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Autore: Kyochan    30/06/2009    7 recensioni
Come essere contagiati dagli ZoNamisti! Ecco qui la mia prima storia! XD "Ora che era in quella stanza ispirava ogni singola particella d’aria carica di quel sapore. Ma l’unica cosa che non si aspettava era vederla lì, pensava solo di perdersi nel suo profumo e non anche della sua figura..." e chissà di chi! XD
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui! Questa è la mia prima fan fic quindi abbiate pietà di me! ^^ Devo ringraziare Rolochan soprattutto anche perché non sarei mai riuscita a mettere sta bazzecola su sto sito senza il suo aiuto, ma anche naturalmente tutti gli altri scrittori che facendomi leggere le loro bellissime storie mi hanno convinto a iniziare a scrivere. Ho vinto la mia immensa pigrizia ed ecco a voi la mia prima ZoroxNami! Non Succede nulla di che, visto che essendo appunto all'inizio non ho voluto spingermi troppo in là ma sono abbastanza soddisfatta del risultato finale.

Grazie a chiunque commenterà ^^

 

 

 

 

Si portò il bicchiere alle labbra, scontrandosi con il vetro freddo. Non si fermò a quel primo contatto, assaporò quel gusto amarognolo ma anche dolce del rum. Subito la gola iniziò a bruciargli. Adorava quella sensazione, sentire la bocca completamente secca, gridare silenziosamente chiedendo qualcosa di più fresco e rinfrescante. Fece un gran sorso. Appagandosi di quel calore che l’alcool gli donava. Gli sarebbe servito un po’ di caldo per il turno di guardia quella notte. Fuori a prua, sul ponte a osservare l’orizzonte in cerca di probabili pericoli faceva freddo.

Zoro si appoggiò meglio al parapetto della nave, portandosi sulle spalle la coperta che, poco prima aveva recuperato. Un brivido lo fece sussultare. Cercò con lo sguardo il bicchiere di poco prima e lo trovò stranamente vuoto. Che avesse già bevuto così tanto? Imprecò sottovoce, accorto di non svegliare i suoi compagni che a quell’ora dormivano. Ne voleva ancora. Stancamente si alzò dalla sua comoda posizione, dirigendosi verso la cucina. Per tutto il percorso non fece altro che lanciare maledizioni al cielo per la pazza idea di portarsi fuori solo 5 bicchieri di rum. Con un ultima bestemmia mentre apriva la porta s’affaccio nel antro caldo della cucina. Il calore della stanza riscaldata gli fece leggermente arrossare le gote. Mosse il naso su e giù per riabituarlo alla temperatura più elevata. Un profumo però lo colse alla sprovvista, facendogli ricordare il perché quella notte si era rintanato sul ponte con così pochi boccali. Il subconscio aveva vinto un’altra volta. Costringendolo a tornare dentro la nave. Un aroma di mandarino invadeva tutta la cucina. Nami. Quel profumo lo tormentava. Non era una tortura spiacevole, anzi, era un ecstasy della quale lo spadaccino si drogava ogni singolo giorno, della quale non voleva fare a meno. Ora che era in quella stanza ispirava ogni singola particella d’aria carica di quel sapore. Ma l’unica cosa che non si aspettava era vederla lì, pensava solo di perdersi nel suo profumo e non anche della sua figura. Rimase così fermo immobile, la coperta sulle spalle e le guancie leggermente arrossate a guardarla seduta sulla panca e il viso appoggiato tra le braccia sul tavolo. Dormiva. Ed era un angelo. I capelli le ricadevano leggeri sulla fronte per poi ribelli spargersi sul legno, colore di pelle bianco latte, nonostante le lunghe giornate passate a prendere il sole e labbra leggermente socchiuse. Bellissima era l’unico pensiero che invadeva la mente di Zoro.

Scrutandola però con attenzione notò che era solo con una canottiera estiva che lasciava intravedere il suo tatuaggio. Quasi meccanicamente, senza rifletterci, si avvicino a lei e le appoggiò sulle spalle la sua coperta. Stette molto attento, quasi impaurito che la ragazza si svegliasse e lo cogliesse in quel gesto affettuoso. Ma, essendo non molto pratico in quei frangenti, la sua mano sfiorò il collo della navigatrice svegliandola.

Nami stropicciandosi gli occhi si rialzò dalla posizione in cui si trovava e si guardò attorno in cerca della causa della sua sveglia. Non lo vide subito, ci mise un po’ a mettere a fuoco la situazione. Zoro si era allontanato, dirigendosi verso il barile del rum, cercando di ignorarla. Cercando di dissimulare il gesto che aveva compiuto.

