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Autore: francar2225    07/04/2018    2 recensioni
Kylo Ren era fuori di se dalla collera.
E quando Kylo Ren era furioso mieteva vittime come mosche. Né i Cavalieri Ren, nè le guardie imperiali avevano avuto il coraggio di entrare nella sala comandi quel giorno, e i pochi generali che ne erano usciti vivi faticavano ancora a respirare.
“PREPARATE LA MIA NAVE!” l’urlo, distorto dal microfono della maschera, era risultato ancora più terrificante, ed alcune guardie imperiali si erano affrettate ad obbedire agli ordini.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Generale Hux, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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1.
Ben Solo, principe di Biren, figlio della principessa Leia Organa e del generale dell’alleanza ribelle Han Solo, guardava la sterminata galassia che aveva davanti, dal posto di comando della sua nave base. L’infinita oscurità dello spazio rifletteva perfettamente il suo stato d’animo: buio, solo un immenso buio. Non era il lato oscuro di cui aveva fatto parte fino a poco tempo prima come sovrano della galassia. No, non era quello. Il buio che aveva dentro era qualcosa di diverso: era disperazione. Pura e semplice disperazione.
“Principe…”
La voce profonda e ironica di Dameron Poe interruppe il corso dei suoi pensieri. Non si voltò. Continuò a scrutare la galassia come se da essa dipendesse la propria vita. E forse era proprio così.
“Piantala, Poe.”
Silenzio.
Ben rimase immobile. L’addestramento da cavaliere Ren era stato illuminante a questo proposito: mantenere la freddezza. Sempre, in qualsiasi circostanza. Ma con Poe più di una volta aveva avuto l’impulso di mandare all'aria quella stupida filosofia. Quell'uomo gli dava sui nervi.
“Dì quello che devi dire poi sparisci.”
“Abbiamo scovato il Quartier Generale del Primo Ordine. Sembra che si stiano riorganizzando. Hux sta reclutando diversi uomini da inserire nel suo esercito.”
“Dannazione!”  sbottò Ben stringendo i denti.
La decisione di lasciare il lato oscuro e allearsi con i ribelli aveva inflitto una pesante sconfitta al Primo Ordine, ma Ben aveva sempre saputo che Hux si sarebbe riorganizzato.
Poe continuò: “Finn e Rose stanno rientrando, ci daranno informazioni più specifiche presto.”
“Va bene. Appena rientrano vi voglio tutti a rapporto da me.”
Finalmente Ben si voltò e sostenne per l’ennesima volta lo sguardo gelido del suo generale.
“Notizie di mia moglie?”
Poe scosse la testa e il suo sguardo si addolcì: “No, mi dispiace.”
Ben annuì mentre il dolore e la disperazione si espandevano in ogni fibra del suo corpo. Quando provava a connettersi a Rey tramite la forza, lei rifiutava categoricamente di comunicare con lui, e se non stava attento, rischiava di ucciderla, quindi aveva dovuto desistere.
“Quando Finn e Rose arrivano avvisami. Ora voglio restare solo.”
“D’accordo.” Poe uscì dalla stanza avendo il buon senso di non polemizzare. E Ben gliene fu grato.
Una volta rimasto solo tornò a guardare la galassia. “Dove sei Rey? Io non ce la faccio senza di te…”

2.
L’appartamento reale situato al centro della base spaziale di Ben Solo era comodo e accogliente. Il colore predominante era l’azzurro, e non poteva essere altrimenti. L’azzurro era il colore della luce, del lato chiaro della forza e di Rey.
Quando Ben vi entrò il dolore si fece più lancinante. Aveva fortemente voluto quell’appartamento per se e per sua moglie. Dopo il matrimonio si erano trasferiti a Berin, il pianeta natale di Leya, nel palazzo reale, ma la guerra non era finita, Ben lo sapeva, quindi aveva fatto in modo che Rey potesse essergli accanto anche quando erano in missione.
Poi all'improvviso tutto era cambiato. Rey se n’era andata.
E se n’era andata perché lui era un idiota.
Cercando di ignorare la sofferenza e di non guardare l’enorme letto matrimoniale, scenario delle loro dolcissime e appassionate notti d’amore, Ben si sedette su una poltrona e si prese il viso tra le mani.
Aveva sempre saputo di meritare una punizione per il mostro che era diventato, ed era sempre stato fermamente convinto che la punizione giusta per lui fosse la morte. Poi era arrivata Rey e all’improvviso tutto era diventato chiaro: era lei la sua punizione.  Ed era anche peggio. Ricacciando indietro con stizza una lacrima vigliacca, Ben Solo si ritrovò a pensare al giorno in cui l’aveva vista per la prima volta.
 
Kylo Ren era fuori di se dalla collera.
E quando Kylo Ren era furioso mieteva vittime come mosche. Né i Cavalieri Ren, nè le guardie imperiali avevano avuto il coraggio di entrare nella sala comandi quel giorno, e i pochi generali che ne erano usciti vivi faticavano ancora a respirare.
“PREPARATE LA MIA NAVE!” l’urlo, distorto dal microfono della maschera, era risultato ancora più terrificante, ed alcune guardie imperiali si erano affrettate ad obbedire agli ordini.
“SIETE UNA MASSA DI INCAPACI!” Kylo era uscito dalla sala comandi a grandi passi .
“Andrò a prendermi quel droide da solo.” Aveva sibilato mentre si dirigeva verso l’hangar sventolando il mantello nero. “E ucciderò quel traditore e quella sgualdrina che si porta dietro.”
Quando Kylo Ren era sceso dalla nave che aveva portato la divisione Imperiale sul pianeta Takodana, aveva ordinato alle guardie  di sparpagliarsi e uccidere i ribelli. Si sarebbe occupato da solo del droide. Non poteva fallire: Snoke faceva affidamento su di lui.
Aveva deciso quindi di inoltrarsi nella foresta. Aveva sguainato la sua spada laser rossa che ricordava le spade degli antichi cavalieri, e si  era mosso furtivo tra gli alberi. Ad un certo punto aveva visto il droide in lontananza e lo aveva seguito. Era stato allora che si era trovato davanti a due grandi occhi magnetici che avevano incatenato i suoi per un lungo istante. Qualcosa nel suo petto aveva fatto un balzo.  Era il cuore? Non essere ridicolo Ren aveva pensato.
Quando era riuscito a liberarsi da quello sguardo, Kylo si era concesso una frazione di secondo per osservare la ragazza. Era bella. Era così bella da far male. Aveva un aspetto bellicoso e fiero e impugnava un blaster ridicolo. Kylo aveva avvertito chiaramente la sua paura, e qualcos'altro. Qualcosa che non proveniva da lei, ma da lui stesso. Qualcosa che lo scuoteva nel profondo  impedendogli di ragionare lucidamente.
Era rimasto disorientato per un attimo, ma quell'attimo era bastato perchè lei fuggisse. L'aveva seguita. Quella ragazza era sua. Era stato così che aveva iniziato una serrata caccia nella foresta. Aveva notato che era brava a nascondersi, ma nulla avrebbe potuto contro di lui. La forza gli permetteva di avvertire la sua presenza. Kylo sapeva perfettamente dove si trovava nel momento esatto in cui ci si trovava.
“Bene, giochiamo un po'.”  Aveva sorriso malignamente sotto la maschera, poi aveva gettato un rapido sguardo alle guardie imperiali che stavano mettendo a ferro e fuoco il villaggio, quindi aveva rivolto di nuovo la sua attenzione alla ragazza.
Le aveva dato un po' di vantaggio, poi aveva ripreso ad inseguirla. Aveva sentito il suo terrore crescere e questo gli aveva procurato una scarica di adrenalina per tutto il corpo, inguine compreso. Aveva ansimato per un attimo sorpreso, poi aveva ripreso  il controllo. 
“Piccola, sono io che comando.” aveva pensato soddisfatto tra sè e sè mentre continuava a braccarla. Poi, di colpo si era immobilizzato, nel panico.
Il droide. Si era completamente dimenticato del droide. Cazzo. 
“Basta giocare adesso.” aveva pensato e con passo deciso Kylo Ren si era diretto verso la ragazza. Mentre si avvicinava, lei, invece di fuggire come si spettava, aveva iniziato a sparare contro di lui con decisione, tanto che era stato costretto a parare i colpi con la sua spada. Ora cominciava ad innervosirsi. La ragazza era coraggiosa, non sembrava voler mollare e in un altro momento Ren si sarebbe divertito a tormentarla per vedere fino a che punto era in grado di resistergli, ma il tempo stringeva e doveva agire. Senza il droide doveva trovare un'alternativa, o Snoke non gliela avrebbe lasciata passare liscia.
Utilizzando la forza l'aveva immobilizzata, poi era entrato nella sua mente. 
Rendendosi conto che lei non era affatto propensa a rispondere alle sue domande, era comunque riuscito a vedere qualcosa di interessante: il droide le aveva mostrato la mappa.
“Signore, abbiamo bisogno di rinforzi...” Una guardia Imperiale si era materializzata dal nulla facendogli perdere la connessione con la mente di lei.
Senza staccare gli occhi dalla ragazza ancora immobilizzata, Kylo Ren si era rivolto alla guardia: “Ritirate la divisione. Abbiamo tutto quello che ci serve.”  Poi l'aveva presa tra le braccia e, ignorando il fremito del suo corpo al contatto con quello di lei, l'aveva portata con se.
 
“Ben...”
La voce di Poe dall'interfono posizionato sul tavolino accanto alla poltrona lo fece sobbalzare distogliendolo dai ricordi.
“Dimmi.”
“Finn e Rose sono qui.”
“Arrivo.”
 
