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Autore: Bloody_Schutzengel    20/04/2018    0 recensioni
Spesso le più belle pietre preziose sono incastonate nei peggiori dei antri: c’é chi le vuole vedere e chi nega la loro presenza.
Questa breve storia vuole raccontare la vicenda di un ragazzo che, perdutosi in montagna, dovrà fare le giuste scelte per poter continuare a vivere.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia del ragazzo e della sirena...



Circondato da solenni e sovrumani spazi, bagnati dalla rugiada dei raggi del sole, un ragazzo vagabonda viaggiando, solo e solitario, in un luogo di montagna. 

La salubre brezza pizzica il suo volto, ma anche la sua mano, dritta in alto per sollevare il cellulare alla ricerca di campo. 

La linea s’é dissolta... 

Distratto da un problema di così poco conto, non si accorge che, nel suo vagabondare, i suoi piedi non calpestano più erba bensì legno, e che sia giunto ad un pontile. 

Finalmente levato lo sguardo altrove che dallo schermo luminoso, eclissato dalla ben più potente luce solare, gli sembra banale essere al cospetto, per puro caso, di un lago di montagna, raro di quei luoghi. 

L’acqua verdastra, dai riflessi smeraldini e turchesi, come se sotto incantesimo o stregoneria, non riflette né il colore del limpido cielo, né la foresta circostante, né il gracile corpo del ragazzo, bensì lasciava intravedere oltre la superficie cristallina e diafana la profondità del lago.

Degna di poca importanza per lui, il giovane si immerge nel mondo virtuale del suo insignificante apparecchio, non notando che già da tempo una strana creatura lo sta fissando con curiosità imperturbabile. 

Annoiato, il giovane solleva lo sguardo e vede la creatura, che sembra essere una giovane della sua stessa specie, dai capelli neri e gli occhi cristallini, che se si dà conto alla teoria che gli occhi siano lo specchio dell’anima, si potrebbe dire che fosse anche un’anima di cristallo.

La ragazza, incuriosita, poiché mai aveva visto altro essere in superficie in quei luoghi, rimane a galla in modo che la superficie dell’acqua le bagni il busto al di sotto del seno, scoperto.

Né la quantità dei Monti, né la vastità del lago, né la limpidezza delle iridi della ninfa, potevano attrarre il poveretto, che indugiava con lo sguardo sulla carne nuda della giovane, dalla pelle pulita e pura, e dalle dolci forme. 

“Chi sei? E come mai ti trovi qui, dove nessuno era mai giunto fin ora?” Chiede la creatura.

Il giovane risponde dicendole il suo nome, ma quella semplice etichetta poco le interessa, al che pone di nuovo la stessa domanda, ricevendo ancor una volta la stessa risposta. 

Comprendendo la situazione, la sirena si arrende, e giocando con le fini dita ad arricciare i suoi lunghi capelli, comincia:

“Cosa ti porta qui, ragazzo?”

“Mi sono perso, ma qui non c’é campo e non ho modo di tornare da dove sono venuto, perché non ricordo i passi che ho fatto.” Dice lui, trastullandosi col suo piccolo aggeggio elettronico. 

“Se mi permetti di darti un consiglio, credo che potresti fare bene a meno del tuo oggetto luminoso, perché qui è un luogo incontaminato, e per ambientarsi qui è necessario di ben altro.”

“Allora dammi ciò di cui ho bisogno per tornare indietro, e subito, che i miei amici mi aspettano.”

“Amici?” Echeggia la sirena con fare incuriosito. “E perché non sono venuti qui con te, se mi è permesso chiederlo?” 

“Ti ho già detto che mi sono perso, non ho deciso io di venire in questo inutile posto. Non c’é una casa, non c’è un negozio, ne persone. È un posto deserto, e vorrei evitare di stare qui per sempre e strapparmi tutti i capelli da testa, quindi dammi ciò di cui ho bisogno per andarmene e basta.”

Gli occhi della sirena assumono quindi una luce più fioca, oscura, si spengono per un po’ di quell’ardore innocente, e si bagnano di un velo di oscurità. 

“Se io non ho offeso né te ne la tua casa, cercando di darti consigli, perché allora fai il contrario? Questo posto che tu chiami inutile è casa mia, ed è più ricco degli ambienti affollati della tua realtà, ma tu non hai gli occhi per scoprirne le ricchezze.”

“Sono solo montagne, foreste, cielo, terra e questo torbido lago, che se fosse più limpido almeno questo posto si salverebbe per un motivo. Non ti fa schifo essere immersa in questa melma verdastra? Meriteresti ben altro.”

“Ti sbagli. Quest’acqua è tra le più limpide della terra: riesco a vederne il profondissimo fondo già da qui, ed è dolce come null’altro. Se non riesci a vederlo, e vorresti, potrei svelarti un segreto.”

“Non mi interessa affatto: per quanto ne so, potresti trascinarmi anche giù e affogarmi se ti porgessi l’orecchio. Vorrei tornare semplicemente alla mia vita.”

La sirena fa comparire un tranquillo sorriso sul suo volto: 

 

“Non puoi.”

 

Il ragazzo non capisce da subito, ma quando la sirena dimostra di non stare scherzando, sente una sensazione di vuoto nei suoi piedi, è un calore nauseante nelle sue viscere, come se stesse ribollendo di terrore.

“Vuoi dire che dovrò restare qui per sempre?”

“Ti sogneresti mai di svegliarti un giorno e pretendere di poterti risvegliare nel precedente? Ormai sei qui, e non c’é nessun modo per tornare indietro, ma solo per scegliere il modo migliore di vivere qui.” 

“Mi stai prendendo in giro, tu vuoi solo annegarmi e rendermi il tuo pranzo: chissà da quanto tempo non mangi, non vedo pesci nell’acqua, ne alghe, e se anche li vedessi, con quella sporcizia sarebbero di sicuro immangiabili. Stai solo aspettando che io ceda per divorarmi.” Il ragazzo indietreggia inorridito e terrorizzato: il panico lo brucia dal profondo e ben presto l’avrebbe reso cenere.

“Se ti lasciassi svelare il mio segreto, se mi lasciassi sussurrare al tuo orecchio questa perla, non avresti più tanta paura di me.” Avanza verso il pontile la sirena. “Non voglio che tu ti rovini così la tua vita, sei giovane e vorrei solo aiutarti, lascia che ti sveli questo segreto.”

“Vai al diavolo, mostro.”

Il ragazzo corre via dal pontile, abbandonandosi alle spalle il lago e percorrendo la scia verde degli alberi, affidandosi al suo acerbo istinto di orientamento, per tornare da dove era venuto. Davanti a lui solo alberi, solo piante, non arriva mai la via d’uscita, la luce si fa più buia, più buia e cupa, finché non svanisce nel vuoto del nulla. 

Lo raccoglie qui la sirena, sul fondo del lago, illuminato dalla piccola ma accecante luce di una piccola perla, custodita da una piccola conchiglia: è il segreto della bellezza, che la sirena custodisce, grazie al quale il ragazzo avrebbe potuto respirare anche sott’acqua, vedere nell’oscurità, vivere nell’apparente vuoto della montagna, poiché gli si sarebbero rivelate le ricchezze di quella terra a uu invisibili. Il più grande dono e segreto del mondo, custodito dalla ragazza, da cui il giovane della superficie era scappato, temendo la profondità del lago e ignorando quella del cuore della sirena. 

 
   
 
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