Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: eliseCS    30/04/2018    0 recensioni
A quanto pare quello che ho bevuto per il brindisi del compleanno è stato sufficiente per farmi fare questa pazzia, e ovviamente non c'era nessuno che potesse fermarmi...
---------------------------------
Una bambina, gabbie dorate e non e Tortuga.
Oppure
L'Ombra della Doomed Destiny, la nave pirata più famosa dell'epoca, il nuovo capitano Cortès e un vecchio amico dimenticato.
In sintesi assoluta: pirati.
---------------------------------
Dal primo capitolo:
Non sapeva se fosse perché pensavano che fosse stupida, troppo piccola per capire o se semplicemente non gli importasse, ma Isabelle riusciva perfettamente a sentirli.
A quanto pareva stava per essere venduta.
Di nuovo.
---
“Con un pezzo da otto posso darti anche da bere se vuoi, ragazzino” propose.
Isabelle si morse un labbro: prima di entrare aveva controllato, addosso non aveva assolutamente nulla di valore, per non parlare di monete o pezzi da otto!
“Io… non ho nulla…”
La donna si ritrasse: “Mi dispiace mocciosetto, ma non do da mangiare gratis, neanche ai bambini. Torna quando avrai qualcosa da darmi in cambio” disse, e si allontanò per servire qualcun altro.
---------------------------------
Buona lettura (spero)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XVI - In cui Isabelle torna suo malgrado nella gabbia da cui era partita – che non è più d’oro
 
Shade era uscita dallo studio del consigliere Blake con diverse mappe interessanti: essere in possesso delle rotte avrebbe reso l’assaltare le navi mercantili ancora più facile.
Mentre ritornava al piano terra incontrò qualche guardia che non ebbe problemi a gestire – nonostante la sua schiena non potesse dirsi ancora guarita del tutto – e richiamò un paio di uomini dell’equipaggio che si unirono a lei.
 
Cortès e Reyes stavano ancora combattendo, ma era evidente che ormai tutti e due fossero giunti al limite.
A giudicare dallo stato delle loro facce e dalla quantità di sangue presente sulle rispettive camicie dovevano anche aver fato a pugni per qualche momento dimenticando le spade.
Intorno a loro altri pirati, uomini di Cortès ma anche di Reyes stesso, combattevano tra loro o contro altri soldati.
Shade individuò gli uomini della Doomed nella mischia e dopo aver ordinato a quelli che erano con lei di fare altrettanto andò a dar loro una mano.
Dopo pochi secondi la lama della sua spada e quella del pugnale che teneva nell’altra mano si erano colorate di rosso e Julian e Reyes erano gli unici che stavano ancora combattendo.
Lei e gli altri uomini si trovarono loro malgrado a fare da scudo ai due pirati nel momento in cui il Governatore in persona fece la sua comparsa accompagnato da un intero plotone di guardie, insieme a Blake che evidentemente era andato a chiamarli.
Al loro fianco c’era anche Harry e Shade ebbe un tuffo al cuore: non era più tornato a trovarli da quando avevano discusso.
Chissà cosa avrebbe detto se avesse sentito quello che aveva urlato a Maria poco prima…
“Fatevi da parte” ordinò Reagan facendo contemporaneamente segno alle guardie di mettersi in posizione e caricare i moschetti.
Contro quelli la spada non sarebbe servita a nulla.
I pirati guardarono Shade in attesa di un suo ordine, ma prima che la ragazza potesse aprire bocca un colpo di pistola risuonò alle loro spalle facendoli voltare tutti di scatto.
Cortès era in piedi, la canna della flintlock nella sua mano sinistra che ancora fumava, mentre Reyes era a terra, lo sguardo perso nel vuoto e una macchia scarlatta all’altezza del cuore.
Il capitano sputò per terra un grumo di sangue pulendosi poi la bocca con il dorso della mano.
“Signori” esordì affiancandosi a Shade sorridendole soddisfatto “Noi togliamo il disturbo”
Fece qualche passo in avanti ma fu ovviamente fermato.
“Voi non andate da nessuna parte” lo minacciò Blake.
“Perché invece di stare qui a perdere tempo non va a sincerarsi delle condizioni di sua moglie e suo figlio, consigliere?” si inserì a quel punto Shade
L’uomo tremò dalla rabbia: “Che cosa gli avete fatto?” urlò azzardando un affondo che la ragazza parò senza problemi.
Non si perse nemmeno il lampo di paura che aveva attraversato lo sguardo di Harry, e sì che pensava che ormai la conoscesse, o come minimo che avesse un’opinione un po’ migliore di lei.
“Nulla, ho semplicemente consigliato loro di trovarsi un nascondiglio migliore dell’armadio dell’anticamera” rispose strafottente.
L’uomo sbiancò
“Siete tutti in arresto” riprese a quel punto la parola Reagan. “Potete farvi arrestare senza opporre resistenza oppure potete provare a scappare e morire subito”
Come se non li aspettasse la forca se fossero rimasti…
Uno degli uomini, senza alcun preavviso, si mise a correre.
Il Governatore fece un cenno a uno dei soldati in prima fila che prontamente caricò il moschetto prendendo la mira.
Peccato che all’ultimo Shade lanciò uno dei suoi stiletti colpendogli la gamba: il moschetto venne calato proprio mentre il colpo veniva sparato finendo sul piede della guardia accanto che subito fu a terra come il collega urlando di dolore.
Alcuni soldati si affrettarono a soccorrerli portandoli via: meglio, meno persone a cui dover tenere testa.
A quel punto sia Blake che Reagan tirarono fuori le loro flintlock puntandole al petto della ragazza.
Sembrava essere arrivati ad una posizione di stallo finchè un “No, fermi!” risuonò nell’aria.
Dorian era appena uscito dal portone d’ingresso e stava correndo verso di loro.
Aveva ancora in mano il pugnale che Shade gli aveva dato prima.
 
