Anime & Manga > Food Wars!
Ricorda la storia  |      
Autore: Nao Yoshikawa    16/04/2018    6 recensioni
Dal testo:
I “non ho mai...” iniziali furono tutti abbastanza semplici o comunque inerenti alla cucina. Ma man mano che andavano avanti e l’alcol faceva il suo effetto, le cose divennero leggermente più “calde”.
Fu il turno di Ryoko, la quale aveva già le guance rosse.
“Io non ho mai… baciato una ragazza”.
“Questa mi piace!”, commentò Yuki.
Takumi sentiva di avere caldo. Non aveva bevuto poi così tanto. Solo due bicchierini – o forse quattro – e credeva quindi di stare abbastanza bene, eccetto l’esagerato calore che avvertiva.
Due imbarazzatissime Hisako e Erina bevvero piano dai loro bicchieri, seguite poi da Megumi. E chi si aspettava che una ragazza timida come lei nascondesse un segreto del genere?
Ma probabilmente, tutte e tre le ragazze erano troppo brille per tentare anche solo di mentire.
A quel giro, però, Takumi si sentì piuttosto tranquillo nel sapere che Yukihira non avesse mai baciato nessuna.
Questo era rassicurante.
Anzi, no, era terribile! Cosa gli passava per la testa?
Cosa gli importava di chi Yukihira baciava o meno?.
-------------------------------------------------------------
Prima storia senza pretese su questo fandom ^^
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Souma Yukihira, Takumi Aldini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Compromising

Non si poteva di certo dire che lo Stella Polare fosse un luogo tranquillo.
No, al contrario.
Non era mai tranquillo. Soprattutto quando qualcuno degli studenti si intestardiva sul fare baldoria.
Quella volta era stata Yuki a intestardirsi.
“Divertiamoci un po’, invitiamo anche qualcun altro del primo anno, che volete che capiti?”
Ryoko, Isshiki e Soma erano subito stati d’accordo, Ibusaki e Marui, che lo volessero o no, avrebbero dovuto essere le vittime delle scelte dei loro compagni di dormitorio.
Megumi non si era espressa, mentre Erina non aveva tardato ad esprimere il suo dissenso.
“Non credo proprio che sia il caso. Il dormitorio è già caotico di suo e poi questo non è un hotel, non possiamo di certo fare come vogliamo!”.
Ma immediatamente Yuki aveva congiunto le mani con fare supplichevole.
“Ti prego, Erinuccia! Tre persone, invitiamo solo tre persone! Faremo i bravi, coraggio!”.
Erina si ritrovò ad arrossire e a distogliere lo sguardo. Alle volte, tutta la sua severità e compostezza andavano a farsi friggere per un nonnulla.
“Va bene”, sospirò. “Ma cerchiamo di non esagerare come al nostro solito, ok?”
“Puoi contarci, Erinuccia!”, la rassicurò l’altra
I tre “fortunati” invitati dello Stella Polare, furono Hisako e i due gemelli Aldini.
Takumi in particolare aveva accettato senza però essere del tutto convinto. Per quanto fosse oramai legato a quei matti dei suoi compagni, alle volte erano davvero troppo.
Ma Isami gli aveva fatto immediatamente passare ogni dubbio.
“Coraggio, non puoi lasciarmi andare da solo. E poi ci sarà anche Yukihira”.
Il biondo vide le labbra del gemello curvarsi in un sorrisetto che lo fece arrossire.
“E cosa c’entra questo adesso? Comunque sia, ho già detto che vengo. Non si rifiuta un invito, sarebbe scortese”, affermò rigido, a braccia conserte.
Già, sarebbe stato scortese. E poi cosa ci sarebbe stato di tanto strano?
Non era di certo la prima volta che andava allo Stella Polare per passare del tempo insieme agli altri.
Il problema era che adesso si ritrovava sempre a dover avere a che fare con una certa ansia indefinibile che gli attanagliava lo stomaco.
Non avrebbe saputo spiegarsi da cosa essa derivasse, ma al diavolo, bastava non pensarci!
