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Autore: Just_Charlie    24/04/2018    6 recensioni
Clexa fencing (più o meno) AU
Clarke Griffin è una madre single che si destreggia tra lavoro, amici e le fantasie della sua piccola Madi. Quando una storia della buonanotte diventa molto più reale di quanto avesse mai potuto immaginare, Clarke conosce Lexa Woods, la bellissima (e terribile) insegnante di scherma di Madi.
Tra colpi di fioretto e lingue taglienti come spade, riuscirà Clarke ad aprire il suo cuore all'amore?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO: STORIE DELLA BUONANOTTE

                 

                   

«C’era una volta una principessa di nome Alexandra che viveva in una terra devastata dai mostri e dalle guerre» Madi si nascose un pochino sotto le coperte, e guardò sua madre con occhi grandi e spaventati.

«Mamma, è una storia di paura! Come faccio ad addormentarmi adesso?» Clarke sorrise e accarezzò la testa della sua bambina, stringendola a sé.

«Non è una storia di paura, amore, lasciami continuare e vedrai. Allora, c’era una volta una principessa di nome Alexandra che viveva in una terra devastata dai mostri e dalle guerre. Alexandra però non era una principessa normale, perché le principesse delle fiabe si fanno rapire dalle streghe e mettere in torri alte alte alte, con draghi sputafuoco a fare da guardia e pronti a mangiare qualsiasi cavaliere fosse stato abbastanza coraggioso – o forse sciocco? – da tentare di salvare la principessa-»

«Mamma!» protestò Madi; rise e si tirò su da dove si era nascosta sotto le coperte, facendo il broncio «Non la voglio più sentire la tua storia, non mi piace!»

«Ma sta per arrivare la parte bella!»

«Davvero?»

«Mm-mm» Clarke fece segno di sì con la testa, trattenendo le risate. Madi la guardò indecisa, occhi ridotti a due fessure verdi verdi pungenti come spilli. «Perché devi sapere che Alexandra in realtà era una principessa guerriera!»

«Una principessa guerriera?!?!» Madi spalancò gli occhi e si accoccolò accanto a Clarke, di colpo nuovamente interessata. Clarke scoppiò a ridere e la strinse forte, dandole un sonoro bacio sulla fronte. La notte era silenziosa intorno a loro, la città ormai quasi addormentata in quella fresca sera d’autunno. Si sentivano solo le loro risate in quella piccola cameretta dipinta di verde. «Vai avanti, mamma!»

«Okay, okay» Clarke sorrise e si guardò intorno, cercando ispirazione per quella pazza storia improvvisata. Ma sapeva che quello era il genere di fiaba che la sua bimba preferiva. Erano entrambe stanche di leggere libri dove la fanciulla in pericolo veniva salvata dall’aitante giovanotto sul destriero bianco. Perché nel loro mondo le cose erano molto diverse. Nel loro mondo… beh, nel loro mondo di solito erano le ragazze a tirarsi su le maniche e a salvarsi da sole. Era la nonna di Madi, la madre di Clarke, Abby, che curava le persone ogni giorno in ospedale. La zia Octavia era una poliziotta e catturava sempre i cattivi. E la zia Raven sapeva aggiustare tutto, da un’automobile al frullatore impazzito alla bambola che non parlava più quando le schiacciavi la pancia. Madi adorava tutte le donne forti e coraggiose che abitavano il suo mondo.

Perché come diceva la sua mamma quando credeva che Madi non la sentisse – però la bambina la sentiva lo stesso – le donne nel loro mondo spaccavano i culi.

«Allora?» Madi incitò Clarke dandole un colpetto con la spalla «Poi cosa succede?» Clarke arricciò le labbra sorridendo sotto i baffi.

