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Autore: nemesi06    30/06/2009    8 recensioni
Amare non è solo quel sentimento che porta a desiderare fisicamente qualcuno, è un insieme di passioni, emotività, percezioni, riversati verso qualcuno che diventa parte della nostra vita. Amare può anche vuol dire stare nell'ombra, rimanere indietro di qualche passo ed esserci anche solo per tendere una mano in momenti difficili, o anche bellissimi, ma che non vanno vissuti da soli. Storia che si è classificata quarta al concorso "ODIO ET AMO" indetto da Ale2 e Setsuka.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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pubblicare roy-ed FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.
FanFiction nata per il contest indetto da  ALE2_ e Setsuka  "ODIO et AMO"
Titolo:  UNA MANO AMICA
Personaggi: Roy Mustang / Edward Elric
Rating: VERDE
Autrice: NEMESI06


Note: mi rendo conto che la trama non è originale e molto sviluppata, ma dopo aver saputo che non ci sarebbe stata una storia su di loro nel contest, ho deciso di provare, anche se ero già presa con la Itachi-sasuke.
Quindi chiedo perdono se non è il massimo, ma tra studio, lavoro, e l'altra storia, il tempo è stato poco.
Il tema è amore e odio, io ho interpretato questo a modo mio, spero vi piaccia.
Quando usciranno i risultati, li aggiungerò.

Un grandissimo ringraziamento a My Pride.

Nota: questa è la seconda fiction che ho scritto per il concorso, la prima è una Itachi-Sasuke NON YAOI. E' la prima che scrivo su naruto e magari se vi va, fateci un salto e fatemi sapere cosa ne pensate, si chiama "Fragment of us"


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Amare non è solo quel sentimento che porta a desiderare fisicamente qualcuno, è un insieme di passioni, emotività, percezioni, riversati verso qualcuno che diventa parte della nostra vita.
Amare può anche vuol dire stare nell'ombra, rimanere indietro di qualche passo ed esserci anche solo per tendere una mano in momenti difficili, o anche bellissimi, ma che non vanno vissuti da soli.
Le sfaccettature che questa parola nasconde sono impossibili da elencare perché nessuno è in grado di conoscerle tutte.
 Ognuno le vive, le percepisce come proprie e tali devono rimanere.
Basta solo aprire il proprio cuore, accettare ciò che ci permette di provare serenità, felicità, armonia... e in questo modo, un po' di questo immenso sentimento, sarà entrato a far parte di noi e potremmo così donarlo a coloro che per noi diventano il centro del nostro mondo.


La piazza d'armi di fronte al quartier generale era stata addobbata come nelle migliori occasioni, bandiere sventolavano a festa grazie al vento che si era alzato negli ultimi minuti, donando un po' di refrigerio ai tanti soldati che attendevano la cerimonia che sarebbe iniziata a momenti.
Un ragazzo camminava lungo i corridoi ormai deserti, gli ultimi ritardatari si erano affrettati per riuscire a trovare ancora qualche posto disponibile.
Sbuffava e borbottava mentre avanzava svogliato verso la sua meta.
Ogni tanto lanciava qualche occhiata alle finestre per scorgere qualcosa di quei preparativi da cui lui si era tenuto intelligentemente alla larga.
Non gli interessava fare le prove o altre idiozie simili, lui sapeva quale ruolo interpretare: starsene nelle ultime file, nascosto, per potersene andare via in fretta.
Il rumore ovattato degli ultimi ordini impartiti ai plotoni arrivarono alle sue orecchie e decise, per pura curiosità, di darvi una sbirciatina più approfondita.
Schierati a festa, vi erano i militari che non aspettavano altro di porgere il loro saluto e la loro obbedienza a colui che, tra pochi minuti, avrebbe avuto nelle sue mani il loro destino.

 < E' il giorno più importante della sua vita e si permette pure di fare tardi > sbuffò sempre più irritato.
< Perché poi devono sempre mettere in mezzo me?  > si scompigliò i capelli e riprese a percorrere la parte di corridoio che lo avrebbe condotto al quel maledetto ufficio.
Non ci volle molto, in pochi minuti si ritrovò di fronte alla porta sulla quale vi era in bella mostra una targhetta dorata appena cambiata.



" Roy Mustang  comandante supremo "



< Ma guarda te cosa mi tocca leggere, quel maledetto alla fine è riuscito ad arrivare in alto... spero che ci caschi da quel piedistallo > un finto ghigno di fastidio si disegnò sul volto.

