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Autore: TeamFreeWill    24/04/2018    6 recensioni
Ambietato durante la 13 stagione.
Dal testo
"Bene. Vi ho consegnato Castiel! I patti erano questi!" lo sentì dire. E il biondo non ci vide più. :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Note autrice
Un what if del ritorno di Cass. Io lo immaginavo così il suo ritorno.  Credevo ci mettesse di più a riprendersi, che avesse avuto delle conseguenze la permanenza nel Vuoto. Comunque la storia la scrissi prima di vedere la 13*06 (molto prima)





Dean si risvegliò a fatica. L’odore di muffa e chiuso gli impregnò le narici facendogli lacrimare gli occhi verdi.

Dovette battere diverse volte le palpebre per abituarli alla luce dell’unico neon acceso sopra la sua testa.

Sospirò e si tirò su facendo leva con le braccia. Sputò saliva mista a sangue e dopo che la stanza smise di girare iniziò a osservare quella cella logora.

Si sedette sospirando sull’unica brandina che c’era e chiuse gli occhi pensando e ripensando a cosa fosse effettivamente successo, mai si sarebbe aspettato un risvolto del genere per quello che era partito come normale routine per lui. Si calmò e fece mente locale.

Lui era dovuto andare da solo a Salina per risolvere un caso visto che Sammy si era preso l’influenza.

Sorridendo il maggiore ricordò che lo aveva apostrofato, dicendogli: “Stai invecchiando anche tu fratellino! Abbattuto da una semplice influenza!” con il suo solito modo scherzoso, ottenendo in cambio una cuscinata in faccia!

Poi si era fatto raccomandare che se avesse avuto bisogno di qualcosa, lui sarebbe corso immediatamente a casa , vista la situazione in cui erano con Cass.

Sammy lo rassicurò con il suo solito sorriso e poi quasi ordinò al fratello d’andare. “Vai Dean…non preoccuparti!” 
Dean, anche se non convinto, annuì e partì per Salina. 

Sistemò il caso da possessione da fantasma in meno di tre giorni grazie anche alla collaborazione da casa del moro e stava per ritornare al bunker quando una donna lo avvicinò nel parcheggio del bar in cui si era fermato a bere una birra.

La donna, apparentemente in difficoltà, parlava in modo confuso ed era agitata. Il maggiore, immediatamente, cercò di calmarla, ma appena il ragazzo si distrasse un attimo per chiamare il 911 venne colpito con forza inaudita al volto. Svenne sul colpo finendo contro un cassonetto.

Quando si risvegliò era in quella cella, ma non riuscì a capire come potesse essere finito in quella situazione.

Si stava spremendo le meningi, quando la porta di ferro arrugginita si aprì cigolando.

Immediatamente scattò in piedi sentendo il rumore, vigile e attento stavolta, ma fu bloccato alla parete opposta con un gesto della mano. L’impatto contro la parete lo fece tossire e gemere all’istante.

La donna, la stessa del parcheggio, sorrise maligna guardandolo da capo a piedi.

“Winchester!” disse solo.

“Puttana” sibilò tra i denti il maggiore.

"Maleducato! Facciamo le presentazioni ufficiali” continuò serafica, gustandosi l’espressione di disgusto del biondo che sibilò un ironico ma sincero:“Non mi interessa!”

“Nemmeno a me! Io sono Carmen... un serafino del Signore" La voce altezzosa.

"Come ho detto una puttana!." rispose Dean sarcastico. 

"Rispetto!" Fu l'ammonimento dell'essere celeste. 

"Che vuoi?!" Continuò disobbedendole.

"Quello che volevo, l’ho ottenuto" e attiro a sé il ragazzo che, nonostante opponesse resistenza, nulla poté contro la forza di un serafino.

"Seguimi e capirai da te" e così facendo uscirono, percorsero un lungo corridoio e quando raggiunsero l'ultima porta in fondo, quello che sentì, lo raggelò.
Avrebbe riconosciuto quella voce in mezzo a milioni di voci.

“Che ci fa mio fratello qui?” nella voce, niente più ironia ma solo panico.

Si voltò appena verso il serafino. Poi sbiancò del tutto.

Non poteva essere!

“Da quanto sono qui?” chiese infatti passandosi una mano nei capelli, frustrato.

“Sei rimasto fuori combattimento un giorno e mezzo caro Dean, ma ora ascolta bene quello che sta dicendo Samuel”. La voce divertita. 