«Succede che Alexandra era una principessa guerriera, giusto? E questo significa che non si faceva spaventare da nessuno. Nel suo regno c’erano mostri e guerre, questo è vero, ma lei li combatteva con tenacia e coraggio. Aveva una spada bellissima che luccicava al sole e con la quale si batteva fieramente. ZAM ZAM ZAM!» Clarke finse di avere una spada tra le mani e mimò un feroce combattimento contro un nemico immaginario. Madi rise e si mise a combattere anche lei, lanciando via con i piedi tutte le coperte: il materasso era diventato un campo di battaglia. «Tutti i cattivi cadevano ai suoi piedi. Aveva un esercito che la seguiva in battaglia e che eseguiva ogni suo ordine, e i nemici tremavano di fronte alla loro potenza. Anche i mostri più mostruosi scappavano via. Il popolo la adorava, perché era una principessa buona e caritatevole e aiutava sempre la sua gente.»

Clarke si fermò un attimo girandosi verso sua figlia, che la guardava con il fiatone per quella lotta improvvisata. Aveva una luce birichina negli occhi che Clarke amava. Anche se lei e Finn erano divorziati ormai da anni e non sempre andavano d’accordo, gli sarebbe sempre stata grata per averla aiutata a crescere la bambina meravigliosa che era Madi. Clarke non aveva la più pallida idea di cosa ne sarebbe stato di lei se non ci fosse stata Madi. Dopo la morte di suo padre era caduta in quello che le era sembrato un abisso senza fondo, oscuro e terrificante, dal quale aveva tanto faticato a risalire. Ma Madi le aveva dato una nuova ragione per vivere. Le aveva dato forza, le aveva dato gioia. Le aveva dato vita.

«Un giorno, Alexandra e le sue truppe arrivarono in un villaggio che era stato attaccato dai mostri» Clarke rimise a posto le coperte e fece segno a Madi di sistemarsi di nuovo accanto a lei. La bambina sorrise e abbracciò Clarke come un piccolo koala. «Le case bruciavano e tutti gli uccellini e gli altri animali erano scappati dal fuoco. Le persone si erano rifugiate nel bosco vicino, in una grande radura dove i bambini giocavano sempre in estate. Tra tutte le persone c’era una ragazza, Clarissa, che nonostante avesse perso molte cose, non aveva perso la speranza. Continuava a combattere e ad aiutare gli altri. Clarissa era una guaritrice, e dopo l’attacco al villaggio si era messa subito a curare i feriti e a trarli in salvo dalle fiamme.»

«Come la nonna?»

«Esattamente, piccola mia, proprio come la nonna» Clarke le accarezzò la testa e controllò la sveglia sul comodino. Era quasi ora di andare a dormire: Madi il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola, e lei al lavoro; avrebbero dovuto svegliarsi presto. «E sai cosa successe dopo?»

«Cosa cosa cosa?» chiese Madi eccitata. «Dimmiiiiii»

«Successe che, come avevo detto prima, Alexandra e i suoi soldati arrivarono al villaggio, spensero le fiamme e tentarono di salvare il salvabile, che non era molto, ma pur sempre qualcosa. Andarono poi nel bosco per aiutare le persone che erano scappate. E lì, la principessa Alexandra conobbe Clarissa. E fu amore a prima vista.»

«Ooooohhhhhhhh» Madi non riuscì a trattenere uno sbadiglio. Si sistemò meglio sulla spalla di Clarke e chiuse gli occhi. Clarke le rimboccò le coperte sorridendo amorevolmente. «E poi?»

«E poi il resto della storia te la racconto domani, adesso è ora di fare le nanne» Clarke le diede un altro bacio sulla fronte e si alzò dal letto. Accese la luce notturna e spense quella più grande sul comodino, e si avviò verso la porta. «Buonanotte, amore mio.»

«’Notte mamma» disse Madi, già mezza addormentata. Clarke si fermò davanti alla porta a guardare sua figlia, sorridendo. Dio, quanto l’amava. «Mamma?»

«Sì, tesoro?» chiese Clarke tornando alla realtà dal piccolo sogno ad occhi aperti in cui era caduta guardando la sua bambina.

«Posso essere anch’io una principessa guerriera come Alexandra?»

Clarke sbuffò divertita e annuì. «Certo, ma tu sei già una principessa guerriera. La mia piccola principessa guerriera.»

Madi sorrise, le mandò un bacio e si addormentò.

Clarke chiuse lentamente la porta della stanza per non fare rumore e andò anche lei a letto.

