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Autore: FireFistAce    25/03/2018    3 recensioni
Non doveva essere una giornata storta, non era cominciata come una giornata storta, anzi, e non è giusto che non ci sia nessuno con cui arrabbiarsi quando il sole sorge e tutto sembra così perfetto che ti viene da sorridere, pensando a quanto sia bella la tua vita e a che nuova e bella – fottutissima – giornata ti aspetta con le persone che ami.
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Ho letto molte storie, sia in italiano che in inglese, dove le persone si concentrano su ciò che hanno provato gli altri nel trovare il corpo senza vita di Thatch, e sono tutte storie strappalacrime, certo, ma nessuno si è mai chiesto cos'abbia provato Thatch prima di morire. E questo è ciò che penso io.
[Thatch!Centric; Character Death]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Thatch
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I thought you were my brother


Piccola One Shot per il compleanno di Thatch (Nonostante io sia in ritardo di un giorno,ma sssh) che racconta dei suoi ultimi attimi di vita, perché non si ha mai abbastanza tristezza e mi chiedevo cos'avesse provato in quei momenti da fin troppo tempo.
E niente, vi lascio alla lettura
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Qual è la cosa peggiore che potrebbe capitare? A parte la Fine del Mondo, intendo, qual è la cosa peggiore che potrebbe capitare ad una persona?

Qual è l'idea generale di "giornata storta"?

Per un pirata l'idea generale di "giornata storta" potrebbe essere svegliarsi in piena notte a causa di una tempesta implacabile, la nave che si rompe e si accartoccia sotto la forza delle intemperie, il cibo finito e doversi ritrovare a combattere a stomaco vuoto mentre si va lentamente affondo. Ma non è abbastanza. E soprattutto, se sei un pirata niente può rientrare in un'idea generale, poiché tutto potrebbe mutarsi all'improvviso.

L'idea generale di "giornata storta" funziona solo per chi torna a casa alla fine della suddetta, si avvolge nelle coperte e si addormenta sapendo che domani avrà altre 24 ore da vivere. Potrebbero essere peggiori di quelle appena passate, ma perché no, magari potrebbero essere migliori.

No, la giornata storta per eccellenza è quella in cui muori, perché quando muori vuol dire che è andato storto tutto quello che poteva andare storto.

Ed è più o meno quello che è successo a me.

Non doveva essere una giornata storta, non era cominciata come una giornata storta, anzi, e non è giusto che non ci sia nessuno con cui arrabbiarsi quando il sole sorge e tutto sembra così perfetto che ti viene da sorridere, pensando a quanto sia bella la tua vita e a che nuova e bella – fottutissima – giornata ti aspetta con le persone che ami.

Non è giusto.

Non è giusto.

Ho sempre pensato che quando arriva il momento del tuo trapasso il tuo corpo lo sente, c'è qualcosa nell'aria che ti fa accapponare la pelle, che ti rende ipersensibile agli stimoli, un presentimento strisciante che ti scorre nelle vene come sangue. Qualcosa, insomma, che ti faccia capire che sta arrivando la fine, in modo che tu possa essere in qualche modo preparato, che la Morte non ti colga totalmente di sorpresa.

Ma non è così. Quando muori, muori all'improvviso, non hai neanche il tempo di accorgertene, non hai il tempo di realizzarlo.

La Morte arriva, e tu stai ancora cercando di respirare, incredulo.

Ti aspetti di morire in battaglia, fiero, combattendo fino alla fine, proteggendo qualcuno di caro, contro un nemico. Non a casa, sulla tua nave, per mezzo di un compagno, di un amico, di un fratello.

Ero felice.

Non ti aspetti la Morte quando sei felice.

Adesso ho imparato che è proprio nel momento in cui sei più felice che devi aspettarti il peggio. Più ti avvicini alla cima della felicità, più doloroso, tremendo e distruttivo sarà l'impatto al suolo quando cadrai. Sempre ammesso che si sopravviva alla caduta.

L'ho imparato un po' troppo tardi.

Sono morto nel momento in cui meno mi sarei aspettato di morire, durante quella che era iniziata come una normale, bellissima, felice giornata con i miei compagni, la mia famiglia. Certo, avevo qualche pensiero per la testa che mi teneva occupato, ma niente mi avrebbe mai preparato a quello.

Cos'è quelloQuello è stato l'esatto momento nel quale il mio mondo si è fermato, quando quegli occhietti neri si sono fissati nei miei, la bocca aperta in un ghigno cattivo, il coltello premuto fino all'elsa nel mio stomaco.

Quello è stato l'istante nel quale le mie labbra si sono dischiuse in un gemito di sorpreso dolore, incredulo di ciò che si era appena compiuto di fronte ai miei occhi, senza che la mia mente capisse, senza che Io capissi che sì, Teach, compagno, amico, fratello da così tanti anni, mi aveva appena attaccato.

Caddi in ginocchio, ed il dolore della ferita fu presto sostituito dal dolore pungente del tradimento, le mani tremanti premute sullo squarcio sanguinante.

Stavo morendo.

Perché stavo morendo?

Non fraintendete, non mi aspettavo certo di morire di vecchiaia, in un letto e dolcemente nel sonno, senza dolore. Mi sono sempre aspettato di morire abbastanza giovane e già passare i trent'anni per me era stato un traguardo, in fondo sono un fottutissimo pirata. La mia vita è sempre stata in pericolo, l'ho saputo sin da quando ho preso il mare. Ma così? Così?

Doveva essere uno scherzo, questo pensavo in quel momento. Pensavo che sarebbe uscito fuori Ace da dietro qualche cassa e si sarebbe messo a ridere. Doveva essere una vendetta per quello stupido scherzo che qualche giorno prima avevo messo in atto insieme ad Haruta contro la Seconda Divisione.

Ma non era uno scherzo, lo so. Stavo cercando di trovare una ragione che non c'era.

Lo vidi calare una scialuppa, in quella notte che era la fine di una bellissima giornata, con quel frutto sconosciuto che avevo trovato pochi giorni prima tra le sue mani.

Caddi a terra, e le travi del ponte non sono mai state così fredde come quella notte, con la pioggia che lavava via il mio sangue, la vita che scivolava insieme a quel liquido scarlatto.

Quella. Quella è stata la fine.

E ricordo che in quell'istante, intrappolata tra le labbra, era rimasta un'unica domanda.

"Perché?"


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Spesso, gironzolando per i siti di fanfiction che conosco, trovo storie che parlano degli altri che trovano il corpo di Thatch, che scoprono del tradimento di Teach e di come reagiscono, ma io mi sono sempre chiesta cos'avesse provato Thatch stesso in quegli ultimi attimi di vita, e visto che avevo questa storia abbandonata nei meandri del computer da un sacco di tempo e solo l'altro giorno me ne sono ricordata, ho colto la palla al balzo per revisionarla e pubblicarla in tempo in tempo per il compleanno di Thatch, anche se alla fine ieri non ho potuto e quindi eccola qua, con un giorno di ritardo.
Spero vi sia piaciuta, perché a me è piaciuto davvero molto scriverla e mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
Bye
~

PS: Per chi sta aspettando il capitolo di Stuck Together, avverto che aggiornerò nei giorni a venire (lavoro e connessione permettendo)

FireFistAce
~
 

  
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