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Autore: Annapis    07/04/2018    1 recensioni
"Tutto inizió da un suo sogno ad occhi aperti...
A volte, quando la fantasia comincia a galoppare, è meglio lasciarla correre libera."
Dal testo:
"Soprattutto, in quel periodo in cui aveva appena partorito, era diventata assai più suscettibile e lunatica, di quanto non lo fosse di solito.
Alternava momenti di insolita euforia... ("Ahahahahah! Guarda, caro, adesso che aspetto ho partorito, non mi si chiude più il laccio della tunica! Sarà un miracolo se riuscirò ad entrarci mesi dopo la gravidanza! Ahahahahah!..."), a scatti di ansia compulsiva... ("Perché non dici niente? Stai pensando di lasciarmi, non è così? Oddio! Non è che fo... Forse mi... vedi grassa? S-si, è così! Tu mi vedi grassa, non è vero...?"), a momenti di tranquillità, del tutto anormali, per una come lei... ("Oh, bé. Non posso comunque mettermi a dieta, adesso. Vorrà dire che sarò una ragazza madre...").
Poi ritornava tutto nella norma, naturalmente. ("ALLORA, TU DAVVERO MI VEDI GRASSA! BRUTTO TAPPO, IO TI-! Sigh... T-ti prego, non lasciarmi... ARGH, NON OSARE AVVICINARTI A ME, BRUTTO-!")"
"Alle stelle cadenti bisogna esprimere un desiderio, ma se Po ne avesse vista una, non avrebbe avuto niente da chiedere. Era già tutto realtà."
[collaborazione con DevilLight]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Po, Tigre
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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~Ti stavo guardando e all'improvviso mi sono innamorato di te~
"form that moment, i realized i was in love with you"


Il pesante portone in legno si aprí cigolando appena e Po si appuntó mentalmente di dirlo a Tigress cosicché lei lo lubrificasse quando avrebbe avuto tempo.
Spostó il suo peso da una zampa all'altra entrando nella sala allenamento dove, per la prima volta in anni, non saltavano all'orecchio le grida - di dolore o di adrenalina - di chi si allenava, ma un calmo e inquietante silenzio.
Saranno stati tutti quegli anni - ormai quasi cinque - ad allenarsi e a combattere, eppure Po era abituato ad associare l'eccessivo silenzio al caos di un futuro attacco probabilmente a sorpresa. 
Immediatamente si mise in una posa di difesa, con i pugni portati al petto, guardandosi attorno.
-Non voglio combattere- disse una volce calma e piatta, proveniente dal mezzo della sala d'addestramento.
Po rilassò i muscoli sentendo la sua compagna e si avvicinò al punto da cui veniva la voce, trovando Tigress accucciata a terra, tra una decina di legnetti.
-Come facevi a sapere che ero io?- le chiese, sinceramente confuso. 
Non si era per niente reso conto di lei, anche perché di solito a quell'ora la tigre stava meditando.
-Solo tu hai il passo così pesante- rispose Tigress, continuando a concentrarsi sul lavoro.
-Oh...-
-Che ci fai qua?- gli chiese, non alzando comunque lo sguardo d'ambra da quello che stava facendo.
Allora Po si lasció cadere a terra, finendo seduto proprio di fronte alla sua ragazza e continuando a fissarla con fin troppa attenzione.
-Mi annoiavo e controllavo che fosse tutto apposto- ammise, con un non si sa che di orgoglioso nella voce.
-È il compito di un buon Guerriero Dragone- gli rispose lei, con un leggero ghigno sul volto, scoccandogli un'occhiata divertita quando vide la boriosità del panda sciogliersi.
Po mise su un broncio, perdendo la posa fiera di qualche secondo prima: -Sei terribile-.
Tigre si lasciò sfuggire un verso divertito, provocare Po scatenava da sempre la sua ilarità, specialmente in quei momenti in cui l'ego da Guerriero Dragone del panda emergeva particolarmente.
-Tu che stai facendo?- cambió argomento poi il panda, indicando leggermente con lo sguardo le zampe pelose della tigre che continuava ad armeggiare con i pezzi di quello stupidissimo manichino e con un cacciavite.
-Sto aggiustando questo coso- ammise, -Mentre mi allenavo gli ho dato un calcio troppo forte e sono saltate via un paio di vite- spiegó, accennando con la testa alla sua sinistra, dove un mare di più piccoli pezzettini in legno e in ferro si disperdevano come i cocci di una tazza rotta.