Fu così, con una semplice storia della buonanotte, che cominciò tutto. Fu così che cominciò la storia della principessa dai capelli dorati che si innamorò della guerriera dagli occhi verdi. Ma né Clarke né Madi ancora lo sapevano. Lo avrebbero scoperto più avanti, poco per volta.

Per quella notte, Clarke poté soltanto sognare bellissime principesse guerriere, senza sapere che ne avrebbe presto incontrata una che le avrebbe rubato il cuore.

***

Clarke non aveva ancora la più pallida idea di cosa avesse cominciato con quella storia della buonanotte. Non ci sarebbe voluto molto, però, perché lo capisse.

La sua ignoranza durò esattamente una notte.

«Mamma, da grande voglio fare la principessa guerriera» esordì Madi la mattina dopo, entrando in cucina per fare colazione. Saltò sopra allo sgabello e incrociò le braccia, guardando Clarke con lo sguardo determinato di chi non è disposto a cedere.

«Buongiorno anche a te, Madi» la prese in giro Clarke con un sorriso, senza girarsi verso di lei. Non era una grande cuoca e le uova avevano bisogno di tutta la sua concentrazione. Un giorno, forse il mese precedente – o quello prima? Clarke non ricordava esattamente – si era distratta un attimo ed era finita con le uova arrostite e il rilevatore di fumo che bippava a tutto spago. Meglio non ripetere figuracce del genere. Clarke versò le uova dalla padella al piatto di Madi, ne prese un po’ anche per sé e si sedette accanto a Madi. Il succo all’arancia era già davanti a loro, e con esso posate, salviette e tutto l’occorrente per una colazione coi fiocchi.

Perché Madi non si era ancora fiondata sul piatto come al solito, allora?

«Madi?» la chiamò Clarke, guardandola con le sopracciglia alzate. La bambina era ancora ferma al suo posto, braccia incrociate e sguardo deciso puntato addosso a Clarke.

«Voglio fare la principessa guerriera» disse, seria come solo una bambina di dieci anni poteva essere. Clarke sorrise e le scompigliò i capelli – sapeva perfettamente che Madi lo detestava; era esattamente per quello che Clarke lo faceva – invitandola a cominciare a mangiare «perché le principesse guerriere non possono combattere a stomaco vuoto!».

Madi si rimise a posto i capelli, le fece la linguaccia ma si mise finalmente a mangiare. Inalò le uova strapazzate e bevve il succo tutto d’un fiato, poi saltò giù dallo sgabello e corse a lavarsi i denti e a prendere lo zaino per andare a scuola. Clarke non aveva ancora finito le sue uova quando Madi tornò giù in cucina, tutta pronta per partire, e guardò sua madre, in attesa.

«Allora?» disse Madi, impaziente.

Clarke assottigliò lo sguardo, indecisa se sgridare sua figlia per il comportamento o scoppiare a ridere «Fammi finire di mangiare, almeno. E poi cos’è tutto questo entusiasmo? La gita al museo non è che tra una settimana.»

«Voglio chiedere alla signorina Fisher – la maestra di scienze – come si fa a diventare una principessa guerriera! Lei sa sempre tutto!» Clarke alzò gli occhi al cielo e nascose un sorriso, ma si sbrigò comunque per portare sua figlia a scuola. Lavati i denti anche lei (perché una madre deve sempre dare il buon esempio) e presa la borsa per il lavoro, Clarke recuperò le chiavi della macchina e insieme a Madi uscì di casa.

Madi passò tutto il breve tragitto verso scuola continuando a muoversi sul sedile, incontentabile. Sua mamma non voleva guidare più veloce. La musica alla radio non era quella giusta. Neanche i bambini che camminavano per strada con le loro mamme erano giusti. Non erano invincibili guerrieri o mostri da combattere, e il mondo non era una terra desolata da salvare. Ma soprattutto, lei non era ancora una principessa guerriera.

Clarke si fermò davanti alla scuola e Madi si fiondò a slacciarsi la cintura, ma Clarke la bloccò con una mano «Aspetta un attimo, Madi.»

Madi sbuffò e si girò verso di lei «Cosa c’eeeeeeeee?»

