Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: _Cthylla_    24/04/2018    4 recensioni
Dopo la conclusione del Torneo del Potere, i momenti di pace dei nostri eroi vengono turbati dall’arrivo di una nuova, terribile minaccia e-
Ah, no.
Non è quel tipo di storia, a meno di considerare una minaccia Deathstar e Mintaka, due donne con la tendenza a perdersi -e a causare senza volerlo guai più o meno assurdi- e la loro amica Stylequeen, ossia la donna più rosa che abbiate mai visto… o “Colei Dinanzi Alla Quale Enzo Miccio S’Inchina”.
Vi domanderete: cosa ci fanno in Dragonball delle persone così?
Cos’è il PDBDC?
Armatevi di coraggio, leggete e scopritelo!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Bills, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Whis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Deviant Team: Madness is Everywhere!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prima che iniziate a leggere voglio fare una premessa: questa storia, come potete vedere, appartiene a una serie, “Deviant Team -Madness is Everywhere”.
Questa è una serie multifandom con storielle cronologicamente scollegate, ambientate nei fandom di Transformers, di Kinnikuman e ora anche di Dragon Ball, come vedete :’D
Ciò che collega queste storie sono i personaggi, OC nate come cybertroniane (Transformers) che in seguito ho “umanizzato” ed esportato qui e là, perché il disagio da colore rosa e da PDBDC che le accompagna sta bene un po’ovunque.
Cosa comporta questo a livello di trama? Nulla di rilevante, a parte età elevate delle quali verrà solo accennato, così come in un’occasione si parlerà di una guerra passata (ossia quella che nel canon ha distrutto Cybertron).
Desumo che molti abbiano già chiuso tutto una volta arrivati a leggere fin qui -e con queste premesse vi capisco :’D- dunque niente, auguro buona lettura ai coraggiosi che sono rimasti :’D
 
A questo <<< link >>> trovate un'immagine di Deathstar e Mintaka :) 

 

 

 

Capitolo 1

 

(Ovvero: di come una lista della spesa abbia causato una serie di più o meno sfortunati eventi)

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
«CORRIIIII! Corri -corri -corri -corriiiiii!»
 
«Lo sto facendo!»
 
Un vecchio proverbio terrestre recita che “chi non ha buona testa, ha buone gambe”: sebbene Deathstar e Mintaka non fossero due donne terrestri -l’aspetto umano traeva in inganno- era indubbio che tale modo di dire si confacesse perfettamente a quella coppia di amiche perennemente in corsa.
In corsa contro il tempo perché spesso erano in ritardo, in corsa verso un qualsiasi mezzo pubblico che rischiavano di perdere per ragioni più o meno assurde…
 
«FERMATEVI!»
 
O, come in quel caso, “in corsa” per sfuggire a una banda di contrabbandieri di scoiattoli intenzionati a catturarle per far loro la pelle.
 
«Perché dicono sempre “Fermatevi”?! Cioè, pensano davvero che se ci ordinano di fermarci noi ci metteremo qui buone a farci massacrare? Dove è il senso?!» gridò Deathstar, continuando a stringere la mano di Mintaka e a farsi trascinare lungo le vie di quel bel quartiere residenziale «Dove diavlo è?!»
 
«Effettivamente questa cosa è priva di ogni senso logico e meriterebbe un’indagine, però ci penseremo dopo, quelli si stanno avvicinando sempre di più!» esclamò Mintaka «Ecco! Prendiamo queste scale!»
 
Erano le scale che portavano alla metropolitana, anche se Mintaka aveva deciso di imboccare senza neppure saperlo: erano sul pianeta da un po’ ma non erano ancora molto pratiche del significato dei cartelli, né c’era molto tempo per guardarli!
 
«Mintà non so se sia un buona idea perché sai che rapporto abbiamo io e le scaleEEEEH!» gridò Deathstar, inciampando e finendo col volare giù dalle scale trascinandosi appresso Mintaka.
 
In tutto ciò non smise mai di stringere la scatola che si portava appresso da prima che si trovassero coinvolte in quell’inseguimento con i contrabbandieri di scoiattoli, come se fosse stata il contenitore di chissà quale tesoro.
 
«MORIREMOOOOO!» urlarono le due, come sempre si ritrovavano a fare in situazioni analoghe.
 
Un solo pensiero attraversò la mente di Deathstar in quel frangente: “Ma quei cosi chiamati pinguini hanno le ginocchia oppure no?”.
 