-Ti serve aiuto?-, chiese lui. 
Non era bravissimo nei lavori manuali, non aveva mai nemmeno aggiustato le sue action figure dei cinque cicloni quando per sbaglio subivano qualche danno, però riusciva a portare in equilibrio una decina di piatti per volta ed era un maestro di Kung Fu, non sarebbe stato così difficile.
Anzi, per lui, per uno come lui, era un giochetto da ragazzi. 
In più aveva la possibilità di passare del tempo con Tigress da soli, senza che combattessero o qualcuno intorno, ed al palazzo di giada era davvero una grande occasione, un evento più unico che raro.
Lei lo guardò impassibile per qualche secondo, il tempo per il suo cervello di valutare per bene l'opzione e, nonostante si conoscessero da quasi cinque anni e stessero insieme da tre, Po non riuscì ad impedire ad un brivido di attraversarli la spina dorsale, sotto tutta quella pelliccia.
-No, grazie- gli rispose infine lei, -Posso fare da sola-.
In un attimo, un barlume di delusione attraversó gli occhi verdi scuri di Po, sostituito subito dopo da sorpresa e felicità quando Tigress gli lasció un veloce bacio a fior di labbra.
-Posso sempre fare l'idiota!- esclamò l'orso di bambú, lasciandosi andare ad una sonora risata e colpendo in modo scherzoso Tigress sul braccio.
-Ehi, piano con quelle zampe- disse la giovane tigre, fintamente risentita, massaggiandosi il punto dolente -Potrei denunciarti, sai?-
-Certo, per un’innocente spinta. Sono proprio curioso di conoscere l’avvocato che sarebbe disposto a prendere le tue difese- 
-Di sicuro sarebbe un avvocato delle cause perse-, Tigress si lasciò andare ad una lieve risata, prima di tornare a guardare Po con sguardo serio.
-E che mi dici degli altri?- chiese poi il panda.
-Gli altri?-
-I Cinque Cicloni e il Maestro Shifu-
-Si stanno allenando all'esterno. Shifu è al palazzo-
-Si staranno davvero allenando?-
Tigress l'osservó silenziosamente per qualche secondo, indecisa su cosa rispondere, poi riportó lo sguardo sul lavoro incompleto e rispose: -Forse-.
Il panda continuó a guardarla, le zampe che si muovevano frenetiche e totalmente concentrata, presa da quello che stava facendo.
In quel momento, fu quasi naturale per lui chiedersi come sarebbe stato se Tigress non stesse aggiustando quel coso ma stesse montando una culla.
Insomma, ne avevano già parlato ed erano stati entrambi d'accordo sul lasciar passare un altro po' di tempo, ma davvero non riuscì ad impedirsi di fantasticare.
Immaginava le loro vite certamente mutate e con le responsabilità che li avevano cambiati e fatti crescere maggiormente. 
Avrebbero avuto una casa, le bollette da pagare, gli alimenti a cui pensare... 
Il Kung Fu al palazzo di Giada - o magari un palestra loro -, che per quanto piacesse ad entrambi li lasciava ogni sera sfiniti. 
Ma i problemi e le preoccupazioni non avrebbero scalfito il loro rapporto, al contrario lo avrebbero fortificato.
Immaginare di tornare a casa e trovarla lì ad aspettarlo, pronta ad accoglierlo con un bacio nonostante fosse sporco di terra e sudore dalla testa ai piedi, un cucciolo tra le zampe che non vedeva l'ora di essere coccolato dal padre, gli dava lo stimolo e la voglia di vivere pienamente e senza rimpianti ogni giornata.
Tigress era tutto per lui: amica, compagna, confidente, amante...
E costruire una famiglia con lei sarebbe stato semplicemente fantastico.
Forse la sua fantasia stava correndo fin troppo, ma non aveva mai saputo di avere così tanto dalla vita: la carica di Guerriero Dragone, il rispetto di tutti gli abitanti della Valle della Pace, l'amore dei suoi cari...
La sua vita sarebbe stata davvero completa se avesse avuto anche solo un assaggio dell'essere padre.
-Vi amo- mormorò, totalmente rapito dalla sua mente che, da grande bastarda, ancora realizzava i contorni di una candida pelliccia bianca e nera come la sua su un cucciolo di tigre.
