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Autore: deine    31/03/2018    4 recensioni
«Meda, mamma vuole che misuri il vestito per la tua cena di fidanzamento. Dice che hai preso peso nelle ultime settimane. Sta torturando le sarte in salotto.»
Forse è colpa del fish 'n chips che ho mangiato con Ted. Due volte.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Disclaimer: il mondo e i personaggi di Harry Potter non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.                                                                                       

                                                                                 COME UN ELFO DOMESTICO


 

«Andromeda, fammi entrare.»

Mia sorella mi incalza battendo il pugno sulla porta.

«Ancora un attimo, Bella, adesso esco.» Slaccio i bottoni e tiro giù la zip; i jeans sono di seconda mano e la cerniera si inceppa sempre. Pazienza, mi dico, e inizio a contorcermi per sfilarli prima che Bellatrix si stanchi di aspettare e irrompa nella stanza. Mia sorella non ama aspettare; in più il suo vantaggiosissimo fidanzamento l'ha resa una vera piaga. Non fa che vantarsi e comandarci tutti a bacchetta.

«Ora basta, Meda; sto per entrare» esclama; la conosco abbastanza bene da sapere che ha estratto la bacchetta con un gesto plateale e che la sta puntando contro la porta.

Bene, ho tolto i jeans; li butto in un angolo con la maglietta e recupero una veste da maga color polvere.

«Alohomora!»

Bellatrix irrompe nella stanza, sul viso una smorfia sospettosa e soddisfatta, come se si aspettasse di cogliermi in flagrante. Il suo bel viso morbido si secca come una prugna quando lei mi vede seduta innocentemente sul letto, intenta a stirare le pieghe del copriletto.

Spero che non noti l'Incantesimo di Disillusione che nasconde i poster appesi alle pareti o i vestiti Babbani appallottolati accanto all'armadio o le scarpe da ginnastica sotto il letto. Il cuore mi batte forte, mentre mia sorella si guarda intorno; mi pare che annusi l'aria, come un segugio, ma forse è solo una mia impressione.

Fa' che non guardi il letto, ti prego, Merlino...

Bellatrix fissa lo sguardo nel mio; poi, con una piccola rincorsa, salta sul letto.

«Meda, mamma vuole che misuri il vestito per la tua cena di fidanzamento. Dice che hai preso peso nelle ultime settimane. Sta torturando le sarte in salotto.»

Sorrido; forse è colpa del fish 'n chips che ho mangiato con Ted. Due volte. Lui vorrebbe portarmi al cinema o a casa sua a conoscere i suoi genitori, ma io preferisco stare sola con lui.

Il letto si muove; Bellatrix si rassetta la veste e incrocia le gambe sul copriletto. Il mio sorriso si congela quando mia sorella mi prende le mani e le stringe.

«Meda, se tu sapessi quanto sono felice!» Ecco che ricomincia la follia della sposina! Mi sforzo di non roteare gli occhi. «Fra poco meno di una settimana sarò la signora Lestrange e, tra un paio di mesi, la mia sorella preferita diventerà anche mia cognata.» Il sorriso di Bellatrix è talmente ampio che mi spaventa.

Uno sbuffo di polvere fa capolino da sotto il letto. Io tossisco, sperando di distrarre Bellatrix, ma invano: gli occhi verdi di mia sorella guardano lo scendiletto con lo sguardo sospettoso di quando è entrata nella stanza.

«Vuoi che dica a papà di frustare quell'incapace di Elfo Domestico? È inammissibile che qui dentro ci sia tanta polvere!»

«No! Glielo dirò io stessa; non sono più una bambina, Bella. Posso cavarmela da sola» rispondo frettolosamente; spero che Bellatrix non colga la falsità delle mie parole.

Sono due settimane che impedisco a Twinky di entrare nella mia stanza per pulirla; non posso costringerlo a mentire per me, ma devo evitare che mio padre sappia che nessuno entra nella mia camera da due settimane. Egli capirebbe immediatamente e lo direbbe a mia madre. È chiaro che usano gli elfi domestici per controllarci; in una famiglia purosangue all'avanguardia non sta bene che i figli siano guardati a vista, ma questo non vuole dire regalarci la libertà.