Non era il massimo come ultimo pensiero ma era quel che passava in convento.
 
Poi però rimbalzarono entrambe su un “qualcosa” non meglio definito, un qualcosa di grosso, morbido e rosa, che le scagliò all’interno della porta aperta del vagone.
 
«’Taka… forse non moriamo» osservò Deathstar.
 
«Dov’è che siamo rimbalzate di precis… oh!» esclamò l’altra donna «Mi sa che ho capito dove. Sì, la consistenza che sembra avere il suo corpo lo rende plausibile».
 
Trattavasi di un passante anch’egli decisamente poco terrestre, grande, grosso e rosa, con un mantello viola e dei larghi pantaloni bianchi, che le stava guardando con aria confusa e un principio di nervosismo sul volto paffuto.
 
«Scusa, cocco, è stato un incidente! Toh!» esclamò Deathstar, lanciando la scatola al passante «E grazie!»
 
La porta si chiuse, il treno partì e Majin Bu aprì la scatola che aveva afferrato al volo.
 
«Oooooh!» esclamò con un grosso sorriso, per poi leccarsi le labbra «Tanti muffin tutti rosa!»
 
E fu così che l’incidente venne dimenticato.
 
Deathstar e Mintaka intanto avevano raggiunto una carrozza del treno vuota e si erano stravaccate entrambe sui sedili esattamente nella stessa posizione.
Molti erano gli aspetti in cui quelle due donne si somigliavano: erano entrambe piuttosto alte e magre, presentavano entrambe iridi rosse e capelli neri -un caschetto con frangia Deathstar e una sottile treccia laterale Mintaka- erano vestite su per giù con lo stesso stile piuttosto “sportivo” e avevano entrambe una cuffia in testa.
A cambiare erano solo i colori degli abiti -un insieme di nero, bianco e rosso per Deathstar e un insieme di grigio, nero e blu per Mintaka- e il tipo di trucco, che nel caso di Mintaka era un po’più leggero.
 
«Avremmo dovuto immaginare una cosa del genere quando siamo arrivate lì e ci siamo accorte che non avevamo preso la lista della spesa. Già! Quando scendiamo?» domandò Mintaka.
 
« Tanto ormai ci possiamo considerare ufficialmente perse, quindi scendiamo alla prima fermata che ci ispira e che sia abbastanza lontana da quei tizi che ci inseguivano» spallucciò l’altra donna «Nonché da Stylequeen».
 
«Guarda che tanto dovremo affrontarla lo stess-»
 
«Ssssh! Non dirlo!» la interruppe Deathstar «Ci penseremo dopo. Magari domani, visto che è sera. Comunque la colpa sua, poteva andare lei a fare la spesa invece di starsene a casa a farsi le unghie, come se non sapesse benissimo che noi due sappiamo quando usciamo ma non quando torniamo!»
 
«Sempre se torniamo».
 
«Ecco. ‘Taka?»
 
«Dica».
 
Deathstar aggrottò la fronte. «Come abbiamo a finire in un inseguimento con una banda di contrabbandieri di scoiattoli?»
 
«Riflettendo attentamente su cause ed effetti di tutto quel che è capitato, credo di poter concludere che sia tutta colpa della lista della spesa!»
 

Mandate dalla loro amica Stylequeen a fare la spesa, Deathstar e Mintaka si erano accorte di non aver portato con loro la lista solo una volta giunte al supermercato.

Nessuna delle due aveva avuto una gran voglia di tornare indietro ed entrambe avevano ancora qualche problema a utilizzare quegli arnesi chiamati cellulari, motivo per cui avevano fatto spallucce e avevano deciso di comprare “qualcosa di rosa” -Stylequeen era assolutamente fissata con quel colore- al banco pasticceria, optando per una bella scatola piena di muffin rosa; a essa avevano aggiunto due pacchi di biscotti che poi avevano divorato lungo la strada del ritorno e delle mele riposte in una busta di carta.

Era stato proprio mentre tornavano a casa lungo le strade di quel quartiere pieno di case vacanza perlopiù vuote che avevano notato i movimenti inconsueti di un gruppo di uomini intenti a scaricare da un furgone una gabbia piena di scoiattoli.

