Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: cin75    08/04/2018    5 recensioni
Quanto può diventare umano un angelo, dopo aver provato un dolore profondo?
Castiel sta per scoprirlo.
RIFERIMENTI ALLA STAGIONE 13.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Castiel entrò nel fatiscente magazzino dentro cui Sam e Dean avevano attirato quel mostro velenoso, l'angelo, non si aspettava di vedere quello che invece si era ritrovato davanti.

I due amici cacciatori, erano entrambi gravemente feriti. Il mostro, a quanto pare, si era dimostrato essere più forte del previsto ed era riuscito ad avere la meglio e poi, da come i due fratelli tossivano sangue e si contorcevano , sfiniti, sul pavimento lurido di quel posto, molto probabilmente, quell'essere li aveva anche avvelenati.

Questo significava solo una cosa: Castiel, non aveva tempo. Il veleno agiva molto in fretta e lui , per quanto, avesse di nuovo i suoi poteri, non aveva, di certo, quello per riportare in vita un umano e da come vedeva i due amici, avevano ben poco tempo.

Così agì di istinto.

Attirò su di lui, l’attenzione del mostro che stava ancora infierendo su Sam, ignorando i richiami rabbiosi di Dean.

 

“Ehi!! figlio di puttana…..vieni qui!!” gridò da un punto che fosse abbastanza lontano dai cacciatori.

 

Il mostro si voltò verso di lui e non ci pensò molto a gettarsi a capofitto contro quella nuova vittima da cui sentiva provenire una succulenta energia vitale, una vera ghiottoneria per lui.

La lotta che ne seguì fu dura anche per l’angelo che subì molti colpi da parte del mostro che riuscì anche ad inoculargli parte del suo veleno. Ma rimase sorpreso quando vide che su quel suo nuovo pasto, il suo veleno non sembrava avere effetto.

“Sorpresa, bastardo!!!” sibilò, ansimante , l’angelo.

La cosa fece infuriare l’essere soprannaturale che si avventò ancora con più furia sul suo avversario e dopo aver lottato con lui ancora e ancora, ruggì dolore e sofferenza quando la lama angelica di Castiel lo passò da parte a parte , spaccandogli il cuore velenoso in due.

Il suo punto debole.

Quello che i due fratelli, purtroppo, non erano riusciti a raggiungere, presi di sorpresa da quella forza non troppo considerata.

 

Una volta che il mostro fu a terra, morto, l’angelo si avvicinò velocemente, o almeno per quello che poteva , dato che anche lui era decisamente messo male, a Dean.

“Sam….aiuta...Sammy. Lui...lui sta peggio!!” mormorò sofferente il maggiore, indicando Sam che era già privo di sensi.

“Dean...”

“Va’ da Sam...io….io ce la faccio!” fece con più convinzione. “Cass...per favore!!” e a quella supplica, Castiel, obbedì.

Portandosi una mano al fianco vistosamente ferito. Si avvicinò e si accoccolò al corpo inerme del più giovane dei Winchester. Lo girò sulla schiena e poggiò le mani sul petto e sulla testa dell’amico. Chiuse gli occhi e iniziò l’opera di guarigione.

Una luce bianca e luminosa si sprigionò dalle due mani imposte e lentamente , il sangue che macchiava il viso e il corpo di Sam, sparì. Anche il suo colore , ormai quasi violaceo - effetto del veleno – ritornò ad essere roseo e normale.

Qualche istante dopo, Sam, iniziò anche ad aprire gli occhi e vide l’angelo sorridergli, sollevato.

“Cass?….grazie, amico!” fu la prima cosa che , istintivamente, gli venne da dire, mentre si tastò quasi meccanicamente e non sentendo più dolore.

Poi , il giovane cacciatore, strabuzzò gli occhi come se si fosse reso conto di qualcosa. Guardò appena alla sua destra. “No!! Deaaannn!!”

