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Autore: gabry13    23/04/2018    1 recensioni
Si tratta del racconto delle ore antecedenti l'entrata ad Hogwarts di Harry Potter (a conclusione della ricerca degli Horcrux) viste dagli occhi di Severus Piton. Un viaggio introspettivo, nell'animo di un personaggio che è stato "costretto" dall'amore a vivere un'esistenza nella menzogna con la speranza di far rinascere molti nella verità.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La tetra figura di Severus Piton si muoveva fiaccamente nello studio in cima alla torre più alta del castello di Hogwarts, ovvero l’ufficio del preside, che lui ufficialmente occupava ormai da parecchi mesi.

Aveva arredato l’ampia sala circolare con tutti gli oggetti che, per oltre 15 anni, avevano riempito la sua quotidianità: lucenti calderoni in peltro, sofisticati alambicchi, innumerevoli boccette, disposte ordinatamente sulle mensole di uno scaffale in legno di quercia, al cui interno fermentavano sostanze dal singolare aspetto, alcune molto preziose altre potenzialmente letali.

Lo sfiorare, con le lunghe dita, la fredda superficie di quei famigliari utensili donava conforto alla sua martoriata anima segregata da sbarre invisibili in quella prominente  prigione dorata che sovrastava l’intera scuola, lontano dall’odio di chi segretamente stimava e dal timore di coloro che altrettanto occultamente disprezzava.

Con lunghi e profondi respiri cercò di placare la collera che lo stava possedendo; farlo stava diventando sempre più difficile. Si accomodò alla sua cattedra pochi istanti prima di essere raggiunto dal fastidioso bussare di mani sgraziate.

- Avanti – rispose gelido

- Mi avevi cercata Severus? – chiese Alecto Carrow col tono arrogante di chi si è appropriato di privilegi immeritati.

- Ti ricordo che per te e tuo fratello sono “Signor Preside” – sibilò Piton, lo sguardo di ghiaccio a nascondere il disgusto.

- Andiamo Severus, lasciamo perdere queste formalità, tutto sommato siamo sulla stessa barca! – esclamò Alecto con impertinente noncuranza.

- Il Signore Oscuro in persona mi ha messo a capo di questa scuola – la contraddisse lui inespressivo: - Io ne ho il totale…incontrastato e… inopinabile controllo. Le conseguenze di ogni azione commessa da ciascuno studente o insegnante devono essere, da me, dettate! –

- Non capisco a cosa si sta riferendo Signor Preside? – domandò la mangiamorte con sempre minor convinzione.

- Mi è giunta voce che, nonostante i miei precedenti richiami, oggi alcuni studenti sono stati torturati perché si sono rifiutati di praticare la maledizione Cruciatus su dei compagni più giovani. –

- Sono solo dei piccoli mocciosi che hanno pagato per aver disubbidito a nostri precisi ordini. – rise fastidiosamente la strega.

Piton avrebbe voluto balzare in piedi e sbattere forte i pugni sulla massiccia scrivania e urlare che non erano mocciosi ma giovanissimi uomini e donne con il fuoco nel cuore che stavano tentando di fronteggiare una situazione più grande di loro. Si limitò tuttavia  ad incrociare forte le mani davanti alle labbra per celarne l’incontenibile tremore: - Non dimenticate che in ogni studente di questa scuola scorre sangue magico e preziosissimo – proseguì mellifluo: - E’ indispensabile non indebolire o, peggio ancora, distruggere questa risorsa tanto rara. Siete quindi pregati di informarmi tempestivamente di qualsiasi mancanza affinché io possa trovare la giusta punizione. –

Poi, con un gesto leggero ma eloquente, congedò Alecto la quale uscì mesta dall’ufficio, la coda tra le gambe e l’espressione di chi sembra aver appena ingoiato un boccone molto amaro.

Rimasto solo il professore si affacciò all’ampia vetrata della sontuosa stanza: il cortile era deserto e silenzioso, il lago immobile e scuro come una pozza di petrolio, il cielo decisamente burrascoso e l’aria gelida che sferzava il suo viso apatico peggio di una lama tagliente. L’ultima volta che aveva apprezzato il calore del sole e la brillantezza dei colori offerti dalla natura era stato anche l’ultimo giorno d’estate trascorso con Lily Evans, prima che il suo comportamento l’avesse allontanata per sempre; “Sei perennemente e  noiosamente troppo serio Sev!” aveva esclamato la ragazza fissandolo per un lungo e indimenticabile istante con quegli occhi da mozzare il fiato, luminosi e verdi come la tenera erba sopra la quale stava sdraiata.   Da allora aveva trovato conforto nelle tenebre, finché queste non avevano ingoiato anche il mondo che lui si era sempre impegnato ad ignorare. In quel tardo pomeriggio di inizio maggio, che poteva essere tranquillamente confuso con una serata di metà gennaio, ebbe nostalgia della vita pulsante e gioiosa che aveva riempito per anni quella scuola e i suoi giardini e desiderò ardentemente che questa tornasse a colpirlo in pieno petto tanto dal ricominciare ad esserne nauseato.