Vedendolo perso, Tigress, senza far rumore si mise dietro a lui e gli mise le mani davanti agli occhi. 
Po fece un bel salto quando si sentì qualcuno dietro le spalle, però non si sentiva in pericolo certo agitato sì, ma non era intimorito, più che altro incuriosito.
Allora si concentró per annusare bene l’odore dell'animale alle sue spalle.
Alla tigre venne da ridere a vederlo così concentrato per capire chi fosse, ma si sforzó di non emettere un suono.
Era stato quell'orso di bambú a mandare in frantumi i suoi muri d'indifferenza.
-Che stai facendo?- chiese invece il panda, sinceramente interessato alla risposta.
Dopo qualche secondo di silenzio, Po arrivó ad una conclusione: -Non mi rispondi per non farti riconoscere, ne Tigress?- disse sogghignando.
Sempre tenendogli le mani sugli occhi, Tigress gli scivolò accanto, sedendoglisi vicina.
 -Infatti voglio farmi riconoscere!- gli mormorò all’orecchio -È molto meglio!-
Po si staccò per paura che lei potesse sentire che il suo cuore faceva bum-bum, bum-bum, bum-bum, battendo talmente tanto forte da minacciare di fracassare le ossa della sua cassa toracica.
Un po' come aveva fatto Tigress con quel coso.
Solo che quando riaprí gli occhi verdi la trovó lì davanti, la pelliccia un po' scombinata dal giochino di prima e un sorriso che lasciava trasparire tutto l'amore dei suoi occhi gialli come il sole.
Lui era innamorato perso di lei e la cosa era reciproca, o lei non sarebbe così gelosa.
Non erano la coppia perfetta, lo sapevano bene, ma si amavano e tanto bastava.
L'amore bastava sempre.
La mano del panda sfiorò quella della tigre mentre camminavano per uscire dalla sala d'addestramento, poi la strinse.
Lei sgranò gli occhi e spostò lo sguardo su di lui. 
Era molto imbarazzato, ma fece ugualmente intrecciare le loro dita e non sembrava intenzionato a mollare la presa.
-Lo vuoi, no?- le chiese, evitando il suo sguardo.
-Sì ma... Siamo al palazzo-
-Non importa, lo sanno tutti comunque-
Allora Tigress si sentì le guance in fiamme.
Una parte di lei temeva che i loro amici li vedessero e che facessero i loro soliti commenti e quelle battutacce che riuscivano a farle venire i nervi in mezzo secondo, ma non riuscì a pensarci perché era troppo felice.
Si stavano tenendo per mano al palazzo.
-Sei tutta rossa- ridacchiò.
-Anche tu- rispose lei e non poté fare a meno di sorridere.
-Allora domani andiamo al cinema?- cambiò discorso l'orso di bambú, ancora più in imbarazzo ora che gliel'aveva fatto notare. 
-Magari facciamo anche un giro per i negozi, così stiamo insieme di più-
-Ottima idea. Ultimamente ha aperto una creperia, se ti va possiamo andare anche lì e fare merenda-
E tanto bastò per calmare l'animo di entrambi, ancora intenti a camminare per il corridoio tenendosi per mano.
-Comunque-, inizió lei, sorridendo e mostrando i canini da predatore in una smorfia seducente e cattiva, -Che hai detto prima?-
Po ci mise un po' a capire cosa la sua ragazza intendesse, ma quando lo fece, desideró di non averlo mai fatto.
Tigress non poteva davvero averlo sentito, giusto?
No perché prima si era lasciato trasportare dalla sua fantasia, e sarebbe stato davvero a disagio se lei avesse colto qualcosa di troppo.
-Tutto a posto?- chiese la tigre guardandolo fisso negli occhi con una leggera preoccupazione.
-Niente, non preoccuparti... Stavo pensando a noi due-
-Noi due... È così strano sentirtelo dire, ma mi piace- rispose baciandogli la guancia.
-Pure a me piace, tanto- rispose avvicinandosi a lei.
-Ehm...- disse abbastanza imbarazzata mentre lui sii avvicinava facendo sfiorare i loro nasi.
Tre anni non erano bastati per farla abituare a tutta la secchiata di amore, fluido e appiccicoso allo stesso tempo, che improvvisamente era calato su di lei, abituata da sempre a bastare a se stessa, sensa un briciolo di speranza o affetto.