La verità è che in questa casa la mia condizione non è poi molto diversa da quella di un elfo domestico.

Una delle mani di mia sorella si posa sul mio viso in una carezza affettuosa.

«So che non sei più una bambina, Meda. Credo che tu sia una giovane donna che farà molto onore alla sua famiglia, come me e Cissy – mi risponde Bellatrix, ma il tono affettuoso non si estende ai suoi occhi, come sempre, e io so, so che dirà qualcos'altro, – e al tuo sangue.»

Il mio sangue.

Per un secondo, a me è tutto chiaro, a lei è tutto chiaro, tutto è limpido e trasparente; i miei castelli di bugie cadono e mi sento come mille mie antenate denudate dei loro segreti sul rogo.

Mia sorella, come un perfido vetraio, soffia una bolla di panico intorno al mio cuore; il suo sguardo mi sta schiacciando; ancora un attimo e cederò, lo sento...

«Andromeda! Scendi subito!» Ho sentito almeno due incisi nella voce di mia madre, per cui sarà meglio che vada. Il momento si è rotto, la bolla è esplosa, lasciandomi frastornata ma incolume.

Scendo dal letto e porgo la mano a Bellatrix; lei la ignora e si rimette in piedi da sola. Usciamo insieme dalla stanza, come due attori lasciano il palcoscenico.

Chissà se Ted mi porterà in un teatro Babbano...

***

Due ore dopo torno nella mia camera. Ho dovuto trattenere il riso per tutto il tempo; mia madre cinguettava le lodi di Rabastan quasi fosse lui, suo figlio. Due settimane fa, prima che il primogenito dei Lestrange morisse, rendendo così Rabastan l'erede, mia madre aveva rifiutato la sua richiesta della mia mano scuotendo solennemente la testa. Ma adesso, complice l'incerta prognosi della malattia del signor Lestrange padre, il futuro si prospetta aureo, per il mio futuro sposo.

Chiudo la porta senza fare rumore e giro la chiave nella toppa facendo attenzione a non farla scattare. Se sapessero che chiudo la porta a chiave, mi starebbero con il fiato sul collo.

Sussulto, quando sento qualcosa di morbido posarsi sul mio collo. Qualcuno mi mette una mano sulla bocca e mi fa voltare.

«Signora Lestrange, posso avere l'ardire di baciarla?» sussurra una voce nel buio.

Asserisco con un cenno. Imitando la voce imperiosa di mia madre, rispondo: «Accordato.»

Mentre Ted mi bacia, l'oscurità della camera si fonde con quella dietro alle mie palpebre e mi lascio trasportare dagli umori della sua lingua e dai tocchi delle sue dita.

Dopo il tempo trascorso in compagnia delle mia famiglia, il contatto con lui è più appagante.

Lo stacco a malincuore da me e accendo un paio di candele; lui si butta sul letto, mentre, come d'abitudine, eseguo un Incantesimo Insonorizzante. Poi anche io mi siedo sul letto.

«Sotto il tuo letto c'è così tanta polvere che pensavo fosse qualche genere di creatura magica. Non potresti presentarmi come un compagno di scuola venuto a fare i compiti?»

«Se vuoi che ti facciano, nell'ordine, un interrogatorio, un'analisi del tuo albero genealogico, e, una volta rivelato il tuo tremendo segreto, il malocchio, la prossima volta faremo così.»

Ted sorride e fa spallucce. «Tanto non durerà ancora molto.»

Mi faccio improvvisamente seria. «Ted, ti devo dire una cosa: mi sono innamorata di Rabastan Lestrange; è buono, gentile, tranne con gli elfi domestici, incredibilmente ricco e pazzo di me.»

«Allora abbiamo almeno una cosa in comune» mi risponde, accarezzandomi una gamba. Sto al suo gioco. «Anche tu sei schifosamente ricco?» chiedo con tono fintamente sorpreso, avvicinandomi a lui.

«No, anche io sono pazzo di te.»

Non c'è bisogno di castelli con Ted, né di bugie, penso, mentre lo bacio.


 

   
 
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