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Autore: Ash Visconti    15/03/2018    2 recensioni
Quando sei moralmente distrutto il supporto dei tuoi familiari ti viene sempre in aiuto per risollevarti il morale.
Storia partecipante al contest "Tredici storie per tredici fratelli" del The XIII Order Forum!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nota: La storia si ispira ad un fatto di cronaca reale che mi ha fatto conoscere il mio amico Suikotsu, utente di EFP.


Voglio bene a mia sorella, un bene dell’anima. E sono triste per lei che non riesce ad avere una vita normale come me.
Ho paura per lei, paura che le durezze della vita la spingano a gesti estremi. Per questo voglio darle tutto il mio supporto.
Un pomeriggio era tornata a casa nostra dopo una passeggiata, sconvolta. I nostri genitori non erano in casa e io stavo studiando per il prossimo esame; l’ultimo anno di liceo era davvero complicato!
«Ehi, Elisa, sei tornata! » dissi salutandola allegramente, distratta dai libri, e ignara del suo umore.
Tuttavia lei non mi rispose: si limitò a sedersi sul divano. Alzando lo sguardo dai libri, notai subito che aveva la faccia di una sull’orlo delle lacrime.
«Sorellona, che cos’hai? » esclamai avvicinandomi subito.
«N-non ne p-posso più! » singhiozzò, ormai alle lacrime.
Senza dire nulla mi sedetti accanto a lei, abbracciandola e lasciando che si sfogasse con la testa appoggiata alla mia spalla.
Non ci volle molto a capire il motivo del suo umore: l’avevano di nuovo insultata, ma di sicuro in maniera pesante, dato che in parte Elisa era avvezza agli insulti.
E tutto per il suo aspetto!
Elisa di viso non era brutta, anzi, la consideravo graziosa, ma ogni volta le persone si dimenticavano che anche lei aveva una faccia, solo io o i nostri genitori la guardavamo nei tristi occhi marroni.
Il mio sguardo si fissò sull’unica stonatura del suo fisico.
I seni.
Per Elisa i suoi seni erano una tortura. Se io avevo una normale seconda, lei invece aveva dei seni molto più grossi dei miei.
Madre Natura è strana: a volte ci dà una bellezza divina, altre volte ci rende molto alti o molto bassi, altre volte invece ci rende inguardabili o cerebrolesi.
Con mia sorella Madre Natura le aveva fatto un dono crudele, poiché tutti, maschi e femmine, ritenevano che una donna non potesse avere per natura dei seni così grossi. Sicuramente quei seni dovevano essere rifatti con la chirurgia plastica. Questo pensavano maschi e femmine nella loro mente quando vedevano Elisa.
Elisa, la mia sorellona più vecchia di me di cinque anni, così dolce con me, aveva una vita da incubo per colpa dei seni: non solo aveva difficoltà a sdraiarsi e dolori alla schiena, faceva cadere gli oggetti, aveva problemi a vestirsi e a trovare abiti adatti, ma ovunque andava non faceva altro che ricevere ogni genere di commenti sgradevoli, insulti e derisioni, tutti uniti alle accuse di essere rifatta.
Era un supplizio più o meno forte per lei uscire ogni volta, sentendo i mormorii offensivi al suo indirizzo.
“Baldracca”, “vaccona”, “rifatta” questi erano i complimenti più dolci che riceveva  dalla gente ogni volta che usciva fuori.
Per i maschi, adolescenti con gli ormoni a mille o maturi già esperti e navigati nel sesso, era solo un oggetto. Sì, ecco com'era vista, un oggetto! Nient’altro che un oggetto utile a soddisfare le loro perverse fantasie sessuali.
Ieri mi era venuto l’inquietante pensiero che i ragazzi del liceo si facessero le seghe pensando a lei.
Non parliamo poi della spiaggia! Elisa ormai aveva il terrore di andarci in bikini, e nemmeno a me sarebbe piaciuta l’idea di suscitare un’erezione generale nei maschi per il mio fisico.
Non aveva un ragazzo, timorosa che la volessero solo per scopare; e infatti un paio di fighi stronzi l’avevano scaricata quando si erano resi conto che non c’era una scopata in vista.
Per le femmine la situazione non era migliore: battutacce sul fatto che fosse una troia rifatta, spesso dettate dall’invidia.
“L’avessi io il seno di tua sorella!” aveva detto una mia compagnia di classe. “I maschi cadrebbero tutti ai miei piedi!”
In preda alla rabbia le avevo augurato mentalmente di essere davvero nei panni di mia sorella, magari con le tette ancora più grosse!
« Dimmi cos’è successo… » mormorai dopo che si era un po’ calmata.
Tirando su col naso, Elisa mi raccontò che stava facendo la solita passeggiata, cercando di evitare strade affollate di gente, però, a causa del traffico, aveva dovuto passare davanti ad un bar affollato. Dato che oggi è fine maggio era inevitabile che si attirasse gli sguardi di tutti addosso per come si era vestita leggera.
Mentre passava vicino al bar aveva udito un rumore alle sue spalle, e girando lo sguardo in quella direzione aveva visto un ragazzo di bell’aspetto che si muoveva in modo strano, goffo e…
In un attimo aveva capito che la stava deridendo per le sue misure, magari accusandola di essersi rifatta il seno.
E continuava quel ragazzo, e diversa gente lo guardava ridendo. Una ragazza seduta vicino a lui iniziava a ridere a crepapelle.
Purtroppo episodi del genere non erano una novità, ma…
« Q-quel ragazzo era… G-Star! »
Sbarrai gli occhi.
« Cosa? Il cantante? Sei sicura? »
« S-sì! »
Io e mia sorella non eravamo grandi appassionate di musica, ma G-Star erano un volto molto noto.
Attualmente aveva solo diciotto anni, ma aveva cominciato una brillante carriera in salita a partire da quattordici anni, col nome d’arte di G-Star.
G-Star di qui, G-Star di là, era famoso in tutta Italia, un successo che non mi spiegavo: i testi delle sue canzoni non mi parevano un granché ed i suoi unici fan erano ragazzine che gli sbavavano dietro come cagne in calore, non vedendo l’ora di farselo.
Pure al mio liceo c’erano sue fan arrappate che rivolgevano all’indirizzo della sua attuale fidanzata frasi del tipo: “Quella è una troia, non se lo merita!”
« Poi, me ne sono andata… S-sono scappata via! »
Provai una forte rabbia. Quel G-Star non era un cantante: era solo uno stronzo, un teppista coglione e sopravvalutato! L’anno scorso e quest’anno ne aveva combinati di casini, ma ne era uscito pulito. Perché?
“Perché è bello, ricco e famoso, e crede di poter fare quello che gli pare!” aveva detto una volta mio padre con disgusto.
Abbracciai più forte mia sorella, sapevo che se avesse potuto tornare indietro per cambiare qualcosa della sua vita, sarebbe stato ottenere una normalissima seconda di seno.
« Eli… Qualunque cosa accadrà, sappi che io sono sempre qui per te… »
Non serviva aggiungere altro.
Elisa sospirò e mi abbracciò forte a sua volta.
« Grazie, Daniela. Ti voglio bene. »



Il seguente racconto è presente anche sul mio sito di Wattpad:

https://www.wattpad.com/547797433-problemi-di-seno
   
 
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