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Autore: FallenStar    25/04/2005    13 recensioni
E' il racconto degli ultimi momenti di vita di Lily Potter e di Hermione Weasley, tutte e due donne, tutte e due streghe, tutte e due madri. E di un incantesimo, l'ultimo incantesimo pronunciato dalle due. Per vedere come da un atto di amore e di morte possa nascere la vita.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’unica cosa, l’unica cosa che ti avevo promesso.
Che ti avevo promesso…
L’unica cosa che ti avevo promesso era che tu non saresti mai arrivato a dire “Perché mi hai fatto nascere?”

Ed io…ora…ho paura di non riuscire più a mantenerla.







“Lily… prendi Harry!”

“Io non ti lascio qui, James!”

“Lily, corri, vai via, presto!”

Apro la bocca, mentre un urlo mi si ferma in gola… lo guardo negli occhi, tremando, e in quegl’occhi non vedo alcuna traccia di una possibile controbattuta. Paura, ecco quel che leggo.
E amore, per me, e per nostro figlio.

Harry è nella sua culla, il dito in bocca, tranquillo ed ignaro di tutto. Mentre lo prendo in braccio lo sento svegliarsi, probabilmente perché l’ho abbracciato con troppa foga. Mi giro ancora verso James, la porta si sta quasi per sfondare e…e quel mostro sta per entrare.
Vorrei gridare il nome di mio marito ma il fiato mi si brucia in gola, impedendomi di pronunciare alcunché. Ma lui si gira, certe volte mi stupisco di come siamo stati sulla stessa lunghezza d’onda. Siamo stati? No! Lily no! Non pensarlo! Siamo, siamo, siamo e saremo, saremo ancora.
Lui, davanti a me, bacchetta alla mano, mi sorride appena, mentre dalle sue labbra sento chiaramente le stesse parole che anche io volevo dirgli.

“Ti amo.”

“Anche io…ti amo anche io James..”

Mi avvicino e lo bacio, con tanta, tanta passione. Sento Harry che, poverino, schiacciato fra me e suo padre, mugugna qualcosa.
James, dolcemente, si stacca da me e accarezza la testolina scompigliata di suo figlio.
Sorride.

“Addio Harry…”

Non fa in tempo a salutare il nostro bambino che quell’essere, con un fascio di luce accecante, entra in casa.
La paura, ora, comincia a fischiarmi nelle orecchie e sento la voce di James, dura e chiara:

“Lily! Scappa, presto!”

E allora corro, corro piangendo su per le scale, e cado, anche, con Harry che piange attaccato a me. Salgo, salgo, e mi sento un verme dato che non riesco a girarmi, a guardare indietro, verso mio marito e quell’assassino. Sento il mostro che parla, con quella sua voce fredda, e pazza, ma non ascolto cosa dice, sento solo nella mia testa un pulsare chiaro e forte: “proteggi Harry! Scappa!”

E così faccio, sentendomi ancora più meschina per non girarmi verso James, che forse, solo, non ce la far..

NO! Lily, non pensarlo! Più, mai più!

Ed ecco, quella è la stanza di Harry, entro e chiudo la porta a chiave. Una, due, tre mandate, e poi mi accascio al muro, il piccolo stretto sui miei seni e le lacrime che bagnano il mio viso, la mia bocca, il mio collo.







“Hermione… prendi Abigail!”

“Io non ti lascio qui, Ron! Brutto idiota che non sei altro! Che hai intenzione di fare?”

“Hermione, non è il momento di fare l’eroina, corri, vai via, presto!”

Apro la bocca, mentre le parole mi si fermano in gola… lo guardo negli occhi, azzurri, e in quegl’occhi non vedo più il Ron dalle orecchie rosse, che copiava i miei appunti di Storia della Magia, ma vedo gli occhi di un uomo. Di un uomo che combatterà per non perdere le cose più care che ha.
Paura, ecco quel che sento, ora.
E amore, tanto, per lui, e per nostra figlia.

Abigail è accanto a Ron, mentre con i suoi vispi occhietti azzurri guarda prime me e poi il suo papà, cercando di capire qualcosa della situazione. Poi, con le sue manine grassocce, tira la stoffa dei pantaloni di Ron:

“ ’apà, pecchè sei così agitato? Pecchè pecchè? Non senti che quaccuno bussa?”

“Abby, ascolta papà, ora facciamo un gioco, sì? Lo fai un gioco con il tuo papà?”

Sul viso della piccola compare un sorriso deliziato.

“Sii! Sì sì! Cosa devo fare, ‘apà? Che gioco è?”

