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Autore: NightWatcher96    07/04/2018    3 recensioni
-Cos'è una sfida questa?!- borbottò.
-No. E' solo un test, oltre che una disintossicazione. Da quanto ho capito, quattro pizze conducono a una dipendenza elevata da carboidrati complessi. Sei fortunato a non essere grasso; almeno con il tuo metabolismo e la tua naturale predisposizione al ninjutsu compensano questo tuo brutto vizio- spiegò Donnie, con una mano sul fianco.
-E scommetto che non riuscirai a resistere un solo giorno!- sghignazzò Raphael.
-Scommettiamo?- riprese acido Mikey.
-Perderai, fratellino- aggiunse anche Leo, divertito.
-Beh, grazie della considerazione, Leo!- sbuffò il minore, scuotendo il capo. -Io dico che sarò in grado di resistere per cinque settimane senza pizza o carboingrati!-.
-Si dice carboidrati- evidenziò Donnie, stoico.
-Quello che ho detto! E vedremo chi riderà per ultimo!-.
Genere: Angst, Fluff, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'Autrice

Ci sarà capitato, almeno una volta nella vita, di eliminare i famigerati carboidrati dalla nostra dieta, giusto? Ma effettivamente cosa succede al nostro corpo senza e per troppo tempo? Ed ecco che, finalmente e dopo ben 2 anni riesco a scrivere questa one shot (che secondo Word sono 17 pagine), dividendola in due parti per ovvi motivi. Il tempo preso? Ben 6 ore, ovviamente con relative pause. :)
Buona lettura!



-MIKEY!-.
Leonardo e Donatello si fermarono; il primo, impegnato in kata complessi di quarto libello rinfoderò subito le katana nei foderi sul guscio mentre il secondo si tolse gli occhiali da saldatore sul banco da lavoro nel suo laboratorio, si diressero in cucina.
Lì, intorno al tavolo vi era un Raphael pazzo di rabbia.
-Ok. Che sta succedendo qui?- chiese l'azzurro, a braccia conserte.
-Perché non lo chiedi a Michelangelo?!-.
-Lo faremmo se fosse qui, non credi?- sbuffò Donatello, scuotendo il capo.
Il focoso ruggì una seconda volta: socchiuse gli occhi dorati fino a farli diventare pericolose fessure poi le riaprì nella comprensione di sapere dove il quarto si fosse cacciato e utilizzando il tavolo come uno sprint per le braccia corse nel garage.
Michelangelo ancora rideva per aver eluso il secondogenito; gli era bastato consegnare un cartone di pizza vuoto e ora se ne stava in panciolle, opportunamente nascosto su una delle travi del garage, nelle tenebre a mangiare il terzultimo trancio di pomodoro e mozzarella.
-Possibile che Raph sia tanto credulone?- sogghignò ancora.
Improvvisamente, la porta del garage rombò con potenza inaudita: Raphael l'aveva quasi presa a spallate, ignorando i richiami infastiditi di Don alle sue spalle, seguito subito dal leader che stava annoiandosi da questa storia ridicola.
-MIKEY! SO CHE SEI QUI DENTRO!- ruggì con potenza.
L'arancione fu costretto a tapparsi le orecchie con disappunto: non sapeva suo fratello che il garage aveva un ottimo riverbero? Non si mosse; in qualche modo si rese conto che questa volta c'era ben poco da scherzare.
-Raph, se ti dimostri così pronto a far saltare tutto per aria, Mikey non si farà vedere- intervenne Leonardo.
-Vorrei vedere te al mio posto!-.
-Volentieri. Ti ricordo che non sappiamo ancora che cosa sta succedendo qui-.
Improvvisamente, dall'alto, giunse un qualcosa di piccolo, triangolare con un odore succulento. Raphael non ebbe il tempo di parare e tutto quello che seppe un instante dopo fu un sapore squisito ad accendere le sue papille gustative e i suoi due fratelli a ridere a crepapelle.
La pizza gli era finita giusto in bocca.
-Com'è la pizza, Raphie? Buona?- esclamò Mikey, a mo' di rana sulla trave.