Bussò senza esagerare nel colpire la porta.

Attese alcuni secondi, ma non ricevendo risposta e dato che la pazienza per lui era qualcosa di alquanto sconosciuto, entrò senza farsi troppi problemi.

< Capisco che forse con l'avanzare dell'età l'udito possa fare cilecca, però... >

Alzò lo sguardo con un sorriso provocatorio pronto a ricevere la risposta piccata dell'altro, ma i suoi occhi si spalancarono per lo stupore.
Roy Mustang se ne stava in piedi di fronte alla finestra, con le spalle alla porta.
Le mani incrociate dietro la schiena, sulle spalle le decorazioni dovute al nuovo grado militare acquisito, al lato destro del corpo la sciabola faceva bella mostra, l'elsa dorata brillava a contatto con i caldi raggi del sole, somigliando a una pietra preziosa.
Il moro non sembrava nemmeno essersi accorto della sua presenza, che però, all'interno di quella stanza, appariva quasi fuori posto.
Non era la prima volta che Edward riusciva percepire il carisma sprigionato da quell'uomo ma  mai, in tutti quegli anni, si era sentito così in soggezione, o meglio, immaturo.
Il ragazzo aveva potuto toccare con mano quanto i subordinati di Mustang gli fossero fedeli, quanto credessero in lui.
 A
ll'inizio non ne capiva esattamente il motivo, per lui era solo un militare come tanti che cercava di fare carriera... questo pensava finché non ebbe la possibilità di conoscerlo più a fondo.
Aveva visto la sua forza, la sua determinazione e anche il coraggio nell'affrontare momenti difficili:  la morte del migliore amico, il suo non cercare la vendetta  ma il suo incedere senza voltarsi indietro. ( Lo avevano colpito più di quanto volesse ammettere anche con se stesso.
Spesso il fratello lo rimproverava a causa del suo comportamento burbero verso il colonnello, ma per lui era normale tenere quel tipo di atteggiamento, anche se  non per il motivo che pensavano gli altri.
Lui non odiava Mustang.
Certo, affermava continuamente questo, ma un sentimento così negativo lo riservava solo a poche persone, cioè a coloro che gli avevano fatto conoscere l'inferno.
Non lo sopportava, almeno, non reggeva certi suoi atteggiamenti spavaldi, irritanti e megalomani che, però, in alcuni momenti sparivano da quel volto così perfetto e fintamente indifferente.
Nel nero dei suoi occhi vi aveva scorto più di una volta amarezza, rimpianti.
Nel suo sorriso vi aveva letto rammarico.
Nei suoi gesti la paura di perdere nuovamente qualcuno di prezioso.
Nei suoi obiettivi vi era la ricerca del riscatto, il voler correggere un passato sbagliato ma inevitabile.
Come però Ed era riuscito a vederli negli occhi del colonnello, anche quest'ultimo aveva letto questo nei suoi.
Ne aveva visto la disperazione in quel lonyano giorno a Resembool, ma proprio per questo gli aveva teso la mano dandogli la possibilità di risollevarsi, di rinascere.
Con modi alquanto particolari, lo aveva spronato.
Forse per questo il ragazzo preferiva stargli lontano.
Temeva questa loro somiglianza, questa sintonia che permetteva al moro di leggergli dentro, anche più del fratello.
Edward se ne era reso conto nel momento in cui Mustang gli aveva sbattuto in faccia che oramai gli atteggiamenti da bambino e i dubbi dovevano essere accantonati visto la strada scelta, era ridicolo pensare di non ricevere sofferenze e quindi era inutile piangersi addosso.



No... non lo odiava.

Non lo tollerava.

Non lo poteva vedere... ma senza di lui probabilmente sarebbe diventato un'anima persa nella disperazione.


Non sapendo bene come attirare l'attenzione del superiore, si schiarì la voce, sperando che bastasse.

Il moro fu scosso da quel momento di riflessione e si girò verso colui che lo aveva riportato alla realtà.

< Fullmetal... da quanto tempo sei qui? >

< Ecco... da qualche minuto > era imbarazzato senza comprenderne a fondo il motivo, solo che posava lo sguardo in ogni angolo della stanza tranne che verso il viso di Mustang.

< Non pensavo ti presentassi addirittura nel mio ufficio, le congratulazioni potevi benissimo farmele fuori insieme con gli altri > l'adulto sorrise sornione.

< Con... che? Starà scherzando vero? > appena avvertito quel tono canzonatorio, Ed riprese subito il solito atteggiamento < non si faccia illusioni, sono qui solo per trascinarla fuori, rischia di fare tardi... Colonnello >.