"Bene. Vi ho consegnato Castiel! I patti erano questi!" lo sentì dire. E il biondo non ci vide più.

“Cosa?” disse infatti e Carmen rise del panico e dell’orrore del biondo.

“Quando si tratta di te, non ragiona tuo fratello! Quando lo abbiamo raggiunto fuori dalla farmacia e gli abbiamo detto di te, ha perso la testa! Ci ha detto di dargli del tempo per organizzarsi ed eccoci qua. Lui ha suo fratello e noi, Castiel!” raccontò con calma glaciale quella puttana. 

Dean era nel panico.

Come aveva potuto Sam fare una cosa del genere al suo migliore amico? Era una condanna a morte!

"No! No‼” gridò ancora. “Non puoi averlo fatto sul serio!!!" urlò entrando spalancando la porta. Era furioso. 

Il tempo si fermò all’istante imprimendo nella sua mente quell’immagine che mai avrebbe scordato: Cass legato e imbavagliato, spaventato e indifeso; Sam che stringeva la mano a quello che doveva essere un altro serafino. L’ennesimo patto.

"Dean! Sei libero finalmente!” disse il moro quando staccò la mano, sul viso un sorriso sollevato, vedendolo. Fece per abbracciare il fratello correndogli incontro quando il pugno che ricevette lo fece barcollare e se non era per il tavolo lì vicino, sarebbe caduto. Lo guardò massaggiandosi la mascella dolorante.

I serafini nella stanza ridevano a quello spettacolo, ma era ora di rispettare l’accordo pattuito.

"Bene....grazie a tuo fratello Sam, sei libero" e con un gesto della mano i due sparirono per ritrovarsi al parcheggio del bar.

"Ma cosa?!" disse Dean un po’ scombussolato, mentre Sam si appoggiava a Baby respirando affannosamente.

Appena il maggiore si calmò, prese Sam per la collottola facendolo voltare di scatto.

"Stronzo! Hai consegnato Cass a quei bastardi! Hai scambiato la sua vita per me". E un altro pugno, colpì stavolta lo zigomo del minore.

"Calmati Dean! Lasciami spiegare!" Disse spingendolo via.

"Spiegare?! Lo hai condannato a morte!" gridò.

"No!" E cosi facendo prese il telefono e chiamò un numero di cellulare, premendo il tasto “vivavoce”

Il biondo rimase sconcertato quando dall’altro capo del telefono rispose Claire!

“Presumo che Dean abbia dato di matto! Te lo passo subito!” disse la ragazza, mentre sul viso di Dean l’espressione da confusa diveniva sorpresa e poi sollevata quando sentì l’inconfondibile tono dell’angelo.

“Sono Castiel, l’angelo del signore! Sto bene, nonostante la mia memoria sia ancora.... confusa” rispose con noncuranza, il loro amico.

“Oddio Cass! Che bello sentirti! Ma come è possibile che tu sia li??” disse, poi guardò Sammy con espressione mortificata.

Come aveva potuto dubitare di suo fratello?
Solo con gli occhi si scusò e il moro gli fece capire che non c’era niente di cui scusarsi.

“Io…devi parlarne con Sam.... ciao!” e ripassò il cellulare a Claire che salutò i presenti dicendo che li aspettava al bunker, dopo di che, la comunicazione finì.

“Raccontami tutto!” chiese Dean, mentre lui passava le chiavi dell’auto al fratello, si sedevano e il moro ingranava la prima.

“Bene….i bastardi mi hanno raggiunto in farmacia come saprai e mi hanno detto di averti rapito. Il loro folle piano era quello che scambiassi Cass con te…Lo volevano perché sentivano che è stato riportato da Jack in vita e che la sua grazia ha qualcosa di diverso” spiegò, guardando di sottecchi il maggiore.

“Comunque sapevano che avrei dato di matto e infatti…ero nel panico quando mi hanno lasciato solo nel parcheggio” e strinse le mani al volante, sbiancando le nocche.

Sospirò e riprese il racconto. “Sono tornato al bunker nervosissimo e agitatissimo, in pieno panico. Cass, vedendomi in quello stato, mi si è avvicinato e mi ha messo una mano sulla spalla, stringendola appena. Non so come, ma era come se sapesse qualcosa. Ha inclinato la testa e mi ha detto di stare tranquillo. Che tu stavi bene e non ti avevano fatto niente. Eri solo svenuto”

“Oddio! Ma che razza di poteri gli ha trasmesso Jack?!” chiese perplesso il maggiore sentendo di questo potere acquisito dal figlio di lucifero, quando fu riportato in vita.

