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Autore: La X di Miria    30/06/2009    1 recensioni
Parla di un drago e di un angelo...una pinguinata insomma!!!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era buio. Un buio opprimente e soffocante. Si faceva fatica persino a respirare in quell'antro gelido, nell'antico tempio di Nail, adibito solamente alla profonda adorazione del dio. Ma lei non era venuta per pregare, bensì per salvarsi la vita. E non solo la sua.

Attraversò a grandi falcate la navata principale, mentre file di colonne scorrevano ai suoi fianchi, immobili come zelanti sentinelle. Dall'alto di esse, serpenti la fissavano bramosi con i loro occhi splendenti. Anche in quell'oscurità millenaria la luce c'era, ma quella di Antraxia o del Male.

«Dev'essere qui...»

Salì il gradino in marmo nero e si guardò attorno, ma questo le servì a ben poco. Certo, Antraxia brillava, ma si limitava a scansare l'oscurità intorno alle colonne e non a rischiarare l'intera navata. Odiava abbassarsi a strisciare nel ventre umido della terra, non tollerava le umiliazioni!

Con disciplina ferrea dominò la rabbia che era avvampata in lei d'improvviso e si concentrò per l'incantesimo. Si posizionò di fronte all'imponente statua di Nail, il Drago-Ossidiana, il Messia Oscuro. La luce di Antraxia che sfavillava nelle sue orbite di pietra brillò di un chiarore pari a quello solare.

Tranquillo, non agitarti, tra poco sarai libero.

Sorrise. Era incredibile quanto quella situazione fosse paradossale. Lei, Erewing Maxistio, Somma Sacerdotessa del tempio di Leandra-nar, l'angelo che aveva segregato il Messia nella sua prigione millenaria, si ritrovava a pronunciare il Novo, l'incantesimo della Liberazione dell'Anima per lui!

Con riluttanza, portò le mani davanti a sé. I capelli candidi le si appiccicavano alle tempie e gli occhi neri si dilatarono. Iniziò ad emanare un'aura celeste, quasi bianca. Le sue labbra sottili si mossero a spezzare gli antichi vincoli con cui aveva sigillato il Male nel suo regno. Cantò. Un canto serafico, capace di allietare anche il più martoriato degli animi ma anche di uccidere con spietata freddezza. Altrimenti come avrebbe potuto arrivare fin lì? La morte la soddisfaceva, uccidere la faceva sentire potente, superiore, completa.

Ecco perché sei l'unica ad avere qualche possibilità con Nail. Tu uccidi!

«Naserk, arijima na te, shinre, lilasta naysa arkanos.»

Le sue parole si frantumarono sul marmo, il terreno vibrò, le colonne traballarono, la volta scricchiolò. E fiumi di schegge scivolarono sul pavimento. Anche la statua di Nail cigolò e un solco profondo si aprì all'altezza del muso, spaccandolo a metà. Luce oscura si aprì un varco tra l'ossidiana.

Erewing proseguì anche se il cuore minacciava di fermarsi e i muscoli sfibrarsi per la troppa energia richiamata. Quando non ce la fece più, gridò un'unica, tonante, parola: «Nail!», e cadde in ginocchio, ansante, mentre tutto il tempio intorno a lei collassava, assordandola. Luce scura avvolse tutto. Ci fu un ruggito assordante che fece vibrare l'intera struttura sin nelle fondamenta e il pavimento si sbriciolò, rivelando il lago di lava su cui era sospeso. Nail comandò e sei diafane ali nere si spiegarono nell'ombra. Con un’ultima scrollata si liberò dei frammenti d'ossidiana che ancora lo ostacolavano. Era libero, finalmente. La Luce di Antraxia rifulse e tutto si calmò.

«Erewing! Da quanto tempo...», esordì con voce gutturale. Il suo aspetto mastodontico strideva alquanto con l'eleganza e la fluidità dei suoi movimenti e Erewing ne rimase ipnotizzata. «Non... aspettarti da me... altri favori.», ansimò lei, alzandosi in piedi e cercando di darsi un contegno. «Ti ho liberato e tu devi pagare il tuo debito.»

Gli occhi di Antraxia del drago brillarono intensamente e una vampata color malva saettò sopra la testa dell'angelo, incenerendo l'aria e illuminando le vestigia del tempio, ma Erewing mantenne la calma.

Nail rise, avanzando verso di lei fino a fermarsi a un niente dal suo viso roseo. S'inginocchiò.

«E sia.»
  
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