Clarke alzò un sopracciglio e serrò le labbra «Intanto la smetti con questo atteggiamento» Madi diventò rossa rossa e mormorò uno «scusa mamma» nella generale direzione di Clarke «Per questa volta ti perdono, ma calmati. Ti ho detto che potrai diventare una principessa guerriera, ma con calma. La pazienza è una della virtù più importanti che una principessa può avere, lo sapevi?» Madi negò con la testa e guardò sua madre, interessata «Deve ascoltare tutte le lamentele del popolo ogni singolo giorno, deve essere noiosissimo! Ma una principessa è paziente e ascolta tutti con un sorriso e una parola gentile. Quindi non correre troppo, okay?»

«Va bene, mamma»

Clarke le diede uno schioccante bacio sulla guancia e la salutò con un sorriso «Ora vai, e non divertirti troppo, principessa!»

Madi rise e ricambiò il bacio, poi volò fuori dalla macchina per rincorrere i suoi amichetti.

Clarke la guardò scuotendo la testa, poi fece retromarcia e si avviò verso la galleria d’arte dove lavorava. Una principessa guerriera. Sorrise, pensando alle piccole fantasie della sua bambina. Il mese prima voleva diventare un’astronauta con tutta se stessa, e l’aveva esasperata finché Clarke non aveva ceduto e nel weekend le aveva dipinto un cielo stellato – con tutte le costellazioni al posto giusto – sul soffitto della sua cameretta. Ma come le era venuta quella mania, così era volata via. E sarebbe stato lo stesso anche quella volta. Madi cambiava idea molto spesso, si ossessionava su qualcosa per un certo periodo, e poi perdeva tutto l’interesse e passava a qualcos’altro, come con i giocattoli nuovi. Ma non erano così tutti i bambini?

Quindi Clarke non si preoccupava. Dopo il lavoro le avrebbe comprato una spada di plastica che l’avrebbe fatta felice finché non le fosse venuta voglia di diventare qualcos’altro, e basta. Nel weekend Madi sarebbe andata a stare da Finn e avrebbe fatto impazzire anche lui – il che non dispiaceva affatto a Clarke, proprio zero. Madi era ancora in quell’età in cui i sogni sono grandi e meravigliosi, ma al tempo stesso impossibili. Le sarebbe passata.

 

(Oh, quanto si sbagliava!)

***

«Cos’è questa storia della “principessa guerriera”?» chiese Finn quella domenica sera, quando riportò Madi a casa di Clarke dopo il weekend passato con sua figlia. Madi era corsa dentro per vedere i cartoni, mentre loro due erano rimasti fermi davanti alla porta di casa, come sempre. Era una delle regole che Raven e Octavia avevano dato a Clarke quando lei e Finn avevano deciso di separarsi. Non lasciarlo entrare, sarai costretta a cacciarlo via di nuovo1 . All’inizio era stata difficile da seguire, ma con il tempo Clarke ci era riuscita. Da allora aveva seguito sempre quella regola, e la sua vita era nettamente migliorata.

Clarke sorrise, e raccontò al suo ex marito da dove era cominciata tutta quella storia. Finn scoppiò a ridere e diede poca importanza alla «nuova stravaganza di tua figlia». Clarke aggrottò le sopracciglia. Andava bene scherzare, ma Madi ci credeva davvero, e loro due, in quanto suoi genitori, dovevano supportarla nei suoi progetti, per quanto impossibili. La fantasia andava alimentata, non repressa, soprattutto alla sua età. Clarke serrò le labbra, ma non disse niente. Sempre il solito Finn. C’era un motivo se si erano separati: erano troppo diversi. Ma in fondo Finn era un bravo genitore per Madi. Anche se non capiva tutto quello che passava per la testa di sua figlia – e chi mai ci riusciva, del resto? Clarke certamente no – la stava educando bene. In un certo senso, lui e Clarke si compensavano.

Si diedero la buona notte e si salutarono, poi Finn se ne andò e Clarke chiuse la porta. Lasciò che Madi guardasse un altro po’ i cartoni, poi la mise a letto.

«Allora, come è andata da papà?» chiese Clarke stendendosi nel piccolo letto accanto a lei.