Castiel, si voltò di scatto e vide che anche Dean aveva perso i sensi, e nei pochi momenti che ci mise a raggiungerlo pregò fortemente che l’amico non fosse morto. Appena vicino al biondo, gli mise una mano sul collo per sentire se ci fosse o meno la presenza del battito e quando si accertò che Dean era solo svenuto, sistemò schiena a terra anche lui, e impose le mani nello stesso modo in cui aveva fatto con Sam. Quella stessa luce, quella stessa potenza, fu la forza guaritrice che salvò anche il fratello maggiore.

Quando anche Dean, lentamente, iniziò a riprendersi e a riprendere colorito, l’angelo, respirò sollevato. Ma purtroppo sempre più affaticato a causa delle ferite riportate.

I due fratelli, lentamente si rimisero in piedi e dopo essersi congratulati con l’amico angelo, non prima di averlo ringraziato, iniziarono a cercare in giro tutte quelle armi che , una dopo l’altra, il mostro era riuscito a buttare all’aria.

Stavano per andare via da quel posto, quando si resero conto che Castiel era rimasto appena un po’ indietro.

Sam notò l’evidente affaticamento dell’amico che onestamente non era decisamente messo bene.

“Ehi! Castiel?, Tutto bene?” chiese preoccupato, il giovane.

“Già, amico. Perchè sei ancora ridotto così? Perchè non ti sei già guarito?” notò anche Dean, che gli vide la ferita al fianco  sanguinare ancora.

Castiel sorrise appena.

“Non posso!”

I due si guardarono di sfuggita ma comunque straniti.

“Non…. puoi?” replicò Dean. “Che significa che non...”

“Il mostro c’è andato decisamente pesante...” fece mostrando la ferita al fianco e quella alla spalla, che i due cacciatori non avevano notato poiché coperta dall’immancabile trench. “E guarirvi da quelle ferite e dal veleno che ormai vi aveva completamente infettato non è stato di aiuto alla mia grazia. Sono troppo debole per guarirmi, ma tranquilli, io...” e quello che stava per dire finì in un rantolo di dolore.

Castiel accennò ad accasciarsi a terra.

“Cass!!” lo richiamarono entrambi mentre, allarmati, fecero per avvicinarsi a lui quando, l’impensabile accadde davanti agli occhi dei due fratelli.

 

Lucifero, con tanto di sguardo sprezzante e vittorioso, apparve alle spalle dell’angelo.

“Sì! Tranquilli, ragazzi.” fece con il suo solito ghigno mellifluo. “Ci penso io a lui!” e dopo avergli appoggiato una mano sulla spalla, Castiel, confuso dal dolore, non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo che sparì, lasciandosi dietro solo un debole e allarmato “No!!”.

 

I due cacciatori si ritrovarono a correre verso un punto vuoto, esattamente come mesi prima era successo quando Mary scomparve nell’Universo alternativo.

“Noooo!” gridò frustrato Dean che si ritrovò ad afferrare il vuoto che aveva davanti.

“Cazzo!!” fece il minore.

Non attesero oltre. Non c’era tempo per il panico. Castiel era nelle mani di Lucifero e tutto ciò, avrebbe portato solo a dolore da parte dell’angelo se non alla sua morte. Di nuovo.

Raccolsero tutto quello che era rimasto delle loro cose e corsero all’Impala. Tornarono al motel e iniziarono a fare il punto della situazione e su ciò su cui dovevano focalizzarsi: trovare Castiel, al più presto.

*********

Quando Castiel riaprì lentamente gli occhi, il dolore al fianco e alla spalla, tornò prepotentemente a farlo gemere. La sua mente angelica sapeva che prima o poi quel fastidioso dolore sarebbe passato, era solo questione di tempo, poiché la sua grazia era stata fortemente provata dal combattimento , dalle ferite e dalle guarigioni ai due fratelli. Ma, almeno per il momento, il suo corpo umano comunque ne pativa la sofferenza.

