Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: AminaMartinelli    04/05/2018    4 recensioni
In una lettera l'ispettore Lestrade rivela i suoi sentimenti a Mycroft Holmes. Il suo cuore parla un linguaggio che Greg non userebbe mai, perché nessuno si aspetta da lui qualcosa del genere e forse nessuno accetterebbe una versione così vulnerabile dello Yarder che tutti conoscono. Ma questo Greg è privato, riservato solo a Myc, è solo per i suoi occhi. Solo a loro Gregory mostrerà il suo cuore.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nella mia lunga e poco interessante vita non mi sono mai soffermato a riflettere molto. Non sono un genio, anzi, e soprattutto sono sempre stato portato all'azione, anche a causa del mio lavoro. Poi ho conosciuto voi due. Per Sherlock ho provato immediatamente molta ammirazione e un istintivo affetto, come per un geniale ma vulnerabile fratello minore e ad un tratto, dopo pochi giorni, ho conosciuto te. Come una grande e potente ombra protettiva sei arrivato a controllare che io non fossi pericoloso per tuo fratello. Ti confesso che non ho mai provato tanto timore, non paura, bada bene: timore. Un grande timore reverenziale, non a causa del tuo immenso potere o del ruolo essenziale da te svolto nel governo: queste cose non mi hanno mai impressionato, pur avendo un innato rispetto per l’autorità. Ciò che mi intimoriva era quell'aura di fascino, eleganza e mistero che ti circonda e la sconfinata profondità della tua intelligenza. Mai e poi mai avrei osato immaginare di essere per te qualcosa di diverso dal povero ispettore di S. Y. che ricorreva alle abilità di tuo fratello per ricevere l’aiuto di cui avevo bisogno per colmare le mie lacune investigative. E infatti le nostre vite hanno viaggiato su binari paralleli per anni. Tu sai tutto di me, Mycroft. Sai che sono stato sposato e sai come il mio matrimonio è finito. Quello che forse non sai, perché non era interessante, è perché sia finito. Ho lasciato che circolasse ogni tipo di voce, compresa quella (vera, per altro) di multiple infedeltà della mia ex moglie. Ma la verità è una sola e io stesso la ignoravo: da quando ti ho incontrato non sono stato più lo stesso. Non me ne sono accorto, non mi sono reso conto di cambiare ed ho giustificato ogni mia azione e reazione come necessaria o inevitabile conseguenza del nuovo corso della mia carriera. Ero più impegnato, e la collaborazione con Sherlock mi assorbiva completamente. Questo per me spiegava tutto, ma non è bastato a salvare il mio matrimonio, perché io NON VOLEVO salvarlo. E intanto sentivo dentro di me crescere un vuoto, un disagio, una strana sofferenza, prontamente classificati come conseguenze naturali della crisi e del divorzio. Tutto molto logico. E rassicurante. Ho retto questo gioco in piedi finché ho potuto. Ma il crollo del mio vecchio mondo era dietro l’angolo: Sherrinford. Quando quell’orribile avventura si è conclusa tu, pur essendo sconvolto, sei tornato quasi subito alla tua vita di sempre. Ma quella stessa notte Sherlock ha impresso alla mia vita una svolta irreversibile chiedendomi di prendermi cura di te. Ho preso quella richiesta come un favore da fare ad un vecchio amico, ma allo stesso tempo qualcosa è scattato. Mi sono anche sentito in colpa per la felicità che quella richiesta di Sherlock, quasi una preghiera, mi aveva suscitato: che senso aveva la mia felicità? Ero così stupido ed insensibile da gioire nonostante la situazione fosse così drammatica? Ma ovviamente non si trattava di questo. La mia felicità veniva dal fatto di avere un buon motivo per starti accanto e dalla prospettiva di vederti ogni giorno, era questo, solo che non lo sapevo. Standoti così vicino, sentendo la tua insospettabile fragilità e capendo che la mia presenza ti era gradita, qualcosa di indefinito si faceva strada nel mio cuore e nella mia anima, e man mano che la realtà dei miei sentimenti prendeva forma io ero sempre più confuso e spaventato, ma ancora felice. Ricordi la notte in cui mi telefonasti chiedendomi di raggiungerti perché ti servivo immediatamente? Non dirò il vero motivo, non ne ho il diritto, ma tu mi dicesti che era per un lavoro e io sono corso da te. Quella notte effettivamente mi mostrasti la pianta di Sherrinford e le tue riflessioni su come poteva essere successo tutto quel caos. Ma eri stanco e ti addormentasti seduto alla scrivania, in mezzo alle carte, con la testa poggiata sulle braccia. Sono rimasto lì ad osservarti fino al mattino, a guardarti dormire un sonno agitato da chissà quali incubi, che ti facevano lamentare e scuotere la testa. Io ti accarezzavo i capelli e tu ti calmavi, ogni volta. Quando ti sei svegliato hai trovato il tè e i biscotti sulla scrivania e me, seduto dall’altra parte, a rispettosa distanza, che ti osservavo ancora. Poi ci siamo salutati dandoci il solito appuntamento per il pomeriggio, per continuare a lavorare. Ma per me quella giornata è stata la prima di una lunga serie in cui il pensiero dominante eri tu, come sempre, ma in un’ottica completamente diversa. Davanti ai miei occhi si è spalancato il baratro di un altro me, totalmente inaccettabile perché stravolto dalla forza di un sentimento inequivocabile nei tuoi confronti. Da quel giorno ho fatto di tutto per tornare alla “normalità”, ma non c’è stato niente da fare. Alla fine mi sono convinto che non avrei mai potuto estirpare quel sentimento dal mio cuore ma nemmeno avrei potuto viverlo pienamente, perché se tu te ne fossi accorto mi avresti scacciato come un abominio e io non avrei potuto sopportarlo. Allora ho preso la decisione più stupida della mia vita: allontanarmi da te, mettere fra noi un intero oceano, sperando di smettere di soffrire. Ricordo ancora il tuo sguardo infrangersi col mio in uno scroscio di tristezza che ho volutamente ignorato, per poi diventare di ghiaccio dopo essere stato attraversato da un lampo di ferito rimprovero. I tuoi occhi mi hanno sezionato anima e corpo, ma sono fuggito lo stesso. La permanenza in America è stata una specie di allucinazione: ho vissuto e lavorato come in una trance e ne ho ricordi vaghi e confusi. L’unica cosa chiara era la violenza del dolore che provavo, oltre alla devastante nostalgia di te. Poi il lavoro con l’FBI è terminato e ho dovuto compiere una scelta perché mi hanno offerto di restare. In realtà non c’era alcuna scelta da fare: sapevo che se non fossi tornato non ti avrei più rivisto e questo pensiero mi era insopportabile. Tutti quei mesi lontano da te erano serviti non a strapparti dal mio cuore ma unicamente a farmi capire che persino la prospettiva che tu scoprissi i miei sentimenti per te e mi sbattessi in faccia un indignato rifiuto era meno atroce del pensiero di non poterti stare più accanto neanche per un secondo. Sarei morto se fossi rimasto lì, quindi sono tornato. Ecco. Ora sai tutto. Sai che quello che sento per te non è nato ora. Sai che tu, senza saperlo e senza volerlo, mi hai cambiato profondamente. Mi hai liberato dalla prigione della menzogna di una vita falsa ed inutile. Mi hai sconvolto, ma mi hai reso una persona migliore, più forte e più vera, redenta dalla verità e dall’amore. Posso solo esserti grato, per sempre, comunque andranno le cose tra noi. Sei la persona più importante della mia vita, sei il mio orgoglio e la mia felicità.
Gregory
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: AminaMartinelli