“Non lo so…sta di fatto che mi sono calmato immediatamente …ci ho messo mezz'ora a pensare ad un piano! E il piano consisteva in un vecchio incantesimo che era presente nei vecchi tomi degli uomini di lettere. Talmente potente da fregare un angelo! Mi serviva solo qualcuno di sacrificabile! Ho chiamato Claire spiegandole ogni cosa, lei è arrivata in meno di un'ora. Una volta che fu arrivata nel bunker, sono andato nella vecchia villa/museo di Sinclear attivando l'entrata nascosta come facemmo quando ci andammo 3 anni fa. Un volta dentro, ho preso in prestito un mutaforma dalla sua collezione privata…L’ho costretto con le cattive ad assumere le sembianze di Cass e poi ho eseguito l’incantesimo che confonde gli angeli. Il resto... sai come è andata”

Dean era senza parole.

Sorrise orgoglioso! “Wow fratellino…sei un genio del…” Ma non finì la frase che Sam inchiodò di colpo.

Davanti a loro, a pochi metri di distanza, i due serafini il cui viso era deformato dalla rabbia! 

Sam cercò di fare retromarcia ma era tutto inutile: la macchina era bloccata.

“Tu! Hai fregato due esseri celesti rifilandoci uno schifoso mostro!” gridó Carmen avanzando implacabile verso l’auto, insieme all’altro.

I due fratelli si guardarono e Dean capì al volo cosa doveva fare.

Prese dal portaoggetti una pistola di riserva. Una pistola che tenevano li nascosta da un po’ di tempo. La misero li per le occasioni di emergenza. E quella lo era. Decisamente lo era.

Dean la prese, la caricò con proiettili anti-angelo, abbassò il finestrino e la puntò verso il serafino uomo che era, in linea d'aria, di fronte a lui. 

Si concentrò!

Fece appena pressione sul grilletto con il dito indice e sparó. Il proiettile fu talmente veloce che l’essere celeste nemmeno se ne accorse quando la piccola ogiva lo colpì al cuore.

La grazia esplose e il corpo cadde a terra privo di vita. Carmen, alla vista di quella scena, si bloccó sul posto.

“Ma cosa?..” sussurrò sorpresa e spaventata da una simile arma, che sapeva non essere la famosa Colt!

I due fratelli scesero e, sempre con la pistola puntata al cuore della donna, le intimarono di non cercare mai più Cass o sarebbe morta anche lei.

“Voi non mi date ordini!” sibilò piena di odio e destandosi, prese la sua lama per attaccare i fratelli. Non sia mai che un serafino si arrenda!

”Bene puttana…come vuoi!”disse Dean che fece esplodere il secondo colpo. La centrò in pieno petto. La morte fu immediata anche per lei.

I due si guardarono e, mantenendo la calma, non persero altro tempo: sistemarono la scena come facevano sempre per non lasciare tracce che riconducesse a loro.

Dopo di che Sammy disse: “Spero che abbiano comunque recepito il messaggio ai piani alti…” voltandosi verso Dean e salendo stavolta dal lato passeggero. Lasciò le redini di Baby al suo fratellone, che rispose convinto: “Penso di sì….non si aspettavano una contro mossa del genere…proiettili ammazza angeli! Almeno, da quella terra di morte abbiamo ricavato qualcosa di buono!" disse riponendo l’arma nel portaoggetti.

“Già…almeno quello…” disse Sammy, che non si era reso conto di aver cominciato a tremare.

“Ehi Sam!” fece Dean osservandolo di sottecchi e Sam si voltò a sua volta confuso verso di lui.

“Cosa c'è?” chiese.

“Tremi! Mi sa che ti è ritornata la febbre!” e senza aspettare un “NO!!” come risposta mise la mano sulla fronte del fratello che scottava molto. “Ecco! Lo sapevo!” disse il maggiore, assumendo un’espressione da mamma chioccia. “Stasera brodino per te!”

Sam rimase per un po’ a guardarlo a bocca aperta, poi sorrise appoggiando la testa al finestrino. Chiuse gli occhi e poco dopo si addormentò sereno e in pace, mentre Baby avanzava lungo la statale che li avrebbe riportati al bunker entro qualche ora.
Di nuovo insieme!





Note autrice
Grazie Cin75 per avermela betata e a Lilyy per aver scovato tutti gli errori ^^.
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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