Donatello spinse verso il basso la leva che comandava l'accensione dei tre fari alogeni e quando il garage fu inondato di bianca luce socchiuse leggermente le palpebre nella speranza di individuare suo fratello.
Raph mugugnò qualcosa d’incomprensibile.
-Non abbiamo capito, Raph- disse Leo, a malapena capace di trattenere una risata.
Il focoso deglutì l'ultimo boccone, asciugandosi le labbra con il dorso della mano e ripeté con un ghigno infernale: -Perché non vieni giù così posso ringraziarti a modo mio?-.
Mikey inclinò la testa da un lato e negò.
-Ragazzi!- scattò Donatello, ormai stufo. -E' ridicolo! Diteci che sta succedendo qui!-.
-Mikey mi ha giocato un brutto scherzo! Mi ha dato uno scatolo vuoto di pizza e lui si è tenuto quello con il mio spuntino! Sarà la quarta pizza intera che ti sbafi oggi!- raccontò, per poi puntare il dito verso il protagonista che gli scagliava il penultimo pezzo.
Raphael lo afferrò in mano stavolta e lo mangiò come non si fosse cibato da giorni.
-Quattro pizze?- ripeté Donnie, stupito. -Mikey, troppi carboidrati complessi sono nocivi per la salute, oltre che per il peso, anche se non è il tuo caso per l'ultima cosa! Comunque, oltre ai carboidrati, una pizza contiene anche una percentuale di zucchero che se la sommiamo alle merendine e le patatine che ti sbafi non porta che a una sola cosa...-.
I tre fratelli si fecero improvvisamente attenti.
-Una dieta disintossicante di una settimana. In pratica, non avrai pizza, dolcetti o patatine bensì verdure, frutta e cibi proteici-.
Raphael e Leonardo si scambiarono un'occhiata perplessa per poi scoppiare a ridere a crepapelle, mentre Mikey, completamente indignato, finalmente scendeva dalla trave scivolando come un pompiere e si avvicinava con l'ultimo trancio di pizza in mano.
-Cos'è una sfida questa?!- borbottò.
-No. E' solo un test, oltre che una disintossicazione. Da quanto ho capito, quattro pizze conducono a una dipendenza elevata da carboidrati complessi. Sei fortunato a non essere grasso; almeno con il tuo metabolismo e la tua naturale predisposizione al ninjutsu compensano questo tuo brutto vizio- spiegò Donnie, con una mano sul fianco.
-E scommetto che non riuscirai a resistere un solo giorno!- sghignazzò Raphael.
-Scommettiamo?- riprese acido Mikey.
-Perderai, fratellino- aggiunse anche Leo, divertito.
-Beh, grazie della considerazione, Leo!- sbuffò il minore, scuotendo il capo. -Io dico che sarò in grado di resistere per cinque settimane senza pizza o carboingrati!-.
-Si dice carboidrati- evidenziò Donnie, stoico.
-Quello che ho detto! E vedremo chi riderà per ultimo!-.
E detto ciò, Mikey infilò a tradimento l'ultima pizza nella bocca di Raph, approfittando che stesse sghignazzando sottovoce con Leonardo.
-Si comincia domani!- tuonò, uscendo dal laboratorio...
 
Il mattino seguente...
 
Appena si svegliò, il minore si diresse in cucina per preparare la colazione e fu allora che notò un foglio scritto nella calligrafia di Donatello attaccato al frigorifero.
-Questa è una lista- mormorò, continuando a leggere. -Lista dei cibi non ammessi-.
C'erano un'infinità di cibi che lui amava, uno tra i quali la pizza, merendine, lasagne, ma anche patatine, pane. Mikey gemette infastidito ma scosse il capo, deciso a impegnarsi per non rimangiarsi la parola data soprattutto a Raphael.
-Ok. Mangerò un po' di latte...- disse, vagando alla ricerca di un complemento. -Oh, certo. Uova non fritte e mela!-.
Quasi sghignazzò quando mise cereali, biscotti, ciambelle, caffè e the in tavola: i suoi fratelli si sarebbero ingozzati di carboidrati e lui no. Si dedicò allora alla sua colazione: sbucciò la mela rossa in piccoli pezzi e si strapazzò del bianco d'uovo, conservando il tuorlo nel frigo per riutilizzarlo in qualche altro modo.