Respirò affondo e cercò di mettere a fuoco il posto in cui si trovava. Ricordava che stava per cadere, piegato da una fitta improvvisa al fianco. Ricordava di aver visto Sam e Dean, preoccupati, che stavano per fermare quella sua caduta, ma poi…

Poi qualcosa era cambiato. Aveva sentito una voce alla sue spalle, aveva visto la preoccupata sorpresa sui volti dei suoi due amici e subito dopo si era sentito , improvvisamente, risucchiato in un vortice violento. Poi più niente fin quando non si era risvegliato.

Qualcuno lo aveva portato via, ma ancora confuso, non riusciva a ricordare chi.

Guardò, così, le pareti di roccia che lo circondavano. Una roccia antica dall’odore e dall’aspetto che poteva vedere e sentire. Cercò di alzarsi, ma una stretta ai polsi e alle caviglie glielo impedì. Tirò su la testa e solo allora si rese conto di essere legato a quella che sembrava un altare in pietra.

Quasi come un istinto lasciato libero di esprimersi, la sua mente fece luce su tutto. Riconobbe il posto. Riconobbe quell’odore antico a tal punto da essere senza tempo. Sgranò gli occhi e capì, immediatamente, il luogo in cui era.

Una cella delle prigioni del Paradiso.

“Buongiorno Cassandra!!” fece una voce squillante non appena Castiel focalizzò quel posto.

“Tu?...come….cosa vuoi da me??!” ringhiò cercando di muoversi. “Che ci fai qui? Come...come fai ad essere qui!?” chiese allarmato dalla luciferina presenza nei luoghi del Paradiso.

“Oh! fratello mio!! amico?...collega?….socio?...” sembrò volerlo prendere in giro.

“Se solo fossi uno solo di questi….mi ucciderei senza pensarci due volte!!” fu la risposta dell’angelo imprigionato.

“Non tentarmi , dolcezza!” lo provocò, infilando un dito nella ferita al fianco.

Castiel ringhiò da dolore, ma cercò di trattenersi e più lui si tratteneva e più Lucifero muoveva il suo dito dentro la ferita. E più Lucifero lo torturava in quel modo e più la grazia di Castiel si contorceva vinta dagli spasmi.

Poi, quando decise di dargli un po’ di tregua , rispose alle domande dell’angelo.

“I tuoi fratelli pulcini mi hanno concesso il Trono Eterno e io in cambio ho promesso loro di mettere in cantiere altre uova pasquali.” ironizzò nella risposta e poi abbassandosi fino ad arrivare all’orecchio di Castiel: “Sai??! detto tra noi...le loro schiere sono davvero ridotte all’osso. Una sola delle mie legioni basterebbe per sbaragliare tutto, qui dentro!” ammise orgoglioso per una tale previsione.

“Cosa...vuoi...Lucifero?!” chiese affannato, Castiel, ignorando di proposito le parole appena ascoltate. E poi: “Che cosa vuoi….da me?!”

“Lo sai cosa voglio , angioletto testardo!” e a quella tortura aggiunse anche il supplizio alla ferita alla spalla, agendo però con più rabbia.

E Castiel gridò, quasi senza rendersene conto. “Lo sai….cosa voglio!” ripetè ringhiando, il diavolo.

“Mai. Non ti dirò mai dov’è Jack e anche….anche se lo sapessi….saresti l’ultimo a cui lo direi!” rispose sorridendo e indispettendo così l’angelo caduto.

“Ok!” fece questi. “Vuol dire che adesso io e te passeremo un po’ di tempo a divertirci!” e girandosi verso tutti quelli che erano nella cella. “Tutti fuori. Questo è un party privato!”

 

I tre angeli presenti, benchè non proprio convinti di ciò che stava per accadere in quella cella, obbedirono e uscirono. Tutti tranne uno.

“Fuori!! anche tu, guardiano!” ordinò, mentre da un tavolo vicino a quello che teneva legato Castiel, sceglieva che attrezzo prendere per iniziare la sua punizione nei confronti dell’angelo.