Così, quella sera, Takumi, Isami e Hisako si presentarono allo Stella Polare.
Ad accoglierli ci pensò Isshiki, sempre sorridente e sempre con solo indosso un grembiule che copriva ben poco.
Il biondo si ritrovò ad alzare gli occhi al cielo. Quel tipo era davvero incorreggibile.
Si guardò intorno: Hisako si era fiondata subito sulla sua adorata Erina, fin qui tutto regolare. Ibusaki non parlava, Marui invece piagnucolava.
Regolare anche questo. 
Tadokoro parlava con Yukihira.
Come sempre.
Assottigliò lo sguardo. Perché mai quello stupido fingeva di non vederlo?
O forse non lo aveva visto davvero, chissà.
Stava di fatto che, adesso, la sensazione d’ansia stava mutando in altro.
Anche stavolta, Takumi non avrebbe saputo trovarvi un nome, sapeva solo di avvertire un senso di nausea. E di rabbia repressa.
“Ah, eccovi qui!”, esclamò Yuki, tutta contenta. “Siete arrivati giusto in tempo, stavamo iniziando a giocare!”
“G-giocare? In che senso, scusa?!”
“Oh, no!”, esclamò Erina. “Cosa avevamo detto?”
“E dai Erinuccia, non preoccuparti, prometto che sarà divertente. Dunque, intanto sedetevi tutti in cerchio, adesso vi spiego!”.
Non è che Takumi avesse avuto tanto tempo per chiedere spiegazioni.
La ragazza lo aveva trascinato, costringendolo a sedersi sul pavimento, accanto  a nientepopodimeno che Yukihira in persona.
Quest’ultimo spalancò leggermente gli occhi, sorridendo nel vederlo.
“Ciao! Quando sei arrivato? Non ti avevo visto”
“Pff, me ne sono accorto”, borbottò freddamente.
Eccolo di nuovo il nodo allo stomaco. Anzi, più probabilmente una fitta, insistente e dolorosa.
Succedeva tutte le volte che lui gli sorrideva. Questo non andava assolutamente bene.
Vide suo fratello sorridere di soppiatto e si premurò di lanciargli un’occhiataccia. Ultimamente, tutte le volte che lui e Yukihira si trovavano vicini, Isami se ne usciva con delle battute e delle frasi strane. Ciò lo faceva sentire in imbarazzo, questo perché il gemello insinuava delle cose… piuttosto strane e assolutamente false!
Insomma, come si poteva anche solo pensare che lui avesse un interesse per Yukihira?
Era un interesse di tutt’altro tipo. Takumi lo ammirava e lo vedeva come un rivale che un giorno avrebbe sfidato, questo non aveva nulla a che vedere con i sentimenti.
E se lo ripeteva sempre, come a voler scacciare quel pensiero che costantemente gli affollava la mente.
“Quale strano gioco pensi che abbia in mente Yoshino?”, bisbigliò ad un tratto il rosso, riportandolo alla realtà.
“Perché, non lo sai?”
“Non ha voluto dirlo. Ma se lo conosco bene, sarà qualcosa di compromettente”, affermò sorridendo.
“Compromettente?”.
Oh, no. Le cose compromettenti non gli piacevano.
Erano troppo... compromettenti.
Quando finalmente si furono seduti tutti in cerchio, Yuki iniziò a parlare.
“Bene, per animare un po’ questa serata ho pensato ad un gioco molto divertente. Si chiama “Non ho mai”. In pratica, uno di voi dice qualcosa, qualsiasi cosa, per esempio: “Non ho mai rovesciato una pentola di acqua bollente addosso a qualcuno”. Se gli altri però lo hanno fatto, devono bere e via dicendo.
Sono stata abbastanza chiara?”.
Takumi fece una smorfia. Giochi con l’alcol?
Questo sì che era compromettente, oltre che stupido.
“Mi piace questo gioco”, affermò Isshiki. “Vado a prendere il vino di riso!”.
Ma perché aveva deciso di accettare quell’invito?
Come lui, anche Erina era un po’ scettica, ma poiché nessuno dei due voleva fare la figura del guastafeste, decisero di tacere e subire.
