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Autore: Violetta_    13/04/2018    3 recensioni
Erano passati tre anni da quando Shiho aveva travato l'antidoto definitivo all'APTX.
Aveva accettato quel lavoro in polizia per star lontana dai suoi problemi, ma non così lontano da lasciare il professore che era diventato legalmente suo padre anche se non ne aveva preso il suo cognome.
- Lui è stato l'unico ad accettarmi senza secondi fini... non sapeva niente di me, solo che ero una criminale e che non avevo un tetto sulla testa -
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Tooru Amuro
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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The Ruse











Rei Furuya si trovava sdraiato sul letto del suo appartamento quando sentì bussare alla porta.

Si aspettava di trovare Kazami o un altro suo collega quindi rimase sorpreso di trovarsi davanti la Miyano.
In effetti non si era sbagliato del tutto: la scienziata faceva parte della polizia scientifica da più di un anno ormai.

<< Posso entrare? >>

La sua voce e soprattutto la sua espressione erano talmente tese che il ragazzo non fece domande, si limitò ad accostare la porta e lasciarla passare.

Solo quando lei si fu seduta sul divano incrociando le mani vicino al viso decise di rompere il silenzio.

<< Che è successo? >>
<< Una cosa stupida. Posso dormire da te per un paio di giorni? Non mi vedrai nemmeno ho un sacco di lavoro al laboratorio >>

Diretta come sempre.

Ormai aveva imparato a conoscerla.

Non che stessero insieme, ma trascorrevano molto tempo fianco a fianco ed avevano una confidenza tale da permettere alla scienziata di presentarsi alle undici e mezza di sera ed autoinvitarsi per un paio di giorni.

Inoltre capitava saltuariamente che facessero sesso.

<< Puoi restare se mi dici cosa è successo >> disse il Furuya incrociando le braccia al petto.

Shiho strinse i pugni poggiati sulle ginocchia.

<< Una stupida lite con Agasa. Ma tanto è bastato per farmi capire che devo levare le tende >>



Erano passati tre anni da quando Shiho aveva travato l'antidoto definitivo all'APTX.
Aveva accettato quel lavoro in polizia per star lontana dai suoi problemi, ma non così lontano da lasciare il professore che era diventato legalmente suo padre anche se non ne aveva preso il cognome.
Gli aveva raccontato che si era riscritta all'università e si pagava gli studi lavorando in un piccolo laboratorio di ricerca. Non gli aveva detto la verità, non voleva farlo preoccupare.



Shiho poggiò la testa sulla spalla di Rei guardando distrattamente il posacenere che si trovava davanti a se.

<< Lui è stato l'unico ad accettarmi senza secondi fini... >> disse infine dopo una lunga pausa << … non sapeva niente di me, solo che ero una criminale e che non avevo un tetto sulla testa >>

Rei avvicinò il viso alla sua testa ispirando il delicato profumo dei suoi capelli.

<< Gli altri avrebbero avuto secondi fini? >>

Shiho socchiuse gli occhi.

<< Kudo inizialmente voleva solo informazioni e soprattutto l'antidoto >> sorrise in modo amaro << Poveretto in fin dai conti lo capivo: voleva tornare nel suo corpo e quindi le provava tutte per ottenerlo. Shuichi mi ha tenuta d'occhio soltanto per una promessa che Akemi gli aveva strappato. Persino tu... >>

Si allontanò dal ragazzo drizzando la schiena e si morse il labbro inferiore rendendosi conto di aver detto una frase inopportuna.

<< Io che cosa? >>

Dopo un istante di incertezza la ragazza decise di continuare.

<< Suppongo lo facessi per rispetto verso mia madre... >>

Rei distolse lo sguardo mentre Shiho continuava a parlare.

<< Agasa mi ha accettata per quello che ero senza scuse, senza appigli senza promesse... come un... >>
<< Padre? >> domandò Rei concludendo la sua frase.

Lei annuì facendo nuovamente cadere il silenzio tra di loro.

Aspettò una manciata di secondi, poi inspirò e si alzò in piedi prendendo del succo di frutta dal frigorifero. Più che per sete lo fece per scampare al disagio che stava provando in quel momento.

