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Autore: Ghillyam    07/04/2018    1 recensioni
[Post!5B | Alternative Ending]
Anche a Storybrooke si festeggia la Pasqua e nessuno lo sa meglio di Regina Mills, la cui casa - e rispettiva quiete - vengono messe in subbuglio da due piccoli furfanti amanti della cioccolata. Ma del resto, si sa, chi può resistere a un uovo di Pasqua?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chocolate
 
 
Come quel giorno non le fosse ancora venuto un infarto, Regina non avrebbe saputo dirlo. Era stata svegliata all’alba dalle grida incontrollate di Henry e Roland, e da quando aveva messo piede fuori dal letto, lasciando il caldo abbraccio di Robin, non aveva più avuto un attimo di pace. Prima aveva dovuto frenare l’attacco isterico del piccolo di casa che, con l’aria più minacciosa che era riuscito a trovare nel suo nuovo pigiama di Capitan America, si era messo a rincorrere su e giù per le scale il fratello maggiore – Regina aveva creduto di morire quando, saltando gli ultimi tre gradini per rifugiarsi in salotto, Henry era inciampato sbattendo il mento sul pavimento – e poi si era dovuta improvvisare infermiera, non che fosse una novità visti i guai in cui Henry era solito cacciarsi da bambino, e ambasciatore di pace.
Non era stato difficile capire quale fosse il problema dopo aver visto le uova di Pasqua, che fino a quel momento era riuscita a tenere al sicuro sopra la dispensa in cucina, scartate e quasi del tutto mangiate sul tappeto davanti alla televisione, ancora sintonizzata sul canale per bambini. Quella volta aveva lasciato a Robin il compito di sgridarli per l’infrazione alle sue severissime – lei in realtà non ci vedeva niente di severo, si trattava semplicemente di educare i suoi figli – regole, nonostante sapesse quanto anche lui avesse desiderato aprirle nei giorni precedenti, e lei si era imbarcata nella missione di farli riappacificare. Missione che si stava rivelando più difficile del previsto.
 
«No, non voglio!»
 
«Roland – sospirò Regina, il piccoletto aveva proprio deciso di portarla sull’orlo dell’esasperazione. Non era nemmeno riuscita a bere la sua tazza di caffè e stava iniziando a sentire il suo lato da mamma cattiva emergere pericolosamente – Fai la pace con tuo fratello, per favore.»
 
«Ti prego, possiamo almeno parlarne?» aggiunse Henry. Sembrava sinceramente dispiaciuto ed era ormai da parecchi minuti che stava cercando di porgere le sue scuse al più piccolo senza successo.
 
«No!»
 
Roland si portò le mani a coprire le orecchie, iniziando a fare versi senza senso per non sentire cosa l’altro avesse da dirgli. Regina alzò gli occhi al cielo e con decisione, ma senza fargli male, gli afferrò i polsi sottili per farlo smettere.
 
Appoggiato alla porta della cucina, Robin osservava la scena divertito e senza poterne fare a meno rivolse un sorriso amorevole alla moglie: era la miglior famiglia che potesse desiderare. Amava ognuno di loro, senza eccezioni; perfino con Henry era riuscito a stabilire un rapporto padre-figlio di cui gioiva ogni giorno.
 
«Ti assicuro che non succederà mai più!» stava giurando Henry, porgendo, in un tentativo disperato, il mignolo a Roland perché lo stringesse sancendo la promessa.
Il bambino osservò per qualche istante la mano sospesa del maggiore poi disse, con tono mortalmente serio, per quanto potesse esserlo quello di un bambino di sette anni «Hai mangiato tutta la mia cioccolata.»
 
«Giuro che non lo farò mai, mai più. Ti comprerò un altro uovo, più grande.»
 
Roland rifletté attentamente sulla proposta – un’adorabile espressione corrucciata sul viso – e alla fine si convinse. La prospettiva di un ancor più grande uovo di Pasqua era certamente più invitante che tenere il broncio, e poi era grande ormai – ‘Gina glielo ripeteva sempre – non poteva continuare a fare i capricci.
 
«Va bene.» disse e una risata divertita si propagò per tutto il 108 di Mifflin Street quando Henry lo sollevò, facendolo girare per aria come una trottola.
 
A Regina si strinse il cuore di fronte a quella scena: se solo un anno prima qualcuno le avesse detto che sarebbe riuscita ad ottenere un lieto fine così magico non gli avrebbe creduto, ma ora avrebbe ringraziato quel qualcuno.
 
«Okay voi due: di sopra a lavarsi i denti. E non correte!»
 
«Sono adorabili, non è vero?» le chiese Robin, accarezzandole dolcemente i fianchi per poi abbracciarla, premendo il torso nudo – e Regina non era sicura che sarebbe riuscita ad andare avanti a lungo a rimproverarlo per quell’abitudine – contro la sua schiena.
 
«Si uccideranno un giorno su quelle scale.»
 
«Hai incantato ogni angolo di questa casa, è impossibile che si feriscano. Non seriamente almeno.» la rassicurò, posandole un bacio sul collo, appena sotto l’orecchio.
 
Regina si voltò e, accarezzandogli i capelli corti, lo baciò lentamente, assaporandone le labbra morbide e invitanti. Si separò da lui solo quando sentì lo scalpicciare dei piedi di Henry e Roland avvicinarsi e, prima di andare in cucina per preparare la colazione, gli sussurrò all’orecchio, con un poco di malizia «Si sentiva ancora il sapore di cioccolato.»
 
 
 
NdA: io ci provo, davvero. Vorrei che il fluff mi scorresse nelle vene e riuscissi a scrivere One Shot più lunghe, ma il pericolo che tutto questo si trasformi in qualcosa di erotico e angst è troppo alto e per una volta voglio pensare a loro così: una famiglia felice al pari dei Charming.
Spero che questo breve sprazzo di gioia vi sia piaciuto e vi abbia strappato un sorriso come ha fatto con me mentre lo scrivevo durante l’ora di greco. Un bacio a tutti!
 
P.S.
I dialoghi in corsivo sono il prompt che mi è stato dato dalle admin della pagina Facebook “Il Giardino di EFP” per il loro Gioco di Pasqua.
   
 
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