“Bene, chi vuole cominciare?”, domandò Yuki, notando un po’ di timidezza. “Nessuno? Va bene, inizio io. Dunque, non ho mai sputato in una pietanza prima di servirla”.
Erina aggrottò la fronte.
“E’ disgustoso”.
Ma a sorprenderla di più fu il fatto di vedere bere Isshiki e Ibusaki.
“Ma… voi?!”
“Cosa?”, domandò il primo facendo spallucce. “Capita alle volte, no?”.
Takumi si portò una mano sul viso. Non era un inizio esattamente brillante, ma d’altro canto Soma sembrava entusiasta.
“Divertente! Voglio andare io adesso!”, alzò gli occhi al cielo. “Vediamo… non mi sono mai tagliato con un coltello in cucina”
“Ma così non vale”, borbottò il biondo. “In questo modo ci farai bere tutti”
“Beh, l’intenzione sarebbe quella”, confessò sorridendo. “Su, Aldini. Manda giù”.
Dicendo ciò gli porse un bicchierino contenente il vino.
Takumi non era esattamente propenso a reggere l’alcol, anzi, era più corretto dire che non ne avesse la certezza. Non gli capitava mai di bere e, quelle rare volte in cui si concedeva quel lusso, si limitava sempre.
Ma Yukihira lo stava guardando, non voleva di certo fare la figura dello stupido.
“Va bene, dà qua!”, fece mandando giù il liquido che gli diede una sensazione di bruciore alla gola e in seguito al petto.
Non era affatto male, però.
I “non ho mai...” iniziali furono tutti abbastanza semplici o comunque inerenti alla cucina. Ma man mano che andavano avanti e l’alcol faceva il suo effetto, le cose divennero leggermente più “calde”.
Fu il turno di Ryoko, la quale aveva già le guance rosse.
“Io non ho mai… baciato una ragazza”.
“Questa mi piace!”, commentò Yuki. 
Takumi sentiva di avere caldo. Non aveva bevuto poi così tanto. Solo due bicchierini – o forse quattro – e credeva quindi di stare abbastanza bene, eccetto l’esagerato calore che avvertiva. 
Due imbarazzatissime Hisako e Erina bevvero piano dai loro bicchieri, seguite poi da Megumi. E chi si aspettava che una ragazza timida come lei nascondesse un segreto del genere?
Ma probabilmente, tutte e tre le ragazze erano troppo brille per tentare anche solo di mentire.
A quel giro, però, Takumi si sentì piuttosto tranquillo nel sapere che Yukihira non avesse mai baciato nessuna.
Questo era rassicurante.
Anzi, no, era terribile! Cosa gli passava per la testa?
Cosa gli importava di chi Yukihira baciava o meno?.
Poi fu il turno di Marui.
“Io non ho mai avuto un appuntamento”, biascicò tristemente l’occhialuto.
E a quel punto bevvero tutti.
“MI VOLETE DIRE CHE TUTTI AVETE AVUTO UN APPUNTAMENTO TRANNE ME?!”, esclamò facendo ridere i suoi compagni, non capendo se lo avessero fatto o meno di proposito.
Megumi intanto sembrava essere stata colta da una strana sonnolenza. Probabilmente doveva essere l’effetto del vino.
“Tadokoro? Tutto bene?”, chiese Soma portandole una mano su una spalla.
Takumi schioccò la lingua seccato. Forse stava un po’ perdendo il controllo sulle sue emozioni, doveva assolutamente fermarsi prima che facesse qualcosa di compromettente.
Ma da un lato gli risultava così impossibile…
“Tocca a me”, biascicò. “Io non mi sono mai innamorato”.
Da quella frase, ottenne l’affetto desiderato. Soma lo guardò con curiosità, mentre tutti prendevano a bere, tranne Ibusaki e Isami.
Al rosso venne da ridere.
“Non ci credo”.
Come osava?
“Beh, credici, perché è così”, sbottò. “Chi vuole andare?”
“Credo sia arrivato il mio turno”, a parlare fu il suo gemello. “Io non mi sono mai innamorato di un ragazzo”.