3.
La  riunione sembrava non finire mai. Finn stava esponendo nel dettaglio quello che aveva scoperto sulla riorganizzazione del primo ordine mentre Poe prendeva appunti.
Ben ascoltava attento: la situazione non era rosea, sembrava che tutto stesse andando di colpo a rotoli. Prima la sua vita e ora la resistenza per la quale i suoi genitori avevano tanto lottato. Sospirò guardando i suoi due generali e chiedendosi se, in caso di attacco, sarebbero stati in grado di difendere i ribelli. Era vero che avevano sconfitto il primo ordine, ma, pensò con superbia, era stato solo perchè lui lo aveva abbandonato per seguire Rey e perchè non aveva ucciso quei due debosciati quando ne aveva avuto la possibilità.
“Che cosa facciamo Ben?” Poe lo fissò con aria interrogativa.
“Dobbiamo riorganizzare l' esercito.” Disse Finn.
“Lo penso anche io.” rispose Rose. “E dobbiamo fare in fretta.”
Ben si alzò dalla sua postazione, ne aveva avuto abbastanza. “Pensateci voi.”
I tre lo guardarono attoniti e lui li osservò di rimando. Avevano ragione ad essere stupiti: non aveva mai permesso a nessuno di loro di prendere decisioni autonome. Quei tre non erano capaci nemmeno di ordinarsi il pranzo da soli, figuriamoci comandare un esercito che non fosse formato da quattro scalmanati provenienti da chissà dove. Ora però Ben aveva bisogno di tempo per se stesso.  Per ritrovare Rey e supplicarla di tornare. E per convincerla che quella cosa che portava in grembo doveva essere eliminata.
 
Il ricordo del giorno in cui l'aveva persa invase la sua mente...
 
“Ben, devo dirti una cosa...”
Ben aveva aperto gli occhi. Doveva essersi addormentato.
 Rey gli stava accarezzando i riccioli scuri. A Ben piaceva quel piccolo gesto automatico.
“Dimmi”
“Aspetto un bambino.”
Ci aveva messo un po' a capire il senso di quelle tre parole, poi era balzato a sedere sul letto.
“Cosa? Oh no. No. Dobbiamo liberacene.” Assolutamente no. Non ci sarebbero stati altri mostri con il sangue degli Skywalker. Lui sarebbe stato l'ultimo.
“Ma che dici?”
Si era voltato a guardarla e con orrore aveva letto la delusione sul suo volto. Davvero Rey voleva quella “cosa” che aveva dentro di se?
“Tesoro” la voce di Ben era risuonata dolce come una carezza. Un buon leader sa sempre quando è il momento di usare un tono di voce piuttosto che un altro.  “Noi non abbiamo bisogno di questo. Guardaci: siamo perfetti. L'equilibrio della forza. Il bianco e il nero. Lo Ying e lo Yang.... E ci amiamo. Non ci serve altro.”
“Ma è nostro figlio.”
“NOSTRO FIGLIO?!” L'Ira si era impadronita di Ben. Mai, mai che ci fosse stata una volta, una sola volta, in cui Rey lo avesse ascoltato. Questa sua totale indifferenza verso ciò che lui diceva lo faceva impazzire. Se fosse stato ancora il Leader Supremo Kylo Ren, e lei solo una ribelle, sarebbe morta all'istante.
Si era alzato dal letto mettendo in mostra il suo imponente e statuario corpo nudo pieno di cicatrici rosate. Tra tutte ce n’era una più visibile e profonda, gli attraversava il volto fino al collo, e scendeva fino al petto. Era il segno di una spada laser: la spada di suo nonno. Impugnata da Rey il giorno del loro primo combattimento nella foresta. Quel giorno Rey non gli aveva provocato solo quella ferita. Gliene aveva procurata una ben più profonda e non visibile: quella al centro del suo cuore.
Si infilò i pantaloni neri e tornò a guardarla. La rabbia era sbollita e aveva lasciato il posto al panico. Lei lo stava fissando con quello sguardo: quello della foresta.
Tre volte lo aveva guardato in quel modo. La prima volta lo aveva dilaniato nel corpo sfregiandogli il volto, la seconda volta lo aveva dilaniato nell'anima dandogli del mostro e la terza volta gli aveva dilaniato il cuore andandosene con la resistenza e lasciandolo solo a fare conti con se stesso.
 “Io farò nascere questo bambino Ben. Con te o senza di te.” Aveva detto lei pericolosamente fredda. 
Colto da un improvviso raptus di gelosia verso quell'essere che se la stava portando via, Ben le aveva voltato le spalle.  “Senza di me Rey.”
Quando si era reso conto di quello che aveva detto, ormai era tardi. Rey aveva preso Chewe e il Millennium Falcon, poi se n'era andata.
 
“Ben Ci sei?” la dolce voce di Rose lo riportò alla realta.
“Bè? Che avete da guardare? Datevi da fare prima che io ci ripensi.” disse brusco.
“Noi pensavamo che tu volessi occupartene personalmente.” La voce di Finn era carica di stupore.
“Siete due generali, e mia moglie vi ha voluto fermamente al mio fianco, Dio solo sa perchè. Quindi muovetevi. Avete 48 ore.”

4.
“Perchè diavolo non si sveglia?” Kylo Ren cominciava ad innervosirsi. La ragazza non riprendeva i sensi da troppo tempo ormai. Eppure ci era andato leggero con lei. Difficilmente i suoi sottoposti avevano potuto raccontare quello che succedeva quando lui usava la forza in quel modo su di loro. Sospirò e rimase fermo a guardarla attraverso la maschera.
Quale era esattamente il motivo per cui quella ragazza era li con lui? Ren non riusciva proprio a ricordarlo. Sarebbe stato molto più facile  se l'avesse uccisa e si fosse dedicato al droide. Portandola al suo quartier generale aveva fatto una cosa rischiosa e stupida. Se avesse fallito, se per caso si fosse sbagliato, Snoke lo avrebbe fatto a pezzi. Un brivido di paura gli aveva percorso la schiena.
In quel momento la ragazza, legata, aveva aperto gli occhi e lo aveva guardato con un misto di paura e di odio. Si chiamava Rey. Kylo aveva sentito il traditore dell'Impero urlarlo a pieni polmoni mentre la portava via.
L'aveva fissata anche lui, attraverso la maschera. Voleva ucciderlo: lo sapeva, lo sentiva. Stranamente la cosa lo aveva ferito. Cosa ne sapeva di lui quella ragazzina?
Inorridito si era chiesto da quando in qua gli importasse di quello che gli altri pensavano di lui
“Dove sono?”
“Sei mia ospite.”  E mi sto chiedendo il motivo di questo mio gesto imbecille da quando ti ho portato qui, si era ritrovato a pensare lui.
“Dove sono gli altri?” aveva chiesto lei.
“Parli degli assassini, traditori e ladri che chiami amici? Ti solleverà sapere che non ne ho idea.”  E Snoke me la farà pagare cara quando lo saprà.
Rey aveva continuato a fissarlo con odio, in silenzio.
“Vuoi ancora uccidermi?” Kylo Ren era senza parole. L'aveva osservata affascinato, fortunatamente la maschera nascondeva la sua espressione. Davvero quella ragazzina si stava permettendo di guardarlo con odio? Era ovvio che non lo conosceva. Che non sapeva cosa lui avesse fatto e di cosa era capace. Voleva ucciderlo. Aveva sorriso divertito sotto la maschera. Non hai idea piccola di quello che stai rischiando...
“Capita quando ti da la caccia una creatura con la maschera.” aveva risposto freddamente lei.
Una creatura con la maschera... Ora Kylo non sorrideva più. Cosa credeva ci fosse sotto la maschera?  Kylo Ren non seppe mai cosa lo spinse a toglierla. Aveva indossato quella maschera quando era diventato un cavaliere Ren e non l'aveva mai tolta davanti a nessuno. Nessuno conosceva il suo vero volto.  Ed ora stava per mostrarlo ad una perfetta sconosciuta. Perchè Ren? Si era chiesto. Non lo so. Si era risposto pensieroso.
Aveva tolto la maschera lentamente, senza smettere di fissare Rey, per non perdersi nessuna delle sue reazioni. Quando finalmente aveva scoperto il suo volto l'espressione di lei era cambiata. Aveva sgranato i suoi grandi occhi e aveva socchiuso la bocca. Improvvisamente aveva desiderato di baciarla così forte da lasciare per sempre il sapore delle  sue labbra su quelle di lei, ma aveva scacciato velocemente il pensiero compiacendosi tuttavia per averla lasciata senza parole. Sapeva perfettamente di avere una bella faccia: espressivi occhi scuri, labbra carnose, riccioli neri che ricadevano ribelli fino al collo. La sua bellezza era il motivo principale per cui portava una maschera.Di fatto, Kylo Ren aveva sempre considerato il suo aspetto una maledizione. Eppure, per la prima volta nella sua vita aveva avuto il desiderio di mostrarlao a qualcuno. Questo lo aveva lasciato perplesso, ma aveva deciso che avrebbe analizzato in seguito la sua personalità bipolare.
Approfittando del momento di vantaggio aveva tentato di farsi dare dalla ragazza la mappa leggendole la mente, ma con suo grande disappunto si era accorto che lei stava rifiutando di mostrargliela. Aveva intensificato la forza. E aveva sentito qualcosa. Qualcosa che non era riuscito a spiegarsi. Qualcosa che sentiva anche lei.
“Va tutto bene. Lo sento anche io.” Le aveva detto. Il problema era che non capiva cosa fosse e non aveva avuto il tempo di analizzare quello che stava succedendo perchè all'improvviso qualcosa era cambiato. Con stupore misto a terrore si era accorto che Rey stava usando la Forza contro di lui.
Con sguardo intenso e determinato la ragazza stava leggendo la sua mente.
“Tu... Tu hai paura. Hai paura di non riuscire a diventare forte come Darth Vader!”
Kylo Ren aveva interrotto di colpo la connessione con la ragazza. Non poteva crederci. Il dono della forza della ragazza era potente come il suo. Si sentì mancare. Fece un profondo respiro ed uscì dalla stanza lasciandola lì, ancora immobilizzata.

“Rey!”  Ben si svegliò di soprassalto. Doveva essersi addormentato mentre ripensava al giorno in cui aveva scoperto che Rey aveva il dono della forza. Allungò il braccio verso la parte del letto che lei  era solita occupare e gli venne un'immensa voglia di urlare.
 