<< Però adesso le cose stanno cambiando... insomma sta per sposare Fusae. È normale che voglia che me ne vada. Vuole rifarsi una vita ed ha ragione >> disse con voce rotta.

Rei accavallò le gambe e si accese una sigaretta.

<< Non avrei mai pensato che in vita mia sarei stato geloso di un tipo come Agasa... >> disse con tono molto scherzoso.

La ragazza scosse la testa guardandolo severa.

<< Stupido >>



*



La osservava dormire placidamente accanto a lui.

Aveva dovuto insistere un parecchio per trascinarla a letto, e non nel senso malizioso del termine.
Era così scossa che si era persino rifiutata di mangiare.
Aveva chiesto più volte anche di dormire sul divano, tanto si sarebbe dovuta svegliare presto l'indomani.

Era bella quando dormiva.
Lo era anche quando era sveglia, ma in quei momenti non sembrava così innocente e così dolce.

Portò una mano dietro la testa fissandole le labbra rosee.

Bramava quelle sere in cui si presentava senza preavviso.

Non parlavano mai
prima, parlare avrebbe portato entrambi a riflettere su quello che stavano per fare e non ci volevano pensare.
Lei non ci voleva pensare.

Dopo. Dopo si comportavano come se nulla fosse.
Discutevano del lavoro, alle volte conversavano del più e del meno ma ovviamente non toccavano mai quell'argomento.

A Rei stava bene, con il suo lavoro era complicato rimediare del sesso facile senza rischi di sparatorie.

Ma poi capì che la situazione gli stava sfuggendo di mano.

Continuava a fingere disinteresse solo per timore di spezzare quello strano equilibrio che si era venuto a creare.

Shiho era innamorata di Shinichi e lui lo sapeva, lo aveva capito appena due mesi dopo il suo compleanno, gli erano bastate qualche domanda e ne aveva avuto la conferma tramite i suoi comportamenti.
Quando udì la prima volta uscire il nome del giovane detective dalle labbra della bella scienziata, mentre era sotto di lui e lo abbracciava in preda al piacere, si sentì come se avesse ricevuto una pugnalata al petto.
Lei non se n'era accora così come non se ne accorse tutte le volte successive.

Faceva finta di non pensarci, ma era sempre più difficile.

Perché Shiho avesse deciso di concedersi a lui in quel modo non lo sapeva, anche se cominciava a pesargli l'essere la ruota di scorta.

Le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lasciò la mano poggiata sulla sua guancia.
La pelle della ragazza era così morbida e liscia da renderla irresistibile.

Inspirò riflettendo sul da farsi, poi guardò l'orologio.

Sicuramente si sarebbe infuriata, e Shiho Miyano infuriata sa fare paura.
Sicuramente si sarebbe vendicata in un modo o nell'altro.
Ma sapeva di non poter stare con le mani in mano.

Sgusciò dalle lenzuola facendo il meno rumore possibile e coprì la spalla nuda della ragazza.
Si mise i pantaloni del pigiama ed andò fuori in balcone, poi compose il numero.



*



<< Che razza di scorciatoia stai prendendo? >>
<< Fidati di me >>
<< Questa strada non la conosco. Sicuro di non esserti perso? >>
<< Sicurissimo >>

La ragazza continuava a guardarsi intorno con aria scettica.

<< Arrivati >>
<< Cosa? Ma no... dove siamo? >>

Shiho scese dalla macchina guardandosi intorno.

<< Ai... >>

Si irrigidì.

<< Hai una vaga idea di quanto io mi sia preoccupato? Non rispondevi alle chiamate, ai messaggi, la polizia mi ha detto "bisogna aspettare 24 ore" mi dici come faccio a aspettare 24 ore senza avere notizie della mia piccola Ai? >>

Parlava a raffica con le lacrime agli occhi ed il fiatone.

<< Ho chiesto a Shinichi ma lui non aveva la più pallida idea di dove venire a cercarti, all'università risulti laureata. Che diamine sta succedendo Ai? >>

E adesso stava piangendo.

Shiho avvertì un macigno sul petto ed un fortissimo senso di colpa.

<< Quando ho ricevuto la telefonata di Tooru mi sono sentito morire, ero convinto ti fosse successo qualcosa >> si mise le mani sul viso continuando a piangere.