Incuriosite -“Mintà, ma che diavlo stanno facendo quelli?”- si erano avvicinate un po’, riuscendo miracolosamente a non essere notate. Sembrava che i tizi fossero intenzionati a vendere quei poveri animaletti a gente che ne avrebbe fatto pellicce: una triste fine.

A quel punto il sacco di carta ancora pieno di mele si era rotto, una mela era rotolata accanto a un componente della banda che stava indietreggiando, lui era inciampato ed era piombato addosso alla gabbia, rompendone lo sportello.

Inutile dire che gli scoiattoli si erano dati alla fuga… e che Deathstar e Mintaka, la cui presenza purtroppo era stata finalmente notata, erano state costrette a fare lo stesso.

Se si fossero portate appresso la lista della spesa tutto questo non sarebbe mai successo, perché non c’erano segnate delle mele, però ormai il danno era fatto: la spesa era persa e ormai si erano perse anche loro.

 

Dagli altoparlanti nel treno iniziò a uscire una musichetta allegra per le due molto familiare.
 
«Adesso siamo ancora più perse di quanto fossimo prima!» esclamò Mintaka, avendo riconosciuto il Can-Can.
 
«Il Can-Can ci perseguita!» concordò l’altra donna, scoppiando in una risata incredibilmente sonora «Si vede che da sole non ci perdevamo abbastanza bene e abbastanza spesso».
 
Era da diverso tempo a quella parte che ascoltare il Can-Can era diventato sinonimo di “dirigersi verso una destinazione precisa e finire invece con l’andare alla ricerca dell’Arca Perduta, di solito con ostacoli e casini degni dello stesso Indiana Jones”.
D’accordo, le due donne erano sempre state tendenti a finire nei guai e a perdersi, ma che adesso ci fosse quella canzone a fare da sfondo quasi ogni volta era particolarmente bizzarro.
 
Scesero dal treno un paio di fermate prima del capolinea, e una volta abbandonata la stazione della metro sbucarono in un quartiere ben più affollato di quello in cui si erano temporaneamente stabilite. C’erano negozi e locali lungo tutto il lato sinistro della via che stavano percorrendo, mentre l’altro lato era bagnato da un grosso fiume dall’acqua limpida.
 
«Beh dai, non è mica male» commentò Deathstar.
 
«E soprattutto non si vedono contrabbandieri di scoiattoli in giro» aggiunse Mintaka.
 
«Ecco sì, soprattutto quello…»
 
«Signorine! Sì, dico proprio a voi!» le richiamò un uomo con la divisa del ristorante cui stava davanti «Siete una coppia di sorelle, vero? Vi faccio le mie congratulazioni, avete appena vinto la nostra famosa super cena a base di pesce!»
 
Non era la prima volta che le scambiavano per sorelle, anche se in realtà non avevano in comune neppure un parente di quindicesimo grado, e pur avendo divorato un pacco di biscotti a testa le due colsero al volo l’occasione: un pasto gratis non si rifiutava mai.
 
Vennero fatte accomodare in una saletta a parte con due soli tavoli, occupata da soli tre commensali a parte loro…
 
«Lord Beerus, ha già dimenticato come si fa? Per togliere la carne dall’interno del crostaceo si utilizza questo accessorio apposito… così» disse Whis, facendo un esempio pratico «Visto?»
 
«Perché un cibo così buono deve anche essere così scomodo da mangiare?» sospirò il dio «È una seccatura».
 
«Però ne vale la pena» sorrise Whis «Lady Bulma, anche il cibo servito in questo locale è delizioso».
 
«Se vi ho portati qui c’è una ragione» replicò la donna, sorridendo a sua volta «È un locale elegante, con ottimo cibo e frequentato solo da persone di un certo-»
 
«MA CHE DIAVLO È?!» gridò una voce femminile, per poi scoppiare in una risata assurda e ancor più sonora del grido stesso «No, seriamente: cos’è questo coso?»
 
Nessuno dei tre prima di allora aveva fatto troppo caso alle due donne che erano entrate nella sala, un po’perché Beerus e Whis erano occupati a mangiare -e Bulma a guardarli mangiare- e un po’perché in un ristorante il via vai di gente era perfettamente normale.
Quello che non era normale era che una delle due donne fosse salita sulla sedia per dare all’altra un’idea di quanto fosse grande il pesce che era stato portato loro.
 
«… di un certo livello» borbottò Bulma, pensando di aver parlato troppo presto «Non immaginavo che potesse succedere una cosa del genere».
 