5. 
Il mare calmo del tardo pomeriggio sembrava una tavola azzurra, mentre la brezza scompigliava i capelli scuri di Rey Solo.
Era vero: quel posto aveva il magico potere di calmare anche gli animi più irascibili. Chissà se anche Anakin skywalker si era sentito così in pace vivendo in quei,luoghi.
Rey era arrivata a Naboo con il Millennium Falcon e Chewe da diversi mesi. Più precisamente da quando aveva lasciato Ben. Non avrebbe mai voluto farlo, ma Ben non voleva il loro bambino, e lei non era disposta a lasciargliela passare liscia.
Il palazzo reale di Naboo era stato il palazzo dove aveva vissuto la nonna di suo marito: Padme Amidala, madre di Luke e Leia e moglie di Anakin Skywalker, ed era stata proprio Leia a portarla per la prima volta in quel posto, prima di morire. Aveva sentito che l’amore di Rey per Kylo Ren la stava consumando e aveva cercato di aiutarla offrendole ciò di cui in quel momento aveva più bisogno: pensare.
La ragazza ricordava ancora le parole della principessa. “Nessuno è mai veramente perduto Rey, se ha qualcuno che crede in lui.”
Erano sedute su una panchina e stavano contemplando le onde in silenzio, poi Leia aveva parlato, con voce bassa, esitante: “Sei la ragazza per lui Rey. Se la Forza ha deciso così non c’è niente che possa impedirlo. L’ ho sentito sai? Lui ti ama, e tu lo ricambi.”
Rey aveva sospirato. “La nostra avrebbe potuto essere una storia bellissima. Quando le nostre mani si sono toccate, l’ho visto. Ho visto il nostro futuro insieme. Ma lui ha rovinato tutto ed ora è tardi…”
“No, non è tardi. Lotta, combatti. Lui sta aspettando da te soltanto una parola.”
“Una parola che non pronuncerò mai, a costo di morire d’amore per lui.”
Leia aveva sorriso  “Sei testarda Rey, e questo è un bene”
“Principessa, so qual è il mio destino. E non è accanto al leader Supremo della galassia.”
“No, infatti, è accanto a mio figlio Ben.”
Leia aveva ragione, come sempre. Rey era riuscita, sebbene a fatica, a sottrarre Ben al lato oscuro, ma non è tutto oro quello che luccica.
In realtà Kylo Ren era solo sopito dentro Ben solo, e a volte cercava di riemergere in tutta la sua potenza.
La ragazza cercava di non pensare al momento in cui Kylo Ren sarebbe tornato. Sperava solo che Ben fosse in grado di tenerlo a bada, ma aveva sofferto troppo in passato. Nessuno diventa un mostro senza motivo.  Ben si era sentito rifiutato fin dalla prima infanzia. Il dono della forza era stato per lui una maledizione, e la sua parentela con Darth Vader aveva fatto il resto. I suoi genitori lo avevano allontanato, suo zio che avrebbe dovuto proteggerlo aveva cercato di ucciderlo e Snoke non aveva fatto altro che abusare di lui mentalmente e fisicamente.
I ricordi riaffiorarono persi nell’azzurro mare che Rey stava fissando.
 