-Sei piuttosto felice questa mattina, figliolo-.
Mikey si bloccò leggermente ma subito annuì, salutando infine il maestro Splinter con un leggero inchino. Il topo si sedette a tavola e si versò del the alla pesca non zuccherato nella sua tazza nipponica preferita. Era verdina, con qualche fiorellino di pesco dipinto a mano.
Pochi istanti dopo, fecero capolino anche i suoi tre fratelli; Donnie era perfettamente riposato, per la prima volta poi. Raphael fresco di doccia sogghignava in modo del tutto antipatico mentre Leonardo non faceva a meno di sorridere.
-Beh, buongiorno e buona colazione- fece quest'ultimo, prendendo posto accanto al maestro.
-Io mi siederò accanto a Mikey. Sapete, voglio proprio vedere che dimostrazioni ci darà!- sghignazzò Raphael, strappando una risatina generale.
Mikey fece la linguaccia, tirandosi la scodella ricolma di latte, la mela rossa e l'uovo strapazzato che si era concesso.
-Vedremo chi riderà alla fine, Raphie!- riprese, cominciando a mangiare.
-Ragazzi, posso sapere che cos'è questa storia?- formulò il maestro.
-Oh, hai ragione. Scusa, sensei!- rispose subito Donnie. -In pratica, Mikey è alle prese con una sfida. In pratica per cinque settimane non toccherà i carboidrati complessi, ovvero pizza e derivati da forno con o senza zuccheri industriali per limitare la sua dipendenza-.
Splinter si lisciò il ciuffo di peli sotto il mento, ponderando la risposta...
 
Mikey si sentiva un po' leggero dopo la colazione, rispetto alle altre volte. Forse questo dipendeva dalla mancanza di carboidrati complessi: era piuttosto leggero, aveva ancora un po' di fame ma nulla di irreparabile.
-Come ti senti, fratello?- chiese Donnie, con un sorrisetto arrogante.
-Io? Benissimo, perché?-.
-Oh, niente. Pensavo ti sentissi stanco- fu la risposta del viola.
Mikey roteò gli occhi con esasperazione ma ben presto il sensei batté il bastone smeraldino sul tatami del dojo e sia lui sia i suoi fratelli si schierarono in riga.
-Riscaldamento poi stretching e infine vi dividerete a coppie: questa volta sarà Leonardo con Michelangelo e Donatello con Raphael. Voglio che sia un corpo a corpo- ordinò il maestro con lieve sorriso. -Hajime!-.
I ninja fecero un riscaldamento di dieci minuti; iniziarono con una corsa lungo il perimetro del dojo, seguiti da push up, burpees e infine con jumping jack. Eseguirono lo stretching per evitare infortuni e si destreggiarono in alcuni kata per rendere flessibile ogni muscolo.
Quando si sentirono perfettamente carichi, si divisero nelle coppie prestabilite e attesero che il maestro desse il grido di avvio.
Leonardo e Michelangelo si studiarono: gli occhi cobalto si restrinsero in due fessure cariche di determinazione mentre analizzavano il leggero rimbalzare dell'avversario per nulla concentrato.
"Sei già mio!" pensò lo spadaccino, cogliendolo di sorpresa con un pugno.
Mikey sogghignò e si calò pericolosamente all'indietro, come un ponte spacca-schiena per bloccare il braccio destro con una sforbiciata di gambe. Notato lo sgomento sul viso del maggiore, il minore che ora esibiva una splendida verticale, gli afferrò le caviglie; portò un piede sul suo petto e lo scaraventò con una rovesciata in terra.
-Wow!- espirò incredulo Raph.
-Doppio wow!- seguitò anche Donnie.
Il sensei annuì, lisciandosi la barbetta: anche lui era piuttosto impressionato!
-Ehi, Leo! Ti fai prendere a calci nella coda?- sghignazzò Raph, tornando poi a Donnie.
Quest'ultimo fece una splendida e rapida piroetta per colpirgli la caviglia e farlo ruzzolare in terra, rompendo la sua guardia. Raph, fu più rapido: saltò a piedi uniti e si portò dietro le spalle del fratello, poggiando entrambe le mani sulle spalle. Lo scaraventò pesantemente in terra, sollevandolo con estrema facilità.