Tigress sentì il calore salirle alle guance pelose, colorandole di una deliziosa sfumatura di rosso pomodoro che si mimitizzava perfettamente con la pelliccia arancione.
-E non solo a noi...-
La tigre gli sorrise, incastrando la sua testa nel incavo del collo del panda, come due pezzi di un puzzle che combaciavano in modo sublime.
E loro erano così: uguali e opposti allo stesso tempo.
Il bello della loro vita era che era un film, uno di quelli dove non puoi staccare gli occhi dallo schermo.
Uno di quelli che per fine, ha un nuovo inizio.
La verità era che non aveva il coraggio di sputarle in faccia parole del tipo "sei bellissima" senza che il colore rosso carminio s'impossasse delle sue guancie e gradualmente anche di quelle di Tigress, finirebbe per stringersi in un sorriso imbarazzato e andare via, indisposta.
Po credeva che i suoi complimenti la innervosissero più del normale, chissà però se perché suoi o perché complimenti in generale.
Però beh, Tigress bellissima lo era per davvero, e anche intelligente e intuitiva. 
 Tant'era che forse aveva già capito tutto, anche se preferiva di gran lunga sperare di avere ancora un briciolo di reputazione da difendere, sennò quella sceneggiata del "fare finta di niente" sarebbe stata un'emerita cazzata di troppo.
-Basta non pensare a niente in particolare, mi barcameno da un'idea all'altra e tengo la mente impegnata, sai a cosa pensavo?- lei lo guardò curiosa, ma il panda dubitava volesse sentire realmente ciò a cui pensava, così finì per aprirsi in un sorrisino e castigare ancora una volta quella ciocca ribelle di pelliccia sulla testa. 
-Pensavo di non averti mai amato di più come in quel momento- 
"Po, devi sempre dire alle donne quel che vogliono sentirsi dire" parole sante, papà Ping!, pensò.
Lei lo guardò dubbiosa, e il Guerriero Dragone quasi non riuscì a reprimere un ringhio quando si scostò dalla sua presa. 
-Ah no?- gli chiese, una scintilla di malizia mista a non sapeva che altro le illuminò gli occhi.
-Aemh, mi... mi sono perso qualcosa?- il tono con cui lei aveva abbozzato la domanda precedente era troppo suadente per non arrecargli qualche mal funzionamento celebrale.
-Dicevo, davvero non mi hai mai amata?-
Lui le sorrise teneramente, poiché alla fine, lei la risposta la sapeva già e di certo non era negativa.
Tigress non era di certo una cucciola da proteggere - o, almeno, non piú, e Po si rimproverava tantissimo il non essserci stato prima, nonostante sapesse fosse impossibile -, anzi, era lei quella che tutelava gli altri.
Lei era quella forte, che sapeva vedere le cose così come stavano, che alternava momenti di totale freddezza e indifferenza ad alcuni più sereni e scherzosi.
Lei sapeva sempre come sdrammatizzare, come tirare su il morale, come fargli tornare un sorriso durante una giornata no, anche se a lui bastava la sua presenza per rianimare quella gioia nel vedere il blu denso del cielo, il quale quasi ti accecava le pupille, perché per quanto tu volessi seguirlo mai troverai uno spazio diverso dall'altro, tanto meno una fine, dovrai accontentarti di vedere in lontananza la linea che sembrava congiungere mare e cielo in un'unica cosa, ecco, quella linea era Tigress.
-Emh... È che...- abbozzò una risatina e sollevò un sopracciglio, -Domanda di riserva?-
Il predatore fece una risatina e saltellò nervosamente -No! Parla, panda! Mi ami? Dai!-Continuò a saltellare e ridere, lui negò con la testa, pensando che era in una situazione difficile, e la prendeva anche sul ridere, che dovrebbe fare? Ovviamente continuò la sua sceneggiata degna dell'Oscar. 
Dopo vari saltellamenti e occhiatine da cerbiatto perse l'equilibrio, gli finì addosso ed entrambi finirono distesi sulla terra, lei sopra lui.
"Po, rilassati. Po, respira."
