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Autore: tyurru_chan    24/03/2018    0 recensioni
“Desidero solo proteggerti. Da tutto questo, e anche da me stesso.”
“Anders… e chi proteggerà te?”
[Raccolta OneShots Hawke/Anders]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anders, Hawke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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[Kirkwall - Notte]
 
“Asp… aspetta, non… ah!”
Un urlo soffocato contro l’impudente palmo ruvido della mano del suo amante; gli occhi azzurri annebbiati, suoni ovattati, incapace di ulteriori proteste a suo discapito.
Di rado, riusciva nell’intento di turbarla o persino sottometterla a sè. Venir presa in modo così esasperante negli ultimi tempi, quei tocchi frettolosi, impazienti, un che di prepotente nei suoi gesti, per nulla affettuosi come suo fare.
A volte, le sorgeva il dubbio si trattasse dello spirito di Giustizia, al culmine della sua infinità ostilità nei suoi riguardi, colui che la possedeva sotto quelle coperte di lino e il letto sfatto, impregnato del sudore di entrambi.
Un ennesimo gemito strappato, le sue suppliche inascoltate ancora una volta, uno forte spasmo piacevole misto al dolore, portandola ad aggrapparsi con più forza a quelle spalle ampie, fino a graffiarne la cute.
Il mago se ne accorse, riprendendo il controllo delle proprie azioni per qualche secondo, uno sguardo colpevole lo attraversò nel suo intimo.
“Perdonami…”
Mormorò infine, lasciandosi serrare da quel forte abbraccio, ricercando un minimo di razionalità perduta.
 
Non desiderava ferirla, eppure tutta quella rabbia sfociava in qualcosa di malsano e incontrollabile.
 
 
“Ti amo.”
 
Una perplessa Hawke si volse in direzione del proprio amante a quell’inaspettata dichiarazione; un sorriso di rimando, intenta nel suo a rivestirsi con dovuta parsimoniosa e calma. Anders la contemplava dallo scrittoio, poco distante.
“…Lo so.”
Si pronunciò infine, uno sguardo dolce in risposta, benché peccasse di un accennato imbarazzo nel tono.
Le dedicava di frequente una sconsiderata dolcezza disarmante, che non sempre le riusciva di gestire. Un’innata stucchevole audacia, sin dalla prima notte passata insieme.
“Sei di nuovo stato sveglio su quei manifesti?” divagò abilmente, abbandonando il confortevole materasso per avvicinarlo a passo lento e controllato.
Le prime luci dell’alba a far capolino dalle finestre socchiuse. Tendine di un bianco semplice ne filtravano la visuale, eppure l’uomo non parve farci caso più di tanto intento nel suo lavoro.
“Non volevo svegliarti. E… volevo che tu sapessi, sempre, che ciò che provo per te è immutato.”
Non demorse dalla questione, riponendo nella boccetta d’inchiostro il piumato pennino imbevuto di un nero pece profondo. Una pausa di riflessione, uno stacco dovuto.
Gli occhi color nocciola rivolti verso quei fogli stropicciati, sparsi per tutto il mobilio.
“Lo so.”
Ripeté lei. Braccia esili ma decise l’avvolsero in un abbraccio gentile, un tocco pacato, da cui ella poté percepire dalla schiena del suo amato i tremiti della stanchezza accumulata negli ultimi giorni, da quelle spalle ampie ed esauste.
Non dormiva quasi per niente, e restava fuoricasa più del dovuto.
 
Lontano da lei.
 
“Qualsiasi cosa accada, non desidero recarti ulteriore problemi. Ti proteggerò da lui.”
Hawke comprese a tratti che era un ammonimento riferito a Giustizia. Negli anni di convivenza il disaccordo era divenuto talmente palese che era impensabile ignorarlo.
“Non temere, io sono qui. Non devi proteggermi da nulla. Ora torna a letto, riposa almeno un po’… con me.”
Un invito di conforto, a cui quell’ampia schiena rigida acconsentì senza protesta, abbandonandosi alle sue carezze.
 
“Solo per un altro po’, vorrei che tutto questo non avesse mai fine.”
 
  
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