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Autore: Hesper    09/03/2018    0 recensioni
[Fate/Extra CCC]
Meltlilith ha realizzato l'opera della sua vita: un modellino di quindici centimetri della sua amata Hakuno. Passionlip s'imbatte di nascosto nell'opera della sorella, con prevedibili conseguenze.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un aggiustamento qui, una sistematina lì…
Ed ecco fatto.

Si allontanò di qualche passo, ammirando la sua opera d’arte.

Finalmente, dopo tutto quel tempo, ci era riuscita. Dopo ore e ore di lavoro non-stop, in cui si era chiusa a chiave nella sua stanza per scongiurare eventuali disturbi, Meltlilith aveva completato l’opera della sua vita: un’action figure di quindici centimetri della sua amata Hakuno.

Era perfetta. Doveva esserlo, perché aveva messo un’estrema cura in tutti i passaggi. Dai capelli ai tratti del viso, dai vestiti agli elementi più piccoli come le dita della mano, il fiocco della sua divisa e le scarpette piane, tutto era stato costruito coi materiali e gli utensili più nuovi e raffinati.

E il risultato era degno dell’impegno che la ragazza aveva incanalato in quell’opera.

Il lavoro era stato svolto talmente bene e lei era così soddisfatta del suo operato che non poté fare a meno di sudare e fremere per l’eccitazione che quella idilliaca visione le causava.

Ora che aveva terminato tutti i preparativi, poteva finalmente vessare quel modellino con tutti gli atti che non era riuscita a perpetrare sulla persona che ritraeva quando ne aveva avuto l’occasione.

L’avrebbe racchiusa tra le sue mani e avrebbe mosso i suoi minuti arti a suo piacimento – era incapace di farlo da sola, sarebbe stata lei a decidere tutto, a controllare ogni sua posizione. Le avrebbe alzato una gamba e aperto l’altra, e se la sarebbe portata alla bocca per leccare il suo centro, le sue natiche, e la sua gamba per aria in tutta la sua lunghezza.

L’unica cosa di cui si dispiacque era che la bambola, non avendo coscienza, non poteva opporsi, né dimenarsi, né gridare o lamentarsi. Allora sì che sarebbe stato davvero perfetto. La mancanza di questo dettaglio, però, non le impedì di incrementare la sua eccitazione, che la portò ad inumidire il suo sottile piatto argenteo.

Puntando il suo sguardo ancora annebbiato dal desiderio sull’orologio, però, decise di rimandare quegli atti così gratificanti a dopo. Tanto l’altra metà era un oggetto inanimato, l’avrebbe sempre avuta alla sua mercé.

A quell’ora, infatti, sarebbe arrivata la stoffa per cucire gli indumenti di riserva per l’action figure di Hakuno, più altro materiale per costruire altri modellini in scala.

Avrebbe realizzato un vestito lungo e bianco, dei nuovi gambaletti, un body, un costume da bagno, della biancheria intima… Tutto ciò che le veniva in mente e che donava alla costituzione esile e graziosa del suo corpo di plastica.

Prima di andare a ritirare la merce, però, si avvicinò all’action figure.

“Torno tra poco, Hakunon, amore mio” soffiò su di lei, spostandole delle ciocche castane dal collo per poi leccarglielo fino all’altezza dell’orecchio.

Ciò fatto, uscì dalla sua stanza, un sorriso soddisfatto ed eccitato stampato sulle labbra.

 

Nello stesso momento, nel corridoio, stava passando anche Passionlip, con il suo incedere lento e oscillante a causa del peso imponente dei suoi artigli e dei suoi seni.

Si ritrovò proprio dietro la sorella, che invece camminava a passo veloce, quasi saltellante, producendo un fastidioso rumore metallico con i suoi enormi e affilati tacchi.

Quella vista lasciò perplessa la più giovane. Di solito Meltlilith non era mai così eccitata ed euforica: al massimo la si poteva vedere in preda ai suoi complessi di superiorità.

Notò anche che la porta della sua camera era aperta. Era sua usanza tenerla chiusa per non farla entrare. Diceva di avere degli oggetti delicatissimi che lei non poteva assolutamente toccare.

Magari, se fosse andata oltre a quella porta, avrebbe finalmente trovato la risposta che cercava…

Se lo avesse fatto, però, Melt si sarebbe arrabbiata tantissimo!

D’altra parte, però, voleva assolutamente informarsi sulla questione che rendeva la sorella maggiore così eccitata.

Cosa fare, quindi? Lasciar perdere o svelare l’arcano?

No, doveva scoprire la ragione della sua euforia. Era un’occasione troppo rara per essere lasciata andare così.

Fece quindi un bel respiro, come per darsi coraggio, ed entrò nella camera di Meltlilith.

Si guardò intorno, straniata. Era praticamente circondata da action figures, tutte posizionate su scaffali protetti da teche di vetro, coi grandi occhi disegnati puntati al centro della stanza, dove vi era lei.