Leonardo si rimise subito in piedi, mentre Mikey dondolava i fianchi a ritmo di una musica immaginaria: nel suo sguardo c'era un po' di rabbia per essersi fatto sorprendere in quel modo.
Michelangelo, improvvisamente mutò il sorriso in un'espressione calma. Gli occhi si fecero più scuri di determinazione e la sua bocca si strinse in una linea orizzontale. Splinter si rese conto che quella sul viso del suo figlio più indisciplinato era un qualcosa che mai aveva visto.
Determinazione.
Leonardo alzò i pugni e con esso la sua guardia, non volendo questa volta attaccare. Mikey smise di ciondolare e raddrizzò le spalle. Bastò un battito di ciglia per lasciare il maggiore stupito: il suo avversario era scomparso dal suo campo visivo senza neppure utilizzare la modalità stealth! Senza abbassare i suoi pugni, si guardò intorno con leggera apprensione ma non fu in grado di parare un calcio sotto la mandibola.
Mikey, infatti, si era portato subito dietro al suo guscio quando aveva notato la chiusura delle palpebre e subito era scivolato a mo' di rana dinanzi al fratello per sorprenderlo con un calcio in una perfetta spaccata verticale sotto al mento.
Leonardo, stordito, barcollò indietro ma non si arrese: afferrò immediatamente la caviglia del minore che ancora si stava abbassando e lo fece volteggiare in tondo, per scaraventarlo via, oltre il tatami, proprio come un ring.
La regola era che se si finiva oltre il tappeto si perdeva.
Il ghigno del maggiore scomparve quando Mikey attutì l'inerzia del colpo subito con le mani premute sul pavimento, come un trampolino. Eseguì una ruota in modo impeccabile che stupì, se non congelò l'avversario e lo colpì allo sterno con un ultimo calcio.
Leo fu gettato oltre il tatami, ironicamente vicino al maestro che gli offrì una mano.
Se Mikey era riuscito a battere Leo, allora anche Donnie avrebbe avuto speranze. Si rialzò subito, con Raph che si era chiuso in difesa, con i pugni stretti a poca distanza dal viso e attaccò con un gancio al basso ventre.
Come previsto, Raph, essendo scoperto, riuscì a malapena a bloccare. Donnie ghignò e ancora una volta tempestò il focoso con una serie di pugni violenti.
-Non esaltarti solo perché un pugno è andato a segno, fratellino!- rise Raphael.
Afferrò un pugno del genio e lo tirò vicino a sé, mentre allungava l'altro braccio lungo il suo fianco. Fece voltare violentemente Donnie di guscio e gli strattonò il braccio preso dolorosamente oltre il punto critico.
Il genio si mordicchiò le labbra per non gemere al dolore.
-Non ti sento! Coraggio, dì quella parola!- ironizzò il focoso, vicino al suo orecchio.
-Certo. Sei finito!-.
Raph non ebbe il tempo di rendersi conto che Donatello aveva agganciato un piede dietro il suo e lo aveva tirato sul davanti. Cadde supino in terra, trascinandosi anche il genio che, si liberò con una dolorosa capocciata sul volto.
Subito in piedi, Donnie lo bloccò sedendosi sul suo addome, con un braccio premuto sulla clavicola e due dita a mo’ di kunai in direzione dei suoi occhi.
-Non ti sento, Raphie. Coraggio. Dì quella parola- ripeté vicino alle sue labbra.
-Uncle- sbuffò il focoso.
Donnie rise e si tolse, aiutandolo a mettersi in piedi.
Intanto Mikey ancora aveva un'espressione feroce, quanto apatica. Il sensei fece cenno ai suoi ragazzi di fare silenzio, essendo un momento delicato. Si avvicinò al suo figlio bambino, lo studiò attentamente e gli poggiò una mano sulla fronte.
-Inspira ed espira, Michelangelo- sussurrò.
Le spalle rigide del quattordicenne si rilassarono e i suoi occhi feroci diventarono ampi, dolci e smarriti. Le sue ginocchia si fecero improvvisamente molli e si ritrovò a crollare privo quasi di forza, completamente stanco e sudato.
