Ringrazio
anche solo chi legge.
Un
momento di serenità
“Guarda
non è bellissima?” chiese il
piccolo Gohan a Mirai Trunks, mostrandogli una viscida e piccola
salamandra
rossa. La creatura fece saettare la lingua, i suoi occhi neri e liquidi
saettarono
a destra e a sinistra.
Trunks
inarcò un sopracciglio.
“Emh…
bellissima” mentì.
<
Assomiglia a suo padre molto più di
quanto pensassi… > pensò.
Corrugò la fronte e ingoiò un sospiro. <
Pensare che nel futuro era il mio maestro. Oh, sensei, mi manchi
così tanto.
Non posso illudermi che stare con questo bambino sia come riaverti con
me >
pensò.
Gohan
adagiò a terra la salamandra.
“Sei
triste, vero?” domandò, guardando gli
occhi del suo interlocutore. Erano entrambi seduti su una grossa roccia
in
mezzo al prato, alle loro spalle si stagliava la foresta. Le fronde
verde scuro
frusciavano, mosse dal vento. Lo stesso che piegava gli steli verde
smeraldo,
la terra era umida.
Trunks
cercò di fare un sorriso bieco.
<
Non posso essere triste. Non ora che
ho potuto finalmente conoscere mio padre: il mio eroe, la persona che
più
desideravo incontrare. Mi tratta come suo pari, mi chiama
‘moccioso’, mi allena
addirittura > pensò.
Gohan
piegò di lato il capo.
“Io
vorrei fossi felice con me, sei come
un fratellone per me” disse Gohan.
Trunks
arrossì.
“Sei
davvero dolce” ammise con voce bassa.
Gohan
si alzò in piedi. Alzò il capo,
facendo ondeggiare il caschetto di capelli neri e serrò i
pugni.
“Ho
un’idea. Anche Junior è sempre triste,
però, quando ci alleniamo, sorride” disse.
“Sono
troppo stanco per combattere con te.
Ho appena finito di allenarmi con mio padre” esalò
Trunks.
<
Mi fanno male tutte le ossa. Mio
padre, invece, è un combattente instancabile >
pensò.
“Chi
ha parlato di combattere? Tua!” urlò
Gohan. Diede una pacca sul braccio di Trunks e si mise a correre
all’indietro.
Trunks
saltò in piedi, e, ridacchiando,
cercò di afferrare il ragazzino, che schivava, ridendo.
“Vieni
qui, pestifero” disse.
“Prendimi”
cantilenò Gohan.
Vegeta,
nascosto dietro un albero, guardò
suo figlio e quello di Goku giocare a rincorrersi.
“Tsk”
borbottò.
Junior
lo colpì alla testa con la mano, facendogli
sfuggire un grugnito.
“Che
diamine ti salta in testa, muso
verde?” si lamentò il principe dei saiyan.
“Dovresti
essere felice per quel ragazzo. Lasciagli
un po’ di respiro, ha già visto abbastanza
atrocità nel futuro” lo rimproverò
il namecciano.
“Fatti
gli affari tuoi” ringhiò Vegeta.
<
Quel moccioso, il modo in cui mi
guarda, mi mettono a disagio. Insomma, viene dal futuro! Non sono
pronto per
avere un figlio, figuriamoci di un altro tempo >
pensò.
“Lo
so che sei stordito e confuso da tutto
quello che sta succedendo. Però tu sei la sua figura di
riferimento. Se non gli
permetti di sfogarsi, finirà per esplodere”.
Proseguì Junior.
“Lo
sai che Gohan non è tuo figlio, vero? Resta
il marmocchio di Kakaroth” sibilò Vegeta.
“Io
spero che tu sia un padre migliore di
Goku” lo richiamò Junior.
Vegeta
sospirò.
“Li
lascerò ‘giocare’, se ci tieni
tanto”
capitolò.
Le
risate di Trunks e Gohan risuonavano
nell’aria.