“Mio Signore Lucifero, forse potremmo...”

Lucifero si voltò di scatto verso l’angelo disobbediente, fulminandolo con il solo sguardo. “Tu?... disobbedisci...a me ?” domandò ironico, il primo disobbediente.

“No, non oserei.” rispose arretrando appena. “Ma forse ci sono altri modi per arrivare a scoprire ciò che Castiel sa su tuo figlio!” azzardò, poi.

Lucifero si fermò un attimo. Sembrò pensarci e poi..

“Può essere.” convenne dubbioso. E poi: “Ma...no! Mi piace più così. Ora, fuori!!!” gridò furioso, mentre con un gesto veloce, alzò il pugno armato di lama e lo abbassò nella spalla già ferita dell’angelo suo prigioniero.

Un grido di profondo dolore riecheggiò tra i corridoi che si allontanavano dalla cella che rinchiudeva la sofferenza di Castiel.

 

Le grazie degli angeli che li abitavano , fremettero di terrore, quando vennero raggiunte dal dolore provato da Castiel.

 

“Figlio di….” provò a dire Castiel, cercando di soffocare in quell’offesa , il dolore che stava provando.

“Tutto può finire nel più semplice dei modi, Cassandra. Dimmi dov’è Jack e in men che non si dica, ti ritroverai di nuovo a braccetto con i tuoi due amati cowboy in flanella.”

“Scordartelo!” fu la risposta affannata e decisa.

“Come vuoi, amico mio. Ma credimi…. quando avrò iniziato con te, perché devo ancora iniziare con te...” gli sussurrò sadico. “…. e con quello che ho in mente di farti, sarai tu a pregarmi di volermi dire dov’è il mio ragazzo!” lo provocò Lucifero.

“Lui non è ...il tuo ...ragazzo.” ansimò con tono compiaciuto. “Lui...è il mio….ragazzo.” lo provocò.

“No!” sibilò con rabbia il diavolo. Nella sua mano un arma pronta a colpire.

“Lui ha scelto Sam e Dean…. come modelli da seguire!”

“No!!!” e la rabbia divenne mal trattenuta ira.

“Lui ...ha scelto me...come padre!” fece ancora con orgoglio.

“No!!!!!!!” e questa volta l’ira esplose e divenne furia e la furia si abbattè sull’angelo trafiggendolo in pieno petto.

Lucifero aveva scagliato il suo coltello contro il prigioniero e l’unica fortuna dell’angelo legato fu quella che l’arma era solo un coltello e non una lama angelica.

Castiel urlò di dolore. La sua sofferenza esplose al pari della rabbia di Lucifero che colpì ancora ancora e ancora, quasi volesse annientarlo definitivamente.

E quando il diavolo tirò fuori, l’ultima volta, la lama grondante sangue dal petto dell’angelo , Castiel ansimò sfinito, provato. Nemmeno si rese conto di star piangendo.


Come poteva un angelo piangere di dolore? Quanto grande poteva essere quello che stava provando per spingerlo fino a quel punto così umano?


“Dimmi...dov’è….mio figlio?!” chiese affannato dallo sforzo di quelle torture inflitte, il diavolo. E quando non ebbe risposta, tornò a guardare Castiel.

Nemmeno si rese conto che l’angelo aveva perso i sensi.

Sbuffò seccato. Gettò a terra il coltello con cui aveva infierito sul quel tramite angelico e si allontanò dal tavolo.

Si asciugò alla meglio peggio le mani sporche del sangue di Castiel e si avviò verso l’uscita della cella.

Quando aprì vi trovò l’angelo guardiano che sembrò scattare sull’attenti non appena lo vide.

“Ripulisci quel casino e fallo rinvenire!” disse indicando ciò che si lasciava alle spalle. “Non ho ancora finito con lui. Anzi….” disse mentre si allontanava. “Ma penso di dover passare alle maniere forti. Non voglio stare qui dentro un’eternità!”