Ron, si abbassa, per essere alla stessa altezza di nostra figlia, e le accarezza i ricci capelli castano-rossi. Rimango incantata ad osservare la scena. Non mi ero mai accorta quanto Abby gli somigliasse. Il taglio del viso, il mento, la bocca, per non parlare degli occhi: azzurri e furbi, proprio come i suoi.

“Devi andare su con la mamma e fare tutto quello che ti dice. E non devi mai urlare né guardare cosa faccio io. Capito?”

Abigail storce il nasino spruzzato di lentiggini, poco convinta.

“Ma è un gioco noioso! Uffa! Peò… se vinco io mi compri una bambola nuova? Con i capeii rossi come i tuoi..”

Ron sorride annuendo e la stringe forte a se. E vedendo Abby abbracciare il padre teneramente formulo immediatamente il pensiero ‘quando potrà farlo di nuovo?’
Questo pensiero mi sconvolge per la sua cruda freddezza.
No! Ron non morir…Ron non…

E me ne accorgo solo ora.

Mi accorgo che, forse, questa è l’ultima avventura assieme.

Sento delle lacrime pungermi gli occhi, ma riesco a frenarle, mentre Ron, ora, è davanti a me.

“Hermione, prendi la bambina e andate di sopra, non fatevi sentire, non muovetevi..”

Non ce la faccio. Lo abbraccio mentre qualche lacrima comincia a cadere. Sento il suo corpo tremare sensibilmente al mio tocco, e le sue braccia stringermi possessivamente a se.
E’ un abbraccio che sa di addio.

“Ron io ti..”

“Me lo dirai domani, Mione, quando andremo a comprare una bambola nuova per Abby”

Alzo gli occhi, per incontrare i suoi. E scopro che sono lucidi.
Dio.
Non ho mai visto i suoi occhi così.

Ci baciamo, ed in quel bacio ci sono le parole che non ci siamo detti in quel momento, che non ci siamo detti durante il nostro matrimonio, il nostro fidanzamento, i nostri sette anni ad Hogwarts.
Che non ci siamo mai detti.

Con un fascio di luce accecante, quel mostro entra in casa.
La paura ora, comincia a fischiarmi nelle orecchie e sento la voce di Ron, dura e chiara:

“Hermione! Scappa, presto!”

Prendo Abby in braccio, il viso contro il mio petto, e comincio a correre di sopra, verso la sua stanza. Corro, corro su per le scale, e la bambina mi chiede se il gioco è iniziato. Annuisco mentre salgo, e vorrei girarmi verso mio marito e vedere negli occhi quel verme, ma sento nella mia testa un pulsare chiaro e forte, un ordine dettato dal mio essere madre: “proteggi Abigail! Scappa!”

E così faccio, pensando che Ron non ha mai lasciato incompiuta una promessa.

Ed ecco, quella è la stanza di Abby, entro e chiudo la porta a chiave. Una, due, tre mandate, e poi mi accascio al muro, Abigail che mi guarda confusa, che abbia capito la gravità della situazione?







Sento Harry che si calma nelle mie braccia, e questo fa tornare in me un poco di calma. E se Voldemort sconfiggerà James? E se nemmeno io riuscirò a batterlo? Cosa accadrà al mio bambino? Cosa accadrà al mio Harry?


Così, con Abby stretta fra le braccia, sento il sangue scorrere di nuovo fluidamente in me, e un pensiero mi colpisce, intenso in tutta la sua triste realtà: e se Voldemort sconfiggesse Ron? E se nemmeno io riuscissi a batterlo? Cosa accadrebbe alla mia bambina? Cosa accadrebbe alla mia Abigail?




Se questo fosse l’ultimo momento che noi potessimo vivere assieme.. allora.. allora vorrei aprirti il mio cuore, vorre farti capire cosa provo. Vorrei che, almeno tu, potessi crescere e vivere e morire. Morire circondato dai tuoi figli, dai tuoi nipoti, senza lasciare nulla in sospeso, senza aver la paura di vedere tuo figlio morire davanti ai tuoi occhi. Senza poter fare niente per impedirlo. Niente.




Mi piacerebbe che tu un giorno prendessi il volo e osservando la tua vita tu possa vedere tutti i tuoi errori e, contando anche quelli, con il sorriso sulla bocca, potessi dire di non voler cancellare niente.


Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno il vento fresco e leggero, come le foglie colorate d’autunno, che cadono nell’acqua e seguono le correnti; tutte, anche quelle che sanno di dolore.


Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché anche nel dolore, nella morte, tu puoi dire di esser stata viva. Sempre meglio che restare nel buio profondo della non-esistenza.


Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai nascondere il tuo vero carattere per piacere agli altri, non dovrai rincorrere la mediocrità per cercare amici, né andare in cerca di uno sguardo o un'ora d’amore. Amore, io, per nascondere il mio vero io, mi sono rifugiata nella maschera della ragazza saccente ed ho solo dimostrato quanto è facile venire ferita in questa maniera.


