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Autore: reblion_shadows    27/03/2018    1 recensioni
"Isn't it ugly when i talk about my visions of the past and possible future? Shoot through my mind and i can't let go, inseparable opposing images."
Questa è una storia come le altre, ma diversa. Lei è impulsiva, lui calcolatore. A volte gli opposti si attraggono direte voi.
A volte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Magneti.





Ti ricordi di me?” chiese sorridendo.
Devo dire che il ristorante scelto per il ricevimento è molto elegante, un ampio giardino che si stendeva a perdita d’occhio.
Molto curato, prevedibile per la coppia di sposi.
Lui laureato in ingegneria, lei in giurisprudenza.
Perché ero lì?
I genitori dello sposo erano amici di vecchia data dei miei, per cui hanno pensato bene di invitarci e farci vedere quanto la loro vita fosse favolosa.
Purtroppo la nostra situazione non era delle migliori, ma non potevamo mancare poiché sarebbe parso irrispettoso.
Mio padre lavorò per molto tempo con il padre dello sposo, ci aiutò molto per un periodo.
Persero i contatti a seguito del fallimento della ditta, ma l’affetto permaneva.
Era una famiglia veramente generosa, Luisa, la moglie è sempre stata gentilissima con me e con mio fratello.
Ricordo quando per una festa mi prestò un meraviglioso completo, senza aver fiatato.
Oltre lo sposo avevano un altro figlio, Marco, un ragazzo molto intelligente ma troppo sulle sue.
Lui e mio fratello avevano la stessa età, quindi quando visitavamo quella famiglia quasi non ci salutavamo e salivano subito in camera a giocare.
Certo.” Risposi sorpresa di tanta confidenza, considerando che ci eravamo parlati una o due volte in otto anni.
Affianco a me c’erano mia madre e mio padre.
Mio fratello non era venuto, non era tipo da matrimoni.
Eravamo seduti ad un tavolo affianco alla piscina, tutti i dettagli erano stati curati.
I fiori rigorosamente bianchi e rossi, così come le decorazioni ai tavoli e alle sedie.
La musica era discreta, solito pianobar mentre si mangia. Le portate abbondanti e numerose continuavano ad arrivare senza sosta. Io ero già piena dopo aver mangiato l’antipasto.
Marco stava fermo in piedi davanti a me, con un sorriso a trentadue denti.
Finto, certo, ma molto carismatico. Iniziò a parlare con i miei genitori.
Come va la scuola? Hai programmi per quando uscirai dal liceo? Mi fa piacere vederti.
Io mi ero estraniata dalla conversazione già da un po’, guardavo l’acqua della piscina ondeggiare piano.
Era una giornata di estate, luglio.
L’aria era calda e piacevole, accarezzava la pelle delicatamente.
E tu invece? Mi pare dovessi fare il quarto.” Mi si rivolse composto Marco.
Si, tutto bene.” Dissi non guardandolo in viso.
Sentii uno squittio, era mia madre che si scusava amabilmente con il ragazzo per la mia timidezza.
Non era timidezza, era indifferenza.
Sorrisi e lo guardai in faccia sfacciatamente, per provare che mia madre era in torto.
Ricambiò il sorriso e si dileguò scusandosi per il disturbo.
Che bravo ragazzo, perché non ci fai amicizia? Siete cresciuti! Molto educato e a modo, ho sentito che vuole seguire le orme del nonno.
Mia madre continuava a tempestarmi di domande e informazioni su un ragazzo che continuavo a non conoscere anche dopo tutti quegli anni.
Non risposi, non volevo iniziare una discussione.
Mio padre non si era pronunciato in proposito e gliene ero grata.
Dopo poche ore finimmo di mangiare, era ora della festa vera e propria.
Iniziarono a mettere balli di gruppo, latino americano e tanto altro.
Personalmente mi piace ballare e divertirmi un po’, soprattutto se erano ore che mi annoiavo.
Venni trascinata in pista da mio padre che aveva fatto un corso di salsa e bachata con mia madre.
Iniziammo a ballare, c’era molta gente in pista.
Mio padre era veramente molto bravo, mi faceva volteggiare senza sosta.
Dal canto mio sapevo muovermi discretamente bene, grazie alle lezioni accelerate di mio padre.
Il dj era molto simpatico, probabilmente amico della coppia di sposi dato il modo in cui si rivolgeva a loro.
Mentre mi guardavo in torno per vedere chi ballava, incrociai lo sguardo con Marco.
Il mio cuore sussultò per la sorpresa.
Mi chiedevo se Alessandro, mio fratello, fosse ancora in contatto con lui.
Presi una decisione affrettata, d’istinto.
D’altronde sono sempre stata una ragazza impulsiva.
Lasciai mio padre a mia madre.
Marco era seduto da solo al tavolo, la famiglia dello sposo era in pista a ballare.
Vuoi ballare?” Chiesi angelica sorridendo.
Adoravo mettere le persone sicure come lui in difficoltà.
Inaspettatamente, con un movimento elegante, mi prese la mano e la baciò ridendo.
Va bene.” 
  
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