In quel momento Shiho guardò l'agente con uno sguardo carico di rancore e Rei ne prese atto continuando a fissarla neutro.
Era bravo a fingere indifferenza, anche quando si sentiva distrutto.

L'attenzione della ragazza tornò subito sul professore che stava dando sfogo alle sue preoccupazioni.

<< Grazie al cielo... grazie al cielo mi ha detto che stavi bene. Grazie al cielo la mia piccola era al sicuro e al caldo >>

Agasa sapeva quanto Shiho non sopportasse il freddo, e la notte precedente aveva anche diluviato.
Proprio come durante il loro primo incontro quando l'aveva vista avvolta da un misero camice da laboratorio.

<< Mi dispiace... >> disse con un filo di voce << io... ero convinta di star diventando una presenza troppo ingombrante in casa tua >>
<< Quella è anche casa tua! >> disse con disperazione e con rabbia. << quella è la tua casa, il tuo laboratorio, la tua cameretta >> -"Cameretta". Per quanto si sforzasse, agli occhi di Agasa, Shiho rimaneva sempre la sua piccola Ai Haibara- << ... la tua cucina e anche il tuo computer! >>

Si ritrovò a stringere in un forte abbraccio il professore che la abbracciava a sua volta mentre continuava a singhiozzare sulla sua spalla.

Ci vollero qualche minuto e una serie di promesse da parte della ragazza per far si che si calmasse.

<< Perché non mi avevi detto che ti eri laureata Ai? Dove passi le tue giornate? >>
<< Non volevo farti preoccupare... >>

Gli spiegò tutto: della laurea, del lavoro, delle sue indagini.
Agasa ascoltava la ragazza pendendo dalle sue labbra con una mano sulla testa.

Rei fissò la scena con un mezzo sorriso stampato sul volto, era contendo che la ragazza finalmente fosse riuscita ad aprirsi e a dire la verità a quell'uomo.
Qualche minuto dopo il suo sorriso si spense tristemente, chiuse gli occhi e si mise in macchina mettendola in moto.

Era bravo a fingere indifferenza anche quando si sentiva distrutto, ma una volta solo gli risultava difficile persino respirare.

Entrò nel suo appartamento, prese una cassa di birra e si sdraiò sul divano.



*



Quando riaprì gli occhi aveva la vista annebbiata e gli girava la testa. Si guardò intorno avvertendo un fastidiosissimo rumore .
Stavano bussando con insistenza.

Non appena aprì la porta un potente schiaffo lo colpì in pieno viso lasciandolo stordito.

<< COME TI SEI PERMESSO?! >>

Shiho non alzava la voce quasi mai quindi quelle poche volte che urlava metteva veramente in soggezione.

<< Lo hai chiamato senza nemmeno consultarmi, hai... Come ti sei permesso? Perché? >>
<< Io sono innamorato di te >> disse secco.

Bastarono quelle poche parole per far ammutolire la ragazza che lo guardò fisso con gli occhi spalancati.

Rei chiuse gli occhi e fece un mezzo sorriso per celare l'amarezza per via di quella reazione.

<< Sapevo che quello che era successo col professore ti faceva stare male, se te ne fossi andata via da quella casa saresti stata anche peggio. Tieni molto a quell'uomo e ho fatto l'unica cosa sensata per farvi riavvicinare. Anche se sapevo che mi avresti odiato >>

L'occhio di Shiho cadde sulle lattine vuote.

<< Sei ubriaco >>

Lui scosse la testa.

<< Sono solo stanco. E credo di avere un'emicrania >>

Shiho continuò a fissarlo, in effetti sembrava perfettamente in se, se non fosse per le borse sotto gli occhi e le spalle un po' troppo rilassate.

Si avvicinò ulteriormente a lui.

<< Se hai intenzione di gridare o di darmi un altro schiaffo ti pregherei di aspettare domani >>

La ragazza lo ignorò deliberatamente poggiando le labbra sulla sua fronte.

<< La temperatura è normale, e non puzzi nemmeno di alcool >>
<< Te l'ho detto: è solo un po' di mal di testa... >>

Shiho scosse la testa poco convinta, lo prese per mano conducendolo sino in camera da letto e facendolo sdraiare.