«Non c’è problema, Lady Bulma, non è colpa sua. Si ricordi anche che io, nel tempo, mi sono abituato al signor Goku!» disse l’angelo, facendo spallucce «Possiamo continuare tranquillamente il nostro pasto».
 
Beerus però non era della stessa idea: aveva appena visto qualcosa che lo intrigava molto, anzi, moltissimo.
 
“Quel pesce arrosto è enorme, emana un odore squisito ed è sicuramente più facile da mangiare rispetto ai crostacei!” pensò il Dio della Distruzione, fissando il pesce con tanto d’occhi “Dovrebbe essere sul mio tavolo, non lì! Non è giusto!”
 
«Quando hanno detto “super cena” io non pensavo che potesse essere così» disse Mintaka «Chi ce la fa a mangiare una cosa del genere?»
 
Deathstar saltò giù dalla sedia, si sedette e iniziò a dondolare. «Noi no di sicuro, nemmeno se non ci fossimo strafogate di biscotti!»
 
Si voltò quasi per caso, e fu solo allora che notò il gattone viola con degli strani vestiti che era seduto al tavolo vicino e che stava divorando con gli occhi il loro pesce. Tipo bizzarro, ma non era il peggio che lei e Mintaka avessero visto e, soprattutto, sembrava molto affamato.
 
«’Taka» bisbigliò, indicandole Beerus con un’occhiata.
 
Mintaka rivolse un attimo lo sguardo a Beerus, poi al pesce, infine a Deathstar; dopo un’occhiata di intesa entrambe si voltarono verso il dio e sollevarono una mano, decise a richiamare la sua attenzione e invitarlo al proprio tavolo.
 
«Sì, accetto, grazie!» urlò questi ancor prima che le due proferissero parola, e dopo aver letteralmente saltato il proprio tavolo con un’agilità degna del testimonial di Olio Cuore afferrò una sedia e raggiunse le due donne.
 
«Ma… Lord Beerus…» allibì Bulma.
 
«Il richiamo del pesce arrosto è stato troppo forte» sospirò Whis «O beh, vorrà dire che mangerò anche la sua parte di crostacei».
 
«Ciao, io sono Deathstar!» si presentò, tendendo la mano a Beerus.
 
«Io Mintaka» disse l’altra, imitandola.
 
«Io sono Lord Beerus» disse il dio, stringendo la mano a entrambe. Aveva fretta di mangiare il pesce ma un minimo di buone maniere era doveroso «Fa piacere incontrare persone tanto gentili! Per lo più questo è un pianeta di rompiscatole, a salvarlo è il cibo».
 
«Sì, e i rompiscatole peggiori sono i contrabbandieri di scoiattoli» commentò Mintaka.
 
“Contrabbandieri di… bah, meglio pensare al pesce” concluse Beerus, dando l’assalto all’arrosto. «Voi ragasHe…» disse, con la bocca piena «Avreste dovuto pensarci bene rima di ordinare una super cena. Non è per tutti!»
 
«Difatti io e mia “sorella” l’abbiamo vinta» ribatté Deathstar, con una mezza risata.
 
«Un bel colpo di fortuna!»
 
«Dopo quel che è capitato stasera era il minimo! Siamo uscite senza la lista della spesa e abbiamo comprato delle mele che poi hanno fatto cadere un contrabbandiere di scoiattoli sopra la gabbia, gli scoiattoli sono fuggiti, la banda ha iniziato a inseguirci, abbiamo preso le scale della… Mintaka, come si chiama?»
 
«Metropolitana, ‘Star».
 
«Ecco, quella! Poi siamo inciampate, siamo volate giù dai gradini, siamo rimbalzate su un tizio rosa gommoso grosso così, siamo finite in un vagone aperto e niente, alla fine ci siamo ritrovate qua!» concluse Deathstar.
 
Beerus, dopo un attimo di immobilità completa, inghiottì un grosso boccone di pesce arrosto. «Siete serie?»
 
Le due annuirono.
 
«Per noi comunque è normale, niente di preoccupante» minimizzò Mintaka «Negli anni ci è capitato di peggio».
 
«Peggio di un torneo con annessa cancellazione degli universi?» buttò lì Beerus.
 
«Peggio di quello c’è già Stylequeen» ribatté Deathstar.
 
«Io parlavo sHul serio» disse lui, mentre divorava un altro grosso pezzo di pesce.
 