“Cosa ci faccio qui? DI NUOVO?”  Aveva sbraitato Rey cercando di ignorare le sensazioni che la sala del trono suscitava dentro di lei. Era furibonda. Aveva sperato di non rivedere mai più Kylo Ren.
Lui aveva fatto la sua scelta: aveva scelto il lato oscuro, e questo Rey non poteva accettarlo. Ci avrebbe messo una pietra sopra e insieme alla resistenza avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per distruggere il Primo Ordine ed il suo nuovo Leader Supremo.
Ma a quanto sembrava, quel Leader Supremo non la pensava allo stesso modo aveva riflettuto irritata mentre lo guardava seduto, imponente e bellissimo, sul quel trono che solo poche settimane prima era appartenuto al suo maestro Snoke.
“Sei mia ospite. Di nuovo.”
“Strano modo di trattare gli ospiti.”
Ren era rimasto impassibile. “Perché cosa ti manca?”
Lei aveva sgranato i suoi grandi occhi. Ma stava dicendo sul serio? “Sono qui contro la mia volontà! Le tue guardie imperiali mi hanno rapita e mi hanno costretta a tornare in questo orribile posto e dire che sono tua ospite è un eufemismo visto che non posso andarmene. SONO TUA PRIGIONIERA!”
“Punto primo.” Kylo era serio, ma i suoi occhi avevano tradito il divertimento. “Se non ricordo male, poche settimane fa sei venuta quì proprio di tua spontanea volontà. E punto secondo, è ovvio che non mi conosci abbastanza se non sai che ai miei prigionieri è riservato ben altro trattamento. Ammesso che sopravvivano abbastanza da poter diventare miei prigionieri.”
Rey aveva lasciato cadere il discorso. Sapeva che Kylo aveva ragione. Da quando era diventato Leader Supremo era diventato ancora più spietato. “Allora cosa vuoi da me?”
“Voglio che tu mi dica dove si trova il quartier generale della resistenza.”
La ragazza era scoppiata a ridere.  Una risata insolente. “E cosa ti fa credere che te lo dirò?”
Lui aveva sorriso malignamente. “Magari il fatto che se dovessi trovarlo da solo prima che tu me lo dica, sarò felice di farti assistere all’esecuzione capitale di tutti i tuoi amici. Droidi compresi. Guardie!”
“Non lo farai! Te lo impedirò!”  Aveva urlato furiosa Rey
“E come?”
Messa alle strette, Rey si era resa conto che avrebbe dovuto trovare un modo veloce, molto veloce di salvare i suoi amici prima che la situazione fosse precipitata. Forse, rimanendo al quartier generale del primo ordine avrebbe potuto trovare una soluzione più facilmente.
“Sei un mostro.”
“Mi sembrava che su questo punto fossimo d’accordo da tempo.”
Due guardie imperiali erano entrate nella sala. “Accompagnate la nostra ospite nelle sue stanze.  E’ libera di muoversi all’interno del quartier generale, ma le è proibito assolutamente avvicinarsi all’Hangar.  Sono Stato chiaro?”
“Si Signore.”
“Bene.”
Poi Kylo si era rivolto a lei. “Alle otto si cena”
“Non ci sarò.”
“Oh si invece. O Verrò a prenderti io, e credimi, non sarà piacevole .”
Mentre il tono imperioso del Leader Supremo vibrava l’aria, le due guardie imperiali avevano scortato una Rey sempre più furiosa fuori dalla sala del trono impedendole di vedere il sorriso che si era disegnato sul volto del terribile Kylo Ren.
Avevano attraversato un lungo corridoio, poi le guardie si erano fermate di fronte ad una porta. Una delle due aveva schiacciato il pulsante verde di un telecomando ed erano entrati. La visione che si era parata davanti agli occhi della ragazza l’aveva lasciata a bocca aperta. Una grande stanza nei colori del nero e del viola faceva bella mostra di se. Al centro era posizionato un enorme letto con le coperte e le lenzuola dello stesso viola delle pareti, ma ciò che era più strabiliante  era il soffitto fatto a forma di cupola in vetro, dal quale era possibile vedere il firmamento.
Rey si era soffermata ad osservare quella meraviglia, poi la sua attenzione era stata catturata da un’altra porta. Ignorando le due guardie che erano rimaste in piedi davanti alla porta d’ingresso, si era diretta verso la porta che aveva attirato la sua attenzione. L’aveva aperta ed era rimasta di stucco. All’interno era presente una cabina armadio con una quantità tale di abiti e scarpe che a Rey non sarebbero bastate sette vite per indossarli tutti. L’Ira, ma soprattutto la gelosia, le avevano fatto perdere la ragione.
Il leader supremo trattava bene le sue amichette a quanto sembrava!
Era uscita dalla cabina armadio come una furia e si era diretta verso l‘uscita. Prontamente le due guardie le avevano sbarrato la strada.
“Lasciatemi uscire! Non rimarrò un minuto di più nella stanza dove il vostro Leader Supremo porta le sue amanti quando ha voglia di divertirsi!”
“Il nostro Leader Supremo non ha amanti. Questa stanza è stata creata appositamente per lei.”
La voce metallica della guardia l'aveva bloccata. “Cosa?”
“Il nostro Leader Supremo non ha amanti. Questa stanza è stata creata appositamente per lei.”
Rey era rimasta senza parole. “Davvero questa stanza è per me? Solo per me?” Cosa voleva dire questo esattamente?
“Il nostro Leader….”
“HO CAPITO!” Si era spazientita lei. Ma come aveva fatto Finn a far parte di quell’esercito di idioti?
Aveva sospirato sfinita. “Posso rimanere da sola o starete qui a controllarmi?”
La guardia, in silenzio, aveva dato a Rey il telecomando della stanza, poi entrambe erano uscite lasciandola sola.
Lei aveva atteso una manciata di minuti, poi era andata a sbirciare fuori. Le guardie erano scomparse, segno che non avevano avuto l’ordine di rimanere a controllarla. Bene.
Si sarebbe cambiata in fretta, poi sarebbe uscita in perlustrazione.
Aveva fatto una lunga doccia, poi era entrata nella cabina armadio e aveva passato in rassegna gli abiti appesi alle grucce. La verità era che lei non aveva mai indossato cose del genere. Lei era qualcosa che si avvicinava molto ad un Jedi, e certi abiti non erano quello che un jedi indossa…. Poi qualcosa aveva attirato la sua attenzione: un abito lungo fino al ginocchio con drappeggi che ricordavano molto la casacca che indossava in quel momento. Unico neo: era un abito rosso fuoco. Il colore del Lato Oscuro. Come un automa lo aveva preso e si era diretta verso lo specchio.
Una volta indossato aveva osservato a lungo la sua immagine riflessa: certo che quell'abito lasciava davvero poco spazio all’immaginazione. La schiena era completamente scoperta, e il drappeggio copriva a malapena il seno. Stranamente  però, si era sentita a suo agio. Aveva poi deciso di rimanere scalza, avrebbe fatto meno rumore camminando. Infine si era annodata i capelli in una coda ed era uscita. Se la cena era alle otto, aveva più di un ora per esplorare la nave base.
Aveva iniziato a camminare con passo felpato in direzione opposta a quella dove sapeva si trovava la sala del trono. Non voleva correre il rischio di incontrare il Leader Supremo. Sarebbe stato difficile spiegare quella sua perlustrazione.
Procedendo lungo il corridoio aveva incontrato una porta. Era chiusa e al lato un interruttore mostrava una luce lampeggiante rossa. Chissà che stanza poteva essere se aveva addirittura la porta bloccata ed una luce rossa...
Colta da un'improvvisa idea, Rey aveva preso il  suo telecomando e lo aveva puntato verso l’interruttore. La porta si  era incredibilmente aperta.
Dentro il buio. Cercando di farsi coraggio, era entrata. Le luci si erano accese  di colpo al suo passaggio e lei aveva avuto un tuffo al cuore: conosceva quella stanza. L’aveva vista qualche tempo prima durante una delle sue connessioni con Kylo Ren. Era la sua camera.
La ragazza si era guardata intorno. Il colore predominante era il nero, luci soffuse rosse inondavano la camera conferendole un aspetto alquanto sinistro. Su una parete faceva bella mostra di se un divano in pelle nera, mentre su un’altra era posizionato un enorme letto con lenzuola di raso nero. Più avanti c’era il bagno, con mattonelle nere e grigie, una enorme doccia ed un’ altrettanto enorme vasca idromassaggio. Oltre il bagno, più avanti, Rey aveva visto quello che molto probabilmente era il suo studio. Si era avvicinata ed aveva sfiorato delicatamente la scrivania, poi all'improvviso, il riflesso di una luce rossa che diventava sempre più intensa l'aveva fatta sussultare. Il suo dono le aveva preannunciato quello che stava succedendo insieme alla consapevolezza di essere terribilmente nei guai, quindi non si era stupita nel sentire la voce profonda del suo nemico carica di meraviglia e di stupore.
“Rey?”
Lei si era voltata rassegnata nel momento esatto in cui Kylo spegneva la sia spada laser e la gettava con noncuranza sul divano.
“Che diavolo ci fai nella mia stanza?”
Rey era avvampata. Cosa poteva dire?
“Ecco…. Io…. Entri sempre nella tua camera con la spada sguainata?” Aveva preso tempo cercando disperatamente una spiegazione plausibile, ma la realtà era che non ce n'erano.
“Sono il Leader Supremo. Devo essere sempre in guardia, soprattutto se trovo la porta della mia camera aperta. A proposito, come hai fatto?”
Lei gli aveva mostrato il telecomando. E lui aveva annuito.
“Devo ricordarmi di punire severamente il responsabile della sicurezza. Allora, cosa ci fai qui?”
Nel frattempo si era tolto il mantello e i guanti e li aveva gettati sul divano accanto alla spada laser. La sua sorpresa era durata lo spazio di un attimo. Ora il suo volto era nuovamente impassibile, freddo, bellissimo ed inquietante. Un brivido aveva percorso Rey dietro la schiena. E non era un brivido di paura.
“Bè… Stavo passeggiando e mi sono persa.”
Lui aveva alzato un sopracciglio e Rey si era sentita una stupida.
“Ho… Ho visto questa stanza ed ho pensato…”
“Cosa?” aveva chiesto lui.
“Niente... Ho agito d’impulso.” Rey aveva abbassato lo sguardo con aria colpevole.
“Quindi sei entrata quì nonostante non sapessi che stanza fosse e quale avrebbe potuto  essere una  mia eventuale reazione se ti avessi scoperta?”
“E quale avrebbe potuto essere questa reazione?”
Le labbra di Kylo si erano curvate in una specie di sorriso. “Bè…. Se tu fossi stata la mia apprendista ed io il tuo maestro, ti avrei messo sulle mie ginocchia e ti avrei dato una bella sculacciata. Ma non lo sei. Quindi il problema non si pone.”
Rey era avvampata per la seconda volta.
“Perché sei qui Rey?” Ora lo sguardo di Kylo Ren era penetrante. “Dopo che hai saputo che questa era la mia camera, perchè sei rimasta?”
“Non lo immagini?” ma perché diavolo continuava a dire cose senza senso? Possibile che quegli occhi che la guardavano in quel modo le facevano perdere la ragione? Cosa le faceva quell'uomo? Era un mostro. Crudele, disumano, feroce. Se fosse stata lucida avrebbe usato il suo dono per recuperare la spada dal divano e lo avrebbe ucciso. Ma non era lucida. Era soggiogata dalla sua presenza. Non va bene Rey, non va per niente bene.
Nel frattempo Kylo, aveva tolto la cintura e la giacca e le aveva gettate entrambe sul divano rimanendo solo con la canottiera nera che metteva in mostra il suo corpo possente, poi si era avvicinato lentamente a lei che era rimasta senza fiato. Era troppo vicino. Poteva sentire il suo profumo di muschio, ginepro e miele. Quel profumo le stava dando alla testa.
“No. Non lo immagino.” le aveva sussurrato lui con voce calda e vibrante. Rey aveva cercato di riprendere il controllo. Ma ormai aveva perso. Niente sarebbe stato più come prima.
“Be, ora posso anche andarmene.”  aveva detto con voce insicura. Ti prego lasciami andare prima che io decida di rimanere con te per sempre mandando al diavolo le mie convinzioni.
Dallo sguardo ardente di lui, Rey aveva capito di aver commesso un grave errore. Kylo Ren aveva letto nella sua mente. Stranamente però era rimasto in silenzio. Avrebbe potuto piegarla al suo volere, invece le aveva preso dolcemente la mano e le aveva tolto il telecomando. Poi aveva sbarrato la porta.
“Sei fantastica sai? Non so mai cosa aspettarmi da te.” Le aveva sussurrato nell’orecchio. “E il colore del lato oscuro ti dona.” Le aveva detto riferendosi al vestito rosso.
Si era avvicinato ancora di più a lei e l'aveva presa tra le braccia. Il contatto con quell’uomo così irritante le aveva provocato intensi brividi di piacere e spaventata da quelle sensazioni aveva cercato di divincolarsi.
“Lasciami…”
Lui l'aveva stretta a se ancora più forte. Rey poteva sentire i suoi muscoli attaverso la sottile stoffa del suo vestito e si era maledetta in silenzio per non avere scelto l'abito di broccato dorato.
“Assolutamente adorabile piccola mercante di rottami.”
“Lasciami! Oppure mi metto ad urlare!” le sensazioni che provava Rey erano troppo forti. Doveva mettere quanta più distanza possibile tra loro.
“Credi veramente che qualcuno accorrerebbe in tuo aiuto? Le mie guardie sentono urlare continuamente chi ha la sventura di avere a che fare con me. Hanno il preciso ordine di non intervenire se ci tengono alla loro vita.”
“Non ti sopporto, ti detesto.” Quelle parole erano risultate false anche a lei.
“Vuoi veramente andare?” Era vicino. Pericolosamente vicino.
“Lasciami… Per favore….” Dove era finita tutta la sua risolutezza?
Kylo aveva incatenato i suoi occhi a quelli di lei, poi aveva avvicinato le labbra alle sue.
“Rey…” La sua voce calda e roca aveva fatto crollare tutte le sue difese e Rey aveva saputo per certo di amare alla follia quell’essere orribile.
E lo voleva, lo voleva come non aveva mai voluto nessuno.
Al diavolo! Si era stretta più forte a lui e lo aveva baciato avidamente. Lui era rimasto per un attimo sorpreso, poi aveva risposto al bacio lasciando che lei affondasse le dita tra i suoi riccioli scuri.
Rey però voleva di più, così aveva smesso di baciarlo, si era allontanata leggermente e gli aveva tolto la canottiera prendendosi finalmente la libertà di accarezzare e baciare ogni singolo centimetro di quel petto che era stato la causa dimolte sue notti insonni.
Lui aveva chiuso gli occhi lasciando che fosse lei a decidere cosa fare, e lei aveva iniziato a baciare dolcemente tutte le sue ferite. Aveva lasciato per ultima la più profonda: quella che gli aveva procurato lei.
Quando le sue labbra erano arrivate nel punto in cui la ferita passava vicino al cuore lo aveva sentito sussultare. Si era bloccata di colpo: “Ti fa male?”
Lui aveva aperto gli occhi. “No. Ha smesso di farmi male quel giorno in ascensore. Il giorno che si venuta da me.”
“Ben….”
Nel pronunciare quel nome Rey lo aveva visto sbarrare i suoi enormi occhi scuri, poi le aveva tolto il vestito e l’aveva presa tra le braccia, adagiandola sull’enorme letto. Il contatto del raso con la sua pelle nuda l’aveva fatta rabbrividire. Lui allora le aveva preso la mano e l’aveva fatta sedere.
“Rey. Basta una tua parola. Se non vuoi che questo accada dimmelo. E non accadrà.”
“Perché? Non mi vuoi?”
“Certo che ti voglio. Ti voglio da quando ti ho rapita la prima volta.”
“Mi dispiace per quel giorno nella foresta. Ti ho fatto del male, ma ero così arrabbiata….”
Lui le aveva sciolto i capelli. “Non ha più importanza ora.”
“Voglio fare l’amore con te Ben. Adesso.”
Lui aveva esitato. “Rey…”
Si. Rey lo sapeva, lo sentiva. Sentiva che lui aveva paura di farle del male.
“Non mi farai del male Ben. So che non lo farai.”
Aveva annuito poco convinto allora lei aveva passato delicatamente il dito sulla ferita che gli deturpava il volto.
“Ti prego. Fidati. C’è luce in te, lo sento.”
Lui aveva annuito di nuovo, poi si era spogliato ed era tornato da lei, e mentre si perdevano l’uno dentro l’altro, lei l’aveva sentita. La forza. Il bilanciamento.
“Ben?”
“Si Rey. Lo sento anche io.”
 