Il guardiano si avvicinò con timore all’ingresso della cella, timoroso solo di dover guardarci dentro.

“O mio...” ma nemmeno riuscì a nominarlo suo padre, quando vide lo sfacelo che era ormai Castiel, l’angelo che il Paradiso tanto temeva e che un tempo osannava.

Il trench abbandonato sul pavimento che quasi come segno di rispetto sembrava voler assorbire il sangue che colava dal tavolo. Lo stesso pareva volesse fare la giacca. l’angelo svenuto, sul tavolo, con indosso solo i pantaloni e la camicia bianca che ormai di bianco aveva solo pochi brandelli. Il resto era un’umida macchia rossa.

 

Ciò che avvenne nelle ore successive , fu un dolore che Castiel nemmeno aveva mai pensato di poter e saper provare. Un dolore che mai avrebbe voluto provare. Nessuno avrebbe voluto!
Il corpo del suo tramite era ormai ridotto ad un miserabile accumulo di tagli , sfregi, bruciature, ossa rotte…..

 

Dopo l’ennesima sessione con Lucifero e le sue torture, il diavolo, abbandonò seccato, il coltello con l’aveva appena trafitto, su un tavolo poco distante. Sembrava quasi deluso, quando, con la punta dell’indice, raccolse dal profilo segnato dell’angelo, l’ennesima lacrima dolorosa.

“Così umano!” disse quasi con disgusto, guardando quella piccola goccia sul suo dito. Poi: “D’accordo, Castiel!” disse avvicinandosi all’angelo sofferente e ormai al limite. “Non volevo arrivare a questo. Ma la tua ostinazione mi ha costretto a passare il segno.”

“Deve essere...stato difficile….per uno ….nobile ...come te!!” riuscì ancora a provocarlo, Castiel.

“Ooohhhww!! non sarai più così ironico quando ti renderai conto di quello a cui la tua ostinazione ha portato!” lo redarguì quasi con tristezza. Fece , così, un cenno ad uno degli angeli.

 

Questi, seguito da un altro angelo, uscì dalla cella e poco dopo ne rientrò trascinandosi dietro le uniche due persone che Castiel non avrebbe mai voluto vedere, né in quel momento, né in quel posto. Tanto meno, prigionieri di Lucifero.

Sam e Dean.

“Nooo!” gridò sofferente. “Lasciali andare. Lasciali andare subito!” cercò perfino di ordinare.

“Cas!!!” esclamò Dean nel vedere l’amico ridotto in quelle condizioni.

“Castiel!” fece anche il più giovane dei Winchester, allarmato dalla stessa visione.

“Credevi che non li avrei trovati?” domandò compiaciuto. “Ho trovato te! Con loro è stato uno scherzo!”

“Nooo!” continuava a gridare, ignorando il dolore che provava e cercando di divincolarsi dagli anelli di ferro che lo tenevano serrato all’altare dove Lucifero lo stava torturando.

“Credevi che non li avrei usati per avere ciò che voglio?!” lo provocò ancora.

“Loro…..loro non sanno dov’è Jack...loro non c’entrano...noooo!” gridò ancora quando vide i suoi due preziosi amici, finire legati al muro che gli stava di fronte.

“Castiel….” fece Dean, mentre cercava di divincolarsi dall’angelo che lo stava incatenando al muro.

“Castiel, cosa...” ansimò Sam, nelle stesse condizioni del maggiore.

Poi, tra i tre, si impose Lucifero.

“Ora….parla, Castiel!” fece mentre prese tra le mani un pesante pugnale.

“Loro non lo sanno!” rispose allarmato , l’angelo, mentre, vedendo Lucifero che avanzava minaccioso verso Sam, si sentiva sempre più disperato e impotente. “Lo stiamo….cercando...Lo stiamo ancora...cercando!!” si affannò a dire in aiuto dei due cacciatori.

