e gli sarebbe servita una giornata intera per prepararsi.
-Ciao, George- una voce melodica colpì le sue orecchie e ringraziò il cielo di essere girato: sarebbe sprofondato se Luna avesse visto il forte rossore che l’aveva colpito.
-Ciao, Lulu, come stai?- non si voltò, voleva assicurarsi di estinguere l’incendio che l’aveva colpito in tutto il corpo,
ogni volta che la vedeva o la sentiva sembrava che il suo corpo venisse acceso da un gruppo di piromani.
-Bene…parto per Edimburgo- disse lei, la voce le tremava e sembrava anche molto triste. George si voltò di scatto, rinunciando a calmarsi e le andò vicino: non voleva perderla, già Fred l’aveva lasciato e non poteva permettersi di perdere anche la donna della sua vita.
Si avvicinò piano, sfiorandole delicatamente le guance con le mani sporche di polvere da fuoco d’artificio e la baciò. Luna rispose subito al suo bacio, ma si dovettero allontanare perché alla ragazza scappò uno starnuto. George la guardò interrogativo e lei scoppiò a ridere.
-Sono allergica alla polvere-disse lei riavvicinandosi, ma lui indietreggiò -Cos’è? Non mi vuoi più?-
-Non voglio che tu stia male…vado a lavarmi le mani-e fece per andarsene.
-E no, caro mio, mi sono dovuta inventare una balla per farmi baciare, adesso non ti faccio scappare per una stupida allergia- ribatti lei chiudendo di nuovo la distanza fra loro due.