La osservò, il suo viso sul proprio petto, sentì il seno premere prepotente contro il suo stomaco per via del fiatone, e la paura che qualcosa all'altezza del suo cavallo attirasse l'attenzione aumentò quanto la voglia e il nuovo piacere di restare in quella stana posizione.
-Ti amo tantissimo-, rispose, cercando di focalizzare la sua attenzione sugli occhi della sua amata, -Ma mentre montavi la culla ancora di più-
Il panda davvero non si rese conto di quanto detto, lla tigre sorvoló.
-Tigress...- lui le riprese la zampa, e stavolta la avvolse con la sua, l' avvicinò ancora di più a sé e con la zampa libera le sollevò il mento verso il proprio viso.
-Voglio una famiglia con te. Voglio che tu sia felice.-
Lei sentì la sensazione che provava ogni volta che Po si avvicinava a quel modo, che prendeva quella confidenza, così piacevole e intima.
Tigress ridacchió, lasciando che la sua coda si attorccigliasse attorno alla vita di Po, spingendolo ancora più vicino.
E ancora ridendo lo bació, mormorando una serie di "Si" tra un bacio e un altro, quasi fosse una proposta ufficiale.
 
~~~ "years later"
 
Mentre i primi raggi del sole settembrino cominciavano a filtrare dalla finestra semi aperta, insieme alla leggera brezza della brina mattutina, il giovane panda rimase per un po' a fissare quella piccola culla color panna a cui stava lavorando da ore, ormai. 
Per un breve istante pensò che, in fondo, quella estenuante nottata insonne non era andata totalmente persa, ma poi ricordó che avrebbe dovuto letteralmente sollevarla di peso e trasportarla in cima alle scale, allora si lasciò sfuggire un impercettibile lamento di frustrazione repressa.
Che, per sua sfortuna, la sua amata sentí.
Tigress ridacchió, alzandosi dal divano e venendogli incontro con il loro primogenito tra le braccia, avendo appena finito di allattarlo.
-Lavoro duro?- chiese, oscillando appena il trigotto dal busto bianco pieno di strisce e il muso ornato da due cerchi neri che coprivano gli occhi dorati della madre.
Bellissimo, insomma.
Po sospiró, forse un po' teatralmente: -Non è così che me lo immaginavo-
-Mh.- biascicò distrattamente in risposta la tigre, con lo stesso tono teatrale usato dal marito per chiamarla, senza distogliere l'attenzione dal suo lavoro.
 -A che punto sei con la culla?- domandò lei mugugnando assonnata, stropicciandosi un occhio con il pugno.
Il panda, decisamente di malumore vista la notte insonne appena trascorsa senza un attimo di tregua, rispose - o per meglio dire, si fece udire -, tramite un rumoroso e secco grugnito.
Tigress sospiró, guardando dall'alto il suo cucciolo spalancare le fauci per poi rinchiuderle in un simil-sbadiglio.
Si accovacció accanto al marito, facendo attenzione al trigotto tra le sue braccia.
Po, quasi automaticamente, si sporse un po' per ammirare suo figlio, un cacciavite abbandonato di fianco che avrebbe ripreso solo quando si sarebbe ricordato della culla.
-Tu con la pittura della camera?-
Tigre non rispose ma distolse lo sguardo.
-Pff...- il giovane panda soffocò una risata.
-Dovevo aspettarmelo...- mormorò poi, riprendendo nella zampa la chiave inglese.
-Taci.- sbuffò lei, poggiando una zampa sul fianco stretto e fissando il marito con aria severa, -Io ne sono perfettamente capace...-
-Certo, certo...- si limitò ad assentire lui, sbrigativo. 
Represse un'altra risata, ritornando poi ad avvitare rotelle, con umore decisamente migliore di qualche minuto prima.
Nonostante l'orso di bambù pensasse il contrario, la consorte era invece perfettamente consapevole di essere in ritardo con i tempi, e di doversi anche dare una mossa, se volevano che il cucciolo avesse presto una cameretta. 
Per questo motivo, anch'ella aveva deciso di non riposare, volendo contribuire a tutti i costi ai lavori.
A nulla erano valse le proteste del marito sulla pericolosità e la fatica che richiedeva un lavoro del genere. 
Avrebbe potuto avere un improvviso mancamento e cadere dalla scala e oltretutto l'odore del colore acrilico non avrebbe fatto bene al bambino. 