Madi sorrise. «Benissimo!» disse, e si lanciò in uno stringatissimo resoconto del fine settimana: erano andati al parco giochi, Finn le aveva preso il gelato anche se faceva un po’ freddo – a quella notizia, Clarke le diede un piccolo pizzicotto sul fianco, facendola scoppiare a ridere «Ti ho detto niente gelato quando fa freddo! Ti fa venire mal di pancia» «Looo sooo mamma ma il gelato al cocco è così buono!» – e la domenica avevano fatto i compiti assieme. «Fine!» esclamò Madi una volta che ebbe finito, cioè mezzo minuto dopo «Adesso mi racconti come va avanti la storia?»

«Quale storia?» chiese Clarke nonostante sapesse perfettamente di cosa Madi stesse parlando.

«Quella della principessa guerriera, ovviamente!» esclamò Madi, indignata che sua madre avesse potuto dimenticarsi di quella storia fantastica.

«Hmmm, vediamo se sei stata abbastanza brava da meritarti la storia…» disse Clarke fingendo di pensarci su, trattenendo a stento le risate. Madi la prese per le spalle e tentò di scrollarla, ma non riuscì a muoverla di un centimetro, piccolina com’era.

«Daaaaaai mammaaaa per favore per favore per favore per favore! Giuro che sarò la bambina più brava di tutto l’universo bambini alieni compresi!»

 Clarke si mise a ridere, una risatina che le fece quasi male alla pancia e alle guance «Beh, se sono compresi anche i bambini alieni… allora dimmi, dove eravamo arrivate?»

«A quando Alexandra la principessa guerriera incontra la guaritrice Clarissa e Alexandra si innamora a prima vista! Poi cosa succede? Dimmi che anche Clarissa si innamora tipregotipregotiprego!!» Clarke, dopo false minacce di non raccontarle più la storia, riuscì a calmare Madi un po’. La bambina si stese a letto sotto le coperte, fremente, e si girò verso Clarke. «Adesso che sono calma mi racconti?»

Clarke annuì e chiuse gli occhi, raccogliendo le idee. Il venerdì prima alla galleria d’arte era arrivato un quadro bellissimo per una nuova esposizione. Era intitolato Tempesta e ritraeva una ballerina che danzava con un tutù rappresentato da una tempesta in mare, con una vecchia nave in procinto di affondare. Clarke lo aveva adorato dal primo istante in cui l’aveva visto. L’aveva ispirata a dipingere nel weekend un quadro che non aveva ancora finito, ma che già le piaceva. E la ispirò anche quella sera. «Allora, abbiamo detto che per Alexandra fu amore a prima vista; ma non fu lo stesso per Clarissa. Ci volle un imprevisto che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia perché Clarissa scoprisse la bontà di cuore della principessa.»

«Oh mamma! Cosa è accaduto?» chiese Madi curiosa, portandosi una mano alla bocca.

«Una terribile tempesta» disse Clarke con voce seria «Le case del villaggio erano distrutte e non c’era luogo in cui ripararsi. Ma Clarissa conosceva bene quel bosco, era cresciuta lì dopotutto, e si ricordò che non molto distante vi erano delle grotte abbastanza grandi da coprire tutti gli abitanti del villaggio. Così Alexandra e Clarissa guidarono insieme la loro gente al riparo nelle grotte. Non vi era esattamente spazio per tutti, ma Alexandra cedette il suo posto per salvare i bambini dall’acquazzone. Quel gesto di generosità e altruismo non passò inosservato agli occhi di Clarissa. La ragazza si accorse di quanto buona fosse veramente la sua principessa, e la vide sotto una luce nuova. Non era soltanto una bravissima spadaccina e una giusta governante, ma anche una bella persona. I suoi occhi si illuminavano di una bellissima luce quando rideva, e i suoi capelli rossi sembravano fiamme ardenti che crepitavano nel vento. A Clarissa sembrò bellissima.»

«Ooooohhhh si innamoranooooo!» esclamò Madi eccitata. Clarke sorrise, e annuì.