Mi piacerebbe che ti dicessero che nessuno è portato per nessuna cosa. O che qualcuno è più intelligente di qualcun altro. Non è vero, mai ed in nessun caso. Se ci si impegna, se ci si mette in gioco, completamente, senza alcuna riserva, si arriverà in alto, dove i nostri occhi non hanno mai osato guardare ma che il nostro cuore aveva sempre saputo non essere un’utopia.


Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a rialzarti quando cadi, perché sempre cadrai anche quando sarai grande e ti sentirai invulnerabile. Perché l’importante non è cadere, ma sapersi rimettere in piedi.


Harry, vorrei che un giorno ti insegnassero che il nostro modo di pensare è pieno di contraddizioni. Appena sarai sicuro di una cosa, ecco, svolterai l’angolo e subito ti si presenterà il contrario del tuo pensiero. E vedrai che quel contrario è logico come la logica affermazioni che avevi appena formulato.


Abigail, vorrei che tu un giorno sperimentassi le emozioni di avere una creatura dentro di te Credo ci sia un qualcosa di glorioso nell’essere in due all’interno di un unico corpo. E’ quella consapevolezza inesprimibile a parole, quell’essere consci seppure inspiegabilmente di sapersi due anziché uno.
Allora non avrai più paura, non sentirai dolore, perché saprai d’esser parte di un mistero inviolabile antico come il mondo.
Sai che o ero terrorizzata all’inizio? Credevo che l’essente incinte fosse uno svantaggio, una limitazione.
Essere mamma non è una povertà. E’ un diritto fra tanti diritti, un dovere verso la vita imperitura in te.


Harry, vorrei che un giorno, quando sarai agli occhi degli altri un adulto, tu fossi prima di tutto una Persona. Una Persona con la P maiuscola, che non si lascerà travolgere dagli eventi, che non si farà guidare nel gregge, ma un sarà un uomo pensante che ha opinioni, che ride, che scherza, che pensa, che parla, che sa vincere ma anche perdere.




Abigail mi guarda stranita mentre le dico tutto ciò. Non mi capisce. Non mi può capire.
L’abbraccio stretta, forte a me, ed ora, finalmente, le lacrime cominciano a scendere, lente, dolorose.


Harry si è addormentato. Quanto è buffo questo bambino! S’addormenta sempre e soprattutto nei momenti più strani. L’abbraccio stretto, forte a me, ed ora, finalmente, le lacrime si sono fermate, ed io non mi sento meglio, tutt’altro. Sono vuota, e stanchissima.




Ma forse.. forse sì, ecco, ora ricordo. V’era un incantesimo. No, che sciocca, non era un vero e proprio Incantesimo. Più forse un Rituale. L’avevo letto da qualche parte ad Hogwarts….

..e quello scapestrato di James mi stava annoiando con non so quale sua nuova tecnica di Quidditch!

…e quello scemo di Ron stava facendo una delle sue sfuriate a causa di una lettera di Victor!




…e diceva che una donna, una madre, aveva in se il potere di salvare la propria creatura. Ma io.. non so come! Come? COME?
So bene che questa calma durerà ancora per poco…come, come posso fare?


Comincio a camminare con Abigail in braccio, e, stranamente si è addormentata. E la cosa ancora più strana è che io inizio a parlare. Ad alta voce da sola. E non so cosa stia dicendo.


Quando piangerai sarò io ad asciugare tutte le tue lacrime,
Quanto tu urlerai di notte, al buio, sarò io a combattere i tuoi mostri,
E ti prenderò la mano, accompagnandoti in tutti questi anni

Ma…

Ma dovrai avere solo il ricordo di me.




Il tuo viso assomiglia già a quello di un fantasma, o è la mia mente a vederti così?
Sembra quasi un incubo, di quelli che avevo quando stavi qui, nella mia pancia, amore. In quei incubi vedevo il tuo corpicino appena nato, morto.
Basta la tua voce a far andare via ogni parte sana di me.


E così, se è scritto che dovrai andare via, vorrei che tu te ne andassi senza soffrire, velocemente, perché se tu dovessi soffrire, questo pensiero non mi lascerà mai.


Sento salire le scale. Non è James a farlo. Sento che lui…è Voldemort… Ha preso James, ed ora prenderà a anche me. E te, Harry.

Sì, è Voldemort. Ed è troppo tardi, tutto è andato troppo velocemente. Gli Auror non arriveranno mai in tempo, amore mio, Abby. Ma ora, per fortuna tu stai dormendo.

L’unica cosa che mi rallegra è che tu stia dormendo. E così questa è la fine, piccino. No, non devo pensarlo. Io ti proteggerò. Con tutta la mia anima.