Questo inconveniente la mise un po’ a disagio. Sembrava che la stessero fissando tutte, disgustate dal suo aspetto, pronte a prenderla in giro e a bullizzarla.

Dismise subito quel pensiero, giacché erano oggetti inanimati, e fino a prova contraria almeno quelli non la schernivano. Piuttosto, rimase sorpresa dalla loro quantità e dalla cura con cui erano stati realizzati.

Li ha fatti tutti la sorellona, questi?

La ragazza sapeva, infatti, che la sorella maggiore era appassionata di modellismo, in particolare di quello giapponese. Le bambole americane sono troppo muscolose e sgraziate, diceva lei, mentre quelle giapponesi sono più morbide ed eleganti.

La vedeva spesso entrare in camera sua con degli strani materiali, e quando lo faceva chiudeva sempre la porta, come per non essere importunata da lei. Era sempre stata curiosa, però, di vedere le opere di Meltlilith, e facendo quell’esplorazione aveva soddisfatto quella sua voglia.

Ad un certo punto, voltandosi verso la scrivania, spalancò i suoi grandi occhi rosa, stupita.

Appoggiata su di essa, si ergeva, infatti, una figure bellissima, la più bella che avesse mai visto. Capelli castani lunghi e mossi, grandi occhi color nocciola, viso tondo e paffuto, corpo grazioso e delicato fasciato da una divisa scolastica blu…

Quella bambola che la sorella aveva costruito e che stava in piedi tra gli utensili da lavoro sparpagliati alla buona altri non era che Hakuno, la sua bellissima Hakunon, il suo principe, l’amore della sua vita.

Sapeva che anche Meltlilith ne era innamorata persa, così come la sua mamma B.B., e sperava infatti che le due non l’avessero traumatizzata con le loro oscene richieste.

Dal canto suo, Passionlip sentiva di avere ancora una speranza con lei: il suo principe, infatti, l’aveva salvata diverse volte dagli altrui abusi. L’unica cosa che le mancava era farsi stringere la mano da lei. Con quell’azione avrebbe sicuramente sigillato il suo amore per lei, eliminando la concorrenza.

Stringerle la mano…

Inconsciamente, Passionlip posò il suo sguardo sulla mano dell’action figure. Così delicata, così sottile…! Aveva proprio una voglia matta di accarezzarla, anche solo con un dito.

Ma se poi la rompeva? Se ne sarebbe dispiaciuta moltissimo. Inoltre, Meltlilith si sarebbe infuriata con lei.

Però la voleva toccare. La voleva assolutamente toccare. Anche solo sfiorarla le sarebbe andato bene.

Alzò quindi l’enorme mano di metallo, per poi avvicinarla al modellino. Lo fece di scatto, incapace di sollevarla piano piano a causa del suo peso.

E una tragedia accadde.

Nel processo, le sue dita colpirono la bambola, facendola cadere.

Oh, no, no, no. Se Melt mi vede sono spacciata.

Nonostante fosse agitatissima, in preda all’ansia, cercò di mantenere la calma e pensare razionalmente.

Peccato che non ci riuscì, altrimenti non avrebbe peggiorato la situazione.

La raccolse quindi con una mano, di modo da sistemarla nuovamente in piedi. Probabilmente la presa fu troppo stretta, e degli orribili crack furono udibili in tutta la stanza.

Ecco.

Passionlip si agitò ancor più di prima, timorosa per la reazione della sorella. Aprì piano piano la sua mano, e… Era distrutta. L’action figure di Hakunon era totalmente distrutta. Di lei non rimase altro che un ammasso di arti di plastica, un busto diviso a metà e una testa staccata dal collo.

No, no, no, no. E adesso che faccio?

Rifletti, rifletti. Puoi sempre tentare di assemblarlo. Non perdere la calma.

Il suo rimedio fu però inutile. Più provava a rimettere assieme i pezzi, più la bambola sembrava irrecuperabile.

Doveva arrendersi, ormai. Non c’era più nulla da fare. Il modellino era rotto, disintegrato, e Meltlilith l’avrebbe sgridata fino a farla piangere.

Si stava per buttare a terra, in preda alla disperazione, quando una voce suadente ma autorevole le impedì di abbandonarsi.

“Cosa stai facendo qui?”

Sgomenta, raddrizzò la schiena più che poté, cercando di nascondere il suo disastro.

Non poteva andare peggio di così. Ora che era lì se ne sarebbe accorta immediatamente e l’avrebbe insultata.

Ad ogni passo, i tacchi della sorella maggiore sfregavano sul pavimento, producendo un fastidioso stridio. D’istinto, Passionlip si buttò sulla scrivania per coprire ulteriormente la tragedia, rischiando di spaccare in due anche quella con il suo enorme petto.