«Sì, si innamorarono» disse Clarke baciando la sua bambina sulla fronte «Si innamorarono di quell’amore così potente da sconfiggere ogni difficoltà. Quell’amore così vero e puro che va oltre la distanza e la morte, e dura in eterno.» Clarke stava pensando ai suoi genitori, all’amore che li aveva uniti e che ancora li univa, nonostante suo padre fosse morto. Sua madre aveva voltato pagina, questo era vero, e aveva trovato una nuova persona con cui condividere la sua vita, ma Clarke sapeva per certo che un pezzo del cuore di Abby sarebbe per sempre appartenuto a suo padre.

Madi aggrottò le sopracciglia, e guardò sua madre pensierosa. Clarke lo notò e le chiese quale fosse il problema, stringendola a sè.

«Mamma, è quello l’amore tra te e papà?»

Clarke guardò sua figlia e si morse il labbro, senza sapere cosa dire. Madi era troppo piccola per certe cose, ma al tempo stesso aveva una maturità che andava ben oltre la sua età; non lo mostrava sempre, ma lo faceva nei momenti che contavano, come quello. Clarke sospirò e decise di dirle la verità «No, piccola mia. L’amore tra me e papà è finito, non è durato per sempre. Però né io né lui ormai siamo più tristi per questo, e non ci pentiamo in alcun modo di esserci amati come ci siamo amati» Clarke le sorrise e le fece l’occhiolino «Perché altrimenti non ci sarebbe stata questa bambina piccolina a cui voglio un mondo di bene e che è tutta la mia vita» disse, e si lanciò a fare il solletico a Madi. Madi urlò e scoppiò a ridere, e tentò di scappare da sua madre. Ma Clarke la avvolse in un abbraccio così forte che quasi le mozzò il fiato, senza lasciarla più andare «Sei tu, amore mio. Il mio amore per te è quel genere di amore, senza fine.»

Madi ricambiò l’abbraccio di sua madre e la riempì di bacini, facendola scoppiare a ridere «Anche io ti amo tanto mamma, ma tanto tanto tanto» Madi allargò le braccia e fece un sorrisone a trentadue denti che sciolse completamente Clarke «Ti amo tanto così!»

Clarke la abbracciò di nuovo e le baciò la testa. «Anche io ti amo tanto così.»

Stettero in silenzio per un po’, beandosi della piccola bolla di felicità che riuscivano a creare solo loro due. A un certo punto, però, Madi alzò la testa e disse: «Allora? Come finisce la storia della principessa guerriera?»

Clarke rise e le raccontò la fine della storia «Finisce che Alexandra e Clarissa si sposarono, e insieme riuscirono a sconfiggere tutti i mostri e a vincere tutte le guerre. Il villaggio dove prima viveva Clarissa venne ricostruito, e con quello anche tutti quelli che erano stati distrutti durante la guerra. Clarissa continuò a curare le persone malate che chiedevano il suo aiuto, e insieme ad Alexandra governò giustamente quella terra rinata. E vissero per sempre felici e contente!»

Madi sbadigliò e si sistemò meglio nel letto, tirandosi su da sola le coperte «Mi è piaciuta questa storia. Voglio sapere però anche cosa succede dopo! Non puoi dire “e vissero felici e contente” e basta! Io voglio sapere!» protestò trattenendo a stento un altro sbadiglio «Ci saranno dei bambini? Nessun cattivo arriverà mai più? C’è la magia in quella terra? E i draghi? Io li voglio i draghi sputafuoco anche se non devono per forza fare la guardia alle principesse rinchiuse nelle torri alte alte alte…» Madi sbadigliò ancora e chiuse gli occhi, sorridendo beata.

«Certo amore, ti racconterò tutto quello che vuoi» disse Clarke baciando la sua bambina. Spense la luce e le augurò buonanotte come ogni sera, ricevendo in cambio un bacino al volo e uno strascicato «’notte, mamma» da parte di una Madi quasi addormentata. Clarke sorrise e chiuse la porta della camera di Madi.

Sì, le avrebbe raccontato tutto quello che avrebbe voluto. La rendeva troppo debole per non accontentarla in una cosa così semplice.