«Lei pure!» disse Mintaka.
 
Deathstar sentì qualcosa in tasca iniziare a vibrare. Inizialmente non capì cosa fosse, poi ricordò che lì c’era il cellulare, dunque lo tirò fuori. «Eccola che chiama!» esclamò, tenendo il telefono tra due dita come se fosse infettivo «Nemmeno a farlo apposta!»
 
«Beh è normale, eravamo in ritardo mostruoso già mezz’ora fa. Rispondile!» la esortò Mintaka.
 
«Non mi ricordo come si fa» ribatté l’altra, lanciandole il cellulare «Quindi toh, rispondi tu!»
 
«Eh no! Sta chiamando te, non me!» obiettò Mintaka, ri-lanciando il cellulare alla mittente «E comunque non mi ricordo bene nemmeno io come si fa!»
 
«Allora facciamo la cosa più sensata: ignoriamo la chiamata» concluse Deathstar.
 
«Così poi, se e quando torneremo a casa, i suoi strilli si sentiranno in tutta la città e dintorni. Come d’abitudine» aggiunse l’amica.
 
«Appunto, quindi essendoci abituate non rispondiamo!... Ehi voialtri, mi ero dimenticata di dirvi che se avete voglia potete unirvi a noi, non vi mangiamo» disse Deathstar «Preferiamo altra roba!»
 
«Ho giustappunto finito di mangiare i crostacei, un pezzettino di quel pesce non mi dispiacerebbe, vi ringrazio!» accettò Whis «Venga anche lei, Lady Bulma. Credo che tutto sommato fare due chiacchiere con delle persone nuove possa essere divertente».
 
«A questo punto credo sia l’unica cosa rimasta da fare» si rassegnò la scienziata.
 
I cinque si trovarono tutti riuniti attorno allo stesso tavolo e la serata passò in maniera abbastanza tranquilla.
 
«… e comunque, io dico “ma che diavlo è”, no? Però io in realtà non ho idea di che cosa sia, il “diavlo”! Lo ripeto solo perché l’ho sentito dire e non ricordo neppure da chi» ammise Deathstar «Pensate un po’come sto messa!»
 
Il telefono di Mintaka iniziò a vibrare. «Stylequeen ora sta chiamando me!»
 
«Immagino che sapendovi uscite per andare a fare la spesa e non vedendovi tornare la vostra amica Stylequeen si stia preoccupando» disse Whis «Neppure io sono molto pratico di cellulari, però sono certo che Lady Bulma possa dirvi come rispondere a una chiamata. In fin dei conti è la sua azienda a produrre i cellulari che avete in mano!»
 
«Devi premere quell’icona al centro dello schermo e trascinarla sull’icona a sinistra, quella con la cornetta verde» spiegò Bulma a Mintaka «Come vedi è molto semplic- oh… chiamata persa».
 
«Dubito che si arrenderà, è da prima che questa Stylequeen non fa che chiamare» disse Beerus, alzando gli occhi al soffitto.
 
«Con buoni motivi» aggiunse Whis.
 
Il gatto sbuffò. «Io avrei buttato il cellulare fuori dalla finestra da un pezzo».
 
«EH! Mica male come idea! Lllà!...» esclamò Deathstar per poi, con un certo stupore degli altri, gettò il cellulare fuori dalla finestra «Ecco fatto».
 
«Questo è stato… impulsivo» osservò Bulma.
 
Di una cosa era certa: non l’avevano detto chiaramente, ma quelle due non erano più terrestri di quanto fosse Lord Beerus. Si comportavano in modo troppo strano per esserlo.
Ancora più assurdo del loro comportamento però fu veder rientrare dalla finestra il cellulare di Deathstar, rimbalzato chissà dove -come testimoniava la cover rovinata- e con una gomma da masticare a cui si erano appiccicate delle banconote.
 
«Non mi libererò mai di questo coso» borbottò la donna, per nulla sorpresa dell’accaduto «E riecco Stylequeen che chiama di nuovo!»
 
«Ora può risponderle, Lady Deathstar. Sa come si fa» la esortò Whis «Suvvia, la vostra amica non può essere un tipo tanto terribile».
 
«Non è terribile ma è il “tipo” che è stata rapita quarantadue volte» disse Mintaka «Ed è stata sempre restituita dai rapitori per averli fatti disperare!»
 
