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Joey
strinse la lingua tra le labbra in una smorfia di pura concentrazione
cercando
di non far sbavare lo smalto nero che si
stava applicando alle unghie mangiucchiate delle mani.
Tra
le sue virtù non c’era di certo la pazienza e
attività che richiedevano così
tanta concentrazione non facevano per lei poiché mettevano a
dura prova il suo
precario autocontrollo.
Di
solito finiva per mandare all’aria mezz’ora di lavoro e
disegnarsi ghirigori
sul dorso della mano per poi inevitabilmente cancellare tutto con
l’acetone.
“Ok
calma Jo’…ce la puoi fare! Calma… ci sei
quasi!” si impose mentalmente arrivata
al mignolo.
Dalla
stanza accanto partirono le note di una canzone.
“Holiday”
dei Green Day.
Evidentemente
Frank era allegro quel giorno.
La
ragazza sorrise al pensiero e cominciò a canticchiare.
-Hear the sound of the
fallin’ rain, comin’ down
like a Armageddon flame…
E
mentre cantava continuava la sua opera ad alta precisione.
La
tragedia fu l’arrivo dell’assolo.
Frank
cominciò a sbagliare note e Joey si impose di rimanere ferma e
concentrata e di
non andare a picchiarlo.
Un’altra
nota troncata alla grande.
Pazienza
Joey…pazienza, si diceva ringhiando piano.
Ed
eccone un’altra!
Fine
della concentrazione, della pazienza e dell’autocontrollo.
-Frank!!
Lo stai sbagliando tutto questo cavolo di assolo!! Invece di andare a
orecchio
te lo fai insegnare una buona volta?!- sbraitò sbarcando nella
stanza del
fratello e piombandogli praticamente davanti.
Lui
la guardò terrorizzato per poi nascondersi dietro Gerard di cui
Joey si accorse
solo allora.
-Oh
ciao Gerard…ti prego diglielo anche tu che non può
distruggere così un assolo,
per giunta facile ai limiti della decenza!
Lui
ridacchiò lanciando un’occhiatina all’amico
aggrappato alla sua maglietta.
-Suoni
anche tu?- le chiese incuriosito.
Sembrava sapere ciò che diceva.
-Si…suono
anche io la chitarra…- poi lo sguardo le cadde sulla maglietta
di Gerard.-Grande!
Ti piacciono i Pink Floyd?
Gli
occhi le brillavano al solo nominare la sua band preferita.
-Si
sono grandiosi…- convenne Gerard sorridendo cordiale mentre lei
cominciava a
saltellare da un piede all’altro come una invasata.
-Ma
la canzone migliore è in assoluto Point me at the sky!
-Hai
ragione è una canzone stupenda…
Rimasero
qualche secondo a guardarsi sorridenti.
Frank
faceva scattare ritmicamente lo sguardo da uno all’altra, con
aria avvilita.
Ed
eccolo incantato da sua sorella. Sapeva che sarebbe andata a finire
così! Si
schiaffò una mano sulla fronte mentre Joey dopo aver annunciato
che sarebbe
tornata agli affari suoi schioccava un bacio prima sulla sua guancia e
poi su
quella di Gerard.
Stava
per uscire dalla stanza quando si scontrò con Mikey Way che
entrava con il
risultato che caddero entrambi a terra con un tonfo, l’una sopra
l’altro.
-Oh…scusa!-
esclamò lei alzandosi di scatto e porgendo una mano allo strano
ragazzo addosso
al quale era caduta.
Aveva
i capelli lisci (probabilmente piastrati) color biondo cenere e gli
occhi
castani tendenti al verde erano nascosti da due spesse lenti
incorniciate da
una montatura scura.
Sul
volto arrossato dall’imbarazzo si fece spazio un timido sorriso.
-Non
preoccuparti è…okay.- la rassicurò cordiale
riprendendo pian piano il suo
colore naturale.
Lei
sorrise.
-Ah
io sono Joey…- saltò su ricordandosi di non essersi
presentata.- la sorella di
Frank, come penso noterai.
-Mikey…-
rispose l’altro stringendole la mano e facendo viaggiare lo
sguardo da Frank
alla ragazza. –Gemelli eh?
-Esattamente…comunque
adesso scappo, ho un lavoro da finire!- concluse alzando una mano
smaltata e
schioccando un’occhiataccia al fratello.
Quando
scomparve oltre la porta Frank la richiuse e si portò le mani a
fianchi
scuotendo il capo all’indirizzo del moro.
-Che
c’è?- chiese quello allargando le braccia con aria
esasperata.
Intanto
Joey nell’altra stanza aveva iniziato a dipingersi le unghia dei
piedi, avendo
finito quelle delle mani.
Sorrise
ripensando a Gerard.
Era
decisamente un tipo interessante. E gli occhi…assurdamente
stupendi.
Perché
non erano di un verde normale. Non di un verde sgargiante…ma
cupo, un po’
malinconico.
Il
cordless cominciò a trillare fastidiosamente e Joey scosse la
testa ancora una
volta spazientita.
Incastrò
l’apparecchio tra l’orecchio e la spalla e rispose.
-Dicano..
-Ciao
piccola!- esordì Brian con voce allegra.
-Bri!
-Che
fa di bello la mia ragazza senza di me?
-Metto…-
si morse piano la lingua dando una spennellata particolarmente
difficile all’angolino
dell’unghia. -lo smalto!- concluse fiera della sua stessa
precisione.
-Oh…che
cosa emozionante!- disse l’altro falsamente entusiasta.
-Ah
ah…ah! Fai poco lo spiritoso, è un’operazione ad
alta precisione questa!
-E
proprio questo che mi preoccupa honey…se ti innervosisci chi ti
riprende più?
-Oh,
ma tu lo trovi sempre il modo…- rispose lei con voce
improvvisamente languida.
-Ovviamente…-
rispose lui prima di abbandonarsi ad una leggera e roca risatina.
–Senti
stasera che vuoi fare?
-Proposte?
-Beh
un’idea ce l’avrei…- rispose malizioso.
Ormai
erano entrati in modalità telefono sexy, dopo
l’affermazione della ragazza sul
“misterioso” modo per far passare il nervosismo.
-Sarebbe?-
gli diede corda la ragazza chiudendo il barattolo dello smalto e
sporgendosi
verso il comodino per posarlo.
-Me…te…casa
mia vuota…un fantastico e confortevole letto!
Lei
ridacchiò posando i piedi contro il muro e la schiena contro il
materasso e
buttando la testa giù dal bordo del letto.
-Potrebbe
essere una prospettiva interessante…
-Beh
vedi se ti interessa…sai dove abito.- concluse lui fingendosi
vago e non
particolarmente interessato. Ma Joey sapeva che era tutto il contrario.
-Ciao
play-boy…
-A
dopo, piccola…- la corresse lui sicuro di sé prima di
chiudere la chiamata e lasciarla
lì sul letto, con la testa penzoloni e un sorriso sul volto.