Lo sguardo dell’alchimista di fuoco si rasserenò, come sempre quando aveva a che fare con il biondo.

< Pensavo riconoscessi i gradi militari... oramai sei nell'esercito da anni > sfiorò le mostrine sulla spalla.

< Anche troppi per i miei gusti >

< Se non sopporti più di far parte dell'esercito perché non te ne vai ? In fondo i tuoi obiettivi li hai raggiunti, potresti tranquillamente tornartene a Resembool >.

Il militare non capì perché gli aveva parlato così.
Non voleva, ma non era riuscito a trattenersi.
Ormai questa domanda era diventata un suo chiodo fisso.

Era da molto tempo che anche Ed si poneva lo stesso quesito.
Perché non se ne era andato? Cosa lo tratteneva?

Una strana atmosfera riempì la stanza, come se qualcosa che non doveva essere nominato fosse stato d'improvviso portato alla luce.



" Perché sono ancora qui? Cosa mi trattiene? Se me ne andassi, non dovrei più sopportare le continue provocazioni di Mustang, i suoi sorrisetti ironici e le sue battutacce. "



 Voleva veramente non vederlo più, non sentire più la sua voce, non litigare più con lui.

Il loro rapporto era in sostanza una discussione continua, battute e dispetti, perché nessuno dei due voleva darla vinta all'altro
Ma,
in un certo senso erano, diciamo, dei momenti liberatori.
Infatti doveva ammettere che poi si sentiva sempre più sollevato e meno nervoso.

< Ci detesti così tanto? Odi fino a tal punto gli uomini che combattono per vivere? >

Ed scosse la testa.

< Io non ho detto di odiare l'esercito di per sé, però non sopporto le imposizioni, i sotterfugi, non tollero le macchinazioni per arrivare ai gradi più alti e altre cose che non ho voglia di elencare ma non sono stupido. Non si può prescindere dall'avere qualcuno che ci difenda.  E' pura utopia sperare di vivere in pace solo attraverso le parole e i buoni propositi >

Roy andò a sedersi sulla piccola poltrona rossa presente nell'ufficio, ritrovandosi Edward di fronte.


< Quindi lo sostieni? Mi sostieni? >

Il biondo cercò di svicolare la domanda rimanendo vago,  perché non sapeva bene quale risposta dare.


< Credo che non sia così importante la mia opinione sul suo operato >.

< Ti ho fatto una domanda Edward, non evitare di rispondere Non è il momento di essere diplomatici, in questa circostanza non considerare i nostri ruoli >.

< La mia presenza dovrebbe già essere sufficiente come risposta, non pretenda l'impossibile >.


Quello che pensavano era sempre stato espresso dai loro sguardi, dai gesti e dalla certezza di avere entrambi degli importanti obiettivi da raggiungere che non potevano essere accantonati per seguire qualcosa di personale.

 < Non avrò mai la soddisfazione di sentire qualcosa di positivo che mi riguardi uscire dalla tua bocca, vero? Sei crudele,  ragazzino >

< Eviti di rivolgermi certi "complimenti".  Comunque non è colpa mia se lei, a mio parere, non ha molte qualità positive >.

< Molte? Devo dedurre da questa parolina che qualcuna me la riconosci? >

Ed tossì per togliersi dalla situazione d’imbarazzo che stava portando la conversazione a un livello per lui difficile da gestire senza scoprirsi troppo.

< Credo sia ora di andare, hanno atteso da fin troppo tempo una persona come lei. Veda di non farli arrabbiare >.

Non poté però non compiere quel gesto.
 Così banale all'apparenza, ma che valeva più di tante parole tra i due.

Il braccio di Ed, senza esitazioni, si tese verso l'altro, che non poté mostrare apertamente cosa significò per lui.
 Dopotutto loro non si sopportavano, ma Roy nuovamente sorrise internamente.

Senza indugio Mustang afferrò quella mano, ancora piccola rispetto alla sua, ma dalla stretta forte e sicura.

Nessuna parola fu pronunciata, solo l'accenno di un sorriso prima di uscire dall'ufficio e iniziare a percorrere il corridoio verso la piazza..
I raggi del sole che filtravano dal grande portone lasciato aperto illuminavano i due militari che, fianco a fianco, avanzavano con il cuore colmo d'una nuova speranza per il futuro.