6.
Rey si era stiracchiata languida assaporando la carezza del raso sulla sua pelle nuda, poi aveva aperto gli occhi. Non era mai stata così felice. Ben aveva fatto l’amore con lei. C’era una speranza. La guerra stava per finire. Aveva alzato la mano per accarezzarlo, ma si era accorta di essere sola. Certo. Il Leader Supremo aveva da fare, ma dovevano parlare del futuro, c’erano molte cose da pianificare.
Si era alzata pigramente dal letto, aveva raccolto il vestito rosso e aveva deciso di tornare nella sua stanza. Avrebbe fatto una doccia, si sarebbe cambiata, poi sarebbe andata a cercarlo.
Stava per uscire, quando sulla porta aveva incontrato due guardie imperiali.
“Il Leader Supremo vuole vederla. Subito.”
Ben aveva mandato le sue guardie a chiamarla nella sua stanza senza preoccuparsi di nascondere quello che era successo tra loro. Oddio, stiamo insieme! Ed io lo amo tanto… Le era sembrato di camminare ad un metro da terra.
Aveva deciso di non cambiarsi. Lo avrebbe fatto dopo. Ora voleva vederlo.
Era uscita dalla stanza e aveva seguito le due guardie.
Quando era entrata nella sala del trono, il sorriso che le aveva illuminato il viso fino a quel momento di colpo si era spento.
Kylo Ren era seduto sul suo trono, circondato da quelle odiose guardie vestite di rosso e sul suo volto impassibile non c’era alcuna traccia di sentimento. Il suo sguardo freddo non tradiva alcuna emozione..
Rey si era sentita morire dentro. Per la seconda volta.
“Il Millennium Falcon è pronto a partire.” Aveva esordito lui con voce metallica. “Puoi prendere tutto quello che vuoi dalla tua stanza.”
“Non puoi fami questo Ben. Non puoi mandarmi via così.”
Gli occhi di lui si erano stretti in una fessura. “Non chiamarmi Ben. Ben Solo non esiste se non nella tua mente.”
“Questa notte Ben Solo era reale!”
Kylo si era agitato sul trono, poi si era rivolto alle guardie rosse. “Non ho bisogno di voi ora. Lasciatemi solo.”
Le guardie avevano esitato, probabilmente non avevano mai ricevuto un ordine simile. Lui allora le aveva guardate con furia glaciale. “Qualcuno di voi ha deciso di morire prima della fine della mattinata?”
Le guardie si erano affrettate ad uscire.
Rimasti soli, Kylo si era rivolto di nuovo a Rey. “La scorsa notte è stata un errore. Un enorme imperdonabile errore che non si ripeterà.”
No. Non poteva essere. Lei lo sapeva. Provò ad usare la forza per sentire cosa lui provasse davvero in quel momento, ma lui si era chiuso a lei, e di sicuro la sua padronanza di quel dono non era paragonabile a quella del Grande Leader Supremo Kylo Ren. Fece un ultimo, disperato tentativo.
“Vieni via con me Ben.”
“Non. Chiamarmi. Ben.” La sua voce continuava a non tradire alcuna emozione. Forse era vero. Forse Ben Solo non era mai esistito. Eppure quella notte aveva fatto l’amore con lei.
“Per favore…. Non farlo….Per la seconda volta…”
“La seconda volta?”
“Quando hai ucciso Snoke. Se mai hai provato qualcosa, qualsiasi cosa per me…”
A quelle parole lui si era alzato dal trono e le era andato incontro con il viso stravolto dalla rabbia, ma soprattutto dalla disperazione. “Se mai ho provato qualcosa per te? SE MAI HO PROVATO QUALCOSA PER TE? Ho ucciso Snoke PER TE! E ti ho offerto la galassia! L’INTERA GALASSIA DANNAZIONE! Ti avevo chiesto di creare un nuovo ordine con me, e TU mi hai abbandonato! Mi hai abbandonato come tutto il resto della mia famiglia!” La sua voce si era incrinata. “E mi hai fatto ancora più male perché avevo creduto che tu fossi diversa da loro.”
“Non era pensabile per me passare al lato oscuro!” Si era giustificata Lei.
“Ma io non ti avevo chiesto di passare al lato oscuro Rey! Ti avevo chiesto solo di governare con me! E se tu non fossi stata così attaccata alle tue stupide convinzioni da jedi, lo avresti capito! Tu sei TUTTO per me! Io ti amo! Non avrei mai potuto chiederti di diventare qualcuno che non sei!”
Era tornato a sedersi e si era passato una mano tremante tra i riccioli scuri. “Come fai tu….”
L’ aveva fissata con sguardo penetrante e lei aveva abbassato il suo. Quando era tornata a guardarlo i suoi occhi erano pieni di lacrime.
“Mi dispiace averti fatto del male, ma troviamola adesso una soluzione.”
“No. Ormai è tardi. Tu hai fatto la tua scelta ed io ho fatto la mia.” Kylo aveva intanto ripreso in controllo di se.
“Ma tu mi ami, ed anche io ti amo.”
“Questo amore è sbagliato. Ora vai.”
“Ti prego….”
 Kylo aveva di nuovo perso la pazienza. “Accidenti Rey! Hai un dono e allora usalo! Tu puoi sentire quello che sto provando! Mi sta devastando dentro lasciarti andare! Soprattutto dopo questa notte! Ma Io non sono Ben Solo. Io sono Kylo Ren. Il Leader Supremo. Ho fatto una scelta. Ho dei doveri. E sebbene io sappia che tu rimarresti con me se te lo chiedessi, non lo farò. Uccido le persone che mi non mi obbediscono, torturo i prigionieri che catturo, non ho pietà per nessuno. E non potrei vivere avendoti accanto e sentire il tuo odio per me crescere giorno dopo giorno a causa del il mio comportamento.”
“E’ la tua ultima parola?”
Lui aveva annuito, sfinito e disperato. Allora lei si era voltata ed era uscita di corsa dalla sala del trono prima di scoppiare in lacrime.
 
Qualcosa nella pancia di Rey si mosse distogliendola dai suoi pensieri nell’esatto momento in cui Chewe arrivava correndo. Non capì subito cosa stava succedendo, e quell’ attimo le fu fatale. Due guardie imperiali catturarono lei e Chewe e li portarono dentro al castello, dove trovarono in generale Hux.
“Che piacere avere Rey Solo al nostro nuovo quartier generale!”
“Be, il piacere non è ricambiato generale.”
“Sai, volevo ucciderti, poi però ho pensato che magari tuo marito potrebbe venire a cercarti.” Osservò sorpreso le forme arrotondate di Rey, poi sorrise maligno. “E da quello che vedo arriverà molto presto. Bene. Ho dei conti in sospeso con lui.”
Rey cominciò a pensare velocemente. Non poteva permettere a Hux di usare il castello di Naboo come quartier generale. Doveva avvisare Ben prima possibile, sempre ammesso che fosse stato disposto a venire considerati gli ultimi avvenimenti.
Bene’ lo avrebbe scoperto presto: era arrivato il momento di far sapere a suo marito dove fosse. Mentre le guardie l’ammanettavano, chiuse gli occhi.

7.
Ben stava osservando alcuni grafici, quando la sentì. La connessione lo stava chiamando. Era la prima volta che succedeva da quando Rey se n'era andata. Il pensiero che potesse esserle successo qualcosa lo colpì in pieno petto, Rey non lo avrebbe cercato se non ci fosse stato un reale pericolo, era troppo arrabbiata con lui. Scacciando tutti i pensieri funesti dalla sua mente, si concentrò fortemente su di lei e finalmente la vide. Era ammanettata.
“Rey che succede?” Il panico si impadronì di lui.
Nessuna risposta. Si concentrò meglio: in lontananza sentì una voce. Una voce maschile. Il sangue gli si gelò nelle vene. Era la voce di Hux. L’aveva catturata. Si, ma dove erano? Si concentrò ancora. Doveva fare in fretta. Rey stava facendo uno sforzo immane, poteva morire. Cercò di non pensarci, e si concentrò di nuovo. Quando, frustrato, stava per abbandonare la speranza, sentì qualcosa. L’odore del mare, l’odore della sua infanzia: Naboo.
Sua madre adorava Naboo. Ci passavano tutte le estati. Non ci andava da quando aveva distrutto il tempio Jedi. Era come se non meritasse più di stare in quel posto.
Ma ora la domanda era: Cosa ci faceva Rey a Naboo?
La risposta le fu chiara in un attimo e si diede dello stupido per non averci pensato prima. Era stata sua madre: le aveva dato un posto dove rifugiarsi quando stargli accanto diventava troppo difficile.
“Sei a Naboo?”
La vide annuire impercettibilmente, sollevata.
“Va bene tesoro. Sto arrivando.”
 
“Finn! FINN!”
Rose irruppe nella sala comandi come un ciclone.
Finn e Poe si voltarono a guardarla allarmati. Ansimava.
“Hux…. Hux ha preso Rey.”
I due impallidirono.
“COSA?” la voce di Poe ridusse al silenzio la stanza.
“Hux Ha conquistato Naboo e ha fatto prigionieri Rey e Chewe.”
“Aspetta. Rey era a Naboo? Come lo sai?” Finn era apparentemente più calmo, ma dentro stava urlando di disperazione. Rey era la sua migliore amica, e sebbene non avesse mai capito alcune sue scelte, come quella di sposare un mostro, le voleva un modo di bene. Il suo pensiero corse velocemente a Ben. Bisognava informarlo. Subito.
“Me lo ha detto il nostro infiltrato.”
“Dannazione!” Finn guardò Poe.
“Dobbiamo dirglielo.”
Poe annuì e insieme uscirono dalla sala comandi seguiti da Rose.
Quando entrarono nell’ala riservata a Ben e a Rey si immobilizzarono di colpo, attoniti.
Ben lo sapeva già.
Davanti a loro, Kylo Ren li guardava con sguardo terrificante. Il suo volto impassibile non mostrava alcuna traccia del suo vecchio conflitto interno, Solo lato oscuro allo stato puro: l’erede legittimo di Darth Vader era pronto a combattere per difendere ciò che amava.
“Nessun prigioniero. Nessun superstite. E Hux è mio.”
Immobili lo guardarono sguainare per un attimo la spada rossa a forma di croce che non aveva più usato da quando aveva sposato Rey, e osservarla senza tradire alcuna emozione. Poi la agganciò alla cintura e uscì sventolando il lungo mantello nero.
 