-Zoro….- Nami da seduta che era lo chiamò con voce impastata dal sonno.

Lo spadaccino si voltò verso di lei quasi scocciato di essere stato interrotto nel versarsi da bere

-Che c’è mocciosa?- stronzo come al solito, che si doveva aspettare

-Smettila di chiamarmi così!-finta offesa come sempre

-Ma se sei davvero una mocciosa che si addormenta in cucina che ci posso fare io..- Ecco che cominciava una nuova lite.

-Ominide che non sei altro. Sono venuta apposta in cucina, Robin sta leggendo un libro e non riesco a dormire per via della luce accesa.-

-Strozzina cosa vuoi che me ne importa, il fatto di non riuscire a dormire per una luce è simbolo di immaturità! -

-Microcefalo vorrei vedere te dopo che hai passato l’intera nottata di ieri e la giornata di oggi a preoccuparti del tempo!!!! -

-Forse non è il tempo che fa le bizze no?- cavoli l‘aveva capito…

-…- non parlò e non riuscì a reggere il suo sguardo, abbassò il capo osservando le nervature del legno.

-Nami che succede?- Quando si era avvicinato? Quando era arrivato così vicino a lei da riuscire a alzarle il mento con la mano? Lasciò vagare i suoi occhi in quelli neri e profondi del compagno di avventure.

Portandosi le dita al volto e iniziando a tormentarsi il viso.

-Non è il tempo che ha problemi, hai ragione….sono io che ne ho… in questi giorni ho la testa che mi scoppia… pulsa in continuazioni e con il fatto che ci allontaniamo da quest’ isola iniziò a sentire il clima diventare sempre più instabile e quindi a ogni minima variazione di vento mi alzo e controllo la rotta e quello che il mio sesto senso mi dice. Non ci sono problemi eppure sento una pesantezza in corpo….-

Aveva rivelato tutto così facilmente, rapidamente, fidandosi completamente di lui.

Zoro appoggiò la sua mano prima sulla sua fronte e poi su quella della navigatrice

-Penso che tu abbia qualche linea di febbre, non dovrebbe essere niente di grave, ma forse è meglio se ti fai dare una controllata da Chopper. Meglio prevenire eventuali malattie gravi che degenerano come quella di Little Garden…-

Nami annuì leggermente con la testa incastonando i suoi occhi con quelli del verdino che le sorrise dolcemente, forse uno dei primi sorrisi dolci che le donava

-E poi sta tranquilla, io non posso seguire la rotta o prevedere il clima come fai tu, ma so per certo che non devi avere paura di sbagliare o altro, noi ci fidiamo di te e siamo pronti ad aiutarti nei momenti in cui non ce la farai da sola. Siamo una ciurma e i compagni si sostengono a vicenda. E poi te l‘ho promesso, io per te ci sarò sempre-

Nami ricambiò il sorriso a quelle parole, e sapendo che non avrebbe disturbato si appoggiò al petto dello spadaccino. Zoro le cinse la vita e nascose il volto nell’incavo della spalla di lei. Rimasero così per qualche minuto, abbracciati nella penombra della cucina fino a quando il verde non le disse in un sussurrò:

-Le mocciose comunque dovrebbero andare a letto presto e riposarsi soprattutto se malate…-

Nami con una risata sciolse allora l’abbraccio e avvicinandosi al suo orecchio bisbigliò

-E qualcuno dovrebbe essere di vedetta e non ubriacarsi con tutta la scorta di Sanji e sai…- sorrise maliziosa - un uccellino potrebbe fare la spia, magari sotto lauto compenso… ma cosa dico! tu sei solo uno squattrinato! Mi sa allora che l‘uccellino rivelerà tutto al cuoco…-

Colpito e sconfitto come sempre…succedeva sempre così, alla fine la vinceva sempre lei. Si discostò un po’ per guardarla e con finta arrabbiatura sbraitò

-Mannaggia a te strozzina!!! -

Nami rise di gusto, ma poi sorridendo tornò ad avvicinarsi a Zoro e delicatamente gli diete un leggero bacio sulla guancia

-Grazie…-

E lasciandolo così stupido, corse fuori dalla cucina ridacchiando e facendoli una linguaccia.

Lo spadaccino rimase immobile e portandosi una mano dove le labbra di Nami si era posate sogghignò

-Prego strega…-

  
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