Il sensei gli agganciò un braccio intorno al guscio per non farlo cadere e lo fece stendere sul tatami. Mikey, ancora affannato, portò un braccio sugli occhi.
-Che cosa è successo, figlio mio?- chiese il topo, inginocchiandoglisi vicino.
-Non lo so, maestro... stavo lottando e di colpo tutto è diventato rossastro... ho avuto tanta paura... non riuscivo a fermarmi...!- piagnucolò con voce soffocata.
Il sensei non batté ciglio quando l'Otouto gli si fiondò al petto, tremando e gemendo parole sconnesse ovattate e semplicemente lo tenne stretto al suo kimono.
-Sto bene, Mikey. Non preoccuparti- intervenne gentilmente Leonardo.
L'altro si staccò leggermente dalla veste paterna per guardarlo attentamente: suo fratello non aveva un graffio, quindi non aveva provocato nulla d'irreparabile.
-Sensei, non voglio entrarci mai più in quella cosa mentale!-.
-Shh, bambino mio. Va tutto bene. Mediteremo insieme- pronunciò amorevolmente Splinter, mentre faceva cenno ai suoi ragazzi di inginocchiarsi in cerchio e chiudere gli occhi.
Mikey annuì piano e si abbandonò alla meditazione...
 
Per pranzo, l'arancione si fece un piatto d’insalata con un cucchiaino d'olio, senza sale come da sempre gli era piaciuta; utilizzò l'uovo avanzato del mattino per farsi una frittatina semplice e si cucinò una scatola di zuppa di pollo.
-Penso che vada bene, no?- disse a se stesso, orgoglioso. -Anche se ci sarebbe stato volentieri un bel panino insieme alla frittatina!-.
Scosse subito il capo, stringendo un pugno con determinazione: era stato ferreo in mattina, anche con lo spuntino dopo l'allenamento mattutino dove si era divorato una banana ricca di potassio e ora non poteva venir meno alla sua promessa per una sciocca voglia.
Gemette un po': dopo l'allenamento, anche con la banana era cresciuto un mal di testa che solo ora si era fatto più insistente. Sospirando, Mikey chiamò gli altri e si accomodò a tavola.
-Che profumino!- sorrise Leonardo.
-Che si mangia?- seguitò Raphael.
-Sushi?- espirò incredulo Donnie. -Mikey, sei unico!-.
Riso con pezzetti di salmone, salsetta di soia, insalata, pane... la tartaruga con la bandana arancione sorrise entusiasta del suo lavoro.
-Mikey, volevo complimentarmi con te. Hai abbinato perfettamente i cibi. Lo ammetto... da te non me lo sarei mai aspettato!- continuò Donatello, afferrando due pezzi di sushi dalla pirofila al centro del tavolo con due bacchette.
-E io pure- aggiunse subito Leonardo. -Questa mattina sei stato incredibile! Per un attimo mi è sembrato avere un avversario fortissimo e non mi sorprende che mi tu mi abbia battuto! Hai così tanto potenziale, fratellino che-.
-No- tagliò corto Mikey, con occhi bassi di delusione. -Non voglio usarlo-.
Raph e Don si scambiarono uno sguardo preoccupato, poi lo spostarono su Leo che a sua volta fissò Splinter.
-Figliolo, non devi vedere il tuo potenziale come un demone. Ognuno dei tuoi fratelli ne ha uno; lo abbiamo domato insieme e ho sempre saputo che il tuo sarebbe stato difficile, selvaggio. Mai lo avevi dimostrato ma quest'oggi mi hai reso orgoglioso. Desidero guidarti io stesso affinché tu riesca a domarlo- fece il maestro, calmo.
Mikey gli rivolse occhi lucenti ma annuì con poca convinzione.
Raphael gli strofinò amorevolmente la testa, Don gli batté affettuosamente una pacchetta sul braccio e Leo gli allungò l'indice per punzecchiargli il collo. Mikey rise per il solletico...
 
Per merenda Mikey avrebbe scelto una merendina al cioccolato ma, al contrario, leggendo il foglio degli alimenti sì e no di Donnie optò per un frullato di mela.