“Ho una cosa per te.”
Rey aveva guardato Ben con aria interrogativa e si era seduta sul letto.
“Cosa?”
Lui aveva accennato un sorriso enigmatico poi si era alzato sotto lo sguardo carico di desiderio di lei. “Potresti evitare di guardarmi in quel modo? Ho bisogno di essere lucido.”
Lei era scoppiata a ridere. “Scusa, ma non puoi pretendere di girare nudo per la stanza senza che io ti guardi.”
Ben aveva alzato gli occhi al cielo, poi aveva preso i pantaloni e li aveva infilati.
“No dai, così non vale!” si era lamentata lei.
Lui l’aveva ignorata ed era uscito dalla stanza per rientrarne subito dopo.
“Buon anniversario.” Le aveva dato un pacchetto.
“Non è il nostro anniversario Ben.”
“Oh si invece. E’ l’anniversario del nostro combattimento nella foresta.”
“Non mi piace ricordarlo. Ti ho fatto del male quel giorno.”
“Più di quanto immagini Amore mio. E non mi riferisco alla ferita. Aprilo.”
Lei aveva preso il pacchetto e lo aveva aperto. All’interno c’era una spada laser. Rey l’aveva osservata perplessa.
“Che significa?”
“Che voglio vederti combattere al mio fianco.” Rey aveva restituito a Ben la spada di Anakin quando si erano sposati, ma lui sapeva perfettamente che non le piaceva non poter combattere con lui. Era una guerriera.
“Davvero?” Gli occhi di lei avevano brillato come stelle.
 “Accendila.”
Senza dire nulla lei aveva pigiato il pulsante dorato ed un laser di colore Violetto si era sprigionato dalla spada. Rey l’aveva guardato affascinata, e Ben aveva capito di avere fatto la scelta giusta.
“Cosa significa Ben, perchè viola?”
“Perché il viola è dato dall’unione del rosso e dell’azzurro. Quando studiavo per diventare Jedi, un giorno Luke tenne una lezione su come fabbricare le spade laser e quali fossero i colori che potevano essere usati. Le spade laser sono costruite con cristalli focalizzatori di colori diversi. Sai già che quelle azzurre rappresentano il lato chiaro, mentre quelle rosse rappresentano il lato oscuro. Quel giorno, però, io rimasi affascinato da un maestro Jedi vissuto ai tempi di mio nonno. Si chiamava Mace Windu.”
Ben aveva ammirato estasiato sua moglie. Stava osservando la spada. Il violetto rifletteva sul suo viso rendendola quasi irreale. Si chiese cosa ne sarebbe stato di lui se non l’avesse incontrata.
“Continua.” La voce di lei lo aveva distolto dai suoi pensieri.
“Mace Windu.” Aveva ripreso Ben. “Aveva una spada viola. Luke ci aveva spiegato che Mace, molto tempo prima, aveva salvato lo stregone di un villaggio sul pianeta Lur. Questo stregone aveva intuito che lui era in grado di usare tecniche di combattimento molto vicine al lato oscuro pur essendo un Jedi. Gli aveva così regalato un rarissimo cristallo focalizzatore viola, con il quale lui aveva costruito la sua spada laser. Mace Windu era l’unico Jedi dell’ordine ad avere una spada viola. Come questa. Proprio per la sua particolarità di essere a metà tra il lato oscuro e il lato chiaro della forza.”
“Quindi questa è la spada di Mace Windu?”
Ben aveva scosso la testa. “No. E’ tua. L’ho fatta io.”
“E dove hai preso il cristallo?”
“Ho rintracciato lo stregone. Gli ho parlato di te, del tuo dono, di come ci siamo conosciuti, di come lotti, di quello che ero e di quello che sono diventato grazie a te.  Non ho dovuto attendere molto per avere quello che mi serviva. Lo stregone sapeva, come lo sapevo io, che tu puoi avere solo una spada viola.”
“E per questo che era viola anche la stanza che avevo al quartier generale del Primo Ordine?”
“Quella che non hai mai usato?” Ben aveva sorriso malizioso. “Si. Quando penso a te è l’unico colore che mi viene in mente.” Poi Aveva avvicinato le sue labbra all’orecchio di lei e le aveva sussurrato “Anche se personalmente ti preferisco in rosso.”
Rey era arrossita e lui l’aveva baciata. “Vuoi provarla?”
“Oh si!”
 “Allora vestiti.”
Ben aveva indossato una maglia nera sopra i pantaloni, poi aveva chiamato la sicurezza.
“Preparate l’arena. Oggi io e mia moglie ci alleniamo. E come sempre non vogliamo essere disturbati per nessun motivo.” Era meglio specificarlo.
Ben sapeva perfettamente come sarebbe finita la loro sessione di lotta, e non voleva assolutamente essere interrotto.
 
 
8.
Mentre volava a velocità della luce, Ben cercò di mantenersi calmo. Ma è difficile quando hai dentro l’inferno si disse con angoscia. Sperava solo di arrivare in tempo. Se Hux avesse provato a fare del male a sua moglie o a suo figlio, lo avrebbe torturato fino a quando non lo avesse implorato di ucciderlo.
Suo figlio…Davvero lo aveva pensato? Dove era finita la sua convinzione che quello che portava in grembo sua moglie fosse solo un essere che andava eliminato? Gli venne in mente suo padre. Forse quando sua madre gli aveva detto di essere incinta aveva avuto la stessa reazione. Eppure aveva sacrificato la sua vita per lui.
Suo figlio. Un bambino. Un bambino suo e di Rey . Lui lo voleva quel bambino. Ma come aveva fatto ad essere così cieco? E cosa avrebbe fatto se li avesse persi? La risposta a quest’ultima domanda Ben l’aveva chiara in mente. Dopo aver torturato e ucciso Hux, avrebbe posto fine anche alla sua travagliata vita. E forse il cerchio si sarebbe chiuso.
Ritornò in un lampo con la mente alla prima volta in cui Hux aveva provato a fare del male a Rey. Non era passato molto tempo, ma sembravano anni luce.
 
Seduto sul suo trono, Kylo Ren aveva guardato Rey uscire dalla stanza e dalla sua vita. La sua decisione lo avrebbe portato alla pazzia, lo sapeva, ma per la prima volta aveva cercato di fare la cosa giusta. Durante la notte l’aveva guardata a lungo dormire, e la convinzione di non essere l’uomo adatto a lei si era fatta sempre più strada nella sua mente. Lui non poteva essere quello che lei desiderava, e non poteva chiederle di rinunciare alle sue convinzioni per lui. Doveva lasciarla andare. Ma faceva male.Molto male, Quando l’aveva rapita si era ripromesso di tenerla alla base fino a quando non fosse riuscito a convincerla a governare la galassia con lui, ma la notte appena trascorsa non l’aveva prevista. Trovarla nella sua camera con quel dannato vestito rosso gli aveva fatto perdere la ragione. Kylo aveva capito che quello che provava per lei non era solo desiderio, ma qualcosa di più profondo. E il bello era che glielo aveva anche confessato prima di mandarla via. Disperato si era preso la testa tra le mani. Ecco piccola mercante di rottami. Ce l’hai fatta. Ci sei riuscita. Hai rotto la corazza. Ed io ora non so vivere senza di te.
Una guardia imperiale era entrata nella sala del trono all’improvviso.
“Il generale Hux richiede la sua presenza in sala comandi Leader Supremo.”
 “Arrivo subito.”
Quando era entrato nella sala comandi era di nuovo padrone di se stesso. Hux stava guardando soddisfatto qualcosa sullo schermo radar.
“Ah, eccoti finalmente.”
“Che c’è Hux.”
“Abbiamo attaccato il Millennium Falcon. I nostri caccia sono tanti. Credo che lo abbatteremo a breve.”
Kylo aveva guardato il radar in preda al panico. Rey era in pericolo.
Aveva trattenuto a stento la furia “E chi avrebbe dato l’ordine?”
“Tu ufficialmente, ma l’ho fatto io.”
“CHE COSA HAI FATTO?” Usando la forza, Kylo aveva immobilizzato il generale e aveva stretto il suo collo in una morsa. Hux aveva annaspato.
“Io.. lo… faccio…sempre… ”
Lo aveva gettato contro una parete e lui era caduto rovinosamente a terra. “Cos’è che faresti sempre?”
“Dare gli ordini al posto tuo.” Aveva risposto Hux con un filo di voce.
“SEI IMPAZZITO?”
Il generale si era rialzato: “Non sono impazzito Ren! da quando sei diventato leader Supremo non hai fatto altro che correre dietro a quella ragazza! Guardati dannazione. Sei il padrone della galassia non puoi trascorrere il tuo tempo a correre dietro ad una sgualdrinella da quattro soldi. Hai dei doveri! ”
Stavolta aveva davvero parlato troppo. Kylo Ren, in preda ad una rabbia incontrollabile, aveva iniziato a stritolare la gola di Hux con la precisa intenzione di ucciderlo. Ma quell’idiota ci stava mettendo troppo a morire, e lui non aveva il tempo di restare a godersi lo spettacolo: doveva andare a salvare Rey. Dopo aver scaraventato il generale di nuovo contro il muro, era uscito di corsa dalla stanza.
Facendo volare il suo TIE Silencer a velocità supersonica, in un battibaleno Kylo era arrivato sul luogo della battaglia e aveva avvistato il Millennium Falcon che combatteva contro i caccia Tie. Si era diretto verso l’area velocemente, avvantaggiato dal fatto che i caccia non osavano colpirlo, ma non appena si era avvicinato, Rey aveva iniziato a sparargli addosso. Aveva cercato si schivarla ma Rey continuava a sparargli contro, furiosa con lui per quello che era successo quella mattina, e convinta che lui avesse dato ordine di abbattere il MIllennium Falcon. In questo modo, però stava perdendo di vista il vero pericolo.
“Maledizione Rey! Vuoi stare attenta ai caccia?” Non poteva sparare. Se avessero scoperto che la stava difendendo, le cose si sarebbero messe davvero male per entrambi.
Mentre il TIE Silencer veniva inseguito dal Falcon, Kylo, si era accorto che un caccia era sulla loro rotta pronto a sparare. Aveva fatto velocemente dietrofront incurante dei colpi contro la sua nave ed era andato a posizionarsi tra il caccia e Rey. Il caccia lo aveva colpito in pieno, e nel precipitare il TIE Silencer aveva colpito a sua volta il Millennium Falcon.Entrambi si erano schiantati a terra.
Kylo era uscito dal Silencer e aveva cominciato a correre verso il Falcon. “Rey! REY!”
Si era accorto di sanguinare, ma aveva cercato di non pensarci. Se doveva morire, almeno doveva essere sicuro che Rey stesse bene.
La ferita doveva essere profonda e grave. La macchia rossa si stava allargando sulla sua giacca e cominciava a fare male, ma questa continuava a non essere una priorità. Doveva trovare Rey.
Si era guardato intorno angosciato, poi, in lontananza, finalmente l’aveva vista. Si era fermato un attimo per riprendere fiato mentre Il mondo intorno a lui aveva cominciato a girare e la terra a tremare. Aveva cercato di concentrarsi sulla ragazza mentre sentiva le forze abbandonarlo e vedeva la macchia di sangue diventare sempre più grande. Rey camminava verso di lui con passo deciso e veloce. Era furiosa. E se era furiosa, voleva dire che stava bene.
“Era questo il tuo piano Genio? Mandarmi via per poi farmi uccidere? Be' come vedi ti è andata male!”
“Rey...” Kylo si era accorto di faticare a parlare. “Non... Ho... Dato.. Io ...Quell'ordine...”
“Vuoi prendermi in giro?” Gli occhi di lei fiammeggiavano, ma Kylo li vedeva sempre più distanti . “SEI TU IL LEADER SUPREMO!”
“Ti... Prego...” Era finita. Kylo Ren stava morendo, e Ben Solo sarebbe morto con lui. Finalmente. Ma prima Rey doveva sapere. Doveva sapere che lui non avrebbe mai messo in pericolo la sua vita. Lui quella mattina aveva solo voluto lasciarla andare. Lasciarla vivere come meritava.
“Non… Lo…Avrei…Mai….Fatto….Io…Ti….Amo….” Si era accasciato a terra.
“Ben!” Era stata l'ultima cosa che Kylo aveva sentito: lo aveva chiamato Ben. Di nuovo. Allora gli credeva. Non lo avrebbe mai chiamato Ben altrimenti. Ancora una volta era stata capace di vedere il buono in lui. Ora poteva anche morire. Di colpo tutto era diventato buio.