Perché è tutto così ingiusto?
Sta aprendo la porta
Questo dolore è semplicemente troppo. Ma è tutto vero.
E questo il tempo non lo potrà cancellare




Sorride, malvagio. Pregusta già la sua vittoria. Corro sul fondo della stanza, appoggiandoti a terra e parandomi fra te e lui, le braccia aperte. Come un Cristo sulla Croce. Solo che, stavolta, non ci sarà nessuna resurrezione.


Non mi chiedo come abbia fatto ad aprire la porta, ne perché abbia appoggiato il piccolo a terra e abbia aperto le braccia in questo modo, gli urlo solo un “Fa ciò che vuoi di me, ma non prendere Harry!”


”Fa ciò che vuoi di me, ma non prendere Abigail!”. Lui ride, pazzo, dicendo d’aver già sentito mille volte mille donne dire quella frase. Ma io non cedo, e come prima parole escono dalla mia bocca senza che io abbia la consapevolezza di cosa stia dicendo. Ed ora le sto urlando quelle parole che mi bruciano la gola




Ho provato duramente a proteggerti, piccino,
ma nonostante questo io non ce la faccio.
Ed allora prendi tutto di me.




Voldemort alza il braccio e pronuncia la più terribile delle maledizioni senza perdono, la maledizione che uccide, allora io cado in ginocchio, piangendo, mentre ormai urlo tutto il mio dolore e la mia supplica ad un qualunque Dio sia disposto a sentirmi.

”Avada Kedavra!” Eccola che arriva, la morte. Ma io ti proteggerò, amore mio. Mi sacrificherò. Questo sarà il mio atto d’amore per te. E grido, grido questa magia antica, queste parole, nella speranza che un Dio o un Demone m’ascolti, e si commuova a questa preghiera.




Quando piangerai sarò io ad asciugare tutte le tue lacrime,
Quanto tu urlerai di notte, al buio, sarò io a combattere i tuoi mostri,
E ti prenderò la mano, accompagnandoti in tutti questi anni

Ma…

Ma dovrai avere solo il ricordo di me.













Una luce verde avvolse sia nel passato, che nel presente, le due donne.
Tutte e due inginocchiate davanti alla morte, tutte e due piangenti e fragili, tutte e due madri.
E quell’antica magia, quelle parole pronunciabili solo da chi ama senza avere nulla in cambio, da chi soffre,
da chi muore per amore, quell’amore incondizionato fra madre e figlio, scalfirono l’aria,
proteggendo Harry Potter ed Abigail Weasley.
Perché?
Perché Lily Potter ed Hermione Weasley fecero tutto ciò?
Avrebbero potuto Smaterializzarsi e salvarsi.
Ma sarebbe stato come dire loro di staccarsi il braccio a morsi.
Tutte le madri del mondo si sarebbero sacrificate per il proprio bambino.
Senza troppi pensieri sentimentalistici, senza troppi discorsi sugli ideali.
Perché non centrano assolutamente niente.
Non è un sentimentalismo, né un ideale sacrificarsi per il proprio bambino.
Perché sul momento non è la mente a decidere.
Ma il cuore.
E quando questo ti ordina di fare una cosa non c’è ‘ma’ che tenga.
Puoi solo alzarti fare ciò che ti dice.







****************


I personaggi presenti in questa fanfiction appartengono esclusivamente a J.K. Rowling: io li ho solo utilizzati per puro divertimento, senza scopo di lucro.

Non so davvero da dove mi sia uscita questa fanfiction, forse era la conclusione dei libri che ultimamente mi sono capitati sottomano, infatti è chiara la loro influenza su questo scritto.
I libri sono "Lettera ad un bambino mai nato" di Oriana Fallaci e l'altro è "Va' dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro (sopratutto le ultime righe).
Ma non solo.
Anche la canzone "My Immortal" ha fatto il suo dovere, ho scritto la fic ascoltando proprio questo pezzo, e ciò è visibile in alcune delle parti in nero che sono una traduzione riadattata (molto riadattata) della canzone.
Non sapevo nemmeno se pubblicarla o meno, dato che non è venuta come avrei voluto io... anzi, diciamo che probabilmente più avanti posterò un'altra one-shot con lo stesso argomento, o magari una versione riveduta di questa stessa.
Aspetto speranzosa dei commenti, non importa se buoni o cattivi, perchè voglio appunto migliorare.
Anche perchè ho messo molto del mio cuore a scrivere questa fic, e sono davvero curiosa di sentire cosa ha suscitato in voi.

Un bacio a chiunque legga, indipendentemente se abbia recensito o meno, se gli sia piaciuta o se abbia reputato questo lavoro una colossale perdita di tempo.


*FallenStar*


  
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