06/04/2018
1 recensioniTemporali estivi
Rose si accorse di lui nelle prime giornate torride di maggio, come se il cocente sole estivo l'avesse inondato di una luce rinnovatrice, come se la sua presenza sino ad allora non l'avesse mai sfiorata. Forse, invece, si era limitata a notare lo sguardo sempre più bruciante che lambiva timidamente la sua pelle di quindicenne spruzzata di lentiggini: le lunghe gambe sode accavallate, il ventre piatto e una perla di sudore che si ostinava a farsi spazio fra i suoi seni quando, come d'abitudine, si sdraiava al sole vestita solo del suo bikini.
Rose amava donare il suo corpo a quella luce accecante, invadente poiché non sapeva fare a meno della sensazione di un calore pesante impregnarle la pelle e della fragranza che emanava il suo corpo esposto alla tiepida luce. Sapeva a malapena resistere alla tentazione di lasciarsi vestire da quello stesso sole di polvere di cannella, esclusivamente di essa.
In verità, non sapeva resistere ad alcun tipo di tentazione, Rose, e non amava donarsi solo al Sole.
Aveva scoperto il suo potere suggestivo quando per la prima volta il suo corpo aveva subìto un cambiamento, assumendo, giorno dopo giorno, forme sempre più femminili. Aveva sempre gradito esercitare controllo sugli altri, avere un ascendente assoluto su di loro: aveva compreso subito come sfruttare la sua bellezza a questo scopo, come affascinare, come incantare un uomo. Nessuno che avesse stuzzicato anche vagamente il suo interesse era mai sfuggito a quegli occhi verdi da predatrice racchiusi fra quelle ciglia da cerbiatta.
La coscienza di James non sarebbe stata in grado di fermarlo e nella natura di Rose era inseguire anche le tentazioni più peccaminose.
«Dovresti smetterla di fissarmi così, James, o anche gli altri se ne accorgeranno» lo rimproverò lei seria, facendolo arrossire di vergogna e riempire di paura. Le labbra piene di lei si incurvarono, lo guardava con interesse. «Vorresti andare in un posto dove puoi guardarmi come più ti piace? Ne conosco uno».
La ragazza non attese risposta, gli si avvicinò come una gatta e lo baciò appassionata e mordace, lì dove chiunque avrebbe potuto vederli. James trovò la forza di scostarsi da lei, che sorrideva mentre si allontanava dalle labbra inesperte del ragazzo. Scrutò attorno, preoccupato.
«Sei pazza?» soffiò lui, senza fiato.
«Allora?» chiese lei, alludendo all'invito di pochi attimi prima. A rispondere, prepotente e violento, fu un tuono che parve uscire dalle labbra appena schiuse del ragazzo e un lampo di una luce assoluta che sembrava venerare di lei ogni tratto come lo sguardo di James sul suo corpo. Non ci furono altre parole. La pioggia cadde dapprima leggera, poi più fitta, infine torrenziale, cogliendoli immobili l'uno di fronte all'altro.
Non riuscivano a vedersi oltre ad essa. Non si videro mai: fra loro quel temporale estivo imperversava senza fine; il vento frustava sui loro volti, spazzandovi via le emozioni, il gelo ghiacciava i loro sguardi impediti dalla pioggia, il grigiore del cielo inondava le loro labbra quando si scontravano.
Non vi era niente fra loro che non fosse impetuoso e brutale, ma nulla che fosse intenso.
Non poteva durare che un attimo; esplodere, violento, e svanire senza traccia.
Noticine finali: Non è niente di che, ma spero vi sia piaciuto, grazie di aver letto. Se avete voglia lasciatemi una piccola recensione, mi fareste felice ;)
Bacioni :*