9.
Un dolore lancinante alla testa lo aveva costretto ad aprire gli occhi. Dove si trovava?
“Ben! Oh grazie al cielo! Mi hai spaventata a morte!”
La voce di Rey. Possibile che fosse il paradiso?
Due braccia calde lo avevano avvolto. Urlò di dolore. No. doveva essere l’inferno. Il dolore sul petto era insopportabile.
“Scusami! Oddio scusami, ma sono così felice che tu ti sia svegliato! Era ora!”
Ben aveva cercato di mettere a fuoco quelle parole: si era svegliato? Voleva forse dire che era vivo?
Aveva aperto gli occhi ignorando il dolore e l’aveva vista. I capelli appuntati dietro la testa, i grandi occhi preoccupati, la mano che teneva stretta la sua. Si. Era vivo, e, per chissà quale miracolo Rey era ancora lì con lui.
“Cosa è successo?”
“Quando sei precipitato sei rimasto gravemente ferito. Ti devo la vita sai? Se non ti fossi messo in mezzo, sarei morta. E mi dispiace essermela presa con te.”
“Non avrei mai potuto dare quell’ordine Rey. Lo ha fatto Hux per me e se non avessi avuto fretta di venire a salvarti, adesso sarebbe lui quello morto. Lui la sua vita la deve a te.”
Dopo una smorfia di dolore, Ben aveva chiuso gli occhi, sfinito. Avrebbe voluto dire molte cose, ma non ce la faceva proprio. Quando aveva sentito che lei stava lasciando la sua mano, il panico lo aveva preso alla gola.
“No… No ti prego non lasciarmi. Se sto per morire, voglio averti accanto.”
“Non morirai Ben, Il colpo che ti ha ferito non ha preso alcun organo vitale. Sei stato molto fortunato.”
Delicatamente Rey aveva spostato le coperte e si era sdraiata accanto a lui. Sentendosi finalmente a casa, Ben Solo si era addormentato.
La ripresa era stata lenta, ma era vivo per miracolo e alla fine Ben ci poteva stare. In quei mesi Rey era sempre stata al suo fianco, senza mai un accenno a quello che era stato, ed il suo amore per lei era cresciuto in maniera esponenziale alla fiducia che lei sembrava aver riposto in lui. Ormai trascorrevano insieme tutte le notti, ed il giorno chiacchieravano, scherzavano e facevano lunghe passeggiate. Rey si prendeva cura di lui e della ferita e, sebbene gli altri membri della resistenza fossero alquanto diffidenti, tutto sembrava procedere per il meglio. Ironia della sorte, ora Kylo Ren sapeva dove si trovava la base ribelle, ma non aveva voglia di svelare quel posto segreto.
Ma quanto avrebbe potuto ancora ignorare di essere il Leader Supremo?
Per quanto tempo sarebbe riuscito a non pensare al futuro? Probabilmente il Primo Ordine lo stava cercando, e la vita di Rey e dei suoi amici era seriamente in pericolo.
In realtà si stava delineando un nuovo futuro nella sua mente. Un futuro carico di speranza dove lui non era il mostro che tutti vedevano. Ma come fare a metterlo in pratica? Richiedeva un enorme sforzo perché in realtà lui un mostro lo era davvero, e richiedeva anche una presa di posizione che non sapeva se era pronto ad affrontare. Ci pensava tutte le notti mentre Rey dormiva tra le sue braccia, ma la verità era non poteva cambiare se stesso. E questo lo terrorizzava. Sarebbe mai riuscita Rey ad accettare uno come lui? Non era un uomo facile da gestire, questo Ben lo sapeva. Inoltre il suo passato pesava sulla sua anima come un macigno.
Poi improvvisamente, un giorno, il momento di decidere della sua vita era arrivato. Era nella vasca da bagno appoggiato a Rey, e lei gli stava passando pigramente la spugna insaponata sul petto.
“Che ne sarà di noi Ben?”
“Che vuoi dire?”
“Ormai stai bene. E sei ancora il Leader Supremo della galassia. Verranno a cercarti. Sai che lo faranno. Non posso mettere in pericolo i miei amici.”
“Lo so, e non te lo chiederei mai. Ma non ce la faccio a staccarmi da te. E sai che quando me ne andrò torneremo ad essere nemici.”
“Potrei venire con te….” Gli aveva detto lei con voce esitante.
Il cuore di lui aveva fatto un balzo. Rey doveva amarlo molto per prendere una decisione del genere, ma Ben non lo avrebbe permesso. “No Rey. Non voglio questo per te. In questi mesi trascorsi al tuo fianco ho capito una cosa: se ami una persona, desideri sempre il meglio per lei, anche se questo non ti include nella sua vita.” Si era voltato a guardarla. “Pensi che potrei restare ancora un po'?”
 “Resta per sempre.”
Quelle parole lo avevano colpito come una palla di cannone. Rey gli stava dando una possibilità. Ancora. Nonostante tutto. Ora doveva davvero scegliere: la galassia o l’amore. Era rimasto in silenzio, tentato dalla seconda opzione. Era ovvio che non poteva avere entrambi come aveva sperato. Solo poco tempo prima non avrebbe avuto dubbi, ma ora che aveva trascorso del tempo con la resistenza, tra coloro che avevano seguito ed amato i suoi genitori, scegliere era diventato difficile. Un’idea assurda gli era balenata per la mente.
“Potrei anche pensarci…”
Lei lo aveva guardato stupita. Era ovvio che non immaginava la sua risposta. “Davvero?”
“Si. Davvero. Potrei pensarci ad una condizione.”
“Quale?”
“Se tu mi sposassi…” Ecco lo aveva detto. Un giorno le aveva offerto la galassia. Ora era pronto a rinunciarvi. Per lei. Solo per lei che lo stava guardando con gli occhi sbarrati.
“Stai scherzando.”
“Mai stato più serio.”
“E rinunceresti alla tua amata galassia per una semplice mercante di rottami?” gli aveva chiesto lei ironica.
“Be’ visto che la mercante di rottami non l’ha voluta.”
“Io ho sempre voluto solo te.”
“Non sono un buon affare Rey, questo lo sai già. E non so se riuscirei a renderti felice. Ma mi piacerebbe provarci. Forse fare a modo tuo potrebbe non essere una cattiva idea…”
“E diventeresti Niente per me?”
A Ben venne da ridere. “Sono ancora Principe di Biren, Principe della casa reale di Naboo per linea di sangue e Principe di Alderaan per relazione politica.”
Rey lo aveva guardato attonita. Era ovvio che non lo sapeva, aveva passato tutto il tempo a fargli la guerra, come poteva aver pensato alla sua provenienza? Si era goduto il momento in cui lei era rimasta senza parole, poi aveva ripreso con arroganza. “E comunque, non ci metterei molto a riprendermi la galassia. Hux è un cretino.”
Rey era scoppiata in una fragorosa risata. “Non fatico a crederlo. Ti conosco abbastanza da sapere che non sei uno che rinuncia.”
“Mi sposeresti?”
“Si, se tu me lo chiedessi.”
“Anche se sono un mostro.”
“Si, qualsiasi cosa tu sia . Io so che c'è del buono in te. Lo sento.”
Del buono in lui…. Rey non poteva crederlo veramente. Poteva provare a migliorare per lei, ma non poteva cambiare ciò che era. Doveva essere onesto. Rey aveva il diritto di scegliere. “Rey, voglio che sia chiara una cosa: io sono Kylo Ren, non Ben Solo. Non so se c’è del buono in me, lascio a te il compito di scoprirlo e ti prometto che cercherò di dominare il mio lato più feroce. Ma se dovesse succederti qualcosa, o se qualcuno provasse a farti del male, non esiterò a tornare quello che sono veramente per difenderti. E so essere estremamente crudele. Puoi sopportarlo?”
Rey era rimasta in silenzio, pensierosa. Poi aveva parlato. “Si Ben, se questo è il prezzo da pagare per averti con me.”
“Allora sposami. E ti giuro che sarò tuo per sempre.”
Rey aveva annuito, lo aveva baciato e Ben aveva capito di aver fatto la scelta giusta. Quello era stato il momento in cui la luce che aveva dentro aveva avuto il sopravvento, Hux aveva assunto il comando della galassia e la guerra si era inasprita. Ma lui non si era mai sentito più felice.
 