Tombola. 
Sapeva che gliene avrebbe combinata una, doveva prevederlo!
Megumi, Yuki e Ryoko bevvero.
Takumi temporeggiava. Ovviamente non poteva bere, aveva appena affermato di non essersi mai innamorato di qualcuno.
Figurarsi se adesso faceva intendere di avere un interesse amoroso verso qualcuno.
Verso quello stesso qualcuno che adesso lo guardava con un certo interesse, Che avesse scorto la sua indecisione?
E a quanto pare non doveva essere l’unico.
“Mh?”, Yuki chinò la testa di mezzo lato. “Va tutto bene?”
“Sì, tutto benissimo!”, esclamò nervoso. “Solo che non voglio più giocare, facciamo altro, okay?”.
Nel dire ciò si alzò in piedi di scatto. Grave, gravissimo errore, poiché il suo equilibrio non era molto stabile. Soma se ne accorse e subito fece per sorreggerlo, ma l’altro lo frenò con un freddo gesto della mano.
“Sto bene”
“Amh… Non credo che...”, tentò di fermarlo Isshiki.
“Ho detto che sto bene”.
Più confuso che altro, Takumi tentò di muovere qualche passo, con il risultato di cadere a terra. Soma si chinò subito.
“Hey...”, lo chiamò, voltandolo con la schiena contro il pavimento.
Il biondo gli rivolse un’occhiata truce, per poi scoppiare a ridere come un adorabile e perfetto idiota.
“Sono caduto”, disse con le lacrime agli occhi, senza riuscire a dare un freno alla sua risata ingiustificata.
A quel punto Erina convenne che fosse davvero meglio cambiare passatempo, prima che la situazione degenerasse, peccato che fosse ormai tardi per quello.
Le ragazze, fatta eccezione per Yuki, si trovavano in una sorta di semi coma etilico, ed erano collassate sul pavimento.
I ragazzi erano più o meno sobri, ma ovviamente Takumi non rientrava tra questi. Si dondolava in giro per la camera disturbando e punzecchiando Marui, ora pizzicandolo, ora rubandogli gli occhiali.
Soma lo fissava a debita distanza, piuttosto sorpreso. E chi avrebbe mai pensato che Aldini si comportasse in quel modo da ubriaco?
“Ma starà bene?”, domandò a Isami.
“Sì, domani mattina gli sarà passato tutto. E’ che non regge affatto l’alcol”
“Allora perché ha accettato di giocare?”
“Penso non volesse fare una brutta figura davanti a te”.
Davanti a me?
La vispa Yuki aveva udito quella conversazione, e si lasciò andare ad una malvagia risata interiore.
Bisognava essere ciechi per non accorgersi della particolare simpatia di Takumi nei confronti di Soma. Ma se aveva imparato a conoscerlo bene, sapeva che, a causa del suo orgoglio, non avrebbe mai fatto un passo in avanti.
Perché quindi non approfittare del fatto che buona parte della razionalità di Aldini fosse momentaneamente scomparsa?
“Oh, Yukihira”, iniziò a dire. “Perché non provi a tenerlo un po’ a bada? Sono sicura che a te darà retta”
“A me? Non ne sono sic...”
“Fallo. Adesso”, affermò con un sorriso tutto fuorché gentile.
“Va bene, d’accordo”.
Cautamente si avvicinò a Takumi, che adesso aveva preso anche a dar fastidio a Ibuki.
“Se qualcuno non lo ferma, potrei prenderlo a pugni”, sussurrò avvilito.
“Yukihira, fermalo! Mi ha rubato gli occhiali!”, piagnucolò Marui.
Il rosso si voltò appena in tempo per vedere Takumi con addosso gli occhiali del malcapitato Zenji.
“Come mi stanno? Però non vedo niente”, fece agitando le braccia, come se stesse per perdere l’equilibrio.
“Emh...”, Soma glieli sfilò. “Va meglio adesso?”.
Ma il biondo lo guardò in truce, gonfiando le guance come un bambino.
“Con te non voglio parlare”
“Cosa? Ma che ho fatto?!”
