre, quando il primo vagito di Harry aveva rotto il silenzio dei loro respiri. Era stata una madre, quando l’emozione di avere Harry a casa non la faceva dormire, e restava incantata a guardarlo. Era stata una madre, quando l’orgoglio le gonfiava il cuore ad ogni nuovo traguardo di Harry. Era stata una madre, quando le avevano spezzato il cuore, e la paura aveva sostituito l’emozione, e restava sveglia a guardare Harry dormire, spaventata, terrorizzata che potesse essere l’ultima volta. Era stata una madre, quando aveva vissuto con il terrore come compagno, terrore di perdere tutto ciò che amava. Era stata una madre, quando lui li aveva trovati, e James era morto, e tutto ciò che voleva era che Harry si salvasse. Era stata una madre, quando aveva dato la sua vita, senza esitazione, per la vita di suo figlio.
Sii forte, Harry. Mamma ti ama. Papà ti ama. Sii forte, Harry. Sii prudente.1
Lily Potter morì il 31 ottobre 1981. Sacrificò la sua vita per amore. Per amore di quel figlio che lei e James avevano tanto desiderato. Perché è questo che fa una madre, quando la fine giunge e la speranza frana2. Da tutto ciò che le resta.




Grazie a tutti di aver letto. Questa è una raccolta con un unico tema centrale: le madri. Pubblicherò tutte one-shot, senza un termine di pubblicazione, man mano che scrivo. Preciso per le due piccole note 1,2 che sono frasi che non mi appartengono: la prima è di J.K. Rowling, la seconda è di ispirazione a una frase di Elisa Rosso, nella sua trilogia Il Libro del Destino. Grazie, alla prossima. Meissa Gaunt
  
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