-Questa sera penso che mi farò qualche scatola di legume.  E farò un altro po' di sushi. Dovrebbe andar bene, no?- mormorò sottovoce, ricordando che il mal di testa era ancora lì, un po' meno persistente.
-Uffa. Odio il mal di testa!- sbottò, ingurgitando il suo frappè e lavata la tazza si spaparanzò sul divano per godersi un po' di televisione.
Quando Raphael si avvicinò al soggiorno, stanco di colpire il sacco da box, sogghignò nel vedere il suo fratellino profondamente addormentato. Gli mise addosso una delle coperte che tenevano piegate sul bracciolo del divano e gli accarezzò amorevolmente una guancia.
-Ti voglio bene- sussurrò.
Mikey sorrise nel sonno...
 
-Ehi, la pizza è qui!-.
Donatello fu il primo a scaraventare ironicamente in terra il cacciavite e il martello per fiondarsi all'entrata della tana dove era appena entrata April con alcune scatole fumanti fra le braccia.
-Oh! Ciao April!- cinguettò estasiato ma quando notò anche Casey rimodulò subito la frase con fare acido. -Ciao anche a te, Casey Jones!-.
-Donatello- marcò l'umano, con occhi ristretti a due fessure.
April roteò giocosamente gli occhi ma tornò subito alle pizze che appoggiò sul divano. Si accomodò insieme all'amico umano e sospirò felice. Aveva sgobbato per tutta la giornata fra compiti, interrogazioni, commissioni e shopping per se stessa e solo adesso si sedeva. Non si era mai resta conto di quanto fossero magnifiche le sedie. O i divani.
-Dov'è Mikey? In genere sente il profumo della pizza a chilometri, neanche fosse un segugio esperto!- chiese subito Casey, perplesso.
Quando lui e April andavano a trovare i loro amici corazzati neanche il tempo di entrare che le pizze sparivano dalle loro mani e comparivano magicamente o in terra al soggiorno, davanti alla tv o sul divano.
-Beh...- fece Donnie.
-Ciao, ragazzi- salutarono sia l'azzurro sia il rosso, sbucando dalla cucina. -Vedo che vi siete nuovamente messi in cerimonia!-.
-Ma quale cerimonia, Leo. Lo sai, ci piace mangiare in compagnia della nostra famiglia!- fu la sincera risposta felice di April, che agitò una mano con nonchalance.
L'azzurro sorrise calorosamente al buon cuore dell'amica.
-Ehilà!- salutò infine anche Mikey, sbucando dalla zona notte con Ice Cream Kitty in una scodella di ceramica fra le sue mani. -Che bello vedervi!-.
-Concordo- si aggiunse anche Splinter, uscito dalla sua camera, dietro ai due umani.
-Mikey, stai bene? Hai una faccia-.
L'arancione scosse leggermente il capo. Purtroppo il mal di testa si era intensificato e non aveva vogli né di mangiare né di parlare quasi.
-Mal di testa. Tutto qui- disse.
Ice Cream Kitty miagolò infelice. Mikey, infatti, l'aveva presa per poggiarsela sulla testa come refrigerio; magari congelando i suoi neuroni sarebbe stato meglio.
-Normale quando si tagliano bruscamente i carboidrati. Questo mi porta a pensare che sei completamente dipendente, fratellino. Ma datti tempo fino al quarto giorno che già comincerai a star meglio e vedrai nuovi orizzonti!- spiegò Donnie, raccontando ai due amici la sfida anti-carboidrati.
A racconto ultimato, Casey scoppiò a ridere, battendosi una mano sul ginocchio. -Oh, andiamo! E credete che Mikey possa farcela? Lui è il mangia-pizze per eccellenza! Non potrebbe star lontano da Antonio's Pizza neanche per un giorno!-.
Al che, Michelangelo sbuffò contrariato e scosse il capo, ritirandosi in camera sua...
 
Giorno 21
 
Era riuscito a superare in modo impeccabile la prima settimana, senza toccare alcun cibo specificato nella lista di Donnie e Mikey si era sentito invincibile. Al quarto giorno, i suoi mal di testa e leggere nausee mattutine erano svanite e si era sentito più energico che mai.
