Silenzio.

E’ questo il suono che mi circonda. Il suono che mi ha sempre circondato. Non ci sono case, nessuna speranza, nessun sogno da infrangere. La città saluta il mio andare con la solitudine. Cosa sono io adesso? Come sono sempre stato fino ad adesso?  Semplicemente... Solo. E’ facile ringraziare chi è più forte di te e ti salva. E’ facile innamorarsi di un essere che conosci solo tramite racconti. E’ facile chiudersi in casa pensando “sono al sicuro”. Le città si susseguono tutte identiche. Le finestre, la notte, sono riscaldate da una luce calda e accogliente. Non è luce blu, fatta da freddi neon. No, sono luci lievi, alcune persino candele accese. Le persone sono tranquille; le persone sono al sicuro. Le persone pensano troppo. Noi non siamo angeli guardiani ma demoni pronti al massacro. Eravamo. Cosa resta di... Noi? Le vite si infrangono come le onde sugli scogli. E basta così poco... Sento qualcosa sotto lo stivale; abbasso lo sguardo, giusto per trovarmi fra i piedi un peluches tutto sporco e strappato. Giochi… Bambini… Cosa significa giocare? Cosa significa essere bambino? Preso fra le mani questo peluches sporco sa di… Mamma. Loro erano al sicuro, le persone. Quelle che ti vedono come un Dio sceso in terra, quelle che non vedono al di la del Soldier che sei. Eppure… Nessuno si è mai soffermato a chiedere… Di me. Guardavo Angeal, fante poi first class soldier, scrivere tutte le settimane a casa, da quando aveva tredici anni che entrò a… Genesis, che si vantava tanto delle sue nobili origini, dei suoi genitori e delle sue terre. Le mie missioni erano sempre fissate. Mercoledì partenza serale… Fino alla mattina di venerdì. Il giorno del ritiro e della consegna della posta. E’ sporco questo peluches, dietro ha una tocca di un orrendo colore ocra.. Credo sia stato ocra. Gli occhi fatti di bottini sono cuciti storti. Cosa significa…? E’ morbido sotto le mani, posso sentirlo anche attraverso i guanti di cuoio. E’ così la carezza di una madre? E’ con cose come questo peluches che i bambini giocano da piccoli? I suoi occhi sono così.. Espressivi anche se son solo bottoni. Una riga storta d’un sorriso di lana. Le madri danno il bacio della buona notte ai loro figli? Com’è essere rimboccati d’inverno sotto le coperte? Cos’è questo…? Il peluches ha una parte delle presunte gambe fasciata. Dolore… Sofferenza… Come sono gli occhi di una madre quando il loro bambino cade e si sbuccia un ginocchio? Com’è essere consolato? Deve essere bella la sensazione di essere guardati con amore tornando con i compiti fatti dall’accademia, con una nota di merito, al ritorno da una corsa sotto sforzo di cinque chilometri. Oppure quando torni la sera, stanco dopo una giornata di allenamenti con la spada in laboratorio e trovi un bel piatto di zuppa calda. Un sorriso che accompagna la parola “bravissimo” con degli occhi che solo le madri possono fare. Il peluches cade a terra, alzando una nuvoletta di polvere. E’ un custode dei sogni che vuole la gente. E’ una persona che li protegga la notte quando dormono. E’ un essere sempre pronto a combattere senza pietà. E’ un Dio che vogliono. E questo avranno. Vedrai, Madre, che bravo bambino diventerò.

Questa fic è per me stessa. Per la giornata che ho dovutpo sopportare. Per le urla incessanti che mi tocca sentire, sopportare. La voglia di evadere. La voglia di amore che immagino in Sephiroth, come spero aver descritto in questa misera one-shot. SEnto questo personaggio molto vicino a me.  Grazie a tutti voi che leggete.