-Ti hanno mai detto che sei splendida, Evans?-

-Ti hanno mai detto che sei un bugiardo, Potter?-

Il breve scambio di battute ci accompagna al divano, dove James mi costringe a sdraiarmi, schiacciandomi un po’ sotto al suo corpo.

-Uff…- mi lascio sfuggire.

-Vuoi forse farmi intendere che sono ingrassato?- fa lui, con un’espressione di finta offesa.

Sorrido, ma non rispondo. Lo guardo, anzi, da sopra la sua spalla mentre lui inizia a baciare ogni singola efelide presente tra il mio collo e la mia scapola.

Mio marito è giovane, non ha nemmeno vent’anni.
Non abbiamo che vent’anni.
Chi ci guarda da fuori nemmeno immagina che siamo sposati.
Ma il punto è che a James e a me non è mai importato di chi ci guarda da fuori; soprattutto da quando stiamo insieme, ci siamo sempre preoccupati solo l’uno dell’altra.

Lui sa che amo i maglioni a collo alto, i colori dell’autunno, la sua mano sulla mia gamba quando siamo seduti a tavola, leggere Agatha Christie.
Io so che ama i film horror, le giornate ventose, i suoi amici, la sua famiglia e me di un amore puro e unico.

So che ci tiene a mostrare un’immagine sicura di sé, ma so anche le sue fragilità.
So che esploderà di gioia quando gli dirò del bambino, ma sono anche un po’ spaventata, visti i tempi che corrono.

Per questo lo guardo adesso, mentre sdraiati sul divano sento il suo respiro dietro al mio orecchio; la sua schiena, le spalle larghe, i muscoli dentati appena accennati.

-Ehi… tutto ok?- ha smesso di baciarmi  e ora anche lui guarda me.

-Mh?-

-A che pensi?- mi chiede, sdraiandosi a lato, uno mano a reggersi la testa e l’altra a coprirmi l’ombelico.

Respiro più profondamente, con la sua mano che segue il movimento della mia pancia senza staccarsi; lui non l’ha notato –figuriamoci- ma io già la vedo più tonda.
Sta aspettando che gli risponda, ha aggrottato lievemente le sopracciglia.

-James, io…- comincio, indecisa su come formulare la frase nel modo giusto.

Lui mi guarda con maggiore intensità negli occhi, forse cerca di capire cosa aspettarsi.

-…Sono incinta.- concludo asciutta. Non avrei saputo come altro dirlo.
Sospiro e per un attimo perdo un battito, quando vedo che i suoi occhi non sono più nei miei.

James sta fissando la sua mano. La sinistra, quella che, senza pensarci, aveva poggiato sul mio ventre.
In silenzio, per qualche secondo, non fa che fissarla andare su e giù mentre il mio respiro accelera.

Io pure resto in silenzio, terrorizzata. Non so cosa gli passi per la testa, non so più quale fosse la reazione che mi aspettavo da lui.
Non piango spesso, ma adesso ne sento proprio il bisogno.
E se non volesse il bambino? E se mi dicesse di abortire, che non è il momento giusto per mettere su famiglia? È vero, ma ormai...
E se mi lasciasse, non volesse vedermi mai più? E se…

Mi bacia. Un bacio da film, tenero ma pieno di ardore, casto, forte.
Così simile al nostro primo bacio.

Poi torna a fissare la mia pancia e inizia ad accarezzarla tutta, dissipando le mie paure e la mia voglia di piangere.

-James…-
-Quando?- mi chiede –Quando nascerà?-
-In estate… la seconda metà di luglio-

Mi bacia di nuovo.
Incrocio la mia mano con la sua e lui la stringe forte. Continua a farle vagare sulla pancia, sento che si spinge verso il basso, poi si ferma.
Mi lascio sfuggire un sospiro.

-Lils, forse… forse non è il caso…- mi soffia sulle labbra.

Sorrido.
-Jamie, c’è un bambino, non una mina antiuomo-

-Sì, ma se succede qualcosa? Se dovesse provocare qualche danno...?-
Non l’ho mai visto così preoccupato.
James che rinuncia a fare l’amore poi… il sole sorgerà da ovest, domani!

Riacquisto un po’ di sicurezza: non ho intenzione di passare i prossimi sei mesi in astinenza.
-Amore, sono già all’inizio del terzo mese… l’abbiamo già fatto…- gli spiego.

C’è un’espressione poco convinta sul suo viso, ma io incomincio comunque a liberare i primi bottoni della camicetta, e vedo che i suoi occhi seguono i miei movimenti.
James è cocciuto, ma la prospettiva di un po’ di coccole insieme lo convince facilmente.

Prima di sbottonare i miei jeans, posa un bacio poco sotto l’ombelico.
Si ferma, sorride e continua a baciarmi, scivolando sempre più in basso.

È questione di pochi minuti, prima di trovarmi completamente nuda davanti ai suoi occhi adoranti.

-Ti hanno mai detto che sei splendida, Evans?-