Durante i vari allenamenti era riuscito perfino a battere tutti i suoi fratelli, anche se era sprofondato varie volte in quella sua foschia di concentrazione.
-Io penso che sia una conseguenza della disintossicazione del corpo- erano state le parole di Donatello. -Finché Mikey mangiava carboidrati complessi, il suo cervello era impegnato a dettare al corpo come muoversi per metabolizzare quanto assunto ma adesso che predilige fibre, frutta, proteine... ovvero, cibi sani, la sua mente è sgombra e oltre a una miglior concentrazione rilascia un quantitativo di energia incredibile-.
Mikey non ci aveva capito molto ma su una cosa era spaventato: prima o poi avrebbe ferito i suoi fratelli con quella forza mostruosa.
Il trillo della sveglia lo interruppe bruscamente dai suoi pensieri.
Nel buio, Michelangelo spalancò gli occhi stanchi e si mise seduto, sbuffando leggermente. Era da qualche giorno che si aveva sviluppato insonnia e un senso di apatia che diminuiva leggermente dopo i vari pasti giornalieri.
-Maledetta sveglia...- sbuffò, sbattendola suo comodino.
Si trascinò verso il bagno e nell'attimo in cui era in procinto di aprire la maniglia un'ombra gli comparve dinanzi, chiudendosi dentro la camera.
-Troppo lento!- sghignazzò Raphael dal bagno.
Mikey borbottò qualcosa fra i denti e andò in cucina, dove era Splinter a dilettarsi ai fornelli.
-Buongiorno...- salutò con evidente apatia.
Si sedette vicino a Donnie, intento a leggere un giornale sorseggiando caffè e masticando biscotti con gocce di cioccolato.
-Dopo controlleremo il tuo peso e intendo farti delle analisi. Per cui non mangiare- disse, senza distogliere lo sguardo dal quotidiano.
La risposta dell'arancione venne con un "mmh" dal profondo della gola con riluttanza.
 
Qualche istante dopo, Mikey si ritrovò con un metro da sarta avvolto intorno alla vita e una bilancia elettronica vicino ai suoi piedi.
-Da queste misure, deduco che hai perso un bel po' di peso. Beh, non mi sorprende. Tagli tutti i carboidrati, perfino quelli integrali, aggiungi ben tre ore al giorno di allenamento ed ecco i risultati- mormorò Donnie, facendogli poi segno di pesarsi.
Donnie confrontò subito il peso evidenziato con quello segnato ventuno giorni prima e fischiò, catturando l'attenzione dei presenti.
-Fischio positivo o negativo, Donnie?- chiese Leo, sollevando una mano.
-Beh. Guarda tu stesso e dimmelo- rispose l'altro, consegnandogli il foglio.
Come immaginato, Leonardo spalancò le palpebre e annuì nervosamente un paio di volte. Effettivamente, in meno di un mese, Mikey era riuscito a dimagrire involontariamente di circa tre chili.
-Diciamo che, considerando che il peso di nostro fratello è generalmente sui cinquanta ora a quarantasette è già in sottopeso- specificò Donatello, giocherellando con una matita. -Il mio consiglio è quello di reintrodurre almeno un giorno a settimana i carboidrati. In questo modo si eviteranno danni fisici-.
-No-.
La risposta secca e grave di Mikey fece gelare tutti. Il suo era uno sguardo terribilmente serio, quasi a richiamare quello usato durante la foschia rossastra dove spesso approdava inconsapevolmente.
-Mikey, ascolta. Ci hai stupito per ventuno giorni senza toccare carboidrati ma ti assicuro che eliminarli totalmente comporta diversi disturbi e tu sei ancora giovane per rovinarti- continuò Donnie, poggiandogli le mani sulle spalle.
Mikey negò ulteriormente, scrollandosele di dosso con rabbia.
-Ragazzi, state esagerando. Voglio dire, tre chili non sono nulla in fondo. E a me sembra che Mikey stia benissimo. Non dimenticate che abbiamo una sfida- intervenne Raph, con un ghigno.
Michelangelo fece una smorfia compiaciuta, grato dell'appoggio del focoso. Donnie scosse il capo ma preferì accontentare il fratello, promettendo segretamente per lo più a se stesso di prendere nota di ogni singolo cambiamento...
  
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