< Edward >

Si fermarono, poco prima di varcare la soglia per l'esterno.
Il biondo si voltò verso il suo superiore, leggermente sorpreso dal tono con cui aveva pronunciato il suo nome.

< Grazie >

Una parola che, per quanto banale, pronunciata da lui  assunse mille significati.
Sentimenti che però non sempre potevano essere espressi chiaramente.
Un sorriso si formò sul viso del giovane alchimista, che osservò il riprendere dell'incedere sicuro e fiero del moro verso il suo futuro.
Il ruolo che più si addiceva a lui... comandante supremo.

< Ci sono colonnello... e ci sarò sempre, la mia mano sarà sempre pronta ad aiutarla ad alzarsi... sempre >.

I tratti del viso serio e teso dell'ex colonnello Mustang si distesero, era certo che quella mano non sarebbe mai sparita...


 mai.



Ringrazio per i giudizi precisi forniti dai giudici e mi congratuo con le altre patecipanti.

Quarto posto a pari merito con Kiarachan

Nemesi06 “Una mano amica”

Giudizio Setsuka:
Grammatica, punteggiatura, sintassi: 6
Attinenza al tema: 10
Originalità: 6
Caratterizzazione: 10
Gradimento personale: 8
TOTALE: 40
Non è propriamente uno dei tuoi lavori, quelli che sono abituata a leggere, attenzione ho detto propriamente non assolutamente. La storia si apre con una narrazione molto classica, che dice cose dette e ridette in molte fanfiction Roy/Ed ( però forse indispensabili ), ci sono periodi duri da masticare, sia per una punteggiatura che per il lessico, in alcuni punti frasi dai suoi ridondanti, insomma un po' di superficialità nello scriverla, eccetto per poche frasi d'effetto e di indubbia poeticità. Sinceramente stavo per rimanere -a mia sorpresa- delusa dalla tua Roy/Ed, ma forse sarebbe stato anche comprensibile visto che su tale coppia è stato davvero detto di tutto, però... da una scrittrice come te non me l'aspettavo. Ma... ecco che Edward apre bocca e Mustang realizzato scende dal trono di Fhurer dove contempla solitario il nulla, scende da questo podio un po' nei panni di Roy, un po' in quelli del Colonnello e un dialogo apparentemente banale mi colpisce, per sfumature e frasi ben calibrate e quella stretta di mano -dejà vù del loro addio nell'anime- chiude in bellezza la storia, con i suoi molteplici significati e Edward nè approfitta per esser sincero, almeno una volta.
Nessun bacio, non parole romantiche ma hai colto appieno lo spirito del tema, parlando d'amore, un amore complesso, difficile e orgoglioso senza nominarlo, semplicemente sfatando l'odio.
Una storia che non brilla certo di estrema originalità -ma in fondo non era questo che volevamo- o per un linguaggio aulico -ma l'importanza è realitiva- però hai creato una storia che nella sua semplicità colpisce, e in modo positivo ( per quanto mi riguarda ) lavorando bene sul versante realistico, creando un piacevole ed emozionante Spin off della serie animata.

Giudizio _ALE2_


Grammatica, lessico, sintassi, punteggiatura:
Non ho trovato alcun tipo di errore grammaticale, se non qualche piccolo errore di punteggiatura, molto probabilmente di distrazione. Linguaggio semplice, ma che colpisce il lettore per i significati complessi che cela, credo che l’unica pecca siano i periodi, a volte risultano ridondanti e di difficile comprensione, ma nell’insieme è un ottimo lavoro.

Voto: 8

Originalità, attinenza al tema.

Non credo che la fan fiction si possa dire originale, per quanto ne hanno scritto ultimamente sul fandom, devo dire che l’idea principale della fan fiction è abbastanza comune. Quello che merita certamente attenzione è l’attinenza al tema, sono rimasta sinceramente stupita da come è stata portata avanti questa fan fiction, il rapporto fra Roy ed Edward è praticamente reso alla perfezione, odio/amore in tutte le loro sfaccettature, senza un crogiolarsi in insensata tenerezza. Bellissima!

Originalità:7
Attinenza:9

Caratterizzazione:

Anche qui non ho assolutamente nulla da commentare. I due personaggi sono stati resi perfettamente, esattamente come mi aspettavo da te. Complimenti

Voto: 9

Giudizio personale:
Ottimo lavoro, ben strutturato e ben costruito, ho apprezzato particolarmente i dialoghi dei due personaggi ed anche l’accenno alla maledetta puntata 48! Complimenti

Voto: 8

Totale: 41
  
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