«Posso arrivare a credere a quel che vi è successo nella metropolitana ma non che una tizia possa essere stata rapita quarantadue volte e restituita! Questo è troppo!» dichiarò Beerus «Ci state prendendo in giro!»
 
Deathstar, guardando Beerus, sollevò un sopracciglio, per poi rispondere finalmente alla chiamata lasciando il cellulare sul tavolo, a distanza di sicurezza. «Ehi ‘Queen! St-»
 
- SI PUÒ SAPERE CHE COSA DIAMINE STATE FACENDO?! VI AVEVO MANDATE A FARE LA SPESA! LA!... SPESA! DOVE SIETE FINITE?! DOVE?! D-O-V-E?!
 
«D’accordo, inizio quasi a credervi» concesse il dio, guardando il cellulare come “temendo” che L’Urlatrice potesse spuntarne fuori da un momento all’altro «Non avrei mai creduto che potesse esistere qualcuno peggio di Bulma».
 
«Ehi, guardi che io sono qui!» protestò quest’ultima.
 
«È che non avendo la lista della spesa abbiamo comprato le mele» riprese Deathstar «E poi abbiamo beccato dei contrabbandieri di scoiattoli che-»
 
- NON VOGLIO SAPERLO! Avete la spesa sì o no?!
 
«Nah… ti ho detto che non avevamo la list-»
 
- Possibile?! Non vi si può mandare neppure a fare una semplice commissione che voi finite in qualche disastro! Io lo sapevo che dovevo chiederlo solo a Mintaka, lo sapevo!
 
«La vostra amica è meno preoccupata di quanto credessi» commentò Whis.
 
«È che ormai sa come funziona, quindi non si preoccupa, si arrabbia e basta» disse Mintaka, facendo spallucce.
 
- E va bene… va bene, alla spesa penserò io domattina, tanto se voglio le cose fatte per bene devo farle da sola. Allora, dove siete finite stavolta?!
 
«Abbiamo vinto una cena in un ristorante non so quanto lontano da casa nostra e siamo ancora qui con un po’di gente che ci fa compagnia» disse Deathstar «Tra cui un micione viola che è tanto caruccio!»
 
«Micione?!... e tu cosa ridi, si può sapere?!» sbottò Beerus, indispettito, all’indirizzo di Whis.
 
«Non so neppure io se lo sto facendo per il “micione” o per il “caruccio”. Forse è più per la seconda! Ohohohohoho!» rise l’angelo.
 
«PIANTALA!» gli intimò Beerus.
 
- “non so quanto lontano da casa nostra”, quindi deduco che vi siate perse un’altra volta. Benissimo. Cercate di tornare entro domattina e non infilatevi in altri guai, perché io non verrò a salvarvi, capito?! Ciao.
 
Detto ciò, Stylequeen chiuse la comunicazione.
 
«Vi siete perse sul serio?» domandò Bulma alle due donne, chiedendosi -tra le altre cose- quel che intendessero dire parlando di “contrabbandieri di scoiattoli” o della metropolitana. Si era persa tutta la storia, aveva solo capito che erano andate a fare la spesa, ma da donna curiosa qual era si ripromise di convincere Lord Beerus a raccontargliela in seguito.
 
«Tendiamo a perderci in generale, se a questo aggiungi che non conosciamo bene la città capisci da te che il rischio di perderci si aggira attorno al novantaquattro per cento di possibilità, arrotondando per difetto» rispose Mintaka «A dire la verità non ricordo neppure l’indirizzo di casa nostra o il nome del quartiere».
 
«Io men che meno» aggiunse Deathstar.
 
«Ma allora come pretendete di tornare a casa?» chiese loro Beerus, perplesso.
 
«Come al solito: sperando che il PDBDC ci assista!»
 
«“PDBDC”?» il Dio della Distruzione aggrottò la fronte «Cosa sarebbe?»
 
«il Potere Della Botta Di Culo, ovvio!»
 
«Oh cielo» sospirò Whis, sia per il linguaggio della risposta che per il contenuto.
 
«Sentite, se volete posso pensarci io» disse Bulma, quasi mossa a compassione «Datemi un qualsiasi punto di riferimento per capire qual è il quartiere in cui abitate e io, con una telefonata, farò arrivare qui un’automobile che vi porti a casa in sicurezza. Immagino che voi non abbiate poteri e abilità tipo, che so… superforza? Volo?» vide le due scuotere il capo «Raggi energetici? Raggi laser?»
 