9.
Naboo era proprio come Ben lo ricordava: sole, laghi, prati e temperatura sempre mite. Lo conosceva come le sue tasche. Ogni anfratto, ogni nascondiglio segreto, ogni porta. Sperò ardentemente che questo potesse essergli utile. Nascose la sua nave dietro una scogliera e proseguì a piedi. Li vicino era presente uno dei passaggi segreti che portavano all'interno del castello, e decise di seguirlo. Poteva sentire la presenza di Rey, ed era tramite ciò che Ben sperava di riuscire a salvarla. Gli x-wings stavano sorvolando il pianeta pronti a combattere, ma per poter sferrare l'attacco, occorreva che Rey fosse libera.
Furtivamente Riuscì ad entrare ed individuò subito sua moglie. Era nel salone centrale. Si diresse velocemente verso quest'ultimo, poi socchiuse leggermente la porta per poter osservare meglio la scena ed eventualmente intervenire. Ovviamente non aveva un piano. Degno figlio di tuo padre Han Solo, Ben. Complimenti! Pensò.
Rivederla fu un pugno allo stomaco. Era bellissima, ma non era quello ciò che lo colpì: era la sua forma appesantita dalla gravidanza.
Era la prova tangibile della presenza di suo figlio lì con loro. Quel figlio che non aveva voluto e che gli aveva fatto mettere tutti in pericolo. Possibile che devo sempre creare problemi alle persone che amo? 
Rey dovette sentire la sua presenza, perchè si voltò verso la porta, ma Hux intercettò il suo sguardo.
“Dannazione!” Ben rimase immobile e smise anche di respirare. Hux non aveva idea che li ci fosse una porta, ed era troppo stupido per intuirlo.
Stava cercando un modo per coglierlo di sorpresa quando la voce di Rey lo bloccò.
“Non provare a toccarmi, Hux.”
Ben guardò dentro la stanza. Rey era rannicchiata in un angolo mentre il Generale le era quasi sopra.
“Un altro bastardo Skywalker. Credo proprio che mi divertirò a farlo fuori.”
Ora poteva bastare. Nessuno avrebbe toccato suo figlio. Al diavolo i piani! 
Ben Irruppe nella stanza, uccise le guardie imperiali e si scagliò contro il generale che lo stava guardando con sguardo vitreo per la sorpresa mista a paura. E aveva ragione, pensò Ben, ad avere paura.
Hux estrasse il suo blaster e gli sparò contro, ma Ben parò i proiettili con l'uso della forza, poi lo colpi' con la spada laser lacerando la sua giacca nera.
“GUARDIE!” Con voce carica di terrore Hux chiamò le guardie a rapporto mentre cercava di schivare i potenti colpi di Ben.
Le guardie  arrivarono in un attimo. “Colpite la donna!” Urlò il generale e Ben vide le guardie rosse entrare nella stanza.
“Rey!”  Lei evitò tutti i colpi che poteva, ma la gravidanza non le permetteva di muoversi con l'agilità che le era solita, ed una guardia la colpì.
“NO!” Ben colpì di nuovo il generale che cadde a terra, poi corse incontro alle guardie rosse, ma erano tante. Troppe, sembravano non finire mai. Stava per soccombere quando una spada laser di colore violetto fece cadere a terra le guardie che lo avevano immobilizzato. Guardò oltre ansimando, e vide Rey che combatteva contro altre guardie con la forza e l'eleganza che la contraddistingueva nonostante la gravidanza.
La osservò con ammirazione per un attimo, poi l'istinto lo fece voltare. Hux, in piedi accanto a lui, gli puntava il suo blaster contro.
“Hai un solo colpo Hux. Spera di uccidermi, perchè se sopravvivo, giuro che ti faccio a pezzi.”
“Allora sarà meglio spararlo dove farà più male” Hux puntò il blaster contro Rey e la colpì sulla spalla. Lei cadde a terra.
“NOOOO!!!” In preda alla disperazione Ben corse verso sua moglie e si inginocchiò accanto a lei, Hux puntò di nuovo il Blaster verso di loro pronto a sparare, ma venne catturato dalla resistenza.
Finn e Poe entrarono come furie nella stanza e si inginocchiarono anche loro accanto a Ben, mentre la voce fredda di Rose risuonava per la stanza. “Legate questo verme. Il principe deciderà poi cosa fare di lui.”
Ben vide Finn osservare la ferita di Rey. Stava tremando come una foglia. Non poteva perderla.
“Stai calmo Ben, l'ha presa solo di striscio. Non le ha fatto nulla.”
“Ne sei sicuro?”
“Certo.” Rispose lui mentre medicava la ferita di Rey con mezzi di fortuna.
“Davvero le guardie imperiali sanno curare le ferite?”
“Se avessi guardato qualche volta oltre i caschi bianchi che indossiamo, lo sapresti.”
Touchè. Se lo era meritato. Si limitò ad annuire sollevato mentre  Poe sbarrava gli occhi sorpreso. “Ma è....”
“...Incinta” finì per lui Ben. “E' per questo che se n'è andata. Le avevo detto che non volevo il bambino.”
“Ma allora sei proprio deficiente!” Sbottò Poe.
Ben strinse gli occhi. Attento generale, faccio ancora in tempo ad ucciderti.
Poe sostenne il suo sguardo con fierezza, senza pentimento per quello che aveva detto e Ben abbassò il suo. “Avevo paura.” Ammise.
“E così ti sei ripreso la galassia….” La debole voce di Rey interruppe la discussione.
Ben la prese tra le braccia e la strinse forte mentre calde lacrime di sollievo scendevano sulle sue guance. “Si tesoro, e se vuoi è tutta tua. Tua e di nostro figlio.”
“Il Leader Supremo in ginocchio…” Osservò lei.
Ben accennò un sorriso, sollevato nel vedere che tutto sommato lei stava bene abbastanza da punzecchiarlo come era il suo solito. “No. Solo un uomo che tiene tra le braccia la donna che ama.”
“Vuoi davvero nostro figlio?”
“Si. Con tutto me stesso. Avevo paura. Io speravo che il nostro sangue finisse con me. Sai, gli Skywalker crescendo tendono a diventare dei mostri. Ma vedervi in pericolo mi ha fatto capire che vi voglio entrambi al mio fianco.”
Rey sorrise e gli accarezzò la cicatrice sul viso asciugando una lacrima.“Quindi non hai più paura?”
“No. Posso farcela.”
“Sicuro?”
“Sicurissimo Rey.”
Lei trattenne un sorriso. “Sono due Ben”
Lui si sentì mancare.“Eh?” la voce gli morì in gola.
“Sono gemelli.”
La guardò con occhi sbarrati mentre Finn e Poe scoppiavano a ridere.
Poi scoppiò a ridere anche lui illuminando la stanza. Gemelli. La sua punizione continuava.
 
EPILOGO
“Papà! PAPA!!”
Ben sospirò. Il suo cervello stava categoricamente rifiutando di ascoltare ancora la vocina piangente di suo figlio.
“Leia, per favore, smetti di picchiare tuo fratello!”
La bambina scoppiò a ridere, per nulla intimorita dalla sua voce imperiosa. Eppure, anni prima, quella stessa voce, aveva terrorizzato la galassia.
Rey scoppiò a ridere.
“Non c’è nulla da ridere.” Replicò lui offeso.
“Ani non vuole giocare con me.”
“Non è un buon motivo per picchiarlo.” Replicò Rey calma.
“Se lo dici tu...” La bambina sembrava poco convinta. E Ben scoppiò a ridere.  Degna erede di Vader. Peccato non si potesse dire lo stesso di Anakin, nonostante il nome.
“Odio la sabbia e lei non fa che tirarmela addosso!”
Ben alzò gli occhi al cielo, poi si sdraiò sulla sabbia trascinando Rey con sé e la baciò.
“Scusate…” La voce di Finn li interruppe. Lui smise di baciare Rey e si voltò a guardarlo.
“Sai Finn, il motivo principale per il quale facevo fuori le guardie imperiali era perché a volte non sapevano stare al loro posto. Sono felice di notare che le cose non cambiano togliendo il casco. Ringrazia che sono cambiato io.”
Finn Sghignazzò. “L’ambasciatore di Akiva vuole vederti.”
“Pensateci voi.”
“Ma io pensavo…”
Ben sbuffò “Finn… Tu, Poe e Rose siete i miei consiglieri. Io mi fido ciecamente di voi. Qualsiasi cosa deciderete con l’ambasciatore per me andrà bene.”
Finn annuì. “Ok allora. Ci vediamo a cena. Così ti aggiorniamo.”
Quando Finn si fu allontanato, Rey guardò  Ben. “Saresti dovuto andare con lui. So quanto ami governare la galassia.”
Lui la baciò di nuovo. “Si, è vero. Adoro regnare, ma per quanto questo mi renda felice, c’è qualcosa che amo di più.”
“Cosa?” chiese Rey
“Essere tuo marito. E il loro padre.” Ben guardò i gemelli che finalmente stavano giocando tranquilli rincorrendosi sulla spiaggia di Naboo, il pianeta dove avevano deciso di stabilirsi definitivamente.
Rey gli gettò le braccia al collo e lo baciò a sua volta.
“Sono contenta che pensi questo tesoro, visto che stai per avere un altro figlio.”
Ben sbarrò gli occhi a metà tra il sorpreso e il disperato. “Di nuovo?”
Lei annuì. “Bè, sai, come dire…. Succede quando un uomo e una donna passano tutte le notti facendo l’amore….”
Lui prese sua moglie tra le braccia. “Vero. Speriamo che almeno stavolta sia uno solo.”
Poi la baciò pensando che in fondo la sua punizione non era poi così male.
 
 
 
 
 
 
   
 
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