“Dorian cosa stai facendo?” lo richiamò il padre preso totalmente in contropiede. Sembrava quasi sul punto di svenire.
“Non le farete del male” rispose il bambino deciso. “Questo e tuo, non mi serve più: non ci sono più uomini in casa” disse rivolgendosi a Shade che si ritrovò il pugnale tra le mani.
“Shade ci ha salvato” concluse.
Cortès alzò un sopracciglio, pur non essendo veramente arrabbiato con lei: sapeva che non toccava i bambini.
“Da cosa esattamente li avresti salvati?” chiese vagamente divertito, più per prendere tempo e magari far arrabbiare ancora di più Blake.
“Credo che prima Ruben avesse intenzioni non del tutto caste nei confronti della moglie del consigliere Blake” rispose candidamente. “Gli ho consigliato di andarsi a cercare qualcun altro”
Blake e gli altri uomini erano diventati paonazzi dalla rabbia e l’imbarazzo.
“E perché mai non l’hai lasciato fare?”
La domanda di Cortès sollevò parecchie esclamazioni indignate, compresa quella di Shade.
“Lo sai perché, idiota” gli sibilò.
“Non capisco lo stesso. Non le devi nulla” ribattè quello.
 
“Per quanto sentirvi discutere possa essere entusiasmante direi che non possiamo stare qui tutta la notte” li interruppe il Governatore.
“Concordo con lei” assentì Cortès.
Dal nulla fece apparire un’altra flintlock mentre Shade e i pirati rimasti facevano altrettanto.
“Potrebbe riuscire ad ucciderci, ma di certo noi uccideremo voi a nostra volta, a voi la scelta”
In tutto quello i presenti sembravano già essersi dimenticati di Dorian che si era spostato al fianco di Shade, tra lei e Cortès.
“Ti fidi di me?” sussurrò la ragazza al bambino girando appena la testa approfittando del fatto che tutti fossero concentrati su Julian che stava ancora parlando.
Dorian la guardò spaventato per un attimo ma poi annuì.
“Ho la tua parola, vero?” chiese debolmente.
Shade annuì stupendosi del fatto che a quanto pareva il ragazzino aveva già capito quale fosse la sua idea.
 