“Castiel , non ….” ma Sam non riuscì a finire quella sua richiesta che, con un gesto veloce e repentino, Lucifero lo colpì in pieno petto, affondando e quando ritrasse il pugno, il cuore del giovane cacciatore gli grondò sangue tra le dita. La morte colse Sam così velocemente che il ragazzo non riuscì nemmeno a sentire il grido disperato del maggiore al suo fianco e quello altrettanto doloroso dell’amico angelo. Afflosciò il capo e morì.

“Noooooo!!!!!!Io ti uccido….figlio di puttana…..” ringhiò Dean disperato, mentre strattonava con rabbia le catene che lo tenevano prigioniero al muro e lontano dal suo fratellino.

“No..no...no...” biascicava anche Castiel, ormai distrutto dalla visione del corpo straziato di Sam. “Perchè….perchè...perchè lo hai fatto. Sam….” ripeteva e questa volta si rese conto di star piangendo lacrime pregne di dolore, rabbia e frustrazione. E queste era certo, erano le lacrime della sua grazia. Erano le sue di lacrime.

“Dimmi dov’è Jack!?”

“Io non….” mormorò tra i singulti mal trattenuti.

“Dimmi dov’è Jack!!!?” fece ancora, mentre si avvicinò minaccioso a Dean.

“Io non lo so…..” gemette Castiel, perché davvero non poteva dare quella risposta. Non avrebbe mai rischiato in quel modo, non con Lucifero che minacciava così palesemente Dean.

“Fa’ quello che devi….” ringhiò Dean al diavolo.

“Dimmi dov’è Jack!!!!???” gridò furente, piazzando la lama alla gola del cacciatore.

“Nooo….Dean….”

“Amico….” e non potè dire altro, perché con un gesto rapido, Lucifero tirò indietro il braccio e la lama tagliò di netto la gola del cacciatore che non riuscì nemmeno ad esalare il suo ultimo respiro. La sua vita andò via in un osceno gorgoglio sofferto.

“Nooo!!!!” e a questo punto la poca lucidità che era rimasta in Castiel esplose in un grido rabbioso.

Abbandonò la testa contro il tavolo e pianse.

La mente confusa. La grazia straziata.

Pianse per Dean, chiamando il suo nome. Pianse per Sam supplicando il suo perdono. Pianse perché era talmente tanto il dolore che sentiva fin nel profondo della sua grazia, che non riusciva a fare altro.

 

Lucifero gettò sul petto dell’angelo il coltello sporco del sangue di Dean. Si avvicinò a lui. Gli passò una mano tra i capelli e ne afferrò una ciocca, strinse e tirò verso l’alto.

“Guarda!” sibilò. “Guarda , Castiel!” gli ordinò, stringendogli i capelli così da costringere la testa dell’angelo a girarsi verso i due corpi martoriati e inermi. “Guarda cosa la tua preziosa ostinazione ha causato.”

“Noooo….” e fu solo un lamento doloroso.

“Tu credi di essere stato leale nei loro confronti?”

“Basta….” sussurrò sfinito.

“Pensi che ovunque loro siano, paradiso inferno o Winchesterlandia, si stiano vantando dell’amicizia dimostrata dal loro fraterno amico Castiel?” lo canzonò.

“Basta….basta….” continuò a supplicare, cercando perfino di trovare la forza per distogliere lo sguardo dai due fratelli.

“Tu li hai delusi.” fece passandogli il coltello sporco del sangue di Dean, sul torace, così che nuove ferite si aprissero al passaggio della lama.

“Noo...”

“Tu li hai traditi più e più volte, fratello!” insistette mellifluo mentre con una mano asciugava le lacrime dell’angelo prigioniero.

“Io...io no….”

“Tu li hai uccisi, Castiel!” gli sibilò crudelmente nelle orecchie mentre lo costringeva ancora a guardare i due fratelli. E ciò che ottenne in cambio fu solo un mormorio addolorato, confuso tra i singhiozzi del pianto.