«Eh… non ora e non qui» disse Mintaka.
 
«L’unico punto di riferimento che mi viene in mente per il quartiere è una pasticceria dove vado spesso, dove fanno pure la pizza. Hanno della roba da mangiare che è una meraviglia! Si chiama “Quasar”. Questo ti è utile?» chiese Deathstar a Bulma.
 
«Assolutamente sì, la conosco» annuì Bulma, per poi avviare una chiamate e portarsi all’orecchio il proprio cellulare «Puoi far arrivare un’automobile qui, da dove sto chiamando? Grazie!»
 
Tempo un minuto e fuori dal ristorante arrivò una lussuosa decappottabile volante di colore bianco.
 
«Ecco fatto. Quando arriverete davanti alla pasticceria, date all’autista le ultime indicazioni per farvi portare a casa» si raccomandò Bulma.
 
«Grazie!» esclamarono in coro le due donne.
 
Due minuti dopo uscirono tutti quanti dal ristorante. Deathstar e Mintaka saltarono letteralmente all’interno della decappottabile, che si alzò in volo.
 
Mintaka salutò Bulma, Beerus e Whis con un cenno della mano. «Grazie ancora per il passaggio e per la compagnia».
 
«Magari ci becchiamo in giro! Se un giorno ti senti affamato come stasera fai un salto al Quasar, Micione, vale la pena» aggiunse Deathstar «Ciao ciao!»
 
L’automobile partì, lasciando così da soli Bulma, Lord Beerus e uno Whis ancora piuttosto divertito da quel “Micione”.
 
«Ohohohoho! Sembra che abbiano già capito bene quant’è goloso, Lord Beerus!»
 
«Non ridere, Whis! Non c’è niente da ridere!» brontolò il dio «Chiamare in quel modo una divinità del mio calibro!...»
 
«Non mi sembra che lei l’abbia rimproverata, però» gli fece notare Bulma.
 
«Non ho avuto tempo e modo!» ribatté lui.
 
«A dire la verità ha avuto entrambi, prima, nel ristorante!» lo punzecchiò la donna, con un sorrisetto.
 
«Ah, fatela finita tutti e due o è la volta buona che distruggo il pianeta! Piuttosto, renditi utile e fammi avere uno di quei cosi che voi umani usate per comunicare, come si chiama, cellulare» ordinò Beerus a Bulma «Son Goku ne aveva uno, me lo mostrò tempo fa quando eravamo qui sulla Terra, c’era dentro un gioco in cui si rompeva la frutta» alias “Fruit Ninja” «Lo voglio anche io!»
 
«Curioso che lo chieda adesso» osservò Whis «Soprattutto sapendo che sul nostro pianeta quegli oggetti non funzionano».
 
«Tu lo farai funzionare, Whis, sappiamo tutti e due che puoi fare questo e altro» ribatté Beerus.
 
«Le farò avere il cellulare prima che lei e Whis torniate a casa, Lord Beerus» cedette Bulma «Però la avviso: per fare telefonate serve il numero di cellulare delle persone che si vogliono chiamare!»
 
«Benissimo, io non devo chiamare nessuno quindi sono a posto. Voglio solo quel giochino della frutta. Ah, e dicci dove si trova questo “Quasar» aggiunse il gatto «Hanno detto che c’è del cibo buono, quindi sicuramente un giorno di questi dovrò andare lì».
 
Era la regola: se un posto aveva del buon cibo da offrire, lui vi si recava.
Sperando, magari, di non incontrare una banda di contrabbandieri di scoiattoli che in ogni caso non avrebbe mai e poi mai potuto costituire un problema.
 

 
 
 
Non credo di avere una giustificazione per tutto ciò… ma non la sto neppure cercando :’D
Intanto ecco qui il primo capitolo di questa cosuccia senza pretese. Non ho pronti anche gli altri, però ho una scaletta, quindi stay tuned  :)
Se avete voglia di dirmi cosa pensate di quel che avete letto sarò lieta di ascoltarvi, o meglio, di leggervi xD
Alla prossima,

 

_Dracarys_

 

P.S.: nel caso che ve lo stiate chiedendo, no, non mi drogo.
P.P.S.: la maledizione del Can-Can è tratta da una storia vera, ahimè :’D

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: _Cthylla_