***

Le settimane passarono, e con esse sembrò che anche la nuova passione di Madi per le principesse guerriere si fosse affievolita – dopo aver guardato qualche puntata di Xena su Netflix, ovviamente, ed essersi innamorata di Olimpia perché il suo nome le ricordava la zia Octavia – con grande piacere di Finn e una nota di amarezza da parte di Clarke. Aveva cominciato ad affezionarsi ad Alexandra e Clarissa, con le loro mille avventure e il loro amore eterno.

Finché un giorno Madi non corse alla macchina di Clarke, una volta uscita da scuola come ogni giorno, con un foglietto piegato tra le mani. Aprì la porta del passeggero con un grande sorriso e salutò Clarke con un bacio persino più entusiasta del solito.

«La signorina Fisher mi ha trovato un modo per diventare una principessa guerriera!» disse, e porse a Clarke il foglietto ripiegato, eccitata. «Ti prego ti prego mamma dimmi che posso farlo!» Madi mimò con le mani una preghiera e tirò fuori la sua espressione più tenera, alla quale Clarke non riusciva mai a resistere.

Un campanello d’allarme si accese nella testa di Clarke. Questa bimba mi vuole fregare, lo so per certo. Clarke assottigliò gli occhi e prese in mano il foglio, aprendolo. Quello che vi era scritto, però, la lasciò completamente a bocca aperta.

Era il volantino di un corso di scherma per bambini.

«Dato che tu e papà dite sempre che sono la vostra principessa, la signorina Fisher ha pensato che mi basta imparare ad essere una guerriera!» disse Madi tutta felice «Così imparo a combattere come mi hai mostrato tu! ZAM ZAM ZAM

Clarke era senza parole, non aveva la più pallida idea di come rispondere a sua figlia. Continuava a fissare il volantino senza sapere cosa dire.

Graficamente parlando, quel volantino era fatto bene. L’occhio artistico di Clarke aveva subito notato la perfetta disposizione delle immagini e delle parole, volta a indirizzare l’occhio sulle parti più importanti. Una delle immagini ritraeva quella che presumibilmente era una donna vestita con l’equipaggiamento completo da scherma, con in vista solo dei lunghi capelli castani raccolti in una coda che le usciva dalla maschera. Aveva in mano un fioretto – Clarke non capiva niente di scherma, ma aveva imparato a distinguere le armi guardando le Olimpiadi – e sembrava pronta ad attaccare un avversario che non era stato inquadrato. Era affascinante il modo in cui era posta, sembrava l’avessero immortalata mentre danzava. Clarke capiva alla perfezione perché sua figlia ne fosse stata così attratta.

Clarke alzò gli occhi verso Madi, che la stava ancora guardando speranzosa. Clarke ci pensò un po’ su, poi alzò un dito verso Madi.

«Prima ne devo parlare con tuo padre, ma se ti comporti bene ti facciamo fare le lezioni di prova e poi decidiamo insieme» Madi esplose in un urlo di felicità e si mise a danzare sul sedile, incapace di trattenere la sua gioia. Stritolò Clarke in un abbraccio infinito che lasciò entrambe senza fiato.

«Grazie grazie grazie grazie GRAZIE!»

Clarke sorrise alla felicità di sua figlia, e mise in moto l’auto per tornare a casa.

Non avrebbe mai potuto immaginare cosa quella decisione le avrebbe portato.

Quell’amore così vero e puro che va oltre la distanza e la morte, e dura in eterno.

              

                  

             

1: traduzione piena di licenze poetiche di un verso della canzone New Rules di Dua Lipa. L'idea mi è venuta da una fanfiction di una mia amica che presto verrà pubblicata su ao3. Non appena la pubblicherà vi includerò il link alla fic :)

                 

                                               

Buongiorno/buonasera/buonanotte a tutti! Torno con una piccola fic molto tenera e leggera che spero vi piacerà. Per tutti coloro che stanno leggendo anche la mia altra fic, Come le parole che non ti  ha mai detto, sappiate che non sono morta. Sono stata super impegnata in questo ultimo periodo e diciamo che quella storia non è così facile da scrivere. Ma non vi preoccupate, la finirò.

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, le recensioni sono molto gradite, non siate timidi! ;)

Al prossimo aggiornamento!

              

                   

   
 
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