“E’ questo il tuo problema, Yukihira. Tu non capisci dei concetti davveeeeero elementari”, biascicò. “Adesso ho caldo”.
Ma che sta facendo?
Takumi si sfilò la giacca della divisa, gettandola sul pavimento. Poi iniziò a sbottonarsi la camicia.
“Ma cosa fai?!”, esclamò Soma.
“Mi sto spogliando ovviamente. Ho caldo, ecco”, molto goffamente tentò di togliersi i pantaloni, senza però riuscirci.
“Ma-ma-ma, fermo!”
“E dai, perché lo fermi?”, si lamentò Isshiki. “Così almeno mi sentirò meno solo”
“SMETTILA DI DARGLI CORDA! Aldini, andiamo, sta fermo…!”.
Tentare di farlo star buono era più difficile a dirsi che a farsi, visto che il biondo di muoveva come un polpo impazzito.
Soma riuscì ad afferrarlo da dietro e a trascinarselo dietro pesantemente.
“Buttalo sotto un getto d’acqua fredda e fallo stendere! La camera di Marui è libera”
“Ma perché sempre in camera mia?!”, si lagnò quest’ultimo.
Yuki rise contenta, guardando poi Isami, il quale appariva abbastanza tranquillo.
“Miravamo alla stessa cosa, vero?”, gli domandò.
“Già”.

“Yukihira, sei cattivo! Sei decisamente un ragazzo molto-molto-moolto cattivo!”, Takumi continuava a lamentarsi, con un tono piuttosto divertito in realtà.
Soma invece si sentiva seccato. Non era il doversi prendere cura di lui il problema,anzi. 
Forse era solo preoccupato, seppur non ricordava quand’è che fosse diventato così apprensivo.
“Dove mi porti? Dove stiamo andando?”
“Tu vai dentro la doccia”
“Ma come, così?”.
Effettivamente, Takumi indossava ancora i pantaloni e la camicia sbottonata.
“Beh, forse dovrei finire di spogliarti”, costatò il rosso.
Oh, certo. Cosa vuoi che sia?
Takumi rise, sporgendosi in avanti. Se Soma non avesse allungato le braccia, probabilmente avrebbe finito per battere la testa contro il lavandino.
“Va bene, d’accordo”, ansimò. “Maledizione, ma quanto pesi?!”.
Non con poca fatica, Soma lo trascinò dentro la doccia, aprendo il getto d’acqua.
Il biondo sussultò violentemente nell’avvertire l’acqua gelida bagnargli i capelli e i vestiti, ma non fiatò. Soma aveva finito con il bagnarsi pure lui, ma non ci aveva fatto caso. Era impegnato ad osservare Takumi, il quale era immobile e poggiato con le spalle al muro.
“Ohi”, Soma lo scosse un attimo. “Ci sei?”.
L’acqua fredda lo aveva un attimo risvegliato dalla sua ubriacatura.
Tutto quello che sentiva adesso era il gelo.
“Aldini… rispondimi, non stai andando in coma etilico, vero?”.
Le mani di Soma adesso erano poggiate sul suo viso. Erano calde.
Com’era possibile sentire caldo e freddo nello stesso momento?
“Ho… freddo...”, sussurrò a bassa voce.
“Beh, almeno adesso stai tornando in te”, rispose Soma, passandogli una mano tra i capelli, in un gesto che somigliava ad una carezza.
Erano vicini. In una situazione piuttosto equivoca, compromettente.
Ma non parve importargli in quel momento. Perché si rese conto che era quello ciò che aveva sempre cercato. Una vicinanza.
Soma lo lasciò sbollire sotto l’acqua per un po’, prima di afferrarlo saldamente e uscire dalla doccia. 
Erano bagnati fradici e sperò vivamente che la signora Fumio non li ammazzasse, con tutto il casino che stavano combinando.
Il rosso calciò con violenza la porta della camera di Marui.
“O-ok”, ansimò. “Ci siamo”.
Takumi si lasciò cadere sul letto, stanco, con la testa che pulsava.
Aveva recuperato un po’ di lucidità e, adesso, non poteva fare a meno di sentirsi stupido.
