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Autore: Classe Fcrittori    25/03/2018    0 recensioni
Quando un campus universitario raggiunge le dimensioni di un centro cittadino, il confine tra Università e Città si assottiglia, e nasce una nuova cosa, l'UniverCittà.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Guide litigiose, parte II

ovvero

viaggio sul treno

  -Bene ragazzo, ora seguimi.- Francesca prese il polso di Emill ed iniziò a trascinarlo attraverso il parco, stizzita. Karl e Giacomo li seguivano da dietro, formando tutti e quattro una strana processione.
  -Ahi, ahi, ahi. Puoi lasciarmi il braccio, per favore?- Emill cercò di scivolare fuori dalla presa, ma Francesca serrava la mano con più forza di quella che sembrasse avere, ed il fatto che continuava a trascinarlo non aiutava. -Lascia la mia mano, ti seguo, ti seguo. Non correre.
  Francesca si arrestò di colpo, voltandosi. Frenando così improvvisamente, Emill, Giacomo e Karl finirono uno sull’altro, impilati come libri. -Dobbiamo sbrigarci, comprendi nuovo arrivato? Il treno raggiungerà la nostra fermata tra non molto, e se non lo raggiungiamo in tempo dovremo attendere il suo ritorno, per molto, molto tempo. Capisci?
  -Aspetta, avete un solo treno per tutta UniverCity?
  Iniziò ad arrossire, lasciando il polso di Emill. Si prese una ciocca di capelli ed li girò nervosamente -Una volta erano presenti più locomotori.
  Karl rise sotto i baffi -Chissà cosa è successo a quei treni, eh eh.
  -Lo fappiamo bene cofa è fucceffo a quei treni. Ehe eh.
  -Mutatevi!- oramai un pomodoro bello maturo, Francesca riprese il polso e si rimise a marciare a passo spedito.
  -Un momento, cosa è successo ai treni?- Emill cercò di fare la domanda ai due ragazzi che lo seguivano, ma Francesca affrettò il passo distanziandoli.

  Alla fine del parco il terreno saliva per una riva, sulla cui cima c’era un piccolo casolare con un orologio a muro ed un cartello che diceva “Fermata Parco Nuovo”. Dietro all’edificio si intravedeva la lunga sagoma di una fila di vagoni. Francesca affrettò il passo, risalendo il pendio facendo i gradini due a due. Giunti in cima, Francesca urlò all’uomo nella locomotiva di attenderli, ed insieme a Emill saltò nel primo vagone.
  -Può partire, macchinista.- Francesca era senza fiato per aver trasportato attraversò mezzo parco un ragazzo. L’uomo nella cabina di guida era stempiato e con due grossi baffi lanosi sotto il naso. In risposta la guardò male, coprendo con le braccia la pulsantiera di controllo. Emill e Francesca si sedettero su due sedili, e iniziarono ad aspettare la partenza.
  Francesca borbottava riguardo i ritardi dei trasporti, ma dopo lo sguardo che aveva ricevuto non andò più a lamentarsi. Dopo tempo dalle scale arrivarono Karl e Giacomo, camminando tranquillamente. Salirono sul primo vagone anche loro, e si sedettero nei sedili di fronte ai due già presenti. Quando furono a posto, Giacomo lanciò un fischio, ed il treno cominciò a muoversi.
  -Grazie Franko di averci afpettato. Come va con la tua ragazza?- Giacomo era girato verso il macchinista, che dopo aver attivato qualche pulsante aveva lasciato la cabina di guida.
  -Ma è sicuro?
  -Tranquillo, Emill. È tutto completamente automatizzato. Neffun pericolo.- Giacomo rassicurò l’amico, per tornare a parlare con Franko. Lui iniziò ad emettere uno ronzio continuo, che cambiava solo per frequenza e brevi periodi di vuoto. Per quanto incomprensibile, Giacomo annuiva di tanto in tanto, come se fosse in grado di comprenderlo.
  -Bene Franko, che ne dici fe ti diamo una controllatina?- Giacomo si alzò dal suo posto, tirò fuori dal taschino un piccolo cacciavite e iniziò a svitare i baffi di Franko.
  Emill si alzò di scatto -Cosa fai, non fargli del male!
  -È tutto ok, tranquillo. Vedi?- finì di svitare i grossi baffi, mostrando sotto di essi una scheda madre ed un’interfaccia operativa -Te l’ho detto, è tutto completamente automatizzato. Anche i lavoratori. Ora vediamo fe c’è qualcofa da fiftemare.- Connettendosi all’interfaccia, iniziò a scorrere i vari files.
  -Credevo che studiassi Letteratura, o Scrittura Creativa. Con il fatto che stavi scrivendo una storia pensava fosse legato ai tuoi studi.
  -O no, no no. Le materie umanistiche fono per me quello che realmente fono, un’attività al livello di un hobby. Niente più.
  -Ehi!
  -Mi fcufi fignorina, ma fe voi “linguisti” non fapete fare niente a parte scrivere del nulla fupponendo di fapere tutto, non fignifica che anche tutti gli altri debbano confiderarvi un vero campo di studi. Ma vi accettiamo lo steffo, piccoli fiocchi di neve.- Giacomo smise di rimaneggiare tra i circuiti stampati del robot macchinista -Fei pulito ora, vai pure.- Franko ronzò qualcosa e tornò nella cabina di guida felice.
  -Incantevole storia, caro signor non invitato, ma io starei svolgendo la mia mansione di mostrare al qui presente Emill le varie facoltà che UniverCity può offrire, affinché comprenda che la facoltà di Grammatica è la migliore e si iscriva ad essa.
  -Aspetta cosa, Franceschina? Questo ragazzo non si iscriverà mai alla tua stupida facoltà, Capit’? Lui si unirà a noi di Mate, così raggiungere i 10000 e la strada sarà nostra.
  -Oho, la tua immaginazione è veramente fervida, Karli Karl. Dovresti sentire le tue parole, sono così esilaranti, e così irrealizzabili. Saremo noi a raggiungere la cifra tonda, e la strada principale verrà nomata in nostro onore.
  -Mate.
  -Lingua.
  -Mate.
  -Lingua.
  -In realtà, io non saprei ancora a quale facoltà unirmi. Visto che avevo un po’ di tempo, pensavo di vedere le varie offerte di studio, e poi decidere.
  -Ma non serve aspettare, puoi scegliere già ora.- Francesca e Karl parlarono in contemporanea, avvicinandosi a Emill guardandolo come un gustoso cosciotto di tacchino.
  -Ok, basta basta. Voi due, penfate a come vi fiete comportati con lui. E tu- Giacomo prese Emill per il braccio -Alzati, perché fiamo arrivati alla prima fermata, la zona delle Scienze.- I due superarono le porte scorrevoli per scendere alla fermata, seguiti da due rappresentanti di facoltà appena appena strigliati dalla più bizzarra mamma di sempre, un ragazzo molto alto con una con scarse capacità ad abbinare i vestiti.

 
Angolo dell’Ideatore/Scrittore:
  Anche questo quarto capitolo è finito, e l’introduzione a UniverCity sta per concludersi per lasciare spazio alle avventure vere e proprie. Manca solo più un membro a questo gruppo che dire male assortito è dire poco, ma lo vedremo nel prossimo capitolo.
  Come sempre, vi esorto a lasciare un commento per dire qualsiasi cosa vogliate dirmi, oppure aggiungere questa storia alle seguite. A vostra discrezione.
~Lo Otta
   
 
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