“Lip, dov’è la mia Hakunon?” chiese Meltlilith, inquisitoria. “Non buttarti così sulla scrivania che la rompi! Sei davvero tarda. E poi che ci fai qui dentro? Ti ho detto mille volte di--”

“Sorellona, non l’ho fatto apposta!” esclamò lei quindi, con le lacrime agli occhi. “La volevo toccare, era così bella, ma poi--”

No, no, perché glielo stava dicendo? Così era troppo evidente che era colpa sua! Doveva dirle che era caduta da sola!

Non se la sarebbe mai bevuta.

D’altra parte, Meltlilith sbiancò, in preda all’agitazione.

Dimmi che non è successo.

Aveva un bruttissimo, orribile presentimento. L’impressione che la sorella minore si fosse avvicinata al suo capolavoro e l’avesse accidentalmente rotto con la sua delicatezza.

“Lip, apri le mani” le ordinò, fredda.

“No!” rispose l’altra, piangendo.

“Muoviti!”

“Ho detto di no!” esclamò, risoluta, assumendo una posizione ancora più difensiva.

La sorella maggiore si stufò presto di quella sceneggiata e cercò di spostare l’altra dalla scrivania. Al contrario di lei, Passionlip aveva un senso del tatto molto sviluppato, ragion per cui, al contatto con lei, si tolse quasi immediatamente, senza però dimenticarsi di protestare e piagnucolare.

Quando la sorella minore si allontanò sufficientemente, vide la tragedia, l’ignominia, l’ineffabile. La sua bellissima Hakunon, perfetta in ogni suo dettaglio, ridotta irrimediabilmente in poltiglia.

Digrignò i denti e serrò le mani a pugno, irata per la situazione. Doveva chiudere la porta a chiave di nuovo, lo sapeva. Altrimenti quell’idiota di sua sorella combinava disastri, come aveva fatto in quel momento.

Perché era stata così imprudente? Ma soprattutto, perché a Passionlip doveva venire lo sfizio di toccare le sue cose rompendogliele nel processo?

“E che diamine, se non ti faccio entrare qui dentro ci sarà un motivo!” esclamò, stizzita. “Sei proprio stupida. Ogni volta che fai qualcosa combini tragedie. La prossima volta fatti gli affari tuoi, che è meglio. Neanche te la faccio vedere la prossima figure che costruisco”.

Sospirò, esasperata. “Ora va’ via. Non ti voglio più vedere per un po’. Ti lascio andare così solo perché fortunatamente ho del materiale di riserva con cui costruirla di nuovo”.

Passionlip, ancora in lacrime, sussurrò un “scusami”. Abbassò la testa e, con passo oscillante e lento, lasciò la stanza.

Aveva ragione. La sorella aveva totalmente ragione. Riusciva a spaccare ogni cosa che toccava: era uno dei motivi per cui tutti la ripugnavano. Ora non poteva neanche più guardare quei bellissimi modellini, né vedere il prodotto finito della nuova figure di Hakunon.

Quando la sorella minore uscì, Meltlilith chiuse la porta a chiave, esasperata. Doveva ricominciare tutto da capo, e tutto per colpa di quella ritardata della sorella.

 


 

Note dell'autrice:

Sono tornata! Era da tre anni che non pubblicavo nessuna storia su EFP. La causa principale è stata la mancanza di tempo, ma in realtà hanno contribuito anche la mia voglia di migliorare e pensare bene a quali tipi di scritti potevo dedicarmi. Ripubblico qui molto di buon grado: sinceramente il fatto di mettermi ancora una volta in gioco mi è mancato :')
Ma passiamo alla storia vera e propria.
Come mio solito, questa è una fic che ho scritto di getto qualche mese fa in un momento in cui ero proprio annoiata.
L'ispirazione mi è venuta per tre motivi: uno, credo che su internet esista solo una fic sulle Alter Ego (io ad esempio l'ho letta, e l'ho trovata anche molto carina!), peraltro non su EFP; due: avevo visto un artwork in cui Melt teneva in mano un'action figure di Hakunon e non ho resistito (come non ho resistito a citare la sua famigerata “Doll Mania”) XD; tre: trovo che Meltlilith e Passionlip siano dei personaggi davvero interessanti e scritti divinamente, e mi dispiace davvero tanto che ricevano così poco amore nel mondo delle fanfic :'( Alla luce di ciò ho deciso di adoperarmi io, nella speranza di aver reso omaggio a queste due belle ragazze :)
Spero di aver fatto un buon lavoro sia con la trama sia con i personaggi e che la fic sia stata apprezzata, sia da chi già conosceva queste due belle bimbe, sia da chi invece le ha viste qui per la prima volta. Magari a questi ultimi ho fatto conoscere dei personaggi nuovi, e spero di avergli dato la curiosità di vedere in azione la loro versione originaria ^o^
Ovviamente, se volete condividere con me e gli altri il vostro parere siete liberissimi di farlo con una recensione! Mi piacerebbe sentire cosa pensate di questa fic, e se vorreste vedere nel fandom più storie di questo tipo.
Detto ciò mi dileguo, che ho già parlato abbastanza. Un grazie a chi ha letto, ed eventualmente a chi recensirà.

A presto! ^o^

  
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