“Mi serviva solo una risposta. Solo una risposta, Castiel!” lo incoraggiò , ora, con una voce quasi gentile. “Una sola e tutto questo...” fece indicando il sangue, indicando Sam e Dean, indicando lui stesso sfiancato su quel tavolo. “...tutto questo non sarebbe mai accaduto.”

“Io….non so...dov’è Jack!” ripetè in un respiro stanco.

Lucifero lasciò andare la testa dell’angelo che si abbandonò mollemente contro il tavolo.

“Mi deludi Castiel. Credevo che fossi forte, intelligente...credevo fossi abbastanza sveglio da capire che non vincerai questa volta. Io vincerò. Io avrò ciò che voglio e tu dovrai darmelo. Siamo esseri celesti, fratello! Abbiamo tutto il tempo del mondo!” sembrò minacciarlo ancora.

“Non te lo permetterò, Lucifero.” sussurrò Castiel, con un tono stranamente calmo e forse lucido.

“No? E cosa vorresti fare? Cosa potresti fare?!” fece ironico, indicandolo.

“Smettere di essere!” disse solo e poi con un respiro profondo, guardò cosa rimaneva dei suoi due amici, chiuse gli occhi e si lasciò andare definitivamente.

“E questo cosa vorrebbe dire?!” fece indifferente a quello che era appena accaduto, senza nemmeno guardarlo.

“O mio Dio!!” sussurrò sbalordito l’angelo guardiano.

“Dico? Ti sembra il caso?!” lo riprese Lucifero a causa di quella supplica e solo quando guardò l’angelo che aveva esclamato in quel modo, vedendo lo sconcerto sul suo volto, si decise a spostare lo sguardo su Castiel.

“E’ svenuto di nuovo?! E allora?”

“No. No, mio Signore Lucifero. Non è svenuto!”

“E allora cosa...”

“Ha spento la sua grazia!” riferì sconcertato.

“Cosa!!??” esclamò stranito Lucifero.

“Ha spento la sua grazia. Solo gli angeli che hanno subito un enorme dolore riescono a farlo.” spiegò brevemente, il guardiano.

Lucifero sorpreso da ciò che era successo, non sembrò ancora esserne convinto. Si avvicinò a Castiel e iniziò a spintonarlo.

“Castiel?” e gli toccò la spalla. “Castiel!!??” e poi il braccio.

Poi quando iniziò a rendersi conto che da Castiel non proveniva alcuna reazione a quei suoi richiami sia verbali che fisici, incominciò a provare rabbia. La rabbia per l’ennesima sconfitta.

“Nooooo!!!” gridò furioso.

Si girò di scatto verso il guardiano e gli altri angeli. “Trovate un modo per riaccenderlo. O giuro sui demoni dell’Inferno che metterò a ferro e fuoco il Paradiso. L’ho fatto una volta. Posso rifarlo di nuovo e senza problemi!” e questa fu più che una chiara minaccia.

Tutti corsero via dalla cella, solo il guardiano rimase.

“Tu cosa aspetti? Un incoraggiamento speciale??”

“No, mio Signore. Quello che serve per risvegliarlo è un incantesimo.”

“Un incantesimo?” ribattè.

“Sì, ma…”

“Ma?...cosa? Parla!!!” gli urlò contro.

“Ho bisogno che tu mi permetta di scendere sulla Terra. Ci sono degli ingredienti che si possono trovare solo lì.” riferì con timore.

“Beh! Cosa vuoi un permesso scritto? Va’!!”

“Il fatto è che il tuo braccio destro, Jo, non fa scendere o salire nessuno senza il tuo permesso, quindi se tu non le….”

“Ok! Ok!” e lo trascinò via dalla cella con lui.

Pochi minuti dopo , Lucifero e il guardiano erano con Jo, al portale e il guardiano sparì nella luce di quell’incantesimo di passaggio.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75