Allora... *gongola*
la seguente
fanfiction si è classificata PRIMA ( ancora non
ci credo *O*
) al Contest "The
Butterfly Effect" , indetto da Iaia86@ sul Forum di
EFP.
Per incrementare la suspence ( che parolone xD ), nonostante si tratti
di una one-shot, ho deciso di dividerla in prologo, storia ed
epilogo.
Nell'attesa che giunga il bannerino vi lascio al prologo, sperando vi
incuriosisca almeno un po'. Che altro dire... ancora un'enorme grazie
alla giudice. Rapida, imparziale, cordiale ed esauriente. Non potevamo
chiedere di meglio, davvero.
Ora... me lo lasciate un commentino piccolo piccolo? *.*
Personaggi
(Pairing): Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Itachi Uchiha,
Sakura
Haruno, Jiraya [ lievissimo accenno SasuNaru,
leggero
ItaSasu ]
Genere:
sovrannaturale, drammatico
Rating: giallo
Capitoli:
1 + prologo ed epilogo
Avvertimenti:
Alternative Universe (AU), accenni shonen ai, one-shot, death
character, leggero nonsense, linguaggio
colorito (
in pochissimi punti )
Note
dell'autore: non appena ho
letto il bando del
contest, mi è venuta in mente una canzone che amo, vale a
dire
“Butterflies & Hurricanes” dei Muse, che da
anche il nome
alla fanfiction. Confesso che ero partita con un'altra idea, l'ho poi
scartata per mancanza d'ispirazione; circa due mesi fa, poi, ho visto
una cosa che mi ha ispirato moltissimo ( e anche inquietato, in
verità ), quand'ero in giro per lavoro con mio padre. Dalla
canzone sopracitata e dal quel che vidi è nata questa storia
che è assurda, totalmente
assurda. Le altre note e il racconto della mia
“esperienza”
le ho messe, per ovvi
motivi, alla fine.
Butterflies & Hurricanes
Prologo ~
Quando era passato per la prima volta di lì con l'autobus
che
lo stava accompagnando a scuola, aveva notato qualcosa di anomalo; ed
era certo d'aver sentito una voce chiamarlo, in mezzo al brusio e ai
pettegolezzi che ogni mattina avrebbe dovuto sopportare all'interno
del mezzo pubblico. Naruto Uzumaki si era da poco trasferito in quel
minuscolo paesino di campagna, e quel giorno si sarebbe recato per la
prima volta nella nuova scuola; non poco preoccupato, se ne stava in
disparte appiccicato al finestrino, senza proferire parola. In
verità
era un ragazzo solare, allegro, ma aveva sempre avuto dei problemi
quando si trattava di farsi dei nuovi amici; questo perché
gli
era capitato spesso di essere preso in giro, da orfano quale era. Per
quanto ciò potesse sembrare ingiusto, era così.
Molta
gente non si rendeva minimamente conto di quanto non avere i genitori
lo facesse soffrire. Era stato adottato da un lontano parente, un
uomo simpatico ma dalla personalità... beh, particolare; il
suo nome era Jiraya.
Tornando
a quella mattina, aveva avuto la tentazione di chiedere all'autista
di fermarsi, perché era sicuro di aver notato una cosa
strana
sul ciglio della strada; alla fine non aveva aperto bocca, era
rimasto in silenzio a rimuginare su quel che aveva visto. Possibile
che... no, era certo che quelle cose
si trovavano unicamente nei cimiteri. Scacciò
prepotentemente
quel pensiero, e si preparò a trascorrere una giornata
sicuramente noiosa.
“ Ragazzi,
vi presento il vostro nuovo compagno di classe: si chiama Naruto.
Fate amicizia con lui e fatelo sentire a suo agio, mi raccomando!
”
esclamò il professore di matematica, che scoprì
poi
chiamarsi Kakashi Hatake. Era un tipo bizzarro, con una pettinatura
decisamente fuori dal comune; il ragazzo provò subito
simpatia
per lui, in quanto gli piaceva insegnare senza pero' imporre in
maniera eccessiva la sua autorità.
Nel
complesso la mattinata fu positiva, specie quando gli si
presentò
tutta contenta una ragazza che subito l'aveva colpito, non appena
aveva posato gli occhi su di lei: il suo nome era Sakura, e non
sembrava una persona che badava troppo alle apparenze e alle dicerie.
Divennero amici in men che non si dica, e scoprirono perfino d'essere
vicini di casa. Chissà se lei aveva mai visto quella
cosa... o se
era stata solo
frutto della sua fervida immaginazione. Non riusciva in nessun modo a
togliersela dalla testa, e continuava ad essere fermamente convinto
del fatto che si era sentito chiamare; la voce che aveva udito era
flebile, sì, ma l'aveva sentita distintamente. E chiedeva
aiuto, ma non in tono disperato, anzi; piuttosto, pareva speranzosa.
Di cosa mai poteva trattarsi? O meglio.. di chi?
Fine Prologo ~
...alla prossima! <3