<< Shiho non è bello approfittarsi di un ragazzo ... >>
<< Chiudi il becco stupido >>

Rei si mise un braccio sopra gli occhi e socchiuse la bocca, gli dava fastidio persino quel poco di luce che trapelava dal salotto.

Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, o forse un paio d'ore.

Quando Rei riaprì gli occhi Shiho era sdraiata accanto a lui e gli teneva la mano. I suoi grandi occhi pervinca erano socchiusi e guardavano un punto indefinito della camera.

<< Sei innamorato di me >> disse così, semplicemente.

Lui abbassò lo sguardo e poi annuì.

<< Come va la testa? >>

Rei si sdraiò più comodamente spostandosi su un fianco.

<< Meglio, mi sento anche più riposato >>
<< Hai dormito per sei ore >>

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia spiazzato.

<<
Ontoni? >>
<<
Hai... Hai mormorato un paio di volte il mio nome ... >>
<< Bugiarda >> disse lui con tono convinto.

Le scappò un sorriso. Beccata.

<< Un agente sotto copertura non farebbe mai un errore tanto banale >>
<< Un agente sotto copertura non si bronza >> disse con fare da saputella.
<< Ti ripeto che non ero ubriaco >> ribatté lui.

Shiho annuì lentamente non per dar ragione al ragazzo, ma più come gesto automatico per elaborare la situazione e scegliere le parole più appropriate.

<< Già... >>

Ispirò sentendo il bisogno di immagazzinare più ossigeno del normale << Ascolta Rei io... >> parlava in modo molto serio ma le parole faticavano ad uscire << io non... >>
<< ... preferisci un altro genere di ragazzo. Lo so. L'avevo capito >> disse lui interrompendola.

La vide arrossire ed abbassare lo sguardo a disagio.

<< Va bene. Dopotutto sapevamo entrambi che non poteva durare >> le accarezzò appena sotto il collo << ... però... mi mancherà il sesso... >> disse in tono ironico per celare l'amarezza che stava provando in quel momento.

E fu proprio in quel momento che gli occhi di Shiho si inumidirono.
Non tanto per quello che aveva detto, ma per quello che sotto sotto significava.
Erano arrivati ad un punto di non ritorno, il loro rapporto non sarebbe mai tornato ad essere quello di prima.
Se si allontanavano ora, avrebbero finto per un po', magari per qualche mese, ma alla fine si sarebbero detti addio.
E Shiho non voleva nemmeno considerare quell'eventualità.

<< Sei diventato fondamentale per me. Sei un'odiosa, devastante, presenza... di cui non posso più fare a meno >> poggiò la testa sul suo petto respirando a fatica << ...mi fai incazzare come pochi e nonostante questo sono davvero molto attratta da te >>

Gli strinse un lembo della maglietta stropicciandone il tessuto e si umettò le labbra.
Chiuse gli occhi sentendo un fastidioso nodo in gola.

<< Io non ... lo so se sono innamorata di te. Ma non riesco a fare a meno della tua presenza >>

Rei poggiò una mano sui capelli ramati della ragazza fissando il tetto con la testa completamente vuota.
Era tutto distante, ovattato, l'unica cosa che riusciva a percepire era il respiro della ragazza che si faceva sempre più pesante.

Essere la ruota di scorta non faceva per lui.
Eppure in questo caso, in questo unico caso, avrebbe chiuso un occhio.

La strinse a se nel tentativo di fermare sul nascere le sue lacrime.
E furono proprio quelle lacrime appena accennate, insieme alle sue parole, a fargli capire che quella era la scelta giusta da fare.
Quello che stava vivendo con la ragazza non era una bugia, e prima o poi se ne sarebbe resa conto anche lei.

Sorrise.

<< Per il momento questo mi basta >>

























Angolo dell'autrice.

10 anni di EFP. Di venerdì 13.

Tanti auguri a me...

Si nota il sarcasmo divampante?
Shiho a confronto è una novellina.

Comunque.
Questa shot fa parte di una long in fase di elaborazione. E' un lavoro un po' vecchiotto precedente a Bone Machine e, anche se presenta dei piccoli elementi in comune, non è collegato ad esso.
Spero vi sia piaciuta.

Grazie a tutti i lettori.
Ciao.

Violetta_


   
 
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