Una scia di fumo nero irruppe all’improvviso distraendolo dai suoi malinconici pensieri. Lucius Malfoy apparve alle sue spalle; profonde occhiaie scure a lambire gli occhi cristallini, barba incolta e membra scosse da fremiti di terrore: - Severus, il Signore Oscuro sa per certo che nelle prossime ore Harry Potter cercherà di entrare a Hogwarts. Dobbiamo cercarlo, stanarlo e consegnarlo a Lui in modo che lo possa uccidere. –

Piton sentì impellente il bisogno di prendere tempo per poter sistemare le cose nel migliore dei modi, secondo il disegno di Silente.

- D’accordo, ma prima vorrei aspettare che gli studenti rientrino nei loro dormitori. –

- Non c’è tempo! Dobbiamo agire il prima possibile… -

- Vorrei muovermi con discrezione per tenere lontani i ragazzi da inutili pericoli. Se Draco fosse ancora presente nel castello, non cercheresti di metterlo al sicuro, Lucius? –

- Certo che sì – rispose Malfoy con un gemito: - Ma fai presto Severus, Lui è furibondo e fuori controllo, molto più pericoloso di quanto lo sia mai stato. –

Non era forse la straordinaria capacità del potente mago nell’incutere terrore ad avere tanto affascinato i suoi seguaci? Quella stessa capacità stava diventando evidentemente troppo scomoda e intollerabile per molti di loro. Piton si domandò per qualche istante dove fosse finita la stima e la venerazione che il nobile mangiamorte aveva provato in tempi passati per Lord Vondemort ma non ebbe modo di chiederlo: Lucius Malfoy parve accartocciarsi su se stesso e con la velocità di una pallottola scomparve nell’oscurità.

Severus dunque guardò pensieroso i ritratti dei presidi di Hogwarts scrutarlo ansiosi in attesa di istruzioni.

- Trovate Silente, subito! – ordinò impaziente. Dopo di che, premendo i polpastrelli sulle tempie doloranti, si afflosciò sfinito su una poltrona in attesa di veder apparire l’immagine del suo predecessore nell’enorme tela a lui dedicata. Non si fece attendere che una manciata di minuti.

- Albus, Potter sta cercando di entrare a Hogwarts proprio stasera e il Signore Oscuro lo sa. –

- Molto bene. Ciò significa che ha compiuto la giusta strada, manca poco perché porti a termine la ricerca! –

Silente sembrava parlare più a se stesso che al suo interlocutore il quale ebbe un moto di rabbiosa frustrazione: - Lui vuole che cominci le ricerche, vuole ucciderlo stanotte! –

- Severus, io e te sappiamo che questo è inevitabile… -

- Sì ma io non ho ancora trovato il modo per avvisare Potter e non posso temporeggiare a lungo. –

- Troverai modo. Hogwarts trova sempre spiragli di riuscita a chi agisce nel giusto. –

- Dire ad un ragazzo che deve andare a morire è “ il giusto”? – sibilò Piton: - Hogwarts non ha impedito che tu precipitassi dalla torre di astronomia! –

Silente notò il turbamento nella voce del suo discepolo: - Io non ho scelto la mia morte Severus. Il grigio è il risultato del nero mischiato al bianco oppure del bianco mischiato al nero. Tutto dipende dai punti di vista. –

- Albus, io non ho tempo per i tuoi giochi di parole. Stanotte morirò anch’io e tu lo sai! – Piton ormai sudava freddo, nell’ora decisiva i suoi nervi stavano crollando.

- Perché dici questo? – chiese l’anziano mago con l’aria di chi conosce già la risposta.

- Il Signore Oscuro è un distillato di pura malvagità ma non è uno stolto! Avrà capito a questo punto di non riuscire a dominare la bacchetta di Sambuco come vorrebbe e di dover quindi eliminare colui che ha sconfitto il suo vecchio proprietario per poterla soggiogare. –

- Ma tu non mi hai sconfitto. Draco Malfoy mi ha disarmato. –

Severus Piton si passò una mano sul volto nel tentativo di celare l’angoscia che lo stava consumando: - Harry Potter e Draco Malfoy si odiano profondamente ma c’è una cosa che li accomuna, a loro insaputa; Potter è stato educato al martirio mentre Malfoy è stato formato all’odio. Entrambi comunque spinti da forze che non potevano controllare. Io non posso salvare il figlio di Lily ma posso fare in modo che Draco venga risparmiato nella speranza di una sua redenzione. –

Negli occhi di Silente si intravvide una commozione sincera: - Te l’ho detto in molte occasioni ma non posso fare a meno di esprimerti ancora la mia stima. Sei un uomo molto coraggioso e buono Severus. So che farai la cosa giusta senza esitazione e Harry saprà, grazie a te, il suo destino. Sono certo che avresti avuto la piena gratitudine da parte di sua madre, per ciò che hai fatto in questi anni. –

- A me sarebbe bastato ricevere il suo perdono… - Piton strinse forte la foto di Lily Evans nella tasca della lunga tunica. Prima di indossare la sua maschera di palese invulnerabilità e di premere il marchio nero per organizzare la ricerca di Harry Potter, rivolse un ultimo sguardo al suo mentore.

- Addio Albus –

- Arrivederci Severus –

Si congedò così, prima di iniziare l’ultimo atto della sua dolente vita.

 

 

    

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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