Che diamine gli era saltato in mente?
“Vuoi che ti porti qualcosa? Ti viene da vomitare?”
“Pff, lasciami in pace, Yukihira”.
Soma sospirò.
“Ma insomma, ti sembra questo il modo di trattarmi dopo che ti ho aiutato?”.
L’altro si portò una mano sul viso, nel tentativo di nascondere l’imbarazzo.
“E’ colpa tua...”
“Questo l’ho capito. Ma cosa ho fatto?”
Niente, non aveva fatto niente. Non era lui il problema.
“E’… colpa di quello che sento. Quando ti sto vicino, io sto così male...”
“Cavolo”, fece portandosi una mano sul viso. “Non pensavo mi odiassi così tanto”
“Non è di questo che sto parlando, maledettissimo idiota!”, questa volta aveva trovato la forza di mettersi seduto. “Non è odio, è...”.
Era difficile dirlo.
Molto più che pensarlo.
“… Aldini…?”
“E’ che tu sei così… tu”, fece chiudendo gli occhi. “Non credo che sia normale il fatto di sentirmi stringere lo stomaco ogni volta che ti vedo parlare con Todakoro o con qualsiasi altra ragazza. Maledizione, fin da subito ho capito che tu fossi diverso dagli altri, ma non immaginavo fino a questo punto. Odio tutto ciò, mi fa sentire strano. Ed è per questo che ce l’ho con te. Perché è per colpa tua se io… mi lascio andare e non capisco più niente”.
Più parlava e più Takumi si appallottolava.
Per il freddo, per l’imbarazzo, per tutto.
Soma lo ascoltò senza dire una parola. Poi si alzò. Il biondo lo seguì con lo sguardo, per poi vederlo tornare poco dopo con un asciugamano tra le mani.
“Se non ti asciughi finirai con il beccarti un malanno”, disse passandoglielo tra i capelli.
“Cosa… ma sei stupido? Dico, hai sentito quello che ti ho detto?”
“Ho sentito, sì. Questo significa che poco fa hai mentito. Non è vero che non sei mai stato innamorato”.
Takumi sussultò. Stava affrontando tutto con quella razionalità che lui aveva perso per strada.
“Questo è tutto ciò che hai da dire? Ti rendi conto di quanto mi stia costando? E’ un disastro! La mia dignità è stata persa per sempre. Non voglio neanche sapere cosa ho fatto da ubriaco, domani mattina non voglio ricordare nulla!”
“Sì, beh, una cosa è certa. Niente più alcol per te!”
“C-cosa?”, sussurrò.
Sbagliava o Yukihira lo stava rimproverando?
“Ho detto niente più alcol. Mi fai preoccupare, credi che mi piaccia vederti star male? Ovviamente no! Anche se ammetto che è stato divertente”.
Gli sorrise.
E lui arrossì.
“Pff, divertente. Senti, dimentica quello che ho detto...”
“Non posso, oramai. Così, umh, tu sei geloso…?”
“Non so di cosa tu stia parlando...”.
Aveva preso a indietreggiare. Per il semplice fatto che Yukihira si stava avvicinando sempre di più a lui.
Ne ebbe paura, ma si sentì anche incredibilmente attratto. 
Senza alcuna vergogna, Soma gli posò una carezza su una guancia.
“Non hai alcun motivo di essere geloso”, sussurrò vicinissimo alle sue labbra.
Takumi tentò di respingerlo. Un tentativo debole.
Sentì le labbra di Soma sfiorare le sue e sentì il cuore perdere un battito.
Stava permettendo davvero al suo rivale di infierire su di lui in questo modo?
Sì, probabilmente perché era quello che voleva.
Certo che era quello che voleva.
Voleva un bacio compromettente.
Dio, le cose compromettenti non gli erano mai piaciute come in quel momento.
Istintivamente, Takumi si fece più vicino. 
I loro corpi, caldi e bagnati, aderirono perfettamente.
Forse l’effetto dell’alcol non era ancora passato del tutto?
Il biodo schiuse lentamente le labbra.