“Io ho un modo per risolvere la questione!” esclamò l’Ombra a quel punto alzando in aria il pugnale dopo aver rimesso via la pistola attirando così su di sé tutta l’attenzione.
Quando riabbassò il braccio la lama andò ad appoggiarsi al collo di Dorian che aveva cominciato a tremare.
“Se vuole bene a suo figlio, Consigliere, le consiglierei di lasciarci passare” minacciò in modo eloquente.
Il Governatore alzò gli occhi al cielo e suo malgrado ordinò ai soldati di riporre le armi.
Si erano fatti fregare di nuovo.
 
 
 
Erano ormai arrivati alla spiaggia, mancava l’ultima scialuppa che avrebbe riportato Cortès, Shade e altri tre uomini alla nave.
“Shade per favore” prese parola Harry per la prima volta. Si era staccato dal gruppo seguendola, e stranamente gli altri membri dell’equipaggio non avevano fatto nulla per bloccarlo.
La ragazza sorrise in risposta: “Ve lo rimandiamo indietro, promesso” disse riferendosi a Dorian mentre lo faceva salire a bordo della scialuppa.
Diede una spinta all’imbarcazione insieme a un altro uomo in modo che si staccasse dalla riva, ma al contrario suo non ci salì subito.
Si avvicinò invece al ragazzo finchè non ci furono che pochi passi a separarli, parlando piano non li avrebbero sentiti, pensando tutt’al più che stavano discutendo del ritorno del bambino.
“Potresti venire con noi” propose a bassa voce facendogli spalancare gli occhi dalla sorpresa.
La reazione durò comunque poco: “Mi sembrava chiaro che non ci fosse posto per me a bordo. Che non avessi la stoffa per essere uno di voi” ribattè infatti con rabbia.
“Quella è stata una riprovevole incomprensione tra me e il capitano” assicurò lei.
“Mi dispiace ma non posso comunque” sospirò alla fine Harry. “Mi era sembrato di rivedere in voi i tratti di una persona che forse avrei potuto amare se non mi fosse stata portata via così preso, ma mi sono reso conto che mi sbagliavo. Spero che le nostre strade non si incrocino più. Addio” concluse con un cenno del capo.
“Addio di nuovo, Harry” salutò lei a sua volta.
Il ragazzo non fece in tempo a chiedersi cosa volesse dire la ragazza con quel di nuovo quando una voce femminile attirò l’attenzione di tutti i presenti.
 
“Non porterete via mio figlio!” Maria Blake, ancora in veste da camera, era arrivata di corsa alla spiaggia e aveva una flintlock in mano.
Prima che qualcuno potesse fermarla si sentì il rumore di uno sparo e l’attimo dopo Harry si ritrovò suo malgrado a sorreggere Shade, colpita ad una spalla.
“Shade!” urlarono contemporaneamente Cortès e Dorian dalla scialuppa, mentre l’ultimo saltava fuori bordo approfittando del fondale ancora basso.
“No! Voi andate!” urlò la ragazza stringendo i denti vedendo che Julian stava per tornare indietro a sua volta.
Gli uomini a bordo della scialuppa pensarono bene di obbedire cominciando a remare con foga: ora che Dorian non era più con loro erano di nuovo sotto tiro.
“Io me la caverò” sussurrò un’ultima volta Shade prima di svenire per il dolore e la rapida perdita di sangue, chiudendo gli occhi dopo aver visto un’ultima volta il viso sconvolto di Julian che si allontanava.













Io non ho più scusanti e voi avete tutto il diritto di essere arrabbiati.
Se c'è ancora qualche anima che segue questa storia sappia che il prossimo capitolo è l'epilogo. Proverò a non farvi aspettare troppo, almeno questo ve lo devo visto che ormai la storia è finita.
Alla prossima
E.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: eliseCS