Ma lei, ovviamente, non aveva voluto sentire ragioni, limitandosi a far indossare una mascherina al piccolo, e mettendosi subito all'opera, decisa in tutto e per tutto a ritinteggiare le pareti della cameretta, rigorosamente blu cobalto.
Per Po era un colore decisamente troppo acceso per la cameretta di un neonato. 
Aveva cercato di dissuaderla da quella bizzarra idea ("Ma se magari il piccolo volesse un altro colore una volta cresciut-"), ma aveva taciuto all'istante, sotto lo sguardo assassino dell'amorevole consorte. 
Tanto era tutto inutile: era sempre a lei che spettava l'ultima parola.
Sua moglie era un tipo piuttosto testardo, il genere di animale che se si metteva in testa una cosa, niente e nessuno poteva farle cambiare idea. Soprattutto in quel periodo in cui aveva appena partorito, era diventata assai più suscettibile e lunatica di quanto non lo fosse di solito.
Alternava momenti di insolita euforia...@  ("Ahahahahah! Guarda, caro, adesso che aspetto ho dopo il parto, non mi si chiude più il laccio della tunica! Sarà un miracolo se riuscirò ad entrarci mesi dopo la gravidanza! Ahahahahah!..."), a scatti di ansia compulsiva... ("Perché non dici niente? Stai pensando di lasciarmi, non è così? Oddio! Non è che fo... Forse mi... vedi grassa? S-si, è così! Tu mi vedi grassa, non è vero...?"), a momenti di tranquillità, del tutto anormali, per una come lei... ("Oh, bé. Non posso comunque mettermi a dieta, adesso. Vorrà dire che sarò una ragazza madre...").
Poi ritornava tutto nella norma, naturalmente. ("ALLORA, TU DAVVERO MI VEDI GRASSA! BRUTTO TAPPO, IO TI-! Sigh... T-ti prego, non lasciarmi... ARGH, NON OSARE AVVICINARTI A ME, BRUTTO-!")
Ma Po amava anche questo della sua vita, amava Tigress, amava suo figlio, amava la loro casa, amava tutto.
Aveva amato le smorfie dei neo-nonni per far ridere il cucciolo, che finivano sempre per farlo scoppiare a piangere.
Amava guardare Tigress cullare loro figlio con quel sorriso amorevole che gli faceva sempre far sussultare il cuore.
Amava le storie che suo padre Li Shan gli aveva raccontato sulla sua defunta madre.
La sua vita non sarebbe potuta essere migliore.
-Ha comunque conservato la sua naturale bellezza, non trovi?- concluse lui, osservando dolcemente il cucciolo, per poi spostarsi su di lei.
Tigress sgranò gli occhi e arrossì, capendo che quel complimento, anche se indiretto, era solo per lei. Con un braccio lo attirò a sé, stringendolo.
-Awww, vieni qui, Panda-
Scoppiarono a ridere, compreso Po, che la osservó felice.
E tra le risate generali, accompagnate da quell'atmosfera del tutto nuova, gioiosa, infine il piccolo cucciolo spalancò i suoi grandi occhi gialli.
Po s'irrigidí, conscio che di solito quel repentino cambio d' umore precedesse un pianto.
Osservò la tigre, rigida e sull'attenti almeno quanto lui.
Poi, però, stupendo tutti, il cucciolo si espresse in una piccola risata che fece addolcire il cuore da Guerriero Dragone del panda.


Note Autrice!
Eccomi approdare in questo nuovo fandom con questa coppia che amo.
Anzi, eccoci
Me e la mia fantastica, meravogliosa e sublime amica DevilLight.
Questa fic piena di fluff e di momenti a dir poco teneri sui nostri due personaggi preferiti del film - sul serio, come si puó non amare questi due? Po troppo imbranato e lei troppo sicura di se? - è infatti una collaborazione uscita totalmente di getto, perché perché Po ogni tanto si perderà a fantasticare, no?
Sicuramente sì, come a volte la Dreamworks ci ha mostrato.
Questa é, appunto, la nostra prima fic su KFP, prego quindi i lettori e scrittori costanti di "comprendere" la nostra poca affinità con i personaggi.
Si accettano recensioni e critiche - costruttive -
Ma grazie in primis a tutti voi coraggiosi lettori!

Ps: orso di bambù dovrebbe essere un sinonimo di panda o, almeno, così il dizionario dava.
   
 
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