Senza vergogna. 
Davvero, davvero, senza vergogna. Soma portò una mano sulla sua nuca per attirarlo a sé in modo da non lasciargli via di fuga.
Aprì la bocca a sua volta e, subito, le loro lingue si sfiorarono. Un brivido percorse entrambi.
Takumi chiuse gli occhi, nella speranza che il cuore non gli esplodesse dal petto.
Il bacio divenne ben presto passionale, seppur lento, compromettente e incredibilmente dolce. Soma lo stringeva, sembrava non volerlo lasciare andare mai, e lui sperò che effettivamente non lo facesse.
Adesso, una cosa era certa. Non tremava per il freddo.
Fecero giocare le loro lingue per quelli che parvero minuti infiniti, senza riuscire a staccarsi, neanche per riprendere aria.
Takumi si rese conto di adorare il suo sapore. Era qualcosa che non aveva mai sentito.
Ed era come droga. Ne voleva ancora.
Non solo la sua razionalità, adesso neanche il suo corpo non sembrava più volergli rispondere.
Soma portò le mani sul suo viso, staccandosi lentamente e solo di qualche millimetro, incatenando i suoi occhi a quelli azzurri dell’altro.
Si sentiva così imbarazzato. 
Era sempre stato convinto che la sua non fosse niente più che semplice ammirazione nei suoi confronti.
Ma, in fondo, era ovvio che così non fosse.
La gola adesso era così secca.
“Yukihira, tu...”
“Non dimenticare quello che è successo stasera. Non farlo. Perché io non lo dimenticherò”.
Maledetto, come posso pretendere da me stesso di resistere se mi dici così?
Abbassò lo sguardo.
“Temo che anche volendo non potrei dimenticare”
“Bene, meglio così!”, esclamò contento. “Vuoi tornare dagli altri?”.
Takumi si fece piccolo piccolo.
“No… rimani con me… qui”.
A questo punto sarebbe stato inutile. Si era lasciato andare troppo per sperare di poter recuperare in qualche modo.
Soma gli sorrise.
“Rimango con te”.

“Uffa! Perché non posso dormire nella mia camera?”, si lamentò Marui.
“Perché sì!”, rispose Yuki. “Se tutto va bene, non credo potrai più dormirci lì!”
“Non mi dire che avevi programmato tutto”, disse Isshiki.
“Assolutamente no. Ma ho pensato che sarebbe stato giusto cogliere l’occasione. Dopotutto, certe persone hanno solo bisogno di una piccola spinta”.

Quando il mattino arrivò, Takumi si svegliò di scatto. Dopo qualche secondo di smarrimento, si rese conto di non essere solo.
Soma riposava beatamente accanto a lui, ed era così…
… così bello.
Si ricordò della sera prima. Si ricordò di tutto ciò che aveva provato.
E, malgrado tutto, gli venne da sorridere.
Delicatamente gli accarezzò il viso, attendo a non svegliarlo.
“Mi sa che alla fine farò come dici tu. Non dimenticherò”.
Chissà se quello poteva essere l’inizio di qualcosa di bello.



NDA
Ce l'ho fatta!
Volevo tantissimo pubblicare qualcosa su questa coppia che tanto amo e finalmente ce l'ho fatta!
E' doveroso ringraziare Jill_Shitsuji per avermi proposto tanti bei prompt e anche per avermi introdotto in questo magico mondo (quindi, se comincerò a sforanare storie angst/erotiche/strane, sapete con chi prendervela). <3
Nulla, avevo bisogno di qualcosa di fluff, ma ammetto che c'è mancato poco, stavo per lasciarmi andare all'erotismo xD
Ma in futuro sicuramente scriverò qualcosa di molto rosso!
Intanto sono contenta di essere approdata qui. E' sempre bello :D
Comunque sia, Takumi e Soma hanno fatto un passo in vanti grazie alla complicità sia di Isami che di Yuki (che praticamente sono io. Seriamente, mi sa troppo di shippatrice yaoista). 
Se volete spendere due parole, sarei molto felice ^^
A presto :D
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Food Wars! / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa