CAPITOLO UNO: STORIE DELLA BUONANOTTE
«C’era
una volta una principessa di nome Alexandra che viveva
in una terra devastata dai mostri e dalle guerre» Madi si
nascose un pochino
sotto le coperte, e guardò sua madre con occhi grandi e
spaventati.
«Mamma,
è una storia di paura! Come faccio ad addormentarmi
adesso?» Clarke sorrise e accarezzò la testa della
sua bambina, stringendola a
sé.
«Non
è una storia di paura, amore, lasciami continuare e
vedrai. Allora, c’era una volta una principessa di nome
Alexandra che viveva in
una terra devastata dai mostri e dalle guerre. Alexandra
però non era una
principessa normale, perché le principesse delle fiabe si
fanno rapire dalle
streghe e mettere in torri alte alte alte, con draghi sputafuoco a fare
da
guardia e pronti a mangiare qualsiasi cavaliere fosse stato abbastanza
coraggioso – o forse sciocco? – da tentare di
salvare la principessa-»
«Mamma!»
protestò Madi; rise e si tirò su da dove si era
nascosta sotto le coperte, facendo il broncio «Non la voglio
più sentire la tua
storia, non mi piace!»
«Ma
sta per arrivare la parte bella!»
«Davvero?»
«Mm-mm»
Clarke fece segno di sì con la testa, trattenendo le
risate. Madi la guardò indecisa, occhi ridotti a due fessure
verdi verdi
pungenti come spilli. «Perché devi sapere che
Alexandra in realtà era una
principessa guerriera!»
«Una
principessa guerriera?!?!» Madi spalancò gli occhi
e si
accoccolò accanto a Clarke, di colpo nuovamente interessata.
Clarke scoppiò a
ridere e la strinse forte, dandole un sonoro bacio sulla fronte. La
notte era
silenziosa intorno a loro, la città ormai quasi addormentata
in quella fresca
sera d’autunno. Si sentivano solo le loro risate in quella
piccola cameretta
dipinta di verde. «Vai avanti, mamma!»
«Okay,
okay» Clarke sorrise e si guardò intorno, cercando
ispirazione
per quella pazza storia improvvisata. Ma sapeva che quello era il
genere di
fiaba che la sua bimba preferiva. Erano entrambe stanche di leggere
libri dove
la fanciulla in pericolo veniva salvata dall’aitante
giovanotto sul destriero
bianco. Perché nel loro mondo le cose erano molto diverse.
Nel loro mondo… beh,
nel loro mondo di solito erano le ragazze a tirarsi su le maniche e a
salvarsi
da sole. Era la nonna di Madi, la madre di Clarke, Abby, che curava le
persone
ogni giorno in ospedale. La zia Octavia era una poliziotta e catturava
sempre i
cattivi. E la zia Raven sapeva
aggiustare tutto, da un’automobile al frullatore impazzito
alla bambola che non
parlava più quando le schiacciavi la pancia. Madi adorava
tutte le donne forti
e coraggiose che abitavano il suo mondo.
Perché
come diceva la sua mamma quando credeva che Madi non
la sentisse – però la bambina la sentiva lo stesso
– le donne nel loro mondo spaccavano
i culi.
«Allora?»
Madi incitò Clarke dandole un colpetto con la
spalla «Poi cosa succede?» Clarke
arricciò le labbra sorridendo sotto i baffi.
«Succede
che Alexandra era una principessa guerriera, giusto?
E questo significa che non si faceva spaventare da nessuno. Nel suo
regno
c’erano mostri e guerre, questo è vero, ma lei li
combatteva con tenacia e
coraggio. Aveva una spada bellissima che luccicava al sole e con la
quale si
batteva fieramente. ZAM ZAM ZAM!»
Clarke finse di avere una spada tra le mani e mimò un feroce
combattimento
contro un nemico immaginario. Madi rise e si mise a combattere anche
lei,
lanciando via con i piedi tutte le coperte: il materasso era diventato
un campo
di battaglia. «Tutti i cattivi cadevano ai suoi piedi. Aveva
un esercito che la
seguiva in battaglia e che eseguiva ogni suo ordine, e i nemici
tremavano di
fronte alla loro potenza. Anche i mostri più mostruosi
scappavano via. Il
popolo la adorava, perché era una principessa buona e
caritatevole e aiutava
sempre la sua gente.»
Clarke si
fermò un attimo girandosi verso sua figlia, che la
guardava con il fiatone per quella lotta improvvisata. Aveva una luce
birichina
negli occhi che Clarke amava. Anche se lei e Finn erano divorziati
ormai da
anni e non sempre andavano d’accordo, gli sarebbe sempre
stata grata per averla
aiutata a crescere la bambina meravigliosa che era Madi. Clarke non
aveva la
più pallida idea di cosa ne sarebbe stato di lei se non ci
fosse stata Madi.
Dopo la morte di suo padre era caduta in quello che le era sembrato un
abisso
senza fondo, oscuro e terrificante, dal quale aveva tanto faticato a
risalire.
Ma Madi le aveva dato una nuova ragione per vivere. Le aveva dato
forza, le
aveva dato gioia. Le aveva dato vita.
«Un
giorno, Alexandra e le sue truppe arrivarono in un
villaggio che era stato attaccato dai mostri» Clarke rimise a
posto le coperte
e fece segno a Madi di sistemarsi di nuovo accanto a lei. La bambina
sorrise e
abbracciò Clarke come un piccolo koala. «Le case
bruciavano e tutti gli
uccellini e gli altri animali erano scappati dal fuoco. Le persone si
erano
rifugiate nel bosco vicino, in una grande radura dove i bambini
giocavano
sempre in estate. Tra tutte le persone c’era una ragazza,
Clarissa, che
nonostante avesse perso molte cose, non aveva perso la speranza.
Continuava a
combattere e ad aiutare gli altri. Clarissa era una guaritrice, e dopo
l’attacco al villaggio si era messa subito a curare i feriti
e a trarli in
salvo dalle fiamme.»
«Come
la nonna?»
«Esattamente,
piccola mia, proprio come la nonna» Clarke le
accarezzò la testa e controllò la sveglia sul
comodino. Era quasi ora di andare
a dormire: Madi il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola, e lei al
lavoro;
avrebbero dovuto svegliarsi presto. «E sai cosa successe
dopo?»
«Cosa
cosa cosa?» chiese Madi eccitata. «Dimmiiiiii»
«Successe
che, come avevo detto prima, Alexandra e i suoi
soldati arrivarono al villaggio, spensero le fiamme e tentarono di
salvare il
salvabile, che non era molto, ma pur sempre qualcosa. Andarono poi nel
bosco
per aiutare le persone che erano scappate. E lì, la
principessa Alexandra conobbe
Clarissa. E fu amore a prima vista.»
«Ooooohhhhhhhh»
Madi non riuscì a trattenere uno sbadiglio. Si
sistemò meglio sulla spalla di
Clarke e chiuse gli occhi. Clarke le rimboccò le coperte
sorridendo
amorevolmente. «E poi?»
«E poi
il resto della storia te la racconto domani, adesso è
ora di fare le nanne» Clarke le diede un altro bacio sulla
fronte e si alzò dal
letto. Accese la luce notturna e spense quella più grande
sul comodino, e si
avviò verso la porta. «Buonanotte, amore
mio.»
«’Notte
mamma» disse Madi, già mezza addormentata. Clarke
si
fermò davanti alla porta a guardare sua figlia, sorridendo.
Dio, quanto
l’amava. «Mamma?»
«Sì,
tesoro?» chiese Clarke tornando alla realtà dal
piccolo
sogno ad occhi aperti in cui era caduta guardando la sua bambina.
«Posso
essere anch’io una principessa guerriera come
Alexandra?»
Clarke
sbuffò divertita e annuì. «Certo, ma tu
sei già una
principessa guerriera. La mia piccola principessa guerriera.»
Madi sorrise, le
mandò un bacio e si addormentò.
Clarke chiuse
lentamente la porta della stanza per non fare
rumore e andò anche lei a letto.
Fu
così, con una semplice storia della buonanotte, che
cominciò tutto. Fu così che cominciò
la storia della principessa dai capelli
dorati che si innamorò della guerriera dagli occhi verdi. Ma
né Clarke né Madi
ancora lo sapevano. Lo avrebbero scoperto più avanti, poco
per volta.
Per quella
notte, Clarke poté soltanto sognare bellissime
principesse guerriere, senza sapere che ne avrebbe presto incontrata
una che le
avrebbe rubato il cuore.
***
Clarke non aveva
ancora la più pallida idea di cosa avesse
cominciato con quella storia della buonanotte. Non ci sarebbe voluto
molto,
però, perché lo capisse.
La sua ignoranza
durò esattamente una notte.
«Mamma,
da grande voglio fare la principessa guerriera»
esordì Madi la mattina dopo, entrando in cucina per fare
colazione. Saltò sopra
allo sgabello e incrociò le braccia, guardando Clarke con lo
sguardo
determinato di chi non è disposto a cedere.
«Buongiorno
anche a te, Madi» la prese in giro Clarke con un
sorriso, senza girarsi verso di lei. Non era una grande cuoca e le uova
avevano
bisogno di tutta la sua concentrazione. Un giorno, forse il mese
precedente – o
quello prima? Clarke non ricordava esattamente – si era
distratta un attimo ed
era finita con le uova arrostite e il rilevatore di fumo che bippava a tutto spago. Meglio
non ripetere figuracce del genere.
Clarke versò le uova dalla padella al piatto di Madi, ne
prese un po’ anche per
sé e si sedette accanto a Madi. Il succo
all’arancia era già davanti a loro, e
con esso posate, salviette e tutto l’occorrente per una
colazione coi fiocchi.
Perché
Madi non si era ancora fiondata sul piatto come al
solito, allora?
«Madi?»
la chiamò Clarke, guardandola con le sopracciglia
alzate. La bambina era ancora ferma al suo posto, braccia incrociate e
sguardo
deciso puntato addosso a Clarke.
«Voglio
fare la principessa guerriera» disse, seria come solo
una bambina di dieci anni poteva essere. Clarke sorrise e le
scompigliò i
capelli – sapeva perfettamente che Madi lo detestava;
era esattamente per quello che Clarke lo faceva – invitandola
a cominciare a
mangiare «perché le
principesse guerriere
non possono combattere a stomaco vuoto!».
Madi si rimise a
posto i capelli, le fece la linguaccia ma si
mise finalmente a mangiare. Inalò le uova strapazzate e
bevve il succo tutto
d’un fiato, poi saltò giù dallo
sgabello e corse a lavarsi i denti e a prendere
lo zaino per andare a scuola. Clarke non aveva ancora finito le sue
uova quando
Madi tornò giù in cucina, tutta pronta per
partire, e guardò sua madre, in
attesa.
«Allora?»
disse Madi, impaziente.
Clarke
assottigliò lo sguardo, indecisa se sgridare sua
figlia per il comportamento o scoppiare a ridere «Fammi
finire di mangiare,
almeno. E poi cos’è tutto questo entusiasmo? La
gita al museo non è che tra una
settimana.»
«Voglio
chiedere alla signorina Fisher – la maestra di
scienze – come si fa a diventare una principessa guerriera!
Lei sa sempre
tutto!» Clarke alzò gli occhi al cielo e nascose
un sorriso, ma si sbrigò comunque
per portare sua figlia a scuola. Lavati i denti anche lei
(perché una madre
deve sempre dare il buon esempio) e presa la borsa per il lavoro,
Clarke
recuperò le chiavi della macchina e insieme a Madi
uscì di casa.
Madi
passò tutto il breve tragitto verso scuola continuando a
muoversi sul sedile, incontentabile. Sua mamma non voleva guidare
più veloce.
La musica alla radio non era quella giusta. Neanche i bambini che
camminavano
per strada con le loro mamme erano giusti. Non erano invincibili
guerrieri o
mostri da combattere, e il mondo non era una terra desolata da salvare.
Ma
soprattutto, lei non era ancora una principessa guerriera.
Clarke si
fermò davanti alla scuola e Madi si fiondò a
slacciarsi la cintura, ma Clarke la bloccò con una mano
«Aspetta un attimo,
Madi.»
Madi
sbuffò e si girò verso di lei «Cosa c’eeeeeeeee?»
Clarke
alzò un sopracciglio e serrò le labbra
«Intanto la
smetti con questo atteggiamento» Madi diventò
rossa rossa e mormorò uno «scusa
mamma» nella generale direzione di
Clarke «Per questa volta ti perdono, ma calmati. Ti ho detto
che potrai
diventare una principessa guerriera, ma con calma. La pazienza
è una della
virtù più importanti che una principessa
può avere, lo sapevi?» Madi negò con
la testa e guardò sua madre, interessata «Deve
ascoltare tutte le lamentele del
popolo ogni singolo giorno, deve essere noiosissimo! Ma una principessa
è
paziente e ascolta tutti con un sorriso e una parola gentile. Quindi
non
correre troppo, okay?»
«Va
bene, mamma»
Clarke le diede
uno schioccante bacio sulla guancia e la
salutò con un sorriso «Ora vai, e non divertirti
troppo, principessa!»
Madi rise e
ricambiò il bacio, poi volò fuori dalla macchina
per rincorrere i suoi amichetti.
Clarke la
guardò scuotendo la testa, poi fece retromarcia e
si avviò verso la galleria d’arte dove lavorava. Una principessa guerriera. Sorrise,
pensando alle piccole fantasie
della sua bambina. Il mese prima voleva diventare
un’astronauta con tutta se
stessa, e l’aveva esasperata finché Clarke non
aveva ceduto e nel weekend le
aveva dipinto un cielo stellato – con tutte le costellazioni
al posto giusto –
sul soffitto della sua cameretta. Ma come le era venuta quella mania,
così era
volata via. E sarebbe stato lo stesso anche quella volta. Madi cambiava
idea
molto spesso, si ossessionava su qualcosa per un certo periodo, e poi
perdeva
tutto l’interesse e passava a qualcos’altro, come
con i giocattoli nuovi. Ma
non erano così tutti i bambini?
Quindi Clarke
non si preoccupava. Dopo il lavoro le avrebbe
comprato una spada di plastica che l’avrebbe fatta felice
finché non le fosse
venuta voglia di diventare qualcos’altro, e basta. Nel
weekend Madi sarebbe
andata a stare da Finn e avrebbe fatto impazzire anche lui –
il che non
dispiaceva affatto a Clarke, proprio zero. Madi era ancora in
quell’età in cui
i sogni sono grandi e meravigliosi, ma al tempo stesso impossibili. Le
sarebbe
passata.
(Oh,
quanto si sbagliava!)
***
«Cos’è
questa storia della “principessa
guerriera”?» chiese
Finn quella domenica sera, quando riportò Madi a casa di
Clarke dopo il weekend
passato con sua figlia. Madi era corsa dentro per vedere i cartoni,
mentre loro
due erano rimasti fermi davanti alla porta di casa, come sempre. Era
una delle
regole che Raven e Octavia avevano dato a Clarke quando lei e Finn
avevano
deciso di separarsi. Non lasciarlo
entrare, sarai costretta a cacciarlo via di nuovo1 .
All’inizio era stata
difficile da seguire, ma con il tempo Clarke ci era riuscita. Da allora
aveva
seguito sempre quella regola, e la sua vita era nettamente migliorata.
Clarke sorrise,
e raccontò al suo ex marito da dove era
cominciata tutta quella storia. Finn scoppiò a ridere e
diede poca importanza
alla «nuova stravaganza di tua
figlia».
Clarke aggrottò le sopracciglia. Andava bene scherzare, ma
Madi ci credeva
davvero, e loro due, in quanto suoi genitori, dovevano supportarla nei
suoi
progetti, per quanto impossibili. La fantasia andava alimentata, non
repressa,
soprattutto alla sua età. Clarke serrò le labbra,
ma non disse niente. Sempre il solito Finn.
C’era un motivo
se si erano separati: erano troppo diversi. Ma in fondo Finn era un
bravo
genitore per Madi. Anche se non capiva tutto quello che passava per la
testa di
sua figlia – e chi mai ci riusciva, del resto? Clarke
certamente no – la stava
educando bene. In un certo senso, lui e Clarke si compensavano.
Si diedero la
buona notte e si salutarono, poi Finn se ne
andò e Clarke chiuse la porta. Lasciò che Madi
guardasse un altro po’ i
cartoni, poi la mise a letto.
«Allora,
come è andata da papà?» chiese Clarke
stendendosi
nel piccolo letto accanto a lei.
Madi sorrise.
«Benissimo!» disse, e si lanciò in uno
stringatissimo resoconto del fine settimana: erano andati al parco
giochi, Finn
le aveva preso il gelato anche se faceva un po’ freddo
– a quella notizia,
Clarke le diede un piccolo pizzicotto sul fianco, facendola scoppiare a
ridere
«Ti ho detto niente gelato quando fa freddo! Ti fa venire mal
di pancia» «Looo sooo
mamma ma il gelato al cocco è così
buono!» – e la domenica avevano
fatto i compiti assieme. «Fine!» esclamò
Madi una volta che ebbe finito, cioè
mezzo minuto dopo «Adesso mi racconti come va avanti la
storia?»
«Quale
storia?» chiese Clarke nonostante sapesse
perfettamente di cosa Madi stesse parlando.
«Quella
della principessa guerriera, ovviamente!» esclamò
Madi, indignata che sua madre avesse potuto dimenticarsi di quella storia fantastica.
«Hmmm,
vediamo se sei stata abbastanza brava da meritarti la
storia…» disse Clarke fingendo di pensarci su,
trattenendo a stento le risate.
Madi la prese per le spalle e tentò di scrollarla, ma non
riuscì a muoverla di
un centimetro, piccolina com’era.
«Daaaaaai
mammaaaa per favore per favore per favore per
favore! Giuro che sarò la bambina più brava di
tutto l’universo bambini alieni
compresi!»
Clarke
si mise a
ridere, una risatina che le fece quasi male alla pancia e alle guance
«Beh, se
sono compresi anche i bambini alieni… allora dimmi, dove
eravamo arrivate?»
«A
quando Alexandra la principessa guerriera incontra la
guaritrice Clarissa e Alexandra si innamora a prima vista! Poi cosa
succede?
Dimmi che anche Clarissa si innamora tipregotipregotiprego!!»
Clarke, dopo false minacce di non raccontarle più la storia,
riuscì a calmare
Madi un po’. La bambina si stese a letto sotto le coperte,
fremente, e si girò
verso Clarke. «Adesso che sono calma mi racconti?»
Clarke
annuì e chiuse gli occhi, raccogliendo le idee. Il
venerdì prima alla galleria d’arte era arrivato un
quadro bellissimo per una
nuova esposizione. Era intitolato Tempesta
e ritraeva una ballerina che danzava con un tutù
rappresentato da una tempesta
in mare, con una vecchia nave in procinto di affondare. Clarke lo aveva
adorato
dal primo istante in cui l’aveva visto. L’aveva
ispirata a dipingere nel
weekend un quadro che non aveva ancora finito, ma che già le
piaceva. E la
ispirò anche quella sera. «Allora, abbiamo detto
che per Alexandra fu amore a
prima vista; ma non fu lo stesso per Clarissa. Ci volle un imprevisto
che
avrebbe potuto trasformarsi in tragedia perché Clarissa
scoprisse la bontà di
cuore della principessa.»
«Oh
mamma! Cosa è accaduto?» chiese Madi curiosa,
portandosi
una mano alla bocca.
«Una
terribile tempesta» disse Clarke con voce seria «Le
case
del villaggio erano distrutte e non c’era luogo in cui
ripararsi. Ma Clarissa
conosceva bene quel bosco, era cresciuta lì dopotutto, e si
ricordò che non
molto distante vi erano delle grotte abbastanza grandi da coprire tutti
gli
abitanti del villaggio. Così Alexandra e Clarissa guidarono
insieme la loro
gente al riparo nelle grotte. Non vi era esattamente spazio per tutti,
ma
Alexandra cedette il suo posto per salvare i bambini
dall’acquazzone. Quel
gesto di generosità e altruismo non passò
inosservato agli occhi di Clarissa.
La ragazza si accorse di quanto buona fosse veramente la sua
principessa, e la
vide sotto una luce nuova. Non era soltanto una bravissima spadaccina e
una
giusta governante, ma anche una bella persona. I suoi occhi si
illuminavano di
una bellissima luce quando rideva, e i suoi capelli rossi sembravano
fiamme
ardenti che crepitavano nel vento. A Clarissa sembrò
bellissima.»
«Ooooohhhh si
innamoranooooo!» esclamò Madi eccitata.
Clarke sorrise, e annuì.
«Sì,
si innamorarono» disse Clarke baciando la sua bambina
sulla fronte «Si innamorarono di quell’amore
così potente da sconfiggere ogni
difficoltà. Quell’amore così vero e
puro che va oltre la distanza e la morte, e
dura in eterno.» Clarke stava pensando ai suoi genitori,
all’amore che li aveva
uniti e che ancora li univa, nonostante suo padre fosse morto. Sua
madre aveva
voltato pagina, questo era vero, e aveva trovato una nuova persona con
cui
condividere la sua vita, ma Clarke sapeva per certo che un pezzo del
cuore di
Abby sarebbe per sempre appartenuto a suo padre.
Madi
aggrottò le sopracciglia, e guardò sua madre
pensierosa.
Clarke lo notò e le chiese quale fosse il problema,
stringendola a sè.
«Mamma,
è quello l’amore tra te e
papà?»
Clarke
guardò sua figlia e si morse il labbro, senza sapere
cosa dire. Madi era troppo piccola per certe cose, ma al tempo stesso
aveva una
maturità che andava ben oltre la sua età; non lo
mostrava sempre, ma lo faceva
nei momenti che contavano, come quello. Clarke sospirò e
decise di dirle la
verità «No, piccola mia. L’amore tra me
e papà è finito, non è durato per
sempre. Però né io né lui ormai siamo
più tristi per questo, e non ci pentiamo
in alcun modo di esserci amati come ci siamo amati» Clarke le
sorrise e le fece
l’occhiolino «Perché altrimenti non ci
sarebbe stata questa bambina piccolina a
cui voglio un mondo di bene e che è tutta la mia
vita» disse, e si lanciò a
fare il solletico a Madi. Madi urlò e scoppiò a
ridere, e tentò di scappare da
sua madre. Ma Clarke la avvolse in un abbraccio così forte
che quasi le mozzò
il fiato, senza lasciarla più andare «Sei tu,
amore mio. Il mio amore per te è
quel genere di amore, senza fine.»
Madi
ricambiò l’abbraccio di sua madre e la
riempì di bacini,
facendola scoppiare a ridere «Anche io ti amo tanto mamma, ma
tanto tanto
tanto» Madi allargò le braccia e fece un sorrisone
a trentadue denti che
sciolse completamente Clarke «Ti amo tanto
così!»
Clarke la
abbracciò di nuovo e le baciò la testa.
«Anche io
ti amo tanto così.»
Stettero in
silenzio per un po’, beandosi della piccola bolla
di felicità che riuscivano a creare solo loro due. A un
certo punto, però, Madi
alzò la testa e disse: «Allora? Come finisce la
storia della principessa
guerriera?»
Clarke rise e le
raccontò la fine della storia «Finisce che
Alexandra e Clarissa si sposarono, e insieme riuscirono a sconfiggere
tutti i
mostri e a vincere tutte le guerre. Il villaggio dove prima viveva
Clarissa
venne ricostruito, e con quello anche tutti quelli che erano stati
distrutti
durante la guerra. Clarissa continuò a curare le persone
malate che chiedevano
il suo aiuto, e insieme ad Alexandra governò giustamente
quella terra rinata. E
vissero per sempre felici e contente!»
Madi
sbadigliò e si sistemò meglio nel letto,
tirandosi su da
sola le coperte «Mi è piaciuta questa storia.
Voglio sapere però anche cosa
succede dopo! Non puoi dire “e vissero felici e
contente” e basta! Io voglio
sapere!» protestò trattenendo a stento un altro
sbadiglio «Ci saranno dei
bambini? Nessun cattivo arriverà mai più?
C’è la magia in quella terra? E i
draghi? Io li voglio i draghi sputafuoco anche se non devono per forza
fare la
guardia alle principesse rinchiuse nelle torri alte alte
alte…» Madi sbadigliò
ancora e chiuse gli occhi, sorridendo beata.
«Certo
amore, ti racconterò tutto quello che vuoi» disse
Clarke baciando la sua bambina. Spense la luce e le augurò
buonanotte come ogni
sera, ricevendo in cambio un bacino al volo e uno strascicato
«’notte, mamma»
da parte di una Madi quasi addormentata. Clarke sorrise e chiuse la
porta della
camera di Madi.
Sì,
le avrebbe raccontato tutto quello che avrebbe voluto. La
rendeva troppo debole per non accontentarla in una cosa così
semplice.
***
Le settimane
passarono, e con esse sembrò che anche la nuova
passione di Madi per le principesse guerriere si fosse affievolita
– dopo aver
guardato qualche puntata di Xena su
Netflix, ovviamente, ed essersi innamorata di Olimpia perché
il suo nome le
ricordava la zia Octavia – con grande piacere di Finn e una
nota di amarezza da
parte di Clarke. Aveva cominciato ad affezionarsi ad Alexandra e
Clarissa, con
le loro mille avventure e il loro amore eterno.
Finché
un giorno Madi non corse alla macchina di Clarke, una
volta uscita da scuola come ogni giorno, con un foglietto piegato tra
le mani.
Aprì la porta del passeggero con un grande sorriso e
salutò Clarke con un bacio
persino più entusiasta del solito.
«La
signorina Fisher mi ha trovato un modo per diventare una
principessa guerriera!» disse, e porse a Clarke il foglietto
ripiegato,
eccitata. «Ti prego ti prego mamma dimmi che posso
farlo!» Madi mimò con le
mani una preghiera e tirò fuori la sua espressione
più tenera, alla quale
Clarke non riusciva mai a resistere.
Un campanello
d’allarme si accese nella testa di Clarke. Questa
bimba mi vuole fregare, lo so per
certo. Clarke assottigliò gli occhi e prese in
mano il foglio, aprendolo.
Quello che vi era scritto, però, la lasciò
completamente a bocca aperta.
Era il volantino
di un corso di scherma per bambini.
«Dato
che tu e papà dite sempre che sono la vostra
principessa, la signorina Fisher ha pensato che mi basta imparare ad
essere una
guerriera!» disse Madi tutta felice
«Così imparo a combattere come mi hai
mostrato tu! ZAM ZAM ZAM!»
Clarke era senza
parole, non aveva la più pallida idea di
come rispondere a sua figlia. Continuava a fissare il volantino senza
sapere
cosa dire.
Graficamente
parlando, quel volantino era fatto bene.
L’occhio artistico di Clarke aveva subito notato la perfetta
disposizione delle
immagini e delle parole, volta a indirizzare l’occhio sulle
parti più
importanti. Una delle immagini ritraeva quella che presumibilmente era
una
donna vestita con l’equipaggiamento completo da scherma, con
in vista solo dei
lunghi capelli castani raccolti in una coda che le usciva dalla
maschera. Aveva
in mano un fioretto – Clarke non capiva niente di scherma, ma
aveva imparato a
distinguere le armi guardando le Olimpiadi – e sembrava
pronta ad attaccare un
avversario che non era stato inquadrato. Era affascinante il modo in
cui era
posta, sembrava l’avessero immortalata mentre danzava. Clarke
capiva alla
perfezione perché sua figlia ne fosse stata così
attratta.
Clarke
alzò gli occhi verso Madi, che la stava ancora
guardando speranzosa. Clarke ci pensò un po’ su,
poi alzò un dito verso Madi.
«Prima
ne devo parlare con tuo padre, ma se ti comporti bene
ti facciamo fare le lezioni di prova e poi decidiamo insieme»
Madi esplose in
un urlo di felicità e si mise a danzare sul sedile, incapace
di trattenere la
sua gioia. Stritolò Clarke in un abbraccio infinito che
lasciò entrambe senza
fiato.
«Grazie
grazie grazie grazie GRAZIE!»
Clarke sorrise
alla felicità di sua figlia, e mise in moto
l’auto per tornare a casa.
Non avrebbe mai
potuto immaginare cosa quella decisione le
avrebbe portato.
Quell’amore
così vero e puro che va
oltre la distanza e la morte, e dura in eterno.
1: traduzione
piena di licenze poetiche di un verso della canzone New
Rules di Dua Lipa. L'idea mi è venuta da
una fanfiction di una mia
amica che presto verrà pubblicata su ao3. Non appena la
pubblicherà vi
includerò il link alla fic :)
Buongiorno/buonasera/buonanotte
a tutti! Torno con una piccola fic molto
tenera e leggera che spero vi piacerà. Per tutti coloro che
stanno leggendo
anche la mia altra fic, Come le parole che non ti
ha mai detto,
sappiate che non sono morta. Sono stata super impegnata in questo
ultimo
periodo e diciamo che quella storia non è così
facile da scrivere. Ma non vi
preoccupate, la finirò.
Spero che questo
primo capitolo vi sia piaciuto, le recensioni sono molto
gradite, non